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La VOCE 2010

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La VOCE ANNO XXIII N°2

ottobre 2020

PAGINA 5

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
segue da pag.3: come cambia l’economia dopo la pandemia? ne parliamo con f. schettino. d. tra le misure adottate da vari governi c’è il reddito di emergenza (o come lo si vuole definire). noi pensiamo sia una risposta indispensabile per chi ha perso fette importanti di salario durante la chiusura delle attività ma non può essere la strategia da perseguire anche dopo l’emergenza, quando bisognerà puntare a creare posti di lavoro e a ripartire equamente il lavoro attraverso la riduzione dell’orario. tu che ne pensi? r. condivido. d. draghi ha proposto di rispondere all’emergenza in atto trasformando il debito privato in debito pubblico e anche le istituzioni europee non sono più così intransigenti e hanno allentato di gran lunga la stretta verso i paesi indebitati. finita l’emergenza sarà possibile tenere sotto controllo i conti pubblici e a quali costi per i lavoratori? r. socializzare le perdite e privatizzare i profitti. questo è il mantra delle istituzioni, oltreché di chi le movimenta, i capitalisti. ovvio che tra qualche anno pagheremo in maniera salata il conto di questo indebitamento crescente. d. dato per scontato che tu condivida con noi la necessità di superare il modo di produzione capitalistico, necessità divenuta ancora più impellente alla luce delle nuove problematicità emerse a seguito del covid-19, ci poniamo la questione di affrontare alcuni nodi della crisi attuale, pur nell'ambito dell'attuale sistema capitalistico, in un senso che vada verso una maggiore equità e soprattutto verso un accumulo di forze per poter resistere all'attacco del capitale e prospettare soluzioni di tipo socialista. secondo te esistono modi di affrontare l'emergenza, di rilanciare le attività produttive e di potenziare i servizi pubblici in alternativa all'indicazione di espandere il debito pubblico e di socializzare quello privato?" r. non bisogna illudersi. la macchina del debito pubblico è la più grande leva dell'accumulazione capitalistica, come ricordava marx. in tale maniera i privati divengono i principali azionisti dello stato e ne detengono, ove necessario, ancor di più le redini. è un sistema che alimenta profondamente il capitale e lo tiene in piedi favorendo le classi dominanti e, dunque, determinando delle perdite incalcolabili e spesso irrecuperabili per i lavoratori e le altre classi sfruttate. proprio per questo, se il sistema non si cambia, misure alternative non hanno senso. quello che ha invece molto più senso è cercare di capire come si forma il debito, creare delle commissioni di audit in modo da esercitare un controllo popolare sulla spesa pubblica e su come quote di salario attraverso la tassazione vengono trasferite tout court proprio attraverso l'agire dello stato capitalista. creare coscienza di quello che accade e non farsi sopraffare da quella che giustamente engels chiamava "superstizione dello stato" è fondamentale. stato vs mercato è infatti una finta dicotomia tutta interna alle teorie borghesi come se il socialismo potesse calcolarsi a percentuali di intervento pubblico nel sistema di capitale. se così fosse, del resto, dovremmo ammettere che il ventennio fascista ha rappresentato l'esempio di socialismo più avanzato della storia d'italia. una evidente aporia. pertanto, riuscire a entrare nelle maglie del sistema del debito, mostrare che molti miliardi che vengono regalati sotto forma di interesse – e pertanto detratti da quote di salario indiretto ossia di scuola, sanità e servizi pubblici in generali – senza che talvolta siano legittimi proprio i contratti precedentemente stipulati (si veda ad esempio quel che sta accadendo in merito in america latina) è di fondamentale importanza perché mostra quel che c'è dietro il "non ci sono i soldi"; "i parametri dell'europa non ce lo permettono": una grandissima accumulazione di capitale che va oltre il consueto meccanismo di sfruttamento e di accaparramento di quote di plusvalore nel processo produttivo e di profitto in quello complessivo. infine, mi preme sottolineare come possiamo e dobbiamo riprendere in mano strumenti della nostra tradizione come quello della pianificazione del sistema economico che può e deve rappresentare una vera alternativa all'anarchia del capitale. d. nonostante l’emergenza, è durata mesi a livello ue la trattativa sui meccanismi, l’entità, le modalità e i tempi di restituzione o meno degli aiuti agli stati membri. è adeguata la risposta europea alla gravità della situazione? è opportuno mettere in campo la rivendicazione di un’uscita dell’italia dall’ue (e quindi dall’euro)? r. secondo me parlare dell'uscita da ue o dall'euro non ha senso ora come non l'ha mai avuta neanche prima (non approfondisco ma ho scritto diversi articoli sulla questione). l'apparente incapacità delle istituzioni è il riflesso di una classe dominante europea falcidiata da conflitti molto pesanti. d. ci sono paesi che hanno adottato politiche economiche coerenti con gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari? r. direi di no, sebbene le scelte della repubblica popolare cinese - per quanto molto complesse da comprendere sino in fondo - continuano a stimolare molto il dibattito. acqua. il referendum violato. credits: https://p0.pikist.com/photos/326/264/green-plastic-pipes-culvert-water-sewage-pipe-thumbnail.jpg. in toscana, come in mille altri posti, acque spa e le amministrazioni comunali dell'ex ato 2 non applicano gli esiti dei referendum del 2011 e invece di procedere con la ripubblicizzazione della gestione applicano continui aumenti tariffari. giga 21/09/2020. in toscana il servizio idrico integrato (composto da 3 voci di spesa: fornitura d'acqua, fogna-tura e depura-zione) negli ultimi 30 anni, per effetto delle politiche neoliberiste di privatizzazione, ha subito una radicale trasformazione, passando da una fornitura, con basse tariffe, erogata direttamente dalle amministrazioni comunali alla gestione da parte di aziende municipalizzate per poi essere assegnato, a partire dal 2002, a società a capitale misto, pubblico-privato. lo statuto di queste ultime, pur riservando la nomina della presidenza alla parte pubblica, in genere un politico locale non rieletto, prevedono un amministratore delegato (management) espressione della componente privata (tabella 6), il quale sino ad oggi ha improntato le linee aziendali all'insegna della massimizzazione del profitto, aumentando le tariffe e riducendo al minimo gli investimenti nelle reti di trasporto e distribuzione. acquedotti toscani che, pertanto, risultano in grave stato di criticità a causa di scarsi interventi di manutenzione straordinaria da parte delle società di gestione, come confermano i dati contenuti nella tavola 1.5 del rapporto istat "utilizzo e qualità della risorsa idrica in italia“ del dicembre 2019 [1] dai quali emerge come in toscana le perdite delle reti idriche nel 2015 ammontavano a ben 43,4%, valore non solo superiore alla media nazionale di 41,4% ma, addirittura, in aumento del 4,8% rispetto al 2012. per toccare con mano l'impatto dell'aumento dei costi della fornitura idrica integrata sulle casse delle famiglie abbiamo effettuato uno studio sull'entità delle tariffe e delle fasce di consumo fissate dai 2 gestori nel corso degli ultimi 20 anni nei comuni del basso val d'arno. nella tabella 1 riportiamo inizialmente le tariffe applicate, per la sola fornitura idrica, nell'anno 2001 dalla società gea spa, a completo controllo pubblico, e, successivamente, quelle di acque spa, società mista pubblico-privato, fra il 2002 e il 2013, mentre nella penultima riga troviamo gli esorbitanti aumenti percentuali intercorsi fra il 2001 e il 2013. nell'ultima, invece, sono riportati gli incrementi registrati fra il 2011 e il 2013, vale a dire nel periodo successivo all'effettuazione dei referendum del giugno 2011, i cui risultati disponevano, oltre al ritorno del servizio in mano pubblica, anche l'eliminazione della remunerazione del capitale investito dai privati. acque spa e i sindaci dell'ex ato 2, non solo hanno disatteso la volontà popolare non attuando la cancellazione della rendita del 7%, ma hanno, addirittura, continuato ad aumentare in modo arbitrario le tariffe.
tabella 1: tariffe della 'sola fornitura idrica' per le utenze domestiche 1 (residenti) fra 2001 e 2013. tariffe in euro della 'sola fornitura idrica' per le utenze domestiche - periodo 2001-2013. periodo gestore tariffa agevo-lata al mc. (0.80) tariffa base al mc. (81-200) tariffa 1 ecce-denza al mc. (201-300) tariffa 2 ecce-denza al mc. (oltre 300) quota fissa annua. 2001 gea spa 0,156 0,375 0,625 1,251 2,784. 2002 gea spa 0,514 0,686 0,932 1,119 15,493. 2006 acque spa 0,676 0,902 1,225 1,470 20,358. 2009 acque spa 0,867 1,157 1,573 1,888 26,395. 2011 acque spa 0,984 1,313 1,784 2,141 29,891. 2012 acque spa 1,050 1,400 1,900 2,28 36,09. 2013 acque spa 1,116 1,489 2,024 2,428 38,44. aumento 2001-2013 615,38% 297,06% 223,84% 94,08% 1.280,74%. aumento 2011-2013 11,34% 13,40% 11,34% 11,34% 12,87%. procedendo all'analisi degli importi dell'intera fornitura comprensivi, oltre che dell'acque-dotto, anche della fogna-tura e dello smaltimento, rileviamo come nell'anno 2013 le tariffe raggiungano cifre molto elevate comprese fra 1,821 della fascia agevolata ed i 3,962 euro/mc.. dell'eccedenza ii, alle quali va aggiunta la quota fissa di 38,44 euro annui. a tal proposito, è opportuno rilevare come l'elevata quota fissa finisca per gravare in modo iniquo sulle utenze mono o bi-personali con consumi contenuti (es. pensionati), aumentandone in modo sensibile gli importi delle fatture. tabella 2: tariffe del servizio idrico integrato per le utenze domestiche 1 (residenti) anno 2013. tariffe in euro del 'servizio idrico integrato' per le utenze domestiche anno 2013. tariffe acque-dotto fogna-tura depura-zione totale al mc. agevolata (mc. 0,80) 1,116 0,143 0,561 1,821. base (mc. 81-200) 1,489 0,191 0,748 2,429. 1 eccedenza (mc. 201-300) 2,024 0,260 1,018 3,302. 2 eccedenza (mc. oltre 300) 2,428 0,312 1,221 3,962. quota fissa 38,44. ulteriori aumenti delle tariffe si sono verificati anche nel 2016 e nel 2017 (tabelle 3 e 4) in contemporanea con la rimodulazione delle fasce di consumo, combinato disposto che va a penalizzare la quasi totalità degli utenti. in quale famiglia in italia si consuma infatti meno di 30 mc. all'anno? riducendo la fascia di consumi soggetta a tariffa agevolata a soli 30 mc./annui si va a colpire nuovamente le famiglie con uno o due componenti, alle quali viene così applicata in prevalenza la tariffa base. ugualmente subiscono pesanti aumenti le utenze con i consumi più usuali, vale a dire quelle delle famiglie di 3-4 persone che consumano in media fra 100 e 200 mc. annui e che passano da una tariffa di 2,429 euro/mc. del 2013 a 3,613 nel 2017. tabella 3: tariffe del servizio idrico integrato per le utenze domestiche 1 (residenti) anno 2016. tariffe in euro del 'servizio idrico integrato' per le utenze domestiche anno 2016. tariffe acque-dotto fogna-tura depura-zione totale al mc. agevolata (mc. 0,80) 0,213 0,221 0,561 1,298. base da 30 a 90 mc 1,638 0,221 0,864 2,723. 1 eccedenza da 90 a 200 mc 2,323 0,221 0,864 3,408. 2 eccedenza oltre 200 mc 2,463 0,221 0,864 3,548. quota fissa 38,44. tabella 4: tariffe del servizio idrico integrato per le utenze domestiche 1 (residenti) anno 2017. tariffe in euro del 'servizio idrico integrato' per le utenze domestiche anno 2017. tariffe acque-dotto fogna-tura depura-zione totale al mc. agevolata (mc. 0,80) 0,226 0,234 0,916 1,376. base da 30 a 90 mc 1,736 0,234 0,916 2,886. 1 eccedenza da 90 a 200 mc 2,463 0,234 0,916 3,613. 2 eccedenza oltre 200 mc 3,461 0,234 0,916 4,611. quota fissa 56,35. ..segue ./.
Segue da Pag.3: Come cambia l’economia dopo la pandemia? Ne parliamo con F. Schettino

D. Tra le misure adottate da vari governi c’è il reddito di emergenza (o come lo si vuole definire). Noi pensiamo sia una risposta indispensabile per chi ha perso fette importanti di salario durante la chiusura delle attività ma non può essere la strategia da perseguire anche dopo l’emergenza, quando bisognerà puntare a creare posti di lavoro e a ripartire equamente il lavoro attraverso la riduzione dell’orario. Tu che ne pensi?

R. Condivido.

D. Draghi ha proposto di rispondere all’emergenza in atto trasformando il debito privato in debito pubblico e anche le istituzioni europee non sono più così intransigenti e hanno allentato di gran lunga la stretta verso i paesi indebitati. Finita l’emergenza sarà possibile tenere sotto controllo i conti pubblici e a quali costi per i lavoratori?

R. Socializzare le perdite e privatizzare i profitti. Questo è il mantra delle istituzioni, oltreché di chi le movimenta, i capitalisti. Ovvio che tra qualche anno pagheremo in maniera salata il conto di questo indebitamento crescente.

D. Dato per scontato che tu condivida con noi la necessità di superare il modo di produzione capitalistico, necessità divenuta ancora più impellente alla luce delle nuove problematicità emerse a seguito del Covid-19, ci poniamo la questione di affrontare alcuni nodi della crisi attuale, pur nell'ambito dell'attuale sistema capitalistico, in un senso che vada verso una maggiore equità e soprattutto verso un accumulo di forze per poter resistere all'attacco del capitale e prospettare soluzioni di tipo socialista. Secondo te esistono modi di affrontare l'emergenza, di rilanciare le attività produttive e di potenziare i servizi pubblici in alternativa all'indicazione di espandere il debito pubblico e di socializzare quello privato?"

R. Non bisogna illudersi. La macchina del debito pubblico è la più grande leva dell'accumulazione capitalistica, come ricordava Marx. In tale maniera i privati divengono i principali azionisti dello Stato e ne detengono, ove necessario, ancor di più le redini. È un sistema che alimenta profondamente il capitale e lo tiene in piedi favorendo le classi dominanti e, dunque, determinando delle perdite incalcolabili e spesso irrecuperabili per i lavoratori e le altre classi sfruttate. Proprio per questo, se il sistema non si cambia, misure alternative non hanno senso. Quello che ha invece molto più senso è cercare di capire come si forma il debito, creare delle commissioni di audit in modo da esercitare un controllo popolare sulla spesa pubblica e su come quote di salario attraverso la tassazione vengono trasferite tout court proprio attraverso l'agire dello stato capitalista. Creare coscienza di quello che accade e non farsi sopraffare da quella che giustamente Engels chiamava "superstizione dello Stato" è fondamentale. Stato vs mercato è infatti una finta dicotomia tutta interna alle teorie borghesi come se il socialismo potesse calcolarsi a percentuali di intervento pubblico nel sistema di capitale. Se così fosse, del resto, dovremmo ammettere che il ventennio fascista ha rappresentato l'esempio di socialismo più avanzato della storia d'Italia. Una evidente aporia.

Pertanto, riuscire a entrare nelle maglie del sistema del debito, mostrare che molti miliardi che vengono regalati sotto forma di interesse – e pertanto detratti da quote di salario indiretto ossia di scuola, sanità e servizi pubblici in generali – senza che talvolta siano legittimi proprio i contratti precedentemente stipulati (si veda ad esempio quel che sta accadendo in merito in America latina) è di fondamentale importanza perché mostra quel che c'è dietro il "non ci sono i soldi"; "i parametri dell'Europa non ce lo permettono": una grandissima accumulazione di capitale che va oltre il consueto meccanismo di sfruttamento e di accaparramento di quote di plusvalore nel processo produttivo e di profitto in quello complessivo.

Infine, mi preme sottolineare come possiamo e dobbiamo riprendere in mano strumenti della nostra tradizione come quello della pianificazione del sistema economico che può e deve rappresentare una vera alternativa all'anarchia del capitale.

D. Nonostante l’emergenza, è durata mesi a livello Ue la trattativa sui meccanismi, l’entità, le modalità e i tempi di restituzione o meno degli aiuti agli stati membri. È adeguata la risposta europea alla gravità della situazione? È opportuno mettere in campo la rivendicazione di un’uscita dell’Italia dall’Ue (e quindi dall’euro)?

R. Secondo me parlare dell'uscita da Ue o dall'Euro non ha senso ora come non l'ha mai avuta neanche prima (non approfondisco ma ho scritto diversi articoli sulla questione). L'apparente incapacità delle istituzioni è il riflesso di una classe dominante europea falcidiata da conflitti molto pesanti.

D. Ci sono paesi che hanno adottato politiche economiche coerenti con gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari?

R. Direi di no, sebbene le scelte della Repubblica popolare cinese - per quanto molto complesse da comprendere sino in fondo - continuano a stimolare molto il dibattito

Acqua. Il referendum violato


Credits: https://p0.pikist.com/photos/326/264/green-plastic-pipes-culvert-water-sewage-pipe-thumbnail.jpg

In Toscana, come in mille altri posti, Acque Spa e le amministrazioni comunali dell'ex Ato 2 non applicano gli esiti dei referendum del 2011 e invece di procedere con la ripubblicizzazione della gestione applicano continui aumenti tariffari.

GIGA 21/09/2020

In Toscana il servizio idrico integrato (composto da 3 voci di spesa: fornitura d'acqua, Fogna-tura e Depura-zione) negli ultimi 30 anni, per effetto delle politiche neoliberiste di privatizzazione, ha subito una radicale trasformazione, passando da una fornitura, con basse tariffe, erogata direttamente dalle amministrazioni comunali alla gestione da parte di aziende municipalizzate per poi essere assegnato, a partire dal 2002, a società a capitale misto, pubblico-privato. Lo statuto di queste ultime, pur riservando la nomina della presidenza alla parte pubblica, in genere un politico locale non rieletto, prevedono un amministratore delegato (management) espressione della componente privata (tabella 6), il quale sino ad oggi ha improntato le linee aziendali all'insegna della massimizzazione del profitto, aumentando le tariffe e riducendo al minimo gli investimenti nelle reti di trasporto e distribuzione. Acquedotti toscani che, pertanto, risultano in grave stato di criticità a causa di scarsi interventi di manutenzione straordinaria da parte delle società di gestione, come confermano i dati contenuti nella Tavola 1.5 del rapporto Istat "Utilizzo e qualità della risorsa idrica in Italia“ del dicembre 2019 [1] dai quali emerge come in Toscana le perdite delle reti idriche nel 2015 ammontavano a ben 43,4%, valore non solo superiore alla media nazionale di 41,4% ma, addirittura, in aumento del 4,8% rispetto al 2012.

Per toccare con mano l'impatto dell'aumento dei costi della fornitura idrica integrata sulle casse delle famiglie abbiamo effettuato uno studio sull'entità delle tariffe e delle fasce di consumo fissate dai 2 gestori nel corso degli ultimi 20 anni nei comuni del Basso val d'Arno. Nella tabella 1 riportiamo inizialmente le tariffe applicate, per la sola fornitura idrica, nell'anno 2001 dalla società Gea Spa, a completo controllo pubblico, e, successivamente, quelle di Acque Spa, società mista pubblico-privato, fra il 2002 e il 2013, mentre nella penultima riga troviamo gli esorbitanti aumenti percentuali intercorsi fra il 2001 e il 2013. Nell'ultima, invece, sono riportati gli incrementi registrati fra il 2011 e il 2013, vale a dire nel periodo successivo all'effettuazione dei Referendum del giugno 2011, i cui risultati disponevano, oltre al ritorno del servizio in mano pubblica, anche l'eliminazione della remunerazione del capitale investito dai privati. Acque Spa e i Sindaci dell'ex Ato 2, non solo hanno disatteso la volontà popolare non attuando la cancellazione della rendita del 7%, ma hanno, addirittura, continuato ad aumentare in modo arbitrario le tariffe.

Tabella 1: tariffe della 'sola fornitura idrica' per le utenze domestiche 1 (residenti) fra 2001 e 2013
Tariffe in euro della 'sola fornitura idrica' per le utenze domestiche - periodo 2001-2013
PeriodoGestoreTariffa agevo-lata al mc. (0.80)Tariffa base al mc. (81-200)Tariffa 1 ecce-denza al mc. (201-300)Tariffa 2 ecce-denza al mc. (oltre 300)Quota fissa annua
2001GEA SpA0,1560,3750,6251,2512,784
2002GEA SpA0,5140,6860,9321,11915,493
2006Acque Spa0,6760,9021,2251,47020,358
2009Acque SpA0,8671,1571,5731,88826,395
2011Acque SpA0,9841,3131,7842,14129,891
2012Acque SpA1,0501,4001,9002,2836,09
2013Acque SpA1,1161,4892,0242,42838,44
Aumento 2001-2013615,38%297,06%223,84%94,08%1.280,74%
Aumento 2011-201311,34%13,40%11,34%11,34%12,87%
Procedendo all'analisi degli importi dell'intera fornitura comprensivi, oltre che dell'Acque-dotto, anche della Fogna-tura e dello smaltimento, rileviamo come nell'anno 2013 le tariffe raggiungano cifre molto elevate comprese fra 1,821 della fascia agevolata ed i 3,962 euro/mc.. dell'eccedenza II, alle quali va aggiunta la quota fissa di 38,44 euro annui. A tal proposito, è opportuno rilevare come l'elevata quota fissa finisca per gravare in modo iniquo sulle utenze mono o bi-personali con consumi contenuti (es. pensionati), aumentandone in modo sensibile gli importi delle fatture.

Tabella 2: tariffe del servizio idrico integrato per le utenze domestiche 1 (residenti) anno 2013
Tariffe in euro del 'servizio idrico integrato' per le utenze domestiche anno 2013
TariffeAcque-dottoFogna-turaDepura-zioneTotale al mc.
Agevolata (mc. 0,80)1,1160,1430,5611,821
Base (mc. 81-200)1,4890,1910,7482,429
1 Eccedenza (mc. 201-300)2,0240,2601,0183,302
2 Eccedenza (mc. oltre 300)2,4280,3121,2213,962
Quota fissa38,44
Ulteriori aumenti delle tariffe si sono verificati anche nel 2016 e nel 2017 (tabelle 3 e 4) in contemporanea con la rimodulazione delle fasce di consumo, combinato disposto che va a penalizzare la quasi totalità degli utenti. In quale famiglia in Italia si consuma infatti meno di 30 mc. all'anno? Riducendo la fascia di consumi soggetta a tariffa agevolata a soli 30 mc./annui si va a colpire nuovamente le famiglie con uno o due componenti, alle quali viene così applicata in prevalenza la tariffa base. Ugualmente subiscono pesanti aumenti le utenze con i consumi più usuali, vale a dire quelle delle famiglie di 3-4 persone che consumano in media fra 100 e 200 mc. annui e che passano da una tariffa di 2,429 euro/mc. del 2013 a 3,613 nel 2017.

Tabella 3: tariffe del servizio idrico integrato per le utenze domestiche 1 (residenti) anno 2016
Tariffe in euro del 'servizio idrico integrato' per le utenze domestiche anno 2016
TariffeAcque-dottoFogna-turaDepura-zioneTotale al mc.
Agevolata (mc. 0,80)0,2130,2210,5611,298
Base da 30 a 90 mc1,6380,2210,8642,723
1 Eccedenza da 90 a 200 mc2,3230,2210,8643,408
2 Eccedenza oltre 200 mc2,4630,2210,8643,548
Quota fissa38,44
Tabella 4: tariffe del servizio idrico integrato per le utenze domestiche 1 (residenti) anno 2017
Tariffe in euro del 'servizio idrico integrato' per le utenze domestiche anno 2017
TariffeAcque-dottoFogna-turaDepura-zioneTotale al mc.
Agevolata (mc. 0,80)0,2260,2340,9161,376
Base da 30 a 90 mc1,7360,2340,9162,886
1 Eccedenza da 90 a 200 mc2,4630,2340,9163,613
2 Eccedenza oltre 200 mc3,4610,2340,9164,611
Quota fissa56,35


..segue ./.

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