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La VOCE 2010

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La VOCE ANNO XXIII N°2

ottobre 2020

PAGINA 1         - 21

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in questo numero: "foiba rossa". è questa l'immagine della violenza alle donne che si vuole dare a scuola? r. lolli: militari dell'aquilano al fronte jugoslavo, 1941-1943 . un avvocato italiano e il suo collega serbo insieme nel difendere le vittime civili e militari dell’uranio impoverito utilizzato alla fine degli anni ’90 dalla nato nell’ex jugoslavia. "adulti nella stanza", il film di costa-gavras su mes e troika che non vogliono farvi vedere. --- https://www.sketchthatstory. foiba rossa. è questa l'immagine della violenza alle donne che si vuole dare a scuola? di nicoletta mandolini, 21.2.2020. la recente decisione della regione piemonte di unirsi alle iniziative degli amministratori del veneto nella promozione del graphic novel foiba rossa nelle scuole ha già sollevato, e a ragione, numerose polemiche. il testo a fumetti, edito da ferrogallico nel 2018 e firmato da beniamino delvecchio ed emanuele merlino, abbozza infatti una rappresentazione dei controversi eventi dell'occupazione jugoslava dell'istria, avvenuta a ridosso della seconda guerra mondiale. l'espediente utilizzato per tracciare un sedicente quadro storico che ben si sposi al discorso - spesso ideologicamente connotato - sulla giornata del ricordo e sulle foibe è il riferimento alle vicende che hanno visto come protagonista la giovane norma cossetto, studentessa istriana e figlia del dirigente fascista giuseppe cossetto, il cui cadavere fu rinvenuto in una foiba nel 1943. molto è già stato scritto sulle inesattezze storiche che caratterizzano il testo e sulla chiara matrice neofascista dell'operazione editoriale che ha dato vita a foiba rossa. l'obiettivo di questo contributo è quello di capire, per mezzo di una breve analisi delle dinamiche rappresentative proposte nel fumetto, quale immagine della violenza contro le donne studentesse e studenti si troveranno di fronte una volta che il libro arriverà sui loro banchi di scuola. tale operazione si dimostra necessaria a fronte del largo spazio che il lavoro di delvecchio e merlino concede alla descrizione della presunta violenza sessuale subita da norma cossetto prima di essere infoibata ad opera di alcuni membri delle milizie titine . fin dall'introduzione redatta da ronzo codarin, inoltre, il testo dimostra un esplicito interesse a trattare la storia della donna come "la storia di un femminicidio", proponendo quindi un chiaro rimando al tristemente popolare termine femminista introdotto per isolare concettualmente il fenomeno della violenza letale di genere. conviene innanzitutto chiarire la dubbia appropriatezza del termine femminicidio - usato per descrivere l'assassinio di una donna per motivi di genere e non l'assassinio di una donna tout court - in riferimento al caso cossetto. precedenti ricerchehanno infatti appurato come gli eventi che hanno portato all'uccisione della donna - ivi compresa la violenza sessuale - non siano mai stati confermati e non possano più esserlo, data la distanza temporale e l'intricata rete di dicerie su cui si è costruita la corrente vulgata. l'impossibilità di.
garantire la veridicità storica del movente di genere e di dimostrare la violenza sessuale rende quindi problematico l'impiego del termine femminicidio e getta luce sulla natura del procedimento narrativo che caratterizza l'opera, il quale consiste nel presentare come fatti verificati eventi che, in alcuni casi, risultano essere solamente supposti. considerato l'ampio spazio che altrove è stato dedicato a questa tecnica compositiva e alle criticità che la stessa comporta da un punto di vista etico, ci si limiterà ad aggiungere che è proprio la narrazione per immagini del fumetto a supportare la presunta oggettività del racconto. nonostante le numerose potenzialità che il medium garantisce in termini di rappresentazione complessa (possibilità sicuramente non sondate in foiba rossa), la storia a fumetti può, di fatto, fare a meno di una voce narrante e, conseguentemente, si relaziona agli eventi partendo da un'immaginaria posizione di obiettività o di distacco (hatfield 2005; barbieri 2017). va poi aggiunto il fatto che la narrazione apparentemente oggettiva di fatti non verificabili risulta particolarmente problematica nel caso di rappresentazioni incentrate sulla figura di una donna e interessate alla questione di genere. non sono le mistificazioni sulla vicenda di vita di norma cossetto e la sua strumentalizzazione parte di quella tendenza, diffusa nella cultura patriarcale italiana e non solo, a silenziare e a oggettificare il femminile? a questo proposito, un'analisi dettagliata del testo incentrata sul trattamento riservato al personaggio della donna non può che confermare la matrice sessista dell'operazione editoriale foiba rossa. in una delle note introduttive che aprono il romanzo grafico, quella firmata da uno degli autori, emanuele merlino, la protagonista norma cossetto viene presentata come donna in grado di impersonare le doti fondamentali dell'innocenza e dell'esemplarità, così da poter essere eretta a modello vittimario. da una parte si ribadisce l'estraneità di norma alle vicende politiche che avrebbero concorso alla sua morte e si insiste sul suo candore (caratteristica tipicamente muliebre, direbbero alcuni), in un procedimento retorico teso a confermare l'associazione tra le idee di vittima e di femminilità. poco oltre, la donna è presentata invece come studentessa e insegnante interessata a perseguire la propria autonomia. l'intento di controbilanciare l'immagine di norma come soggetto debole appare chiaro, a testimonianza del tentativo di ricoprire con una patina di politically correct che faccia l'occhiolino al discorso ormai mainstream sull'indipendenza femminile l'operazione di iconizzazione della donna. l'attacco del fumetto tradisce lo stesso approccio politically correct, il quale si trasla addirittura nella scelta di adottare uno schema rappresentativo in voga tra le narrazioni femministe contro il femminicidio: quello dell'affidamento di dignità letteraria alla donna uccisa. gli autori propongono infatti la scena fittizia della discussione della tesi di laurea di norma cossetto presso l'università di padova, scena a cui la donna prende parte nonostante la morte avvenuta precedentemente. tale tecnica mira a riassegnare voce e agentività al soggetto vittimizzato e a contrastare sul piano del racconto l'oggettificazione a cui il femminile viene sottoposto nella realtà. eppure, nonostante l'assenza di criticità che caratterizza la cornice con cui foiba rossa è imbellettato, il resto del fumetto non manca di fare pericolosamente appello al regime simbolico patriarcale che fomenta la violenza stessa. dopo una lunga parentesi nella quale viene introdotta la questione istriana (dalla dominazione asburgica, passando per il terremoto della marsica fino agli eventi dell'annessione fascista di fiume) la storia di norma cossetto entra nel vivo con una narrazione che segue il filo cronologico degli eventi a partire dalla sua nascita e dalla decisione dei genitori, entrambi istriani di lingua italiana, di battezzarla assegnandole il nome dell'opera. ..segue ./.

In questo numero:


"Foiba rossa". È questa l'immagine della violenza alle donne che si vuole dare a scuola?

R. Lolli: Militari dell'Aquilano al fronte jugoslavo, 1941-1943 

Un avvocato italiano e il suo collega serbo insieme nel difendere le vittime civili e militari dell’uranio impoverito utilizzato alla fine degli anni ’90 dalla Nato nell’ex Jugoslavia

"Adulti nella stanza", il film di Costa-Gavras su Mes e Troika che non vogliono farvi vedere


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https://www.sketchthatstory.

 

Foiba rossa. È questa l'immagine della violenza alle donne che si vuole dare a scuola?

di Nicoletta Mandolini, 21.2.2020

 

La recente decisione della Regione Piemonte di unirsi alle iniziative degli amministratori del Veneto nella promozione del graphic novel Foiba rossa nelle scuole ha già sollevato, e a ragione, numerose polemiche. Il testo a fumetti, edito da Ferrogallico nel 2018 e firmato da Beniamino Delvecchio ed Emanuele Merlino, abbozza infatti una rappresentazione dei controversi eventi dell'occupazione jugoslava dell'Istria, avvenuta a ridosso della seconda guerra mondiale. L'espediente utilizzato per tracciare un sedicente quadro storico che ben si sposi al discorso - spesso ideologicamente connotato - sulla giornata del Ricordo e sulle foibe è il riferimento alle vicende che hanno visto come protagonista la giovane Norma Cossetto, studentessa istriana e figlia del dirigente fascista Giuseppe Cossetto, il cui cadavere fu rinvenuto in una foiba nel 1943.

 

Molto è già stato scritto sulle inesattezze storiche che caratterizzano il testo e sulla chiara matrice neofascista dell'operazione editoriale che ha dato vita a Foiba rossa. L'obiettivo di questo contributo è quello di capire, per mezzo di una breve analisi delle dinamiche rappresentative proposte nel fumetto, quale immagine della violenza contro le donne studentesse e studenti si troveranno di fronte una volta che il libro arriverà sui loro banchi di scuola. Tale operazione si dimostra necessaria a fronte del largo spazio che il lavoro di Delvecchio e Merlino concede alla descrizione della presunta violenza sessuale subita da Norma Cossetto prima di essere infoibata ad opera di alcuni membri delle milizie titine . Fin dall'introduzione redatta da Ronzo Codarin, inoltre, il testo dimostra un esplicito interesse a trattare la storia della donna come "la storia di un femminicidio", proponendo quindi un chiaro rimando al tristemente popolare termine femminista introdotto per isolare concettualmente il fenomeno della violenza letale di genere. 

 

Conviene innanzitutto chiarire la dubbia appropriatezza del termine femminicidio - usato per descrivere l'assassinio di una donna per motivi di genere e non l'assassinio di una donna tout court - in riferimento al caso Cossetto. Precedenti ricerchehanno infatti appurato come gli eventi che hanno portato all'uccisione della donna - ivi compresa la violenza sessuale - non siano mai stati confermati e non possano più esserlo, data la distanza temporale e l'intricata rete di dicerie su cui si è costruita la corrente vulgata. L'impossibilità di

garantire la veridicità storica del movente di genere e di dimostrare la violenza sessuale rende quindi problematico l'impiego del termine femminicidio e getta luce sulla natura del procedimento narrativo che caratterizza l'opera, il quale consiste nel presentare come fatti verificati eventi che, in alcuni casi, risultano essere solamente supposti. Considerato l'ampio spazio che altrove è stato dedicato a questa tecnica compositiva e alle criticità che la stessa comporta da un punto di vista etico, ci si limiterà ad aggiungere che è proprio la narrazione per immagini del fumetto a supportare la presunta oggettività del racconto. Nonostante le numerose potenzialità che il medium garantisce in termini di rappresentazione complessa (possibilità sicuramente non sondate in Foiba rossa), la storia a fumetti può, di fatto, fare a meno di una voce narrante e, conseguentemente, si relaziona agli eventi partendo da un'immaginaria posizione di obiettività o di distacco (Hatfield 2005; Barbieri 2017). Va poi aggiunto il fatto che la narrazione apparentemente oggettiva di fatti non verificabili risulta particolarmente problematica nel caso di rappresentazioni incentrate sulla figura di una donna e interessate alla questione di genere. Non sono le mistificazioni sulla vicenda di vita di Norma Cossetto e la sua strumentalizzazione parte di quella tendenza, diffusa nella cultura patriarcale italiana e non solo, a silenziare e a oggettificare il femminile? A questo proposito, un'analisi dettagliata del testo incentrata sul trattamento riservato al personaggio della donna non può che confermare la matrice sessista dell'operazione editoriale Foiba rossa.

 

In una delle note introduttive che aprono il romanzo grafico, quella firmata da uno degli autori, Emanuele Merlino, la protagonista Norma Cossetto viene presentata come donna in grado di impersonare le doti fondamentali dell'innocenza e dell'esemplarità, così da poter essere eretta a modello vittimario. Da una parte si ribadisce l'estraneità di Norma alle vicende politiche che avrebbero concorso alla sua morte e si insiste sul suo candore (caratteristica tipicamente muliebre, direbbero alcuni), in un procedimento retorico teso a confermare l'associazione tra le idee di vittima e di femminilità. Poco oltre, la donna è presentata invece come studentessa e insegnante interessata a perseguire la propria autonomia. L'intento di controbilanciare l'immagine di Norma come soggetto debole appare chiaro, a testimonianza del tentativo di ricoprire con una patina di politically correct che faccia l'occhiolino al discorso ormai mainstream sull'indipendenza femminile l'operazione di iconizzazione della donna. 

 

L'attacco del fumetto tradisce lo stesso approccio politically correct, il quale si trasla addirittura nella scelta di adottare uno schema rappresentativo in voga tra le narrazioni femministe contro il femminicidio: quello dell'affidamento di dignità letteraria alla donna uccisa. Gli autori propongono infatti la scena fittizia della discussione della tesi di laurea di Norma Cossetto presso l'Università di Padova, scena a cui la donna prende parte nonostante la morte avvenuta precedentemente. Tale tecnica mira a riassegnare voce e agentività al soggetto vittimizzato e a contrastare sul piano del racconto l'oggettificazione a cui il femminile viene sottoposto nella realtà. 

Eppure, nonostante l'assenza di criticità che caratterizza la cornice con cui Foiba rossa è imbellettato, il resto del fumetto non manca di fare pericolosamente appello al regime simbolico patriarcale che fomenta la violenza stessa. 

 

Dopo una lunga parentesi nella quale viene introdotta la questione istriana (dalla dominazione asburgica, passando per il terremoto della Marsica fino agli eventi dell'annessione fascista di Fiume) la storia di Norma Cossetto entra nel vivo con una narrazione che segue il filo cronologico degli eventi a partire dalla sua nascita e dalla decisione dei genitori, entrambi istriani di lingua italiana, di battezzarla assegnandole il nome dell'opera

..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

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