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La VOCE 2201

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La VOCE ANNO XXVI N°5

gennaio 2022

PAGINA A         - 33

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il materialismo dialettico ѐ attuale? (1). a partire dal 15 gennaio prossimo il gruppo g.a.ma.di. inizierà un ciclo di dibattiti on-line e di conferenze con la presenza di esperti sull’attualità del materialismo dialettico e del pensiero di engels, che è stato il suo massimo rappresentante nel campo della filosofia. questi eventi sono organizzati per onorare l’anniversario della morte dell’ex partigiana ed ex-presidente del g.a.ma.di. miriam pellegrini ferri che volle creare questo gruppo per riaffermare i valori della resistenza e del pensiero laico e progressista. sorge quindi spontanea la domanda: il materialismo dialettico ed il pensiero di engels conservano la loro attualità, o sono solo il residuo di un pensiero ottocentesco non più attuale? la risposta è articolata: se per materialismo dialettico si intende quel pensiero dogmatico, quasi una specie di catechismo con formulette standard che andava di moda nei paesi ex-socialisti, o quella interpretazione caricaturale che ne danno i detrattori, allora il materialismo dialettico è superato come un guscio vuoto. ma se si va a fondo per cogliere il significato più profondo di questa posizione filosofica, superando anche quegli aspetti secondari più datati che sono presenti nello stesso pensiero di engels, si può cogliere l’attualità di questa filosofia. a mio parere bisogna partire dallo stesso titolo “materialismo dialettico” per sottolineare l’importanza del primo termine di questa definizione, che spesso è sottovalutata dagli stessi sostenitori del pensiero di engels, che si soffermano maggiormente sull’aggettivo “dialettico”, sulle orme tradizionali di hegel. “materialismo” significa che il pensiero di engels (che spazia dalla storia naturale alla storia dell’uomo) si riferisce a fenomeni naturali materiali concreti, come ben specificati e studiati nell’ambito delle scienze naturali, sperimentali. fisiche, chimiche, biologiche, psicologiche, ecc. , e si riferisce contemporaneamente a fenomeni storici, economici e sociali concreti come quelli descritti dallo stesso engels in una delle sue opere più importanti: “la condizione della classe operaia in inghilterra”, dove viene descritta la situazione sociale concreta nella realtà della rivoluzione industriale britannica (peraltro ripresa anche da scrittori come dickens). in una delle opere più note di engels, “dialettica della natura”, tenuta per decenni in un cassetto dal socialista moderato bernstein e poi pubblicata solo nel 1925 su parere favorevole dello stesso grande scienziato progressista einstein cui era stata sottoposta per un parere, si sostiene la tesi di fondo (condivisa da qualsiasi scienziato e studioso che si rispetti) che la realtà (naturale, storica, economica, sociale, ecc. ) è in continua trasformazione e movimento. già gli antichi filosofi della natura, come democrito, gli altri atomisti ed eraclito, avevano sostenuto tesi del genere. di conseguenza anche la conoscenza e la scienza si evolvono di fronte al manifestarsi di nuovi fenomeni, o in seguito ad approfondimenti degli stessi concetti scientifici dovuti a nuove esperienze (come ha fatto ad esempio da einstein nei confronti della fisica di galilei e newton, che comunque rimane una base imprescindibile per lo sviluppo della fisica successiva). quindi la realtà materiale (naturale o storica, ecc.) appare in movimento, complessa, sottoposta a principi opposti, ma complementari. vengono – infatti - esaminati da engels una serie di principi “dialettici” che il filosofo rivoluzionario ritiene di cogliere nella realtà dei fenomeni naturali descritti, analizzati e studiati dalla scienza. il primo di questi è quello secondo cui la quantità si trasforma in qualità, principio sul quale è facile fare esempi. se si riscalda progressivamente un liquido (fenomeno quantitativo) ad un certo punto il liquido bolle trasformandosi in vapore (fenomeno qualitativo). se accumuliamo progressivamente peso su una trave sottoposta a flessione (fenomeno quantitativo), superato un certo valore la trave si spezza (fenomeno quantitativo). se crescono progressivamente le tensioni tra classi e ceti sociali ad un certo punto ne può scaturire un fenomeno rivoluzionario come nel 1789 o nel 1917 con un cambio netto di regime politico. si possono fare esempi anche di un altro principio di engels, secondo cui nella realtà vi sono principi opposti che creano la trasformazione ed il movimento. un corpo cade secondo le leggi della gravità scoperte da galilei, in quanto esiste un alto ed un basso (se tutto fosse piatto nulla si muoverebbe). una carica elettrica si muove in
quanto esistono due poli elettrici (positivo e negativo). due classi sociali si scontrano in quanto portatrici di interessi e valori opposti, da cui scaturisce la trasformazione sociale. il grande rivoluzionario lenin, sostenitore di una scienza materialista e realista (come risulta dalla sua opera “materialismo ed empiriocriticismo “diretta contro la corrente di pensiero che assegnava alla scienza un carattere puramente fenomenico-descrittivo senza studiare le cause e i meccanismi nascosti) dava questa definizione di materialismo dialettico che – penso – sia condivisa dalla grande maggioranza degli scienziati: lo scienziato materialista non dialettico, una volta determinata una legge e una teoria fisica, pensa che sia valida per sempre; lo scienziato materialista dialettico è consapevole che possono determinarsi nuove esperienze ed approfondimenti sperimentali e teorici che lo portano a fare delle rettifiche e delle precisazioni. anche un filosofo italiano della metà del secolo scorso, galvano della volpe, sosteneva che la dialettica materialista deve essere in sintonia con la scienza sperimentale tipica della grande tradizione galileiana. ѐ forse superfluo notare che la dialettica materialista esclude tutte quelle filosofie “idealiste” (come quelle di parmenide, platone, fichte, benedetto croce, ecc.) che ritengono che la realtà sia fatta di idee e ragionamenti, e non di fatti concreti sperimentabili mediante l’esperienza (da cui nascono successivamente i concetti e le idee). chi scrive, a costo di attirarsi feroci critiche, pensa che anche la filosofia “dialettica” di hegel, in quanto idealista è stata molto sopravvalutata (talvolta dagli stessi marx ed engels che si ritenevano per certi aspetti allievi di hegel). naturalmente vanno spazzate via tutte le filosofie irrazionaliste (da kierkegaard, a nietzsche, bergson, heidegger, ecc. spezzando una lancia solo per salvare alcuni scritti di schopenhauer che almeno era spiritoso). anche le filosofie preromantiche o tardo-romantiche ed essenzialmente antiscientiste (come quelle di rousseau, la scuola di francoforte con adorno, horkheimer e marcuse, ecc.) vanno fortemente criticate. da respingere quasi nella totalità le filosofie degli epistemologi statunitensi con il loro codazzo di europei immigrati (come popper, kuhn, feyerabend, lakatos, hanson, goodman, ecc.) che mettono in dubbio l’obiettività intrinseca della scienza sperimentale, pur con le sue evoluzioni, precisazioni, approfondimenti dialettici, per cui la scienza è come una cattedrale in continua costruzione e mai finita del tutto. un’altra interpretazione errata della dialettica materialista è la tesi secondo cui “qualsiasi opinione è buona” e quindi dialetticamente confrontabile. in realtà solo le opinioni fondate su concreti dati materiali e fatti provati sono confrontabili. non vi può essere confronto tra chi dice che la terra è piatta e chi dice che è sferica. la sfericità della terra fu provata già nell’antichità dal grande scienziato di alessandria eratostene. egli mostrò che se un palo verticale non faceva ombra a siene (antica assuan) un altro palo verticale posto circa 800 km più a nord, ad alessandria, faceva ombra proprio a causa della sfericità della terra, di cui riuscì, con questo metodo, anche a misurare con grande precisione il meridiano (per non parlare del viaggio intorno al mondo della flotta di magellano che tornò al punto di partenza navigando sempre verso ovest). non vi poteva essere una dialettica materialista nemmeno tra quei primi cristiani (trinitari) che sostenevano che cristo e il padre erano della stessa natura ed il monaco ario che sosteneva invece che la natura di cristo era diversa da quella del padre. si tratta infatti di questioni di pura fede prive di qualsiasi riscontro materiale, anche se aspramente dibattute. infine, per parlare di attualità, non vi può essere confronto dialettico tra le idee del movimento “no vax” che nascono da terrori irrazionali ed ignoranza di elementari nozioni scientifiche e chi conosce bene la funzione dei vaccini come unica arma efficace per contenere e rallentare le malattie virali (al massimo si può discutere seriamente su questioni come la durata e l’efficacia dei vaccini, la necessità di misure complementari, ecc.). in definitiva il materialismo dialettico, se correttamente interpretato, ci insegna la via dell’accettazione critica della scienza che è una conoscenza sempre più vasta ed approfondita di una realtà complessa in continuo movimento e trasformazione. roma, 21 dicembre 2021, vincenzo brandi. molti dei concetti che si ritrovano in questo articolo sono approfonditi nel libro “conoscenza, scienza e filosofia” di v. brandi, 2020.

IL MATERIALISMO DIALETTICO Ѐ ATTUALE? (1)

A partire dal 15 gennaio prossimo il gruppo G.A.MA.DI. inizierà un ciclo di dibattiti on-line e di conferenze con la presenza di esperti sull’attualità del materialismo dialettico e del pensiero di Engels, che è stato il suo massimo rappresentante nel campo della filosofia. Questi eventi sono organizzati per onorare l’anniversario della morte dell’ex partigiana ed ex-presidente del G.A.MA.DI. Miriam Pellegrini Ferri che volle creare questo gruppo per riaffermare i valori della Resistenza e del pensiero laico e progressista.

Sorge quindi spontanea la domanda: il materialismo dialettico ed il pensiero di Engels conservano la loro attualità, o sono solo il residuo di un pensiero ottocentesco non più attuale? La risposta è articolata: se per materialismo dialettico si intende quel pensiero dogmatico, quasi una specie di catechismo con formulette standard che andava di moda nei paesi ex-socialisti, o quella interpretazione caricaturale che ne danno i detrattori, allora il materialismo dialettico è superato come un guscio vuoto. Ma se si va a fondo per cogliere il significato più profondo di questa posizione filosofica, superando anche quegli aspetti secondari più datati che sono presenti nello stesso pensiero di Engels, si può cogliere l’attualità di questa filosofia.

A mio parere bisogna partire dallo stesso titolo “Materialismo Dialettico” per sottolineare l’importanza del primo termine di questa definizione, che spesso è sottovalutata dagli stessi sostenitori del pensiero di Engels, che si soffermano maggiormente sull’aggettivo “dialettico”, sulle orme tradizionali di Hegel. “Materialismo” significa che il pensiero di Engels (che spazia dalla storia naturale alla storia dell’uomo) si riferisce a fenomeni naturali materiali concreti, come ben specificati e studiati nell’ambito delle scienze naturali, sperimentali. fisiche, chimiche, biologiche, psicologiche, ecc. , e si riferisce contemporaneamente a fenomeni storici, economici e sociali concreti come quelli descritti dallo stesso Engels in una delle sue opere più importanti: “La condizione della classe operaia in Inghilterra”, dove viene descritta la situazione sociale concreta nella realtà della rivoluzione industriale britannica (peraltro ripresa anche da scrittori come Dickens).

In una delle opere più note di Engels, “Dialettica della natura”, tenuta per decenni in un cassetto dal socialista moderato Bernstein e poi pubblicata solo nel 1925 su parere favorevole dello stesso grande scienziato progressista Einstein cui era stata sottoposta per un parere, si sostiene la tesi di fondo (condivisa da qualsiasi scienziato e studioso che si rispetti) che la realtà (naturale, storica, economica, sociale, ecc. ) è in continua trasformazione e movimento. Già gli antichi filosofi della natura, come Democrito, gli altri atomisti ed Eraclito, avevano sostenuto tesi del genere. Di conseguenza anche la conoscenza e la scienza si evolvono di fronte al manifestarsi di nuovi fenomeni, o in seguito ad approfondimenti degli stessi concetti scientifici dovuti a nuove esperienze (come ha fatto ad esempio da Einstein nei confronti della fisica di Galilei e Newton, che comunque rimane una base imprescindibile per lo sviluppo della fisica successiva). Quindi la realtà materiale (naturale o storica, ecc.) appare in movimento, complessa, sottoposta a principi opposti, ma complementari.

Vengono – infatti - esaminati da Engels una serie di principi “dialettici” che il filosofo rivoluzionario ritiene di cogliere nella realtà dei fenomeni naturali descritti, analizzati e studiati dalla scienza. Il primo di questi è quello secondo cui la quantità si trasforma in qualità, principio sul quale è facile fare esempi. Se si riscalda progressivamente un liquido (fenomeno quantitativo) ad un certo punto il liquido bolle trasformandosi in vapore (fenomeno qualitativo). Se accumuliamo progressivamente peso su una trave sottoposta a flessione (fenomeno quantitativo), superato un certo valore la trave si spezza (fenomeno quantitativo). Se crescono progressivamente le tensioni tra classi e ceti sociali ad un certo punto ne può scaturire un fenomeno rivoluzionario come nel 1789 o nel 1917 con un cambio netto di regime politico. Si possono fare esempi anche di un altro principio di Engels, secondo cui nella realtà vi sono principi opposti che creano la trasformazione ed il movimento. Un corpo cade secondo le leggi della gravità scoperte da Galilei, in quanto esiste un alto ed un basso (se tutto fosse piatto nulla si muoverebbe). Una carica elettrica si muove in

quanto esistono due poli elettrici (positivo e negativo). Due classi sociali si scontrano in quanto portatrici di interessi e valori opposti, da cui scaturisce la trasformazione sociale. Il grande rivoluzionario Lenin, sostenitore di una scienza materialista e realista (come risulta dalla sua opera “Materialismo ed Empiriocriticismo “diretta contro la corrente di pensiero che assegnava alla scienza un carattere puramente fenomenico-descrittivo senza studiare le cause e i meccanismi nascosti) dava questa definizione di materialismo dialettico che – penso – sia condivisa dalla grande maggioranza degli scienziati: lo scienziato materialista non dialettico, una volta determinata una legge e una teoria fisica, pensa che sia valida per sempre; lo scienziato materialista dialettico è consapevole che possono determinarsi nuove esperienze ed approfondimenti sperimentali e teorici che lo portano a fare delle rettifiche e delle precisazioni. Anche un filosofo italiano della metà del secolo scorso, Galvano della Volpe, sosteneva che la dialettica materialista deve essere in sintonia con la scienza sperimentale tipica della grande tradizione galileiana.

Ѐ forse superfluo notare che la dialettica materialista esclude tutte quelle filosofie “idealiste” (come quelle di Parmenide, Platone, Fichte, Benedetto Croce, ecc.) che ritengono che la realtà sia fatta di idee e ragionamenti, e non di fatti concreti sperimentabili mediante l’esperienza (da cui nascono successivamente i concetti e le idee). Chi scrive, a costo di attirarsi feroci critiche, pensa che anche la filosofia “dialettica” di Hegel, in quanto idealista è stata molto sopravvalutata (talvolta dagli stessi Marx ed Engels che si ritenevano per certi aspetti allievi di Hegel). Naturalmente vanno spazzate via tutte le filosofie irrazionaliste (da Kierkegaard, a Nietzsche, Bergson, Heidegger, ecc. spezzando una lancia solo per salvare alcuni scritti di Schopenhauer che almeno era spiritoso). Anche le filosofie preromantiche o tardo-romantiche ed essenzialmente antiscientiste (come quelle di Rousseau, la Scuola di Francoforte con Adorno, Horkheimer e Marcuse, ecc.) vanno fortemente criticate. Da respingere quasi nella totalità le filosofie degli epistemologi statunitensi con il loro codazzo di europei immigrati (come Popper, Kuhn, Feyerabend, Lakatos, Hanson, Goodman, ecc.) che mettono in dubbio l’obiettività intrinseca della scienza sperimentale, pur con le sue evoluzioni, precisazioni, approfondimenti dialettici, per cui la scienza è come una cattedrale in continua costruzione e mai finita del tutto.

Un’altra interpretazione errata della dialettica materialista è la tesi secondo cui “qualsiasi opinione è buona” e quindi dialetticamente confrontabile. In realtà solo le opinioni fondate su concreti dati materiali e fatti provati sono confrontabili. Non vi può essere confronto tra chi dice che la Terra è piatta e chi dice che è sferica. La sfericità della Terra fu provata già nell’antichità dal grande scienziato di Alessandria Eratostene. Egli mostrò che se un palo verticale non faceva ombra a Siene (antica Assuan) un altro palo verticale posto circa 800 Km più a Nord, ad Alessandria, faceva ombra proprio a causa della sfericità della Terra, di cui riuscì, con questo metodo, anche a misurare con grande precisione il meridiano (per non parlare del viaggio intorno al mondo della flotta di Magellano che tornò al punto di partenza navigando sempre verso Ovest). Non vi poteva essere una dialettica materialista nemmeno tra quei primi Cristiani (Trinitari) che sostenevano che Cristo e il Padre erano della stessa natura ed il monaco Ario che sosteneva invece che la natura di Cristo era diversa da quella del Padre. Si tratta infatti di questioni di pura fede prive di qualsiasi riscontro materiale, anche se aspramente dibattute. Infine, per parlare di attualità, non vi può essere confronto dialettico tra le idee del movimento “no vax” che nascono da terrori irrazionali ed ignoranza di elementari nozioni scientifiche e chi conosce bene la funzione dei vaccini come unica arma efficace per contenere e rallentare le malattie virali (al massimo si può discutere seriamente su questioni come la durata e l’efficacia dei vaccini, la necessità di misure complementari, ecc.). In definitiva il materialismo dialettico, se correttamente interpretato, ci insegna la via dell’accettazione critica della scienza che è una conoscenza sempre più vasta ed approfondita di una realtà complessa in continuo movimento e trasformazione.

Roma, 21 dicembre 2021, Vincenzo Brandi

  1. Molti dei concetti che si ritrovano in questo articolo sono approfonditi nel libro “Conoscenza, scienza e filosofia” di V. Brandi, 2020


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