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La VOCE 2010

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La VOCE ANNO XXIII N°2

ottobre 2020

PAGINA c         - 27

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segue da pag.26: portare finalmente di fronte alla giustizia i criminali di guerra israeliani? 2) nel dicembre 2017 sono stati presentati alla procura della cpi da parte di al-haq e della phrc, oltre che da due altre organizzazioni palestinesi per la difesa dei diritti dell’uomo, dei documenti che sollecitano la sua attenzione su 369 denunce penali relative all’offensiva del 2014 che erano state depositate all’ufficio dell’avvocatura generale militare israeliana. queste organizzazioni hanno notato che la stragrande maggioranza di queste denunce non erano state prese in considerazione e che non era stato emesso alcun atto di accusa. 3) la nakba (catastrofe) è il modo in cui i palestinesi si riferiscono alla guerra del 1947-48, quando le forze sioniste obbligarono più di 700.000 palestinesi a lasciare le loro case, creando in questo modo lo stato d’israele. 4) la definizione « fuori dalle norme » implica che per quanto riguarda tutti il resto la campagna militare era « regolare » (cioè conforme alle norme e obbligazioni stabilite). ciò punta chiaramente ad evitare le inchieste internazionali indipendenti. 5) si veda il « rapporto delle conclusioni dettagliate della commissione d’inchiesta indipendente creata in applicazione della risoluzione s-21/1 del consiglio dei diritti dell’uomo », p. 640-41. 6) israele ha creato la commissione nel 2010 per indagare sull’incursione contro la flottilla di gaza. * dana farraj è ricercatrice di diritto e avvocatessa iscritta dal 2019 all’ordine degli avvocati palestinesi. ha ottenuto il master in diritto internazionale presso l’universita di aix-marsiglia e la laurea in diritto all’università di birzeit. le sue ricerche riguardano il diritto dei rifugiati, la legislazione sui diritti umani e il diritto penale internazionale. * asem khalil, membro della redazione politica di al-shabaka, è docente di diritto pubblico e titolare della cattedra di diritto costituzionale e internazionale s.a. shaikh hamad bin khalifa al-thani all’università di birzeit. khalil ha conseguito un dottorato in diritto pubblico all’università di friburgo, in svizzera, un master in amministrazione pubblica alla scuola nazionale di amministrazione, in francia, e un dottorato in utriusque juris [sia in diritto civile che ecclesiastico, ndtr.] presso la pontificia università lateranense, in italia. e’ stato ricercatore invitato alla scuola di diritto dell’università di new york (2009-2010 e 2015-2016) e all’istituto max planck in germania (estate 2015). (traduzione dal francese di cristiana cavagna). il pestaggio israeliano di un anziano manifestante davanti a giornalisti provoca proteste a livello internazionale. topics:cisgiordaniageorge floydkhairy hanounmondoweiss il "gentile"trattamento riservato al sessantenne khairy hannoon. 3 settembre 2020 – mondoweiss. share on facebooktweet about this on twitter. redazione di mondoweiss. un’altra atrocità israeliana nella cisgiordania occupata sta provocando l’indignazione internazionale: il pestaggio di un manifestante disarmato di 65 anni che stava cercando di impedire ad israele di costruire una zona industriale sulle terre di un villaggio palestinese. martedì khairy hanoun è stato gettato a terra da un soldato israeliano e bloccato con un ginocchio protetto da una corazza sul collo, ripreso in un video e in immagini ampiamente circolati sulle reti sociali. ciò che stupisce è il fatto che i soldati lo abbiano fatto attorniati dalle telecamere della stampa ufficiale, evidentemente convinti della loro totale impunità. le autorità israeliane hanno giustificato l’aggressione come risposta a disordini, ma hanno anche detto che se ne stanno occupando. al jazeera ha paragonato l’episodio al soffocamento di george floyd [afroamericano ucciso per soffocamento a maggio da un poliziotto con un ginocchio sul collo, ndtr.]. hannoun ha detto che si trovava con decine di manifestanti nel villaggio di shufa, nei pressi della città cisgiordana occupata di tulkarem, che stavano protestando contro i progetti israeliani di confiscare circa 800 dunum (80 ettari) di terre per costruire una zona industriale. il video mostra hannoun spingere un soldato israeliano dopo che questi aveva strappato una bandiera palestinese ad un altro manifestante, scatenando una colluttazione. “i soldati israeliani mi hanno colpito duramente e uno di loro ha premuto il ginocchio contro il mio collo per qualche minuto,” ha detto all’associated press. “sono rimasto immobile per evitare una maggiore pressione sul mio collo, ma della gente mi ha tirato fuori.” la bbc ha citato le autorità israeliane che hanno detto che i manifestanti hanno iniziato “violenti disordini” e i soldati non hanno fatto niente fuori dall’ordinario, ma il video è “parziale” e “tendenzioso”. “alcuni anziani stavano dimostrando, convinti che i soldati non ci avrebbero attaccati, ma ci siamo sbagliati. ci hanno aggrediti come teppisti,” avrebbe detto hanoun secondo il giornale israeliano haaretz. “ho 60 anni, cosa posso fare a un soldato armato? ma per l’ufficiale che era presente sono una minaccia, e dopo qualche minuto ha iniziato ad aggredirmi brutalmente.” la natura iconica della protesta di hanoun è stata rapidamente immortalata da un mezzo di comunicazione. halaby di imemc [international middle east media center, rete informativa indipendente palestinese, ndtr.] ha twittato: “nel volto di quell’uomo ho visto quello di mio nonno e mi ha fatto ribollire il sangue di rabbia!” l’articolo di imemc sottolinea che questa è un’ulteriore appropriazione illegale di terra. “martedì forze israeliane hanno attaccato palestinesi che protestavano contro il progetto israeliano di espropriare terra palestinese occupata nei pressi della città di tulkarem, nella parte settentrionale della cisgiordania. (un) corrispondente dell’agenzia di notizie palestinese wafa [agenzia di stampa ufficiale dell’anp, ndtr.] …ha affermato che le truppe israeliane hanno sparato lacrimogeni contro i dimostranti e aggredito fisicamente un anziano. la manifestazione era organizzata per esprimere il rifiuto collettivo contro i piani israeliani di costruire un insediamento industriale illegale su terre palestinesi.” una sommossa violenta? questa è una protesta con l’appoggio generalizzato di tutta la comunità palestinese: il governatore di tulkarem, issam abu bakr, ha partecipato alla protesta, affermando che il popolo continuerà a manifestare finché il progetto dell’insediamento verrà bloccato, aggiungendo che esso minaccia di tagliare fuori tulkarem dal vicino governatorato di qalqilia. questo ovviamente è il contesto qui, la confisca da parte di israele di quanta più terra può avere con meno palestinesi possibile. e gli stati uniti non diranno assolutamente niente, in quanto i nostri politici acclamano la democrazia israeliana. (traduzione dall’inglese di amedeo rossi). israele-palestina, hamas e mazen uniti puntano il dito contro abu dhabi: "non possiamo accettare che qualcuno parli a nostro nome".
israele-palestina, hamas e mazen uniti puntano il dito contro abu dhabi: "non possiamo accettare che qualcuno parli a nostro nome". nessuno può parlare "a nome del popolo palestinese". così ha parlato ieri il presidente palestinese abu mazen in una riunione tra tutte le fazioni palestinesi, compresa hamas, convocata per fare il punto sull' accordo stretto tra emirati arabi uniti e israele. i palestinesi accusano abu dhabi di 'tradimento' e di aver violato l'assunto che vedeva risoluzione del conflitto israelo-palestinese come una precondizione per la normalizzazione dei rapporti con lo stato ebraico. "non possiamo accettare che qualcuno parli a nostro nome, non lo abbiamo mai permesso e non lo permetteremo mai", ha detto il presidente palestinese all'incontro, a cui ha partecipato, in videoconferenza, anche il leader di hamas , ismaïl haniyeh, il primo dalla cisgiordania e il secondo da beirut. "non accetteremo gli stati uniti come unico mediatore per i negoziati e non accetteremo il loro piano" per il medio oriente, ha proseguito abbas, invocando l '"unità" palestinese di fronte alla strategia americana. il piano, presentato a gennaio, prevedeva fra l'altro l'annessione da parte dello stato ebraico di parti della cisgiordania. il progetto di annessione è stato abbandonato da israele in cambio dell'accordo per normalizzare le sue relazioni con gli emirati, secondo abu dhabi. ma il primo ministro israeliano benjamin netanyahu ha parlato, da parte sua, di un semplice "rinvio" e ha indicato di non aver "rinunciato". si riunisce l'assemblea generale onu. chiediamo un'inchiesta sull'apartheid israeliana! le nazioni unite hanno indagato sull’apartheid in sudafrica e alla fine hanno chiesto sanzioni. è tempo che l’onu faccia lo stesso con l’apartheid di israele. rappresentanti dei governi di tutto il mondo si incontrano questa settimana presso la sede delle nazioni unite a new york per la 75a assemblea generale delle nazioni unite (unga). i palestinesi e i sostenitori dei loro diritti hanno bisogno del tuo aiuto per garantire che l'unga risponda alla richiesta palestinese di libertà, giustizia e uguaglianza. più di 450 organizzazioni mondiali della società civile - sindacati, movimenti e partiti politici di decine di paesi in tutto il mondo - hanno pubblicato una lettera in cui si invita l'unga e i suoi stati membri ad avviare indagini internazionali sul regime di apartheid in cui israele costringe il popolo palestinese, e a imporre sanzioni mirate da parte di tutti gli stati per fermare l'apartheid israeliana e l'annessione illegale della terra palestinese. l'apartheid è un crimine contro l'umanità e gli stati hanno la responsabilità di porre fine a tale situazione di illegalità. le nazioni unite hanno indagato sull'apartheid in sudafrica e hanno imposto sanzioni al regime dell'apartheid, contribuendo a porvi fine. è tempo che le nazioni unite facciano lo stesso con israele. fai in modo che il presidente dell'unga volkan bozkir ascolti la petizione che chiede alle nazioni unite di indagare sull'apartheid di israele, condividendola sui social media: tweet: israele impone un regime d'apartheid che nega ai palestinesi i loro diritti fondamentali.#unga75 @un_pga, 452 organizzazioni della società civile chiedono all'onu un’inchiesta. #uninvestigateapartheid #sanctionsonapartheidhttps://bit.ly/301pk9s pic.twitter.com/xtukriv9ukfai in modo che il presidente dell'unga volkan bozkir ascolti la petizione che chiede alle nazioni unite di indagare sull'apartheid di israele, condividendola sui social media: i palestinesi e i sostenitori dei diritti umani stanno organizzando una settimana di azione per dare visibilità a questo appello della società civile che si oppone al regime israeliano di colonialismo e apartheid. partecipa anche tu. segui l'hashtag #uninvestigateapartheid per tutti gli aggiornamenti. oggi: lancio della settimana di azione. condividi la lettera aperta all'unga e diffondi questo appello globale all'onu affinché indaghi sull'apartheid israeliano la conoscenza è potere! resta in contatto e segui l'elenco delle iniziative che condivideremo sui social media. seguite l'hashtag #educateagainstapartheid. giovedì 24 settembre: dalle 15 alle 17, ora italiana, unisciti al twitterstorm per denunciare la complicità delle aziende e dei governi nell'apartheid israeliana. segui @bdsmovement e l'hashtag #uninvestigateapartheid per i tweet e le immagini di quel giorno. venerdì 25 settembre: lancio del video: "lives under apartheid” (vite nell’apartheid). lunedì 28 settembre: lancio del video "global response to israeli apartheid: together we prevail” (risposta globale all'apartheid israeliano: insieme vinciamo). unisciti a noi e agisci contro il razzismo, la discriminazione e l'apartheid. segna la data per il twitterstorm di giovedì, dalle 15 alle 17, ora italiana. fonte: comitato nazionale palestinese per il bds. covid-19 in palestina: annessione nella valle del giordano. yumna patel 17 settembre 2020 – mondoweiss (traduzione dall’inglese di aldo lotta). se seguite le notizie su israele e palestina, avrete probabilmente sentito parlare della valle del giordano. è l’area del territorio palestinese che si trova al confine tra la giordania e la cisgiordania occupata. è un’enorme superficie di terra, che si estende per oltre 100 chilometri e costituisce quasi un terzo dell’intera cisgiordania. è inoltre una delle principali aree di cui israele ha previsto l’annessione – una politica che vedrebbe il governo israeliano imporre unilateralmente la sua sovranità su migliaia di ettari di terra palestinese occupata. ..segue ./.
Segue da Pag.26: Portare finalmente di fronte alla giustizia i criminali di guerra israeliani?

2) Nel dicembre 2017 sono stati presentati alla procura della CPI da parte di Al-Haq e della PHRC, oltre che da due altre organizzazioni palestinesi per la difesa dei diritti dell’uomo, dei documenti che sollecitano la sua attenzione su 369 denunce penali relative all’offensiva del 2014 che erano state depositate all’ufficio dell’avvocatura generale militare israeliana. Queste organizzazioni hanno notato che la stragrande maggioranza di queste denunce non erano state prese in considerazione e che non era stato emesso alcun atto di accusa.
3) La Nakba (Catastrofe) è il modo in cui i palestinesi si riferiscono alla guerra del 1947-48, quando le forze sioniste obbligarono più di 700.000 palestinesi a lasciare le loro case, creando in questo modo lo Stato d’Israele.
4) La definizione « fuori dalle norme » implica che per quanto riguarda tutti il resto la campagna militare era « regolare » (cioè conforme alle norme e obbligazioni stabilite). Ciò punta chiaramente ad evitare le inchieste internazionali indipendenti.
5) Si veda il « Rapporto delle conclusioni dettagliate della Commissione d’inchiesta indipendente creata in applicazione della risoluzione S-21/1 del Consiglio dei Diritti dell’Uomo », p. 640-41.
6) Israele ha creato la commissione nel 2010 per indagare sull’incursione contro la flottilla di Gaza.
* Dana Farraj è ricercatrice di diritto e avvocatessa iscritta dal 2019 all’Ordine degli avvocati palestinesi. Ha ottenuto il master in diritto internazionale presso l’universita di Aix-Marsiglia e la laurea in diritto all’università di Birzeit. Le sue ricerche riguardano il diritto dei rifugiati, la legislazione sui diritti umani e il diritto penale internazionale.
* Asem Khalil, membro della redazione politica di Al-Shabaka, è docente di diritto pubblico e titolare della cattedra di diritto costituzionale e internazionale S.A. Shaikh Hamad Bin Khalifa Al-Thani all’università di Birzeit. Khalil ha conseguito un dottorato in diritto pubblico all’università di Friburgo, in Svizzera, un master in amministrazione pubblica alla Scuola Nazionale di Amministrazione, in Francia, e un dottorato in Utriusque Juris [sia in diritto civile che ecclesiastico, ndtr.] presso la Pontificia Università Lateranense, in Italia. E’ stato ricercatore invitato alla Scuola di Diritto dell’università di New York (2009-2010 e 2015-2016) e all’Istituto Max Planck in Germania (estate 2015).
(Traduzione dal francese di Cristiana Cavagna)

Il pestaggio israeliano di un anziano manifestante davanti a giornalisti provoca proteste a livello internazionale

TOPICS:CisgiordaniaGeorge FloydKhairy HanounMondoweiss Il "gentile"trattamento riservato al sessantenne Khairy Hannoon
3 settembre 2020 – Mondoweiss

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Redazione di Mondoweiss

Un’altra atrocità israeliana nella Cisgiordania occupata sta provocando l’indignazione internazionale: il pestaggio di un manifestante disarmato di 65 anni che stava cercando di impedire ad Israele di costruire una zona industriale sulle terre di un villaggio palestinese. Martedì Khairy Hanoun è stato gettato a terra da un soldato israeliano e bloccato con un ginocchio protetto da una corazza sul collo, ripreso in un video e in immagini ampiamente circolati sulle reti sociali.

Ciò che stupisce è il fatto che i soldati lo abbiano fatto attorniati dalle telecamere della stampa ufficiale, evidentemente convinti della loro totale impunità. Le autorità israeliane hanno giustificato l’aggressione come risposta a disordini, ma hanno anche detto che se ne stanno occupando.

Al Jazeera ha paragonato l’episodio al soffocamento di George Floyd [afroamericano ucciso per soffocamento a maggio da un poliziotto con un ginocchio sul collo, ndtr.].

Hannoun ha detto che si trovava con decine di manifestanti nel villaggio di Shufa, nei pressi della città cisgiordana occupata di Tulkarem, che stavano protestando contro i progetti israeliani di confiscare circa 800 dunum (80 ettari) di terre per costruire una zona industriale.

Il video mostra Hannoun spingere un soldato israeliano dopo che questi aveva strappato una bandiera palestinese ad un altro manifestante, scatenando una colluttazione.

“I soldati israeliani mi hanno colpito duramente e uno di loro ha premuto il ginocchio contro il mio collo per qualche minuto,” ha detto all’Associated Press. “Sono rimasto immobile per evitare una maggiore pressione sul mio collo, ma della gente mi ha tirato fuori.”

La BBC ha citato le autorità israeliane che hanno detto che i manifestanti hanno iniziato “violenti disordini” e i soldati non hanno fatto niente fuori dall’ordinario, ma il video è “parziale” e “tendenzioso”.

“Alcuni anziani stavano dimostrando, convinti che i soldati non ci avrebbero attaccati, ma ci siamo sbagliati. Ci hanno aggrediti come teppisti,” avrebbe detto Hanoun secondo il giornale israeliano Haaretz. “Ho 60 anni, cosa posso fare a un soldato armato? Ma per l’ufficiale che era presente sono una minaccia, e dopo qualche minuto ha iniziato ad aggredirmi brutalmente.”

La natura iconica della protesta di Hanoun è stata rapidamente immortalata da un mezzo di comunicazione.

Halaby di IMEMC [International Middle East Media Center, rete informativa indipendente palestinese, ndtr.] ha twittato:

“Nel volto di quell’uomo ho visto quello di mio nonno e mi ha fatto ribollire il sangue di rabbia!”

L’articolo di IMEMC sottolinea che questa è un’ulteriore appropriazione illegale di terra.

“Martedì forze israeliane hanno attaccato palestinesi che protestavano contro il progetto israeliano di espropriare terra palestinese occupata nei pressi della città di Tulkarem, nella parte settentrionale della Cisgiordania.

(Un) corrispondente dell’agenzia di notizie palestinese WAFA [agenzia di stampa ufficiale dell’ANP, ndtr.] …ha affermato che le truppe israeliane hanno sparato lacrimogeni contro i dimostranti e aggredito fisicamente un anziano.

La manifestazione era organizzata per esprimere il rifiuto collettivo contro i piani israeliani di costruire un insediamento industriale illegale su terre palestinesi.”

Una sommossa violenta? Questa è una protesta con l’appoggio generalizzato di tutta la comunità palestinese: il governatore di Tulkarem, Issam Abu Bakr, ha partecipato alla protesta, affermando che il popolo continuerà a manifestare finché il progetto dell’insediamento verrà bloccato, aggiungendo che esso minaccia di tagliare fuori Tulkarem dal vicino governatorato di Qalqilia.

Questo ovviamente è il contesto qui, la confisca da parte di Israele di quanta più terra può avere con meno palestinesi possibile. E gli Stati Uniti non diranno assolutamente niente, in quanto i nostri politici acclamano la democrazia israeliana.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)

Israele-Palestina, Hamas e Mazen uniti puntano il dito contro Abu Dhabi: "Non possiamo accettare che qualcuno parli a nostro nome"



Israele-Palestina, Hamas e Mazen uniti puntano il dito contro Abu Dhabi: "Non possiamo accettare che qualcuno parli a nostro nome"

Nessuno può parlare "a nome del popolo palestinese". Così ha parlato ieri il presidente palestinese Abu Mazen in una riunione tra tutte le fazioni palestinesi, compresa Hamas, convocata per fare il punto sull' accordo stretto tra Emirati Arabi Uniti e Israele. I palestinesi accusano Abu Dhabi di 'tradimento' e di aver violato l'assunto che vedeva risoluzione del conflitto israelo-palestinese come una precondizione per la normalizzazione dei rapporti con lo Stato ebraico. "Non possiamo accettare che qualcuno parli a nostro nome, non lo abbiamo mai permesso e non lo permetteremo mai", ha detto il presidente palestinese all'incontro, a cui ha partecipato, in videoconferenza, anche il leader di Hamas , Ismaïl Haniyeh, il primo dalla Cisgiordania e il secondo da Beirut. "Non accetteremo gli Stati Uniti come unico mediatore per i negoziati e non accetteremo il loro piano" per il Medio Oriente, ha proseguito Abbas, invocando l '"unità" palestinese di fronte alla strategia americana. Il piano, presentato a gennaio, prevedeva fra l'altro l'annessione da parte dello Stato ebraico di parti della Cisgiordania. Il progetto di annessione è stato abbandonato da Israele in cambio dell'accordo per normalizzare le sue relazioni con gli Emirati, secondo Abu Dhabi. Ma il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato, da parte sua, di un semplice "rinvio" e ha indicato di non aver "rinunciato".

Si riunisce l'Assemblea Generale ONU. Chiediamo un'inchiesta sull'apartheid israeliana!

Le Nazioni Unite hanno indagato sull’apartheid in Sudafrica e alla fine hanno chiesto sanzioni. È tempo che l’ONU faccia lo stesso con l’apartheid di Israele.

Rappresentanti dei governi di tutto il mondo si incontrano questa settimana presso la sede delle Nazioni Unite a New York per la 75a Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA). I palestinesi e i sostenitori dei loro diritti hanno bisogno del tuo aiuto per garantire che l'UNGA risponda alla richiesta palestinese di libertà, giustizia e uguaglianza.

Più di 450 organizzazioni mondiali della società civile - sindacati, movimenti e partiti politici di decine di paesi in tutto il mondo - hanno pubblicato una lettera in cui si invita l'UNGA e i suoi Stati membri ad avviare indagini internazionali sul regime di apartheid in cui Israele costringe il popolo palestinese, e a imporre sanzioni mirate da parte di tutti gli Stati per fermare l'apartheid israeliana e l'annessione illegale della terra palestinese.

L'apartheid è un crimine contro l'umanità e gli Stati hanno la responsabilità di porre fine a tale situazione di illegalità. Le Nazioni Unite hanno indagato sull'Apartheid in Sudafrica e hanno imposto sanzioni al regime dell'Apartheid, contribuendo a porvi fine. È tempo che le Nazioni Unite facciano lo stesso con Israele. Fai in modo che il presidente dell'UNGA Volkan Bozkir ascolti la petizione che chiede alle Nazioni Unite di indagare sull'apartheid di Israele, condividendola sui social media: Tweet: Israele impone un regime d'apartheid che nega ai palestinesi i loro diritti fondamentali.#UNGA75 @UN_PGA, 452 organizzazioni della società civile chiedono all'ONU
un’inchiesta. #UNInvestigateApartheid #SanctionsOnApartheidhttps://bit.ly/301Pk9S
pic.twitter.com/xtUKriV9uKFai in modo che il presidente dell'UNGA Volkan Bozkir ascolti la petizione che chiede alle Nazioni Unite di indagare sull'apartheid di Israele, condividendola sui social media:

I palestinesi e i sostenitori dei diritti umani stanno organizzando una settimana di azione per dare visibilità a questo appello della società civile che si oppone al regime israeliano di colonialismo e apartheid.

Partecipa anche tu. Segui l'hashtag #UNInvestigateApartheid per tutti gli aggiornamenti.

Oggi:
Lancio della settimana di azione.
Condividi la lettera aperta all'UNGA e diffondi questo appello globale all'ONU affinché indaghi sull'Apartheid israeliano

La conoscenza è potere! Resta in contatto e segui l'elenco delle iniziative che condivideremo sui social media. Seguite l'hashtag #EducateAgainstApartheid.
Giovedì 24 settembre: dalle 15 alle 17, ora italiana, unisciti al twitterstorm per denunciare la complicità delle aziende e dei governi nell'apartheid israeliana. Segui @BDSMovement e l'hashtag
#UNInvestigateApartheid per i tweet e le immagini di quel giorno.
Venerdì 25 settembre: lancio del video: "Lives under apartheid” (Vite nell’apartheid).
Lunedì 28 settembre: lancio del video "Global Response to Israeli apartheid: Together we prevail” (Risposta globale all'apartheid israeliano: insieme vinciamo).
Unisciti a noi e agisci contro il razzismo, la discriminazione e l'apartheid. Segna la data per il twitterstorm di giovedì, dalle 15 alle 17, ora italiana.

Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS

COVID-19 in Palestina: annessione nella Valle del Giordano

Yumna Patel 17 settembre 2020 – Mondoweiss (traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)

Se seguite le notizie su Israele e Palestina, avrete probabilmente sentito parlare della Valle del Giordano.

È l’area del territorio palestinese che si trova al confine tra la Giordania e la Cisgiordania occupata. È un’enorme superficie di terra, che si estende per oltre 100 chilometri e costituisce quasi un terzo dell’intera Cisgiordania.

È inoltre una delle principali aree di cui Israele ha previsto l’annessione – una politica che vedrebbe il governo israeliano imporre unilateralmente la sua sovranità su migliaia di ettari di terra palestinese occupata.

..segue ./.

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