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La VOCE 2005

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La VOCE ANNO XXII N°9

maggio 2020

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il sindaco comunista di novosibirsk: “le dimissioni del governo della federazione russa rispondono a una richiesta di cambiamento” dichiarazione di anatolij lokot’. da https://kprf.ru/party-live/regnews/190995.html. traduzione dal russo di mauro gemma per marx21.it. dopo la decisione di vladimir putin di allontanare dmitrij medvedev dall’incarico di premier del governo russo, molte sono state le reazioni degli esponenti delle forze politiche russe. e’ significativo che, a fronte dei commenti negativi e stroncatori dei rappresentanti della opposizione filo-occidentale e ultra-liberista (a cominciare dalla dichiarazione di navalnij), da parte dei partiti di sinistra (partito comunista della federazione russa e la socialdemocratica “russia giusta”) l’atteggiamento è apparso invece interlocutorio e pieno di aspettative nei confronti delle mosse del presidente della federazione russa. e’ da segnalare, in particolare, la breve ma significativa dichiarazione di anatolij lokot’, sindaco della grande città siberiana di novosibirsk e membro del presidium del comitato centrale del partito comunista della federazione russa, che è utile proporre ai lettori di marx21.it (mg). secondo il sindaco di novosibirsk, anatolij lokot’, la principale conseguenza del discorso presidenziale è rappresentata dalle dimissioni del governo russo e la nomina di un nuovo primo ministro: “in complesso, queste decisioni rispondono a tutti i bisogni fondamentali della società. il presidente ha iniziato il suo discorso con le parole "vogliamo cambiare". oggi, la domanda di cambiamento è cresciuta molto nella società. e non ci sono parole e significati lasciati a caso nel discorso del presidente ", ha detto anatoly lokot. "inoltre, il presidente ha risposto con le sue azioni alle critiche che sono state avanzate riguardo al governo della federazione russa e ha voluto porre l’accento sulla necessità del rafforzamento della sovranità e della protezione degli interessi statali della russia". questo messaggio viene incontro al sentimento profondo di tutte le persone pensanti”. secondo il sindaco "rosso", “oltre un terzo del messaggio del presidente all'assemblea federale riguarda decisioni in ambito sociale, la cui attuazione ricade anche sulle amministrazioni comunali”. lokot’ ha sottolineato che i principali compiti delineati nel messaggio “sono volti a preservare e migliorare il capitale umano e a sostenere la maternità e l'infanzia”. “anche noi (comunisti) siamo interessati a garantire che la prossima generazione cresca sana, competente, in modo da assumere con successo la responsabilità dello sviluppo futuro del paese”. la russia ha bisogno di un governo di fiducia popolare. di yuri afonin, vice presidente del comitato centrale del partito comunista della federazione russa da https://kprf.ru traduzione dal russo di mauro gemma per marx21.it “il paese ha bisogno di un governo di fiducia popolare. solo così sarà possibile correggere lo squilibrio tra una politica estera sufficientemente forte e passi in avanti nello sviluppo interno del paese”. lo ha affermato il vice presidente del comitato centrale del partito comunista yu. v. afonin partecipando al programma “serata con vladimir solovyov”, dedicato al messaggio del presidente vladimir v. putin e alle dimissioni del governo di d. a. medvedev. yuri afonin ha osservato che una serie di misure di protezione sociale proposte nel messaggio del presidente sono ciò che il partito comunista ha ripetutamente presentato. yuri vyacheslavovich ha consigliato a tutti i partecipanti alla discussione di leggere l'articolo del leader del partito comunista gennady andreyevich zyuganov, "fallimento del corso governativo", che è uscito una settimana prima delle dimissioni del gabinetto di medvedev. nell’articolo sono stati chiaramente indicatii i principali difetti della politica del governo e sono state proposte misure per correggere la situazione. tuttavia, il vicepresidente del comitato centrale del partito comunista della federazione russa ha sottolineato che, pur sostenendo queste misure di protezione sociale, i comunisti si chiedono: chi le attuerà? dopotutto, l'attuazione è il problema principale di tutti i piani presentati dalle autorità. yuri afonin ha ricordato che la “strategia 2020”, pubblicata nel 2008, è miseramente fallita. 11 dei 13 decreti del maggio 2012 non sono stati attuati. e nel suo nuovo messaggio, il presidente ha nuovamente parlato della mancata attuazione dei nuovi progetti nazionali proclamati con il decreto del 2018. la domanda chiave, ha detto yuri afonin, è: chi parteciperà al governo? se i siluanov e i kudrin – ci troveremo nuovamente di fronte allo stesso corso liberal-monetarista. per andare avanti, il paese ha bisogno di un governo di fiducia popolare. solo così sarà possibile correggere lo squilibrio tra una politica estera sufficientemente forte e passi in avanti nello sviluppo interno del paese. commentando il contenuto del messaggio, il vicepresidente del comitato centrale del partito comunista ha osservato che il presidente putin ha mostrato grande sensibilità nei confronti delle tendenze che si manifestano nello sviluppo della società. in effetti, il sostegno alle famiglie con bambini di età inferiore a 7 anni significa in realtà sostegno per i giovani, poiché i genitori di tali bambini sono generalmente giovani. e le autorità hanno recentemente preso atto del malcontento della gioventù e hanno compreso la forza delle proteste dei giovani. ma se vogliamo giustizia, allora anche le generazioni più anziane devono essere sostenute. in particolare, vanno sostenute le proposte del partito comunista sul sostegno sociale ai "figli della guerra". ciò è particolarmente necessario perché si sta avvicinando il 75 ° anniversario della grande vittoria. possiamo anche dare il benvenuto alla proposta del presidente di iniziare, finalmente, a utilizzare i fondi del fondo nazionale per il benessere per progetti volti allo sviluppo del paese. ricordiamo
che questo fondo era stato creato come fondo per investimenti e progetti infrastrutturali. yuri afonin ha affermato che il partito comunista sostiene l'estensione dei poteri del parlamento proposti nel messaggio del presidente. la costituzione di eltsin fece della russia una repubblica super presidenziale. ciò deve essere evitato. per quanto riguarda il rafforzamento del ruolo del consiglio di stato, ciò può anche essere considerato un rafforzamento del ruolo dei governatori. ma per essere coerenti, è necessario garantire elezioni più oneste e competitive dei governatori, e per questo, ovviamente, il "filtro municipale" deve essere abolito. inoltre, per migliorare il sistema politico, è necessario rafforzare la responsabilità di coloro che falsificano le elezioni. yuri afonin ha pure attirato l'attenzione sul seguente punto: il presidente nel suo messaggio ha riconosciuto che un forte sistema di partito si è sviluppato nel paese. nel frattempo, oggi funzionari regionali in molte entità costituenti della federazione stanno cercando di ridisegnare il sistema elettorale in favore di collegi elettorali a mandato unico, a volte addirittura eliminando il voto sulle liste dei partiti. ovviamente, ciò contraddice la logica di sviluppo del sistema politico di cui ha parlato il presidente (…) sosteniamo una serie di misure proposte nel messaggio del presidente, ha concluso il vicepresidente del comitato centrale del partito comunista. ma riteniamo assolutamente necessario abolire le riforme antipopolari degli ultimi anni. e soprattutto, l'abolizione della "riforma delle pensioni" e la profonda revisione della "riforma dei rifiuti", che finora ha portato solo al caos e all'aumento dei prezzi, e non al riciclaggio dei rifiuti. "il popolo sta aspettando il cambiamento", ha sottolineato afonin. la contesa nel golfo, iran, iraq e usa. l’assassinio del generale soleimani e il quadro geopolitico della transizione energetica di stefano paterna. si producono nella storia delle fratture, delle spaccature, su cui slittano masse di territori e di popoli e che sono destinate a marcare un’epoca: il medio oriente e l’iraq in particolare sono tra queste. l’omicidio del generale qasem soleimani da parte degli stati uniti è un episodio molto importante nel lungo scivolamento di questa faglia storica che si inquadra nella transizione energetica del modello di sviluppo capitalistico e nel declino dell’egemonia globale nordamericana. l’avventurismo del gesto compiuto dall’amministrazione trump diviene incomprensibile se non viene inquadrato in questa cornice. c’è chi tra i commentatori di non stretta osservanza a stelle e strisce, ma di tipo“volgare”, ha voluto offrire una chiave all’enigma, trovandola nelle difficoltà del magnate insediatosi alla casa bianca, derivanti dall’impeachment intentatogli dall’opposizione democratica nel corso della prossima campagna elettorale per le presidenziali. ovviamente l’evento ha un suo peso, ma non può da solo dar conto della decisione di assassinare il comandante delle forze speciali di uno stato sovrano appena all’uscita dall’aeroporto principale di un terzo stato formalmente sovrano. si tratta di un gesto in netta discontinuità, persino con la tradizione di aggressività imperialistica degli usa. la transizione energetica: il petrolio conta ancora. nonostante le prediche dei media “mainstream” e perfino degli ammonimenti di greta, il petrolio e in genere le risorse energetiche di origine fossile continuano ad essere strategiche per le economie dei paesi capitalistici (e anche formalmente non capitalistici) ai diversi gradi di sviluppo. secondo i dati dell’exxon mobile energy outlook del 2014 il fabbisogno mondiale di energia nel 2010 era soddisfatto per l’82% da fonti fossili (carbone, petrolio e gas), il “med&italian energy report” del 2019 curato tra gli altri dal dipartimento energia del politecnico di torino indica addirittura all’85,2% la quota di energia proveniente dalle tre fonti sopra indicate: petrolio, 34,2%, carbone 27,6%, gas 23,4%. e dove sono localizzate le maggiori riserve di queste materie prime? se per il carbone la risposta non è univoca (le riserve sono suddivise tra europa e asia), per il petrolio la zona di maggior produzione è quella del medio oriente (iran, arabia saudita, kuwait, emirati arabi uniti e siria) dove si trovano il 60% delle riserve mondiali, mentre per il gas bisogna ricordare che può trovarsi negli stessi giacimenti petroliferi. il picco di hubbert. certo, il petrolio non è una risorsa infinita. il ben noto geofisico statunitense marion king hubbert intorno alla metà degli anni ’50 già aveva prodotto una teoria sul picco di produzione dei diversi giacimenti, identificando i punti massimi di estrazione del greggio oltre i quali si andava verso l’esaurimento. per gli usa il picco sarebbe stato raggiunto negli anni ’70, mentre per l’area medio orientale si prevedeva il raggiungimento del traguardo entro quest’anno. ovviamente le nuove tecnologie estrattive come il “fracking” e le crisi economiche che si sono succedute nei decenni hanno rallentato il processo. ma segnali della presa di coscienza del fenomeno vengono persino da parte saudita, visto che l’uomo forte del regno, il principe ereditario mohammad bin salman sta cercando di rendere l’economia del suo paese meno dipendente dall’andamento del prezzo del petrolio. tuttavia, il picco di hubbert non determina affatto una minore importanza dell’area del medio oriente nello scacchiere internazionale. al contrario, chi controlla quest’area non solo ha in mano la “vena” che pompa per ora energia alle fabbriche del mondo (compresa la fabbrica per eccellenza rappresentata dalla cina), quindi può gestire i flussi destinati agli eventuali concorrenti internazionali, ma possiede anche i capitali per guidare ove possibile la transizione verso tecnologie basate su nuove fonti energetiche. l’iraq terreno di confronto di tante sfide. in questo contesto l’iraq dopo la caduta di saddam hussein si è trovato al centro della sfida tra usa e iran. gli stati uniti devono controllare questo paese, anche dal punto di vista militare, se ..segue ./.

Il sindaco comunista di Novosibirsk: “le dimissioni del governo della Federazione Russa rispondono a una richiesta di cambiamento”

dichiarazione di Anatolij Lokot’

da https://kprf.ru/party-live/regnews/190995.html

Traduzione dal russo di Mauro Gemma per Marx21.it

Dopo la decisione di Vladimir Putin di allontanare Dmitrij Medvedev dall’incarico di premier del governo russo, molte sono state le reazioni degli esponenti delle forze politiche russe. E’ significativo che, a fronte dei commenti negativi e stroncatori dei rappresentanti della opposizione filo-occidentale e ultra-liberista (a cominciare dalla dichiarazione di Navalnij), da parte dei partiti di sinistra (Partito Comunista della Federazione Russa e la socialdemocratica “Russia Giusta”) l’atteggiamento è apparso invece interlocutorio e pieno di aspettative nei confronti delle mosse del presidente della Federazione Russa.

E’ da segnalare, in particolare, la breve ma significativa dichiarazione di Anatolij Lokot’, sindaco della grande città siberiana di Novosibirsk e membro del Presidium del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa, che è utile proporre ai lettori di Marx21.it (MG)


Secondo il sindaco di Novosibirsk, Anatolij Lokot’, la principale conseguenza del discorso presidenziale è rappresentata dalle dimissioni del governo russo e la nomina di un nuovo primo ministro:

“In complesso, queste decisioni rispondono a tutti i bisogni fondamentali della società. Il presidente ha iniziato il suo discorso con le parole "Vogliamo cambiare". Oggi, la domanda di cambiamento è cresciuta molto nella società. E non ci sono parole e significati lasciati a caso nel discorso del presidente ", ha detto Anatoly Lokot. "Inoltre, il presidente ha risposto con le sue azioni alle critiche che sono state avanzate riguardo al governo della Federazione Russa e ha voluto porre l’accento sulla necessità del rafforzamento della sovranità e della protezione degli interessi statali della Russia". Questo messaggio viene incontro al sentimento profondo di tutte le persone pensanti”.

Secondo il sindaco "rosso", “oltre un terzo del Messaggio del presidente all'Assemblea Federale riguarda decisioni in ambito sociale, la cui attuazione ricade anche sulle amministrazioni comunali”. Lokot’ ha sottolineato che i principali compiti delineati nel Messaggio “sono volti a preservare e migliorare il capitale umano e a sostenere la maternità e l'infanzia”.

“Anche noi (comunisti) siamo interessati a garantire che la prossima generazione cresca sana, competente, in modo da assumere con successo la responsabilità dello sviluppo futuro del paese”.

La Russia ha bisogno di un governo di fiducia popolare

di Yuri Afonin, vice presidente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa da https://kprf.ru Traduzione dal russo di Mauro Gemma per Marx21.it

“Il paese ha bisogno di un governo di fiducia popolare. Solo così sarà possibile correggere lo squilibrio tra una politica estera sufficientemente forte e passi in avanti nello sviluppo interno del paese”. Lo ha affermato il Vice Presidente del Comitato Centrale del Partito Comunista Yu. V. Afonin partecipando al programma “Serata con Vladimir Solovyov”, dedicato al messaggio del Presidente Vladimir V. Putin e alle dimissioni del governo di D. A. Medvedev


Yuri Afonin ha osservato che una serie di misure di protezione sociale proposte nel messaggio del presidente sono ciò che il Partito Comunista ha ripetutamente presentato. Yuri Vyacheslavovich ha consigliato a tutti i partecipanti alla discussione di leggere l'articolo del leader del Partito Comunista Gennady Andreyevich Zyuganov, "Fallimento del corso governativo", che è uscito una settimana prima delle dimissioni del gabinetto di Medvedev. Nell’articolo sono stati chiaramente indicatii i principali difetti della politica del governo e sono state proposte misure per correggere la situazione.

Tuttavia, il vicepresidente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa ha sottolineato che, pur sostenendo queste misure di protezione sociale, i comunisti si chiedono: chi le attuerà? Dopotutto, l'attuazione è il problema principale di tutti i piani presentati dalle autorità. Yuri Afonin ha ricordato che la “Strategia 2020”, pubblicata nel 2008, è miseramente fallita. 11 dei 13 decreti del maggio 2012 non sono stati attuati. E nel suo nuovo messaggio, il presidente ha nuovamente parlato della mancata attuazione dei nuovi progetti nazionali proclamati con il decreto del 2018.

La domanda chiave, ha detto Yuri Afonin, è: chi parteciperà al governo? Se i Siluanov e i Kudrin – ci troveremo nuovamente di fronte allo stesso corso liberal-monetarista. Per andare avanti, il paese ha bisogno di un governo di fiducia popolare. Solo così sarà possibile correggere lo squilibrio tra una politica estera sufficientemente forte e passi in avanti nello sviluppo interno del paese.

Commentando il contenuto del messaggio, il vicepresidente del Comitato Centrale del Partito Comunista ha osservato che il Presidente Putin ha mostrato grande sensibilità nei confronti delle tendenze che si manifestano nello sviluppo della società. In effetti, il sostegno alle famiglie con bambini di età inferiore a 7 anni significa in realtà sostegno per i giovani, poiché i genitori di tali bambini sono generalmente giovani. E le autorità hanno recentemente preso atto del malcontento della gioventù e hanno compreso la forza delle proteste dei giovani. Ma se vogliamo giustizia, allora anche le generazioni più anziane devono essere sostenute. In particolare, vanno sostenute le proposte del Partito Comunista sul sostegno sociale ai "figli della guerra". Ciò è particolarmente necessario perché si sta avvicinando il 75 ° anniversario della Grande Vittoria. Possiamo anche dare il benvenuto alla proposta del presidente di iniziare, finalmente, a utilizzare i fondi del Fondo Nazionale per il Benessere per progetti volti allo sviluppo del Paese. Ricordiamo
che questo fondo era stato creato come fondo per investimenti e progetti infrastrutturali.

Yuri Afonin ha affermato che il Partito Comunista sostiene l'estensione dei poteri del parlamento proposti nel messaggio del presidente. La costituzione di Eltsin fece della Russia una repubblica super presidenziale. Ciò deve essere evitato. Per quanto riguarda il rafforzamento del ruolo del Consiglio di Stato, ciò può anche essere considerato un rafforzamento del ruolo dei governatori. Ma per essere coerenti, è necessario garantire elezioni più oneste e competitive dei governatori, e per questo, ovviamente, il "filtro municipale" deve essere abolito. Inoltre, per migliorare il sistema politico, è necessario rafforzare la responsabilità di coloro che falsificano le elezioni.

Yuri Afonin ha pure attirato l'attenzione sul seguente punto: il presidente nel suo messaggio ha riconosciuto che un forte sistema di partito si è sviluppato nel paese. Nel frattempo, oggi funzionari regionali in molte entità costituenti della federazione stanno cercando di ridisegnare il sistema elettorale in favore di collegi elettorali a mandato unico, a volte addirittura eliminando il voto sulle liste dei partiti. Ovviamente, ciò contraddice la logica di sviluppo del sistema politico di cui ha parlato il presidente (…)

Sosteniamo una serie di misure proposte nel messaggio del presidente, ha concluso il vicepresidente del Comitato centrale del Partito comunista. Ma riteniamo assolutamente necessario abolire le riforme antipopolari degli ultimi anni. E soprattutto, l'abolizione della "riforma delle pensioni" e la profonda revisione della "riforma dei rifiuti", che finora ha portato solo al caos e all'aumento dei prezzi, e non al riciclaggio dei rifiuti.

"Il popolo sta aspettando il cambiamento", ha sottolineato Afonin.

La contesa nel Golfo, Iran, Iraq e USA

L’assassinio del generale Soleimani e il quadro geopolitico della transizione energetica
di Stefano Paterna


Si producono nella storia delle fratture, delle spaccature, su cui slittano masse di territori e di popoli e che sono destinate a marcare un’epoca: il Medio Oriente e l’Iraq in particolare sono tra queste.

L’omicidio del generale Qasem Soleimani da parte degli Stati Uniti è un episodio molto importante nel lungo scivolamento di questa faglia storica che si inquadra nella transizione energetica del modello di sviluppo capitalistico e nel declino dell’egemonia globale nordamericana.

L’avventurismo del gesto compiuto dall’amministrazione Trump diviene incomprensibile se non viene inquadrato in questa cornice. C’è chi tra i commentatori di non stretta osservanza a stelle e strisce, ma di tipo“volgare”, ha voluto offrire una chiave all’enigma, trovandola nelle difficoltà del magnate insediatosi alla Casa Bianca, derivanti dall’impeachment intentatogli dall’opposizione democratica nel corso della prossima campagna elettorale per le presidenziali. Ovviamente l’evento ha un suo peso, ma non può da solo dar conto della decisione di assassinare il comandante delle forze speciali di uno stato sovrano appena all’uscita dall’aeroporto principale di un terzo stato formalmente sovrano. Si tratta di un gesto in netta discontinuità, persino con la tradizione di aggressività imperialistica degli Usa.

La transizione energetica: il petrolio conta ancora

Nonostante le prediche dei media “mainstream” e perfino degli ammonimenti di Greta, il petrolio e in genere le risorse energetiche di origine fossile continuano ad essere strategiche per le economie dei paesi capitalistici (e anche formalmente non capitalistici) ai diversi gradi di sviluppo. Secondo i dati dell’Exxon Mobile Energy Outlook del 2014 il fabbisogno mondiale di energia nel 2010 era soddisfatto per l’82% da fonti fossili (carbone, petrolio e gas), il “Med&Italian Energy Report” del 2019 curato tra gli altri dal Dipartimento energia del Politecnico di Torino indica addirittura all’85,2% la quota di energia proveniente dalle tre fonti sopra indicate: petrolio, 34,2%, carbone 27,6%, gas 23,4%.

E dove sono localizzate le maggiori riserve di queste materie prime? Se per il carbone la risposta non è univoca (le riserve sono suddivise tra Europa e Asia), per il petrolio la zona di maggior produzione è quella del Medio Oriente (Iran, Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Siria) dove si trovano il 60% delle riserve mondiali, mentre per il gas bisogna ricordare che può trovarsi negli stessi giacimenti petroliferi.

Il picco di Hubbert

Certo, il petrolio non è una risorsa infinita. Il ben noto geofisico statunitense Marion King Hubbert intorno alla metà degli anni ’50 già aveva prodotto una teoria sul picco di produzione dei diversi giacimenti, identificando i punti massimi di estrazione del greggio oltre i quali si andava verso l’esaurimento. Per gli Usa il picco sarebbe stato raggiunto negli anni ’70, mentre per l’area medio orientale si prevedeva il raggiungimento del traguardo entro quest’anno.

Ovviamente le nuove tecnologie estrattive come il “fracking” e le crisi economiche che si sono succedute nei decenni hanno rallentato il processo. Ma segnali della presa di coscienza del fenomeno vengono persino da parte saudita, visto che l’uomo forte del regno, il principe ereditario Mohammad Bin Salman sta cercando di rendere l’economia del suo paese meno dipendente dall’andamento del prezzo del petrolio.

Tuttavia, il picco di Hubbert non determina affatto una minore importanza dell’area del medio oriente nello scacchiere internazionale. Al contrario, chi controlla quest’area non solo ha in mano la “vena” che pompa per ora energia alle fabbriche del mondo (compresa la fabbrica per eccellenza rappresentata dalla Cina), quindi può gestire i flussi destinati agli eventuali concorrenti internazionali, ma possiede anche i capitali per guidare ove possibile la transizione verso tecnologie basate su nuove fonti energetiche.

L’Iraq terreno di confronto di tante sfide

In questo contesto l’Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein si è trovato al centro della sfida tra Usa e Iran. Gli Stati Uniti devono controllare questo paese, anche dal punto di vista militare, se
..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

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