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La VOCE 2005

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La VOCE ANNO XXII N°9

maggio 2020

PAGINA b         - 30

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segue da pag.29: la contesa nel golfo, iran, iraq e usa. vogliono mantenere un ruolo e una presenza significativa nell’area a difesa dei loro alleati: israele e monarchie del golfo. ma anche come minaccia e contenimento delle spinte che vengono dalle potenze ostili rappresentate in primis dall’iran e dietro le sue spalle dalla russia e persino dalla cina. l’iran ha pure una sua dinamica espansiva in parte dettata da caratteristiche sovrastrutturali storiche e ideologiche (la tradizione sciita e la vocazione “universalista” della rivoluzione del 1979), in parte dovute al vuoto politico iracheno che lo spingono al controllo di quel paese, quarto produttore mondiale di greggio, considerate anche le pesantissime sanzione economiche impostegli dagli usa. nel mezzo appunto si trova l’iraq un grande paese che permane tuttavia diviso in zone etniche: un nord curdo e filoamericano semi-indipendente; un’area sunnita fortemente colpita dalle politiche settarie di baghdad e dalla guerra all’isis e segnata da una nuova rinascita dei tagliagole dello stato islamico; infine, un sud sciita che non sopporta più la corruzione e l’inettitudine della propria classe dirigente e le stesse influenze iraniane. basti pensare che la principale forza politica del paese (fortemente radicata nel sud) è la coalizione saairun guidata dal leader religioso sciita muqtada al-sadr e composta anche dal partito comunista iracheno. un’alleanza che ha ottenuto 54 seggi nelle elezioni del 12 maggio del 2018. i saadristi esprimono un orientamente fortemente nazionalista, anti-americano e ostile anche alla tutela iraniana sull’iraq, in continuità con la diffidenza tradizionale del mondo sciita iracheno per la rivoluzione khomeinista. non si dimentichi peraltro che proprio in iraq vi sono alcuni dei principali luoghi santi dello sciismo come kerbala e najaf. l’assassinio di matrice prettamente terroristica di suleimani da parte statunitense ha per ora riunificato il mondo sciita nell’opposizione a washington. ma la faglia è in perenne sommovimento. cresce in medio oriente e non solo, l’insoddisfazione di larghe masse popolari per le proprie condizioni di vita e per le politiche settarie che finora sono state praticate da varie formazioni politiche, di estrazione religiosa o etnica. la risposta è nel reperimento di una bandiera davvero unificante nella lotta contro l’imperialismo e per un ordine mondiale più equo e fondato sulla volontà di pace dei popoli. abbattimento aereo ucraino provocato da blocco elettronico usa. yahya sorbell. philip m. giraldi, un ex specialista antiterrorismo della cia e ufficiale dell’intelligence militare, ha scritto un articolo pubblicato dall’agenzia stampa americana herald tribune. nell’articolo, l’ex ufficiale usa riporta che un attacco informatico statunitense al transponder dell’aereo ucraino e ai sistemi di difesa iraniani hanno causato l’abbattimento del volo 752. nel dettaglio, giraldi ha rivelato che l’operatore missilistico iraniano ha subito un notevole “disturbo” e che il transponder dell’aereo si è spento smettendo di trasmettere diversi minuti prima del lancio dei missili. “l’arresto del transponder, che avrebbe automaticamente segnalato all’operatore e all’elettronica del radar tor-1 che l’aereo era civile, indicava invece che era ostile. l’operatore, dopo essere stato informato in particolare della possibilità di missili da crociera americani in arrivo, ha quindi sparato”. vale la pena notare che la forza missilistica dell’irgc (corpo delle guardie della rivoluzione islamica dell’iran) ha abbattuto l’aereo ucraino mentre lanciava missili contro la base militare americana ain al-asad in iraq, in risposta all’assassinio del generale soleimani. attacco contro ain al-asad e abbattimento jet ucraino. il 3 gennaio, un attacco di droni degli stati uniti ha preso di mira il convoglio del capo della quds force dell’irgc, generale qassem soleimani e del vice comandante della resistenza irachena hashd al-shaabi, abu mahdi al-muhandis, oltre a un certo numero di loro compagni. l’8 gennaio, le forze missilistiche iraniane dell’irgc hanno risposto all’attacco sparando 13 missili balistici contro la base militare americana di ain al-asad nella regione irachena dell’anbar, causando gravi perdite. abbattimento aereo ucraino operazione di false flag. robert david steele, ex ufficiale di fanteria del corpo dei marines e agente della cia, nonché attivista di open source everything engineering, nel corso di un’intervista rilasciata ai media iraniani, afferma che l’incidente aereo ucraino vicino a teheran potrebbe essere una false flag del regime americano e israeliano. l’ex agente ha gestito un’operazione di false flag per la central intelligence agency (cia) e ha scritto la lettera di avvertimento originale alla casa bianca, nel 1994, sulla vulnerabilità di tutti i sistemi elettronici. da allora ha pubblicato un libro e molti articoli sulle molte false flag statunitensi e israeliane e sulla continua vulnerabilità di tutti i sistemi, compresi in particolare gli aeromobili boeing progettati per consentire il dirottamento remoto statunitense e israeliano che può, oltre a prendere il controllo dell’aereo, spegnere la radio e il transponder. crediamo che questo evento sia stato un evento di false flag progettato per screditare il leader supremo iraniano ali khamenei e il corpo delle guardie della rivoluzione islamica (irgc), mentre cercavano di ampliare i rapporti tra iran e ucraina. ricordiamo che kiev è centrale per l’anello di contrabbando nucleare gestito dagli stati uniti, voluto e protetto dall’ex presidente barack obama, dall’ex vicepresidente joe biden e dall’ex segretario di stato hillary clinton in cambio di decine di milioni di dollari in tangenti. di yahya sorbello. un grande convoglio militare americano entra nella siria nord-orientale dall'iraq l'esercito americano è entrato nel governatorato siriano di hasaka dal vicino iraq, dirigendosi verso il distretto di al-malikiyah vicino al valico di frontiera. una fonte nell'area ha riferito ad al-masdar che dozzine di veicoli statunitensi sono entrati nell'incrocio di al-walid prima di dirigersi verso la base aerea nel distretto di al-malikiyah di hasaka. nonostante ritirino la maggior parte delle loro forze dalla siria settentrionale, le forze armate statunitensi continuano a controllare alcune delle basi che hanno costruito nel governatorato di hasaka, in particolare le installazioni vicino ai giacimenti petroliferi.
la maggior parte delle truppe statunitensi in siria sono state ridistribuite nella regione orientale del paese, dove attualmente controllano il più grande giacimento petrolifero del paese. società united launch alliance spiega perché in usa si usano propulsori missilistici russi. il numero uno dell'americana united launch alliance (ula) tory bruno ha spiegato ad un suo follower su twitter perché la società utilizza i propulsori missilistici russi rd-180. secondo tory bruno, alla fine della guerra fredda, l'amministrazione americana aveva espressamente chiesto all'ula di acquistare proprio queste componenti in modo che "i progettisti russi di razzi non finissero in corea del nord e in iran. "il governo americano ci ha chiesto di acquistarli alla fine della guerra fredda per evitare che i progettisti russi di razzi finissero in corea del nord e in iran", il testo del tweet di risposta di tory bruno ad un suo follower, che ponendogli la domanda aveva ipotizzato che questa componente di fabbricazione russa fosse una scelta dettata dal minor costo. alcuni follower hanno notato che l'rd-180 è un propulsore molto potente e affidabile, mentre gli analoghi americani sono più costosi. l'rd-180 è installato sui razzi vettore statunitensi atlas. questi missili, secondo gli analisti, sono utilizzati per "lanci spaziali e missioni delicate effettuate nell'interesse della sicurezza nazionale degli stati uniti". in precedenza la rivista national interest aveva scritto che una legge approvata dal congresso obbliga l'aviazione militare americana a rinunciare all'rd-180, tuttavia, secondo le previsioni della pubblicazione, questo non si concretizzerà fino almeno al 2024. al congresso hanno riconosciuto l'impossibilità di sostituire i propulsori russi con componenti americane nei prossimi dieci anni. nei giorni scorsi sui social il direttore di roscosmos dmitry rogozin e l'uomo d'affari americano elon musk hanno avuto un botta e risposta sul lavoro dell'agenzia spaziale russa, in particolare sul tipo di missili da sviluppare. vladimir putin “presidente a vita”. mosca – dopo il via libera della duma, anche il consiglio della federazione (la camera alta del parlamento russo) ha approvato a stragrande maggioranza il pacchetto di emendamenti alla costituzione che, tra le altre cose, permetterà a vladimir putin di rimanere presidente della russia ancora per 16 anni, fino almeno al 2036, quando avrà ormai 84 anni, di cui 36 passati al comando del paese. la modifica più discussa, quella proposta ieri da una delle icone dell’urss, la prima donna nello spazio e deputata di russia unita, valentina tereshkova, prevede l’azzeramento dei mandati presidenziali, su cui comunque rimarrà il tetto massimo di due consecutivi. l’idea era già stata accolta, con ostentata cautela, da putin: intervenendo in aula alla duma, si era detto favorevole, a patto che ci fosse il consenso della corte costituzionale, il cui verdetto a molti appare scontato. da quando a metà gennaio, a sorpresa, il governo di dmitri medvedev si era dimesso in blocco e il presidente aveva avanzato una serie di radicali cambiamenti alla carta costituzionale (mai modificata dalla sua adozione nel 1993), analisti e politici avevano formulato le più disparate ipotesi di riassetto del sistema, che potesse permettere una transizione controllata del potere: nel 2024, putin terminerà il suo secondo mandato consecutivo e non potrebbe ricandidarsi. in assenza di un vero e proprio delfino al momento, secondo diversi osservatori vladimir vladimirovich si stava ritagliando un nuovo ruolo che gli consentisse di continuare a guidare il paese anche senza sedere al cremlino. tra le ipotesi vi erano quelle di rimanere capo di stato ma di un’entità nazionale ‘allargata’, con un’annessione della bielorussia, o di guidare il consiglio di stato, un organo meramente consultivo oggi ma che sarà potenziato dalla nuova costituzione. secondo il direttore del carnegie center di mosca, dmitri trenin, questi piani, valutati in modo serio inizialmente da putin, “non hanno trovato l’appoggio di quelli che lo circondano, i quali temono di perdere le loro posizioni”. l’ampia riforma, che sarà sottoposta a referendum popolare il 22 aprile, prevede anche un rafforzamento delle prerogative del presidente, del parlamento e delle misure sociali, rende incostituzionali i matrimoni omosessuali e inserisce per la prima volta nella storia russa la parola dio nella costituzione. per giustificare il perpetuarsi del suo potere, putin e i suo fedelissimi – come il sindaco di mosca, serghei sobyanin, e il presidente della duma, viacheslav volodin – fanno perno sulla necessità di “stabilità” nazionale contro nemici “interni ed esterni”, che “cercano di minare l’indipendenza e l’autonomia” della russia. per i detrattori del cremlino, come l’oppositore aleksei navalny, si ..segue ./
Segue da Pag.29: La contesa nel Golfo, Iran, Iraq e USA

vogliono mantenere un ruolo e una presenza significativa nell’area a difesa dei loro alleati: Israele e monarchie del Golfo. Ma anche come minaccia e contenimento delle spinte che vengono dalle potenze ostili rappresentate in primis dall’Iran e dietro le sue spalle dalla Russia e persino dalla Cina.

L’Iran ha pure una sua dinamica espansiva in parte dettata da caratteristiche sovrastrutturali storiche e ideologiche (la tradizione sciita e la vocazione “universalista” della rivoluzione del 1979), in parte dovute al vuoto politico iracheno che lo spingono al controllo di quel paese, quarto produttore mondiale di greggio, considerate anche le pesantissime sanzione economiche impostegli dagli Usa.

Nel mezzo appunto si trova l’Iraq un grande paese che permane tuttavia diviso in zone etniche: un nord curdo e filoamericano semi-indipendente; un’area sunnita fortemente colpita dalle politiche settarie di Baghdad e dalla guerra all’Isis e segnata da una nuova rinascita dei tagliagole dello Stato islamico; infine, un sud sciita che non sopporta più la corruzione e l’inettitudine della propria classe dirigente e le stesse influenze iraniane.

Basti pensare che la principale forza politica del paese (fortemente radicata nel sud) è la coalizione Saairun guidata dal leader religioso sciita Muqtada al-Sadr e composta anche dal Partito comunista iracheno. Un’alleanza che ha ottenuto 54 seggi nelle elezioni del 12 maggio del 2018.

I saadristi esprimono un orientamente fortemente nazionalista, anti-americano e ostile anche alla tutela iraniana sull’Iraq, in continuità con la diffidenza tradizionale del mondo sciita iracheno per la rivoluzione khomeinista. Non si dimentichi peraltro che proprio in Iraq vi sono alcuni dei principali luoghi santi dello sciismo come Kerbala e Najaf.

L’assassinio di matrice prettamente terroristica di Suleimani da parte statunitense ha per ora riunificato il mondo sciita nell’opposizione a Washington. Ma la faglia è in perenne sommovimento. Cresce in Medio Oriente e non solo, l’insoddisfazione di larghe masse popolari per le proprie condizioni di vita e per le politiche settarie che finora sono state praticate da varie formazioni politiche, di estrazione religiosa o etnica.

La risposta è nel reperimento di una bandiera davvero unificante nella lotta contro l’imperialismo e per un ordine mondiale più equo e fondato sulla volontà di pace dei popoli.

Abbattimento aereo ucraino provocato da blocco elettronico Usa

Yahya Sorbell


Philip M. Giraldi, un ex specialista antiterrorismo della Cia e ufficiale dell’intelligence militare, ha scritto un articolo pubblicato dall’agenzia stampa americana Herald Tribune. Nell’articolo, l’ex ufficiale Usa riporta che un attacco informatico statunitense al transponder dell’aereo ucraino e ai sistemi di Difesa iraniani hanno causato l’abbattimento del volo 752. Nel dettaglio, Giraldi ha rivelato che l’operatore missilistico iraniano ha subito un notevole “disturbo” e che il transponder dell’aereo si è spento smettendo di trasmettere diversi minuti prima del lancio dei missili.

“L’arresto del transponder, che avrebbe automaticamente segnalato all’operatore e all’elettronica del radar Tor-1 che l’aereo era civile, indicava invece che era ostile. L’operatore, dopo essere stato informato in particolare della possibilità di missili da crociera americani in arrivo, ha quindi sparato”. Vale la pena notare che la forza missilistica dell’Irgc (Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell’Iran) ha abbattuto l’aereo ucraino mentre lanciava missili contro la base militare americana Ain Al-Asad in Iraq, in risposta all’assassinio del generale Soleimani.

Attacco contro Ain Al-Asad e abbattimento jet ucraino

Il 3 gennaio, un attacco di droni degli Stati Uniti ha preso di mira il convoglio del capo della Quds Force dell’Irgc, Generale Qassem Soleimani e del vice comandante della Resistenza irachena Hashd al-Shaabi, Abu Mahdi Al-Muhandis, oltre a un certo numero di loro compagni. L’8 gennaio, le forze missilistiche iraniane dell’Irgc hanno risposto all’attacco sparando 13 missili balistici contro la base militare americana di Ain Al-Asad nella regione irachena dell’Anbar, causando gravi perdite.

Abbattimento aereo ucraino operazione di False Flag
Robert David Steele, ex ufficiale di fanteria del Corpo dei Marines e agente della Cia, nonché attivista di Open Source Everything Engineering, nel corso di un’intervista rilasciata ai media iraniani, afferma che l’incidente aereo ucraino vicino a Teheran potrebbe essere una False Flag del regime americano e israeliano.

L’ex agente ha gestito un’operazione di False Flag per la Central Intelligence Agency (Cia) e ha scritto la lettera di avvertimento originale alla Casa Bianca, nel 1994, sulla vulnerabilità di tutti i sistemi elettronici. Da allora ha pubblicato un libro e molti articoli sulle molte False Flag statunitensi e israeliane e sulla continua vulnerabilità di tutti i sistemi, compresi in particolare gli aeromobili Boeing progettati per consentire il dirottamento remoto statunitense e israeliano che può, oltre a prendere il controllo dell’aereo, spegnere la radio e il transponder.

Crediamo che questo evento sia stato un evento di False Flag progettato per screditare il leader supremo iraniano Ali Khamenei e il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc), mentre cercavano di ampliare i rapporti tra Iran e Ucraina. Ricordiamo che Kiev è centrale per l’anello di contrabbando nucleare gestito dagli Stati Uniti, voluto e protetto dall’ex Presidente Barack Obama, dall’ex vicepresidente Joe Biden e dall’ex segretario di Stato Hillary Clinton in cambio di decine di milioni di dollari in tangenti.

di Yahya Sorbello

Un grande convoglio militare americano entra nella Siria nord-orientale dall'Iraq

L'esercito americano è entrato nel Governatorato siriano di Hasaka dal vicino Iraq, dirigendosi verso il distretto di Al-Malikiyah vicino al valico di frontiera.

Una fonte nell'area ha riferito ad Al-Masdar che dozzine di veicoli statunitensi sono entrati nell'incrocio di Al-Walid prima di dirigersi verso la base aerea nel distretto di Al-Malikiyah di Hasaka.

Nonostante ritirino la maggior parte delle loro forze dalla Siria settentrionale, le forze armate statunitensi continuano a controllare alcune delle basi che hanno costruito nel Governatorato di Hasaka, in particolare le installazioni vicino ai giacimenti petroliferi.



La maggior parte delle truppe statunitensi in Siria sono state ridistribuite nella regione orientale del paese, dove attualmente controllano il più grande giacimento petrolifero del paese.

Società United Launch Alliance spiega perché in Usa si usano propulsori missilistici russi



Il numero uno dell'americana United Launch Alliance (ULA) Tory Bruno ha spiegato ad un suo follower su Twitter perché la società utilizza i propulsori missilistici russi RD-180.

Secondo Tory Bruno, alla fine della Guerra Fredda, l'amministrazione americana aveva espressamente chiesto all'ULA di acquistare proprio queste componenti in modo che "i progettisti russi di razzi non finissero in Corea del Nord e in Iran.

"Il governo americano ci ha chiesto di acquistarli alla fine della guerra fredda per evitare che i progettisti russi di razzi finissero in Corea del Nord e in Iran", il testo del tweet di risposta di Tory Bruno ad un suo follower, che ponendogli la domanda aveva ipotizzato che questa componente di fabbricazione russa fosse una scelta dettata dal minor costo.

Alcuni follower hanno notato che l'RD-180 è un propulsore molto potente e affidabile, mentre gli analoghi americani sono più costosi. L'RD-180 è installato sui razzi vettore statunitensi Atlas. Questi missili, secondo gli analisti, sono utilizzati per "lanci spaziali e missioni delicate effettuate nell'interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti".

In precedenza la rivista National Interest aveva scritto che una legge approvata dal Congresso obbliga l'Aviazione militare americana a rinunciare all'RD-180, tuttavia, secondo le previsioni della pubblicazione, questo non si concretizzerà fino almeno al 2024.

Al Congresso hanno riconosciuto l'impossibilità di sostituire i propulsori russi con componenti americane nei prossimi dieci anni.

Nei giorni scorsi sui social il direttore di Roscosmos Dmitry Rogozin e l'uomo d'affari americano Elon Musk hanno avuto un botta e risposta sul lavoro dell'agenzia spaziale russa, in particolare sul tipo di missili da sviluppare.

VLADIMIR PUTIN
“PRESIDENTE A VITA”

Mosca – Dopo il via libera della Duma, anche il Consiglio della Federazione (la Camera alta del Parlamento russo) ha approvato a stragrande maggioranza il pacchetto di emendamenti alla Costituzione che, tra le altre cose, permetterà a Vladimir Putin di rimanere presidente della Russia ancora per 16 anni, fino almeno al 2036, quando avrà ormai 84 anni, di cui 36 passati al comando del Paese.

La modifica più discussa, quella proposta ieri da una delle icone dell’Urss, la prima donna nello Spazio e deputata di Russia Unita, Valentina Tereshkova, prevede l’azzeramento dei mandati presidenziali, su cui comunque rimarrà il tetto massimo di due consecutivi. L’idea era già stata accolta, con ostentata cautela, da Putin: intervenendo in aula alla Duma, si era detto favorevole, a patto che ci fosse il consenso della Corte costituzionale, il cui verdetto a molti appare scontato.

Da quando a metà gennaio, a sorpresa, il governo di Dmitri Medvedev si era dimesso in blocco e il presidente aveva avanzato una serie di radicali cambiamenti alla Carta costituzionale (mai modificata dalla sua adozione nel 1993), analisti e politici avevano formulato le più disparate ipotesi di riassetto del sistema, che potesse permettere una transizione controllata del potere: nel 2024, Putin terminerà il suo secondo mandato consecutivo e non potrebbe ricandidarsi. In assenza di un vero e proprio delfino al momento, secondo diversi osservatori Vladimir Vladimirovich si stava ritagliando un nuovo ruolo che gli consentisse di continuare a guidare il Paese anche senza sedere al Cremlino. Tra le ipotesi vi erano quelle di rimanere capo di Stato ma di un’entità nazionale ‘allargata’, con un’annessione della Bielorussia, o di guidare il Consiglio di Stato, un organo meramente consultivo oggi ma che sarà potenziato dalla nuova Costituzione. Secondo il direttore del Carnegie Center di Mosca, Dmitri Trenin, questi piani, valutati in modo serio inizialmente da Putin, “non hanno trovato l’appoggio di quelli che lo circondano, i quali temono di perdere le loro posizioni”.

L’ampia riforma, che sarà sottoposta a referendum popolare il 22 aprile, prevede anche un rafforzamento delle prerogative del presidente, del Parlamento e delle misure sociali, rende incostituzionali i matrimoni omosessuali e inserisce per la prima volta nella storia russa la parola Dio nella Costituzione.

Per giustificare il perpetuarsi del suo potere, Putin e i suo fedelissimi – come il sindaco di Mosca, Serghei Sobyanin, e il presidente della Duma, Viacheslav Volodin – fanno perno sulla necessità di “stabilità” nazionale contro nemici “interni ed esterni”, che “cercano di minare l’indipendenza e l’autonomia” della Russia. Per i detrattori del Cremlino, come l’oppositore Aleksei Navalny, si
..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

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