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La VOCE ANNO XIX N°9

maggio 2017

PAGINA A         - 33


UN 25 APRILE ANTIMPERIALISTA ED ANTISIONISTA,

E CONTRO I PERICOLI INCOMBENTI DI GUERRA IN SIRIA E COREA.


I cortei per il 25 aprile a Roma e Milano hanno registrato quest’anno una significativa presenza di striscioni e parole d’ordine antimperialisti, antisionisti, e contro gli incombenti pericoli di guerre di aggressione.

A Roma l’ANPI locale non ha ceduto ai ricatti della comunità ebraica locale, dominata da un aggressivo gruppo sionista, che si opponeva alla partecipazione alle manifestazioni per la Resistenza di bandiere palestinesi e di gruppi che chiedono libertà ed indipendenza per la Palestina. L’assenza polemica dal corteo dei Sionisti e del Partito Democratico, che si è vergognosamente schierato al loro fianco, ha permesso che il corteo si svolgesse in un clima festoso in una magnifica giornata di sole.

Vari striscioni, cartelli e slogan hanno legato la lotta di Resistenza antifascista alla lotta per la liberazione della Palestina, anche con riferimento ad una delle sue modalità più efficaci e pacifiche, il movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) nei confronti di Israele, ricordato in uno striscione del “Comitato con la Palestina nel Cuore”. Il movimento è oggi addirittura minacciato di essere posto fuori legge dai partiti filo-sionisti in Parlamento. Altri striscioni e slogan hanno sottolineato la stretta relazione tra Resistenza antisionista e le lotte di Resistenza di vari altri popoli contro le aggressioni imperialiste.

Uno striscione della “Rete No War” ha ricordato l’eroica lotta del popolo e dell’esercito della Siria, paese laico geloso della propria indipendenza, oggi sottoposto ad attacchi concentrici da parte di Israele, Stati Uniti, NATO, Turchia e da parte delle orribili dittature sostenitrici del più fanatico integralismo islamico, come l’Arabia Saudita ed il Qatar, che finanziano ed armano bande di tagliagole e mercenari, come Al Qaida e Daesh. E’ stata ricordata anche la lotta eroica del popolo yemenita aggredito dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi con il sostegno degli USA.


A Milano hanno sfilato il “Comitato contro la Guerra di Milano” e la Brigata Immortale Garibaldi con striscioni che ricordavano anche la resistenza del popolo del Donbass contro le offensive dei nazisti andati al potere in Ucraina, con l’appoggio di USA, Germania e finte organizzazioni umanitarie, come quelle che fanno capo al finanziere sionista George Soros. Anche in questo caso è stato vergognoso il comportamento dei partiti del cosiddetto centro-sinistra, con il PD in testa, che, con un intervento del sindaco Sala, hanno cercato di impedire la partecipazione del movimento BDS al corteo.

Nel momento in cui quest’articolo è scritto, nonostante e contro la Resistenza dei popoli, si intensificano le minacce di guerra. Mentre la Siria continua a subire i bombardamenti di USA e Israele e le ignobili minacce dei vecchi colonialisti francesi ed inglesi, per bocca del candidato alla Presidenza Macron e del Ministro degli Esteri Boris Johnson, portaerei e sottomarini nucleari USA si avvicinano alle coste della Corea Democratica. Proseguono le “esercitazioni” militari provocatorie ai confini di quel paese fieramente indipendente, con la partecipazione del satellite USA, la Corea del Sud, dove è di stanza un esercito statunitense di 30.000 uomini dotato di armi atomiche, mentre altri 45.000 sono pronti nelle basi USA del vicino Giappone.

Durante la guerra di Corea del 1950-53 gli USA scaricarono sulla Corea del Nord una quantità di bombe superiore a quelle sganciate nell’intera Seconda Guerra Mondiale, uccidendo dai 2 ai 4 milioni di persone (in maggioranza civili) e distruggendo completamente infrastrutture ed edifici civili ed industriali del paese. Dopo l’armistizio gli USA si rifiutarono di sottoscrivere un trattato di pace e hanno continuato a minacciare apertamente la Corea Democratica.

Ma la Corea è stata ed è tuttora un osso duro per gli USA. Nonostante le enormi perdite i Nord-Coreani, con l’aiuto dei volontari cinesi, respinsero negli anni ’50 gli invasori USA fino al 38° parallelo, ed oggi alle minacce di aggressione resistono mostrando la massima fermezza, basata anche su efficaci quanto necessarie armi di deterrenza e dissuasione.

27.4.2017, Vincenzo Brandi

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