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La VOCE ANNO XIX N°9

maggio 2017

PAGINA a         - 29

IMMINENTE INTERVENTO MILITARE COALIZIONE ANTI-SIRIA ?

L’AGENDA DEL RIASSETTO GLOBALE DEL VICINO- MEDIO ORIENTE, PIANIFICATA A WASHINGTON-GERUSALEMME OLTRE DICIASSETTE ANNI FA( PIERRE HILLARD) E INAVVERTITAMENTE PREANNUNCIATA, PER LA SIRIA, ALL’EX MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCESE ROLAND DUMAS ( MEMORIE) IN OCCASIONE DI UN RICEVIMENTO “PRIVATO “ A LONDRA VERSO LA FINE DEL PRIMO DECENNIO DI QUESTO SECOLO, NON PUO’ PIU’ SUBIRE RITARDI : OLTRE CHE PER CONTRASTARE IL RECUPERO DELL’INFLUENZA RIEQUILIBRATRICE, IN QUEST’ALTRO NEVRALGICO SCACCHIERE, DELLA RUSSIA, CINA, IRAN- A MOTIVO DELL’IMMINENTE CESSAZIONE (23 APRILE-8 MAGGIO) DALLE FUNZIONI DELL’ATTUALE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESE.

QUESTI, DI CUI E’ NOTA LA POLITICA CURIOSAMENTE ANTIRUSSA E ANTIASSAD, ANCHE PER BOCCA DEL SUO EX MINISTRO DEGLI ESTERI ( LAURENT FABIUS: “ ASSAD NON HA DIRITTO DI ESISTERE SULLA FACCIA DELLA TERRA” ) NON SOLO NON SI RIPRESENTERA’- UNA PRIMA NELLA STORIA DELLA V. REPUBBLICA- MA L’EREDE DESIGNATO (MACRON ) DAI NOTI CIRCOLI INTERNAZIONALI FINANZIARII EUROATLANTICI, CHE HANNO PUNTELLATO IL PRESIDENTE USCENTE, E’ DATO PER PERDENTE AL PRIMO TURNO DALLE STESSE OFFICINE DEL MESTIERE. E CIO’ NONOSTANTE UNA DISPENDIOSA CAMPAGNA MEDIATICO-PRESIDENZIALE CHE NON HA NIENTE DA INVIDIARE A QUELLA DELLA CLINTON.

LE STESSE OFFICINE CONFERMANO LE (RARISSIME) ANALISI INDIPENDENTI: FRANçOIS FILLON E/O MARINE LEPEN DOVREBBERO SPUNTARLA AL PRIMO TURNO, ENTREREBBERO PERTANTO IN BALLOTTAGGIO E FILLON DOVREBBE VINCERE AL SECONDO TURNO PER SBARRARE LA STRADA ALL’ F.N..

NELL’UN CASO E NELL’ALTRO, L’APPROCCIO CON LA RUSSIA SAREBBE PIU’ COERENTE CON I VERI INTERESSI DELLA FRANCIA ( E DELL’EUROPA) E CON UN VERO NEGOZIATO DI PACE.

LA STESSA PAROLA” PACE” E’ PERO’ CONSIDERATA UNA BESTEMMIA NELLA LOGICA DI DOMINIO E AFFARI DEI NOTI AMBIENTI . DA QUI LA NECESSITA’ DI ATTACCARE LA SIRIA DI ASSAD PRIMA CHE VENGA ELETTO IL NUOVO PRESIDENTE FRANCESE, ATTACCO CHE AVRA’ LUOGO VIOLANDO OGNI LEGALITA’ INTERNAZIONALE POICHE’ E’ SCONTATO IL VETO RUSSO ( E-O L’ASTENSIONE E VETO CINESE) AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU. LO SCONTRO DIRETTO CON I RUSSI SAREBBE, IN QUESTE CIRCOSTANZE, SEMPRE PIU’ RAVVICINATO.

COME SEMPRE, “Q.D.V.P.D”. (ListaNoNato) A.L.C.A.

La fiction del G7 esteri a Lucca

di Manlio Dinucci

il manifesto, 4 aprile 2017

Dopo Lucca Comics, festival internazionale del fumetto, la città toscana ospita il 10-11 aprile un altro evento internazionale del genere fiction: il G7 dei ministri degli esteri. È il più importante degli 11 incontri – a Firenze, Roma, Lucca, Bari, Bologna, Cagliari, Torino, Bergamo, Milano – con cui il governo Gentiloni, nell’anno di presidenza italiana del G7, prepara (senza badare a spese) il Summit che si svolgerà a Taormina il 26-27 maggio.

Il G7 è formato dai sei maggiori paesi della Nato – Stati uniti, Canada, Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia – più il Giappone, il più importante alleato degli Stati uniti e partner della Nato nella regione Asia/Pacifico, dove il Pentagono sta schierando contro la Cina crescenti forze anche nucleari.

Quello che si svolge a Lucca con la sigla G7, per esaminare «le attuali questioni di politica estera e sicurezza internazionale», sarà dunque di fatto un incontro Usa/Nato. Esso confermerà quanto già detto dai ministri degli esteri dell’Alleanza riunitisi a Bruxelles il 31 marzo: garantire la sicurezza dell’Europa, messa in pericolo da «una Russia che vuole sempre più imporsi» e che, dopo «la illegale annessione della Crimea», continua a «violare la sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina con le sue azioni aggressive».

Con questa motivazione la Russia è stata sospesa nel 2014 dal G8, ossia dal G7 allargatosi quando nel 1997 l’aveva accolta nel suo club esclusivo. La ragione di fondo è che la Russia di oggi non è più quella in profonda crisi degli anni Novanta, quando sotto la presidenza Yeltsin era assoggettata agli interessi delle potenze occidentali. Ricostruito un tessuto politico ed economico interno, e creatasi una propria sfera di relazioni internazionali in particolare con la Cina, la Russia sotto la presidenza Putin ha riacquistato il rango di grande potenza.

Da qui la decisione Usa/Nato di innescare – con il putsch di Piazza Maidan e l’attacco ai russi di Ucraina da parte di milizie neonaziste appositamente addestrate e armate – la reazione a catena che ha riportato l’Europa a una nuova guerra fredda, con un sempre più pericoloso confronto anche nucleare.

Contemporaneamente il G7 esteri riaffermerà che la sicurezza dell’Europa è messa in pericolo da ciò che la Nato definisce «turbolenza e violenza in Nordafrica e Medioriente, in particolare in Libia, Siria e Iraq» e dal conseguente «terrorismo nelle nostre strade». Questa la fiction.

La realtà è che sono proprio le sei potenze Nato, rappresentate al G7 esteri, le principali responsabili di tutta questa turbolenza e violenza, provocata dalla demolizione dello Stato libico, dal tentativo di fare lo stesso in Siria (non riuscito per l’intervento russo a sostegno delle forze governative) e dalla riapertura della guerra in Iraq.

Offensiva pianificata nella quale – documentano concrete prove – è stato usato il terrorismo di marca islamica per attaccare dall’interno questi Stati (retti da governi laici) e per diffondere in Europa la paura di attentati. Finalizzata, questa, a giustificare «la proiezione di stabilità al di là dei nostri confini» (ribadita alla riunione Nato del 31 marzo), ossia la proiezione di altre forze militari nelle aree strategicamente ed economicamente più importanti dell’Africa e del Medioriente.

Conseguenza di tutto questo è il drammatico esodo di milioni di persone che, sradicate dalle loro terre, rischiano la vita (e spesso la perdono) per raggiungere l’Europa. Mentre il G7 esteri esprimerà preoccupazione e commozione per il dramma dei migranti.

Gas Tossici a Idlib

Non credo che Assad sia responsabile del bombardamento con Sarin nella provincia di Idlib perché non ci sono testimoni attendibili imparziali, le notizie vengono dall’Osservatorio siriano per i diritti umani con sede a Londra vicino ai ribelli , dalla BBC inglese e al-Jazeera del Qatar i cui Paesi hanno interessi in loco e perché già in precedenza Seymor Hersh aveva sventato il tentativo dell’Amministrazione Obama di attribuire ad Assad il lancio di gas tossici, inoltre non c’é sicurezza sulla documentazione fotografica, per esempio in una fotografia mandata in onda dalla Rai nel servizio Bianchi-Gazebo alle 20 di ieri si mostrava una pupilla miotica colpita dalla luce e si diceva, indicandolo come segno di avvelenamento, che la pupilla non reagiva, ma allora la pupilla avrebbe dovuto essere midriatica. Ed é anche giusto pensare a chi giova questa accusa. L’attentato con 14 vittime in Russia é già dimenticato e la Russia passa da vittima a carnefice, o comunque complice, mentre Assad che sta vincendo e sarebbe un pazzo ad usare il gas tossico, viene posto lsul banco degli accusati insieme a Putin, con una possibile accusa di crimini contro l’umanità che aprirebbe la strada ad altri provvedimenti della cosiddetta "Comunità internazionale" riportando nel caos la situazione siriana ed aumentando la contrapposizione di Europa e Stati Uniti con Russia, Assad, Iran ed Hezbollah.
Sembra che Stati Uniti, Europa , Arabia saudita, e aggiungerei Israele, vogliano ad ogni costo la caduta di Assad e l’indebolimento della Russia e dell’Iran.
Cordiali saluti
Ireo Bono

E se non fosse stato Assad?

La domanda giusta è: cui prodest? Vedi sotto la risposta. Vincenzo Brandi

Attenzione, se oggi ci mettiamo a discutere su chi ha lanciato i gas a Khan Sheikun, rischiamo di cadere in una trappola mediatica. Le convinzioni le lasciamo a quel coro di benpensanti ‘politicamente corretti’ che, lanciando anatemi, puntano il dito contro Bashar al-Assad. Nessuno si può esimere, è il bersaglio più facile. I gas si diffondono con vari mezzi: aerei, granate speciali (obici e mortai), oppure, come nelle battaglie sul Carso, generatori posti sottovento. Nella Coalizione che non solo combatte quella parte dei ribelli non presente agli accordi di Astana, ma fa anche altre cose, gli aerei li hanno tutti. I Siriani, certo, ma anche i Russi, i Turchi, i Sauditi e i Qatarioti. I ribelli no, né i ‘buoni’ né i ‘cattivi’. Le armi terrestri gassificanti, quelle, per intenderci, sparite in massa nel 2011 dagli arsenali di Gheddafi, con alta probabilità sono in mano ai ribelli jihadisti non-ISIS. Restringendo il campo, sembrerebbero nella disponibilità dell’ex al-Qaeda, ex al-Nustra e oggi Jahbat Fatah al-Sham. Allora ragioniamo, partendo da Astana e da un fondamentale quesito: cui prodest? Ovvero: a chi giova. Forse non arriveremo a nulla, ma ci chiariremo un po’ le idee. In prospettiva, i ribelli del Free Syrian Army (quelli ‘buoni’) avranno un loro limitato spazio a nord, con tutela turca. Assad e Putin mirano a distruggere (con la sporadica partecipazione degli USA) tutti i gruppi jihadisti, concentrati ormai nella provincia di Idlib. Se perdono quell’area, sono praticamente finiti. Assad, se l’avanzata prosegue, ha già la vittoria in tasca. L’offensiva, allora, va delegittimata agli occhi del mondo con ogni mezzo. Indovinello: chi può aver interesse a farlo?
Mario Arpino

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