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La VOCE ANNO XIX N°1

settembre 2016

PAGINA 4         - 16

La Corea democratica può lanciare un attacco nucleare in Asia e Pacifico

by sitoaurora
Sputnik 25/08/2016

Il leader nordcoreano ha annunciato che il suo Paese può lanciare un attacco nucleare.
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha annunciato che il suo Paese è pienamente in grado di lanciare un attacco nucleare, dopo il riuscito test di lancio di un missile balistico lanciato da un sottomarino, secondo l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap che citava la Korean Central News Agency (KCNA). "La Corea democratica aderisce alle potenze militari dalla capacità di attacco nucleare", ha detto Kim Jong-un dopo aver definito il test di lancio "un grande successo" e una vittoria, secondo il rapporto della KCNA citata da Yonhap. I media di Pyongyang avevano rivelato il lancio di un missile balistico da un sottomarino nel Mar del Giappone. Il missile avrebbe volato per circa 500 chilometri verso il Giappone, rientrando nella zona d'identificazione della difesa aerea del Giappone (ADIZ). Secondo i militari sudcoreani, questo è stato il volo più lungo di un missile di questo tipo della Corea democratica. Dall'inizio dell'anno, la Corea democratica è al centro dell'attenzione internazionale per i suoi test missilistici. Il test nucleare di Pyongyang a gennaio e il lancio di un missile a lungo raggio a febbraio hanno determinato l'inasprimento delle sanzioni contro la Corea democratica, con una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adottata a marzo.

La RPDC Lancia missili da sottomarini, mentre iniziano le manovre USA-Corea del sud
Xinhua 24/08/2016

La Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC) testava il lancio di un missile balistico da sottomarino, al largo delle coste orientali, in un momento di acute tensioni nella penisola coreana dall'inizio delle manovre annuali di Corea del Sud e Stati Uniti, dichiaravano i militari Seoul.
Un funzionario del ministero della Difesa della Corea del Sud ha detto a Xinhua che la Corea democratica a testato un missile balistico lanciato da sottomarini (SLBM) alle 5:30 locali (2030 GMT) al largo della città costiera orientale di Sinpo, nella provincia di Sud Hamgyeong. Il funzionario ha detto che la tecnologia SLBM della Corea democratica sembrava essere avanzata rispetto ai precedenti lanci, dato che il missile ha volato per circa 500 chilometri. I militari di Seoul presumibilmente considerano un volo di oltre 300 km di distanza un successo. E' stato il volo più lungo di tutti i test di lancio di SLBM della Corea democratica. Il lancio avveniva due giorni dopo che Seoul e Washington avvivano le manovre annuali congiunte dal nome in codice Ulchi Freedom Guardian (UFG). Pyongyang considera le esercitazioni una prova generale per l'invasione del Nord, mentre i due alleati affermano essere di natura difensiva.
Il funzionario del ministero della difesa di Seoul ha detto che il lancio è una dimostrazione di forza della Corea democratica ed aumentare le tensioni militari nella penisola coreana con la scusa delle esercitazioni militari congiunte Corea del Sud-Stati Uniti. Le manovre UFG simulate al computer dovevano svolgersi il 26 agosto, ma l'intensificarsi delle tensioni nella regione hanno spinto Seoul e Washington alla decisione unilaterale di luglio di schierare una batteria Terminal High Altitude Area Defense (THAAD) nel sud-est della Corea del Sud dalla fine del prossimo anno.
Le manovre Corea del Sud – USA di quest'anno adottano il cosiddetto piano operativo 5015, uno scenario bellico di risposta congiunta firmato nel giugno del 2015 da Corea del Sud e Stati Uniti. L'OPLAN 5015 comporta un attacco preventivo di Stati Uniti e Corea del Sud contro la Corea democratica, aumentando la possibilità di conflitti militari nella penisola.

Traduzione di Alessandro Lattanzio
SitoAurora - AuroraSito

Le tante guerre dei Clinton che generarono Daesh

E’ come Mister Hide che dà del criminale a Jack lo squartatore. Il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati uniti, Jeb Bush, fratello di George W., ha attaccato la candidata democratica alla presidenza Hillary Clinton ritenendola corresponsabile della crescita del sedicente Stato islamico (Daesh) per la sua gestione del dossier iracheno quand’era segretaria di Stato del presidente Obama: la colpa di Obama-Clinton sarebbe stata di aver fatto partire le truppe statunitensi dall’Iraq, ignorando la minaccia Daesh.

In realtà, H. Clinton è piuttosto responsabile (con tanti altri) per aver appoggiato tre guerre che hanno praticamente generato Daesh e tutti i suoi alleati che stanno distruggendo Medioriente e Africa. Tre guerre, un triangolo
infernale.

Iraq 2003. H. Clinton votò a favore della guerra di Bush. L’invasione portò alla crescita di gruppi jihadisti. Le prigioni statunitensi in Iraq, in particolare Camp Bucca, furono la palestra nella quale jihadisti si conobbero, fecero proseliti e si organizzarono per le lotte future per il califfato.

Libia 2011. Il tristo esultare della Clinton davanti al linciaggio e alla morte di Muammar Gheddafi, quel suo «we came, we saw, he died» è solo la sguaiata punta dell’iceberg: dal febbraio 2011, in Libia, i paesi occidentali e del Golfo hanno collaborato dal cielo (bombardamenti Nato) e a terra (servizi segreti e corpi speciali) con i “ribelli” libici, fra i quali note forze qaediste.

Siria 2011-oggi. Dopo la caduta e uccisione del leader Muammar Gheddafi, la Libia è diventata un’incubatrice di terroristi anche da esportazione, verso la Siria e l’Africa subsahariana. Una rete clandestina è stata autorizzata nel 2012, per canalizzare armi e munizioni dalla Libia alla Siria attraverso la frontiera turca.

E gli Usa hanno deliberatamente aiutato la crescita di Daesh per anni: un documento dell’Agenzia di intelligence del Pentagono datato 12 agosto 2012, desecretato il 18 maggio 2015 per iniziativa del gruppo conservatore «Judicial Watch», fin dal 2012 i paesi occidentali, con Turchia e Stati del Golfo, spiega che le forze siriane di opposizione intendevano «stabilire un principato salafita nella Siria orientale, e ciò è esattamente ciò che vogliono le potenze che sostengono l’opposizione, per isolare il regime siriano, retrovia strategica dell’espansione sciita (Iraq e Iran)». Un generale statunitense ammette che gli Usa lo stesso hanno sostenuto i cosiddetti ribelli pur sapendo che salafiti e al qaeda erano fra le forze dominanti.

Nella coppia Clinton, il caro marito Bill peraltro non fu da meno: durante la sua presidenza condusse la guerra della Nato, priva di consenso Onu, contro la Serbia (oltre a bombardamenti isolate su Sudan, Afghanistan e Iraq). In precedenza, Clinton governatore dell’Arkansas aveva chiuso non solo due occhi ma orecchie e naso sulle operazioni di sostegno ai fascisti della Contra in Nicaragua, contro i sandinisti. E va anche detto che il primo riconoscimento ufficiale della nozione di «Stati canaglia» (da colpire militarmente o con sanzioni) risale al Missile Defense Act del 1999. Durante la sua presidenza.

Marinella Correggia

La guerra dei droni

Uno straordinario documento che non vedrete mai sulle tv italiane. Attraverso un vasto lavoro di ricerca RT ha documentato la barbarie e l’impunità che si nasconde dietro l’uso dei droni. Pilotati da migliaia di chilometri di distanza, sono artefici dell’uccisione di migliaia di innocenti, soprattutto in Afghanistan e Pakistan. È di pochi giorni fa il rapporto ONU secondo cui all’Afganistan, nel 2016, spetta il triste primato del maggior numero di civili e di bambini uccisi.


Italia in guerra senza il consenso del parlamento



Mario Albanesi: "F-35, il tacchino volante"


Pubblicato il 02 ago 2016
Il governo italiano ha cominciato a pagare a rate parte dell’enorme somma dell’acquisto degli F-35, un aereo che il progettista dell’F.16 in dotazione alla aeronautica militare degli Stati Uniti ha definito in gergo avionico un “Tacchino”.

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