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La VOCE 2005

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La VOCE ANNO XXII N°9

maggio 2020

PAGINA D         - 36

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segue da pag.35: caratteristiche, origini ed effetti del nuovo coronavirus. fare, e che si dia credito alle persone che in questo ambito hanno competenza, anziché affidarsi a personaggi che sono essenzialmente dei politici e la competenza non ce l'hanno. detto questo auguriamoci che tutto vada per il meglio: ti ringrazio per questa bella e lunga intervista. speriamo che sia utile a tanti e magari ci sentiamo in un prossimo futuro per fare il punto quando le cose andranno meglio. testo tratto dall’intervista al dott. ernesto #burgio, pediatra e ricercatore, esperto di epigenetica e biologia molecolare. presidente del comitato scientifico della società italiana di medicina ambientale e membro del consiglio scientifico dell’istituto di ricerca sul cancro e ambiente di bruxelles. l’intervista integrale di francesco paolo caputo è del 05/04/2020 e può essere vista qui: https://www.lacittafutura.it/. --- https://www.lacittafutura.it/. l’henry reeve, il fiore all’occhiello dell’internazionalismo solidale cubano. il contingente internazionale di medici specializzati in situazioni di disastro e gravi epidemie e la scuola latino-americana di medicina in prima linea nella lotta al nuovo coronavirus, anche in italia. di tommaso destefanis, su la città futura del 18/04/2020. nella notte del 22 marzo, all'aeroporto di milano ormai vuoto è atterrato un aereo cubano pieno di materiale medico e di coraggiosi operatori sanitari che, spinti da un grande senso solidaristico, hanno deciso di portare in italia il loro prezioso contributo in questo difficile momento di crisi legato al covid-19. è la brigata henry reeve, il cui nome completo è “contingente internacional de médicos especializados en situaciones de desastres y graves epidemias”, famosa per essere intervenuta dove poche altre squadre hanno avuto il coraggio di farlo. la squadra è composta da 63 medici, virologi e operatori che vantano una lunghissima esperienza internazionale per ciò che concerne crisi, epidemie e situazioni di estrema emergenza. nonostante sia formata esclusivamente da operatori cubani, l’ironia vuole che la squadra porti il nome di un famoso cittadino americano, henry reeve. quest’ultimo nacque a new york nel 1850 e morì a soli ventisei anni, sparandosi prima di venire catturato dagli spagnoli a matanzas (cuba). reeve giocò un ruolo chiave nella prima guerra d’indipendenza cubana, tra il 1868 e il 1878, preferendo addirittura la morte ad uno stato di subordinazione ai colonialisti spagnoli. antischiavista e profondamente internazionalista, in uno dei suoi scritti sostenne di provenire da ogni paese in cui si muore e in cui c’è sofferenza. per questo, il 19 settembre 2005, fidel castro intitolò a lui la creazione di questo team di specialisti da inviare ovunque nel mondo si debba affrontare un grave periodo di crisi. dal 2005 ad oggi, l’avana ha partecipato a numerose missioni umanitarie in tutto il mondo, organizzando e gestendo i lavori di soccorso con grande professionalità. l’intervento più noto dell’henry reeve fu senza dubbio quello del 2014 in guinea, liberia e sierra leone per la gestione e il contenimento del virus ebola. sul continente africano infatti, quell’anno arrivarono circa 500 medici e virologi ultra-specializzati nel trattamento di quella malattia. un altro caso emblematico fu quello di haiti, prima pandemia moderna di colera su larga scala, dove la letale combinazione di terremoti e virus mieté centinaia di migliaia di vittime. ad haiti, guidati dall’henry reeve, gli operatori cubani presenti erano circa seimila. oltre a questi due macroscopici esempi, il team in questione si è distinto anche in altri eroici episodi. tra i tanti, è doveroso ricordare il disastro delle piogge torrenziali provocate dalla tempesta “stan” in america centrale e il terremoto del kashmir nel 2005. attualmente cuba coopera con la w.h.o. (oms) e con 66 paesi, mandando all’estero 50.731 operatori di cui più della metà donne. tra questi, 25.412 sono medici. non è quindi un caso che l’avana si sia guadagnata l’appellativo di first responder quando si tratta di concreta solidarietà internazionale. per avere un quadro più completo, è sufficiente considerare che la repubblica cubana, in totale, ha partecipato e promosso circa 595.482 missioni umanitarie in 158 paesi del mondo. sotto le armature di cotone bianco, negli operatori cubani scorre uno spirito umanista e internazionalista molto fervente, caratteristica che, tra le altre cose, ha anche portato alla fondazione dell’elam (escuela latino-americana de medicina). questa struttura universitaria internazionale è attiva da molti anni nella periferia de l’avana, e conta oltre 18.000 studenti da 93 paesi del mondo. la scuola permette di frequentare le lezioni in quattro lingue diverse e di ottenere una laurea in medicina, con successive specializzazioni, in maniera totalmente gratuita. internazionalismo medico solidale, è così che castro lo volle immaginare. egli infatti decise di fare della sanità una delle colonne portanti del socialismo cubano e, avendola combinata ad uno spiccato senso intercomunitario, rese cuba una delle potenze medico-sanitarie più attive del secondo dopoguerra. in questo senso, la solidarietà internazionale cubana trova la sua realizzazione nella massima di josé martì, uomo simbolo della storia rivoluzionaria cubana, che scrisse che la sua patria fosse l’umanità intera e che fare fosse il miglior modo per dire. dal 22 marzo 2020, il mondo e l’italia ne sono un’altra volta testimoni. fonti: el internacionalismo, la flor más hermosa de la revolución cubana la sanità (archivio associazione italia-cuba). cuba leads fight against ebola in africa as west frets about border security. our world in data. salute e sanità a cuba (i parte). cuban. doctor. ebola survivor. cuba (sito dell’oms). l'evoluzione della situazione internazionale e l'impatto dell'epidemia di ângelo alves, commissione politica del partito comunista portoghese (pcp). da http://www.solidnet.org. traduzione di mauro gemma per marx21.it. il partito comunista portoghese esprime la sua solidarietà a tutti i popoli che stanno affrontando le gravi conseguenze dello scoppio del nuovo coronavirus che colpisce la stragrande maggioranza dei paesi del mondo. lo sviluppo dell'epidemia su scala globale e le sue ripercussioni - in particolare nei paesi capitalisti più sviluppati - dimostrano tragicamente le conseguenze di decenni di politiche di
privatizzazione e di smantellamento dei servizi pubblici, in particolare dei servizi sanitari; del continuo e crescente attacco ai diritti sociali dei lavoratori; e dell'alienazione di strumenti statali che garantiscano funzioni e protezione sociali, diritti fondamentali e produzione di beni e prodotti essenziali per la vita e la protezione delle popolazioni. ciò che è ancora più evidente oggi è l'incapacità del sistema capitalista, caratterizzato dall'anarchia della produzione e dalla sottomissione alla logica dell'accumulazione, di garantire diritti fondamentali come il diritto alla salute. riconoscendo gli impatti diretti e indiretti delle necessarie misure di prevenzione e contenimento, il pcp sottolinea che si verificano in un contesto in cui erano già in fase di sviluppo elementi che indicavano un nuovo picco di crisi sul piano economico. l'epidemia ha rivelato, accelerato e approfondito ancora di più le gravi contraddizioni, i gravi problemi e la crisi strutturale del capitalismo che il pcp aveva da tempo individuato nell'evoluzione della situazione internazionale. gli eventi recenti dimostrano la fragilità e la volatilità della situazione economica globale; l'incapacità della maggior parte degli stati capitalisti di fornire risposte rapide, di grande portata e capacità organizzativa, a una situazione come questa; e le conseguenze di un'economia dominata dal grande capitale, in particolare dal capitale finanziario, che utilizza eventi come questo per cercare di approfondire lo sfruttamento e compiere grandi manovre di speculazione e accumulazione. contrariamente a quanto sostenuto dalla propaganda che cerca di nascondere le enormi contraddizioni di classe nell'impatto di covid-19, la realtà mostra che le sue conseguenze non raggiungono tutti allo stesso modo. al contrario, le contraddizioni e le enormi disparità che caratterizzano il mondo capitalista si stanno manifestando drammaticamente nello sviluppo dell'epidemia virale. sono i lavoratori, in particolare i lavoratori più esposti alla deregolamentazione delle relazioni industriali, che sono le vittime dei licenziamenti, dei tagli ai salari e della disoccupazione di massa - che secondo l'oil potrebbero colpire quasi duecento milioni di lavoratori. e molti milioni di lavoratori continuano a lavorare vedendosi negare mezzi e misure per proteggere la loro salute. sono gli strati sociali più colpiti dall'esclusione sociale generata dal capitalismo, che privati di ​​diritti di base come lavoro, alloggio e protezione sociale, vedono ora negato l'accesso alla protezione, all’igiene e all’assistenza sanitaria, in particolare nei paesi in cui lo smantellamento dei servizi sanitari pubblici è andato più lontano, trovandosi letteralmente abbandonati, anche nella morte. sono i popoli dei paesi del cosiddetto "terzo mondo" ad essere maggiormente esposti alla povertà, alla malnutrizione e alla mancanza persino di assistenza sanitaria e di meccanismi di protezione sociale. in presenza dell'epidemia, gli obiettivi delle principali potenze e delle strutture dell'imperialismo per sfruttare la situazione a beneficio della loro strategia, si stanno traducendo, se non saranno contrastati, in un peggioramento dello sfruttamento dei lavoratori, nell’aumento esponenziale della povertà, in un maggiore indebitamento degli stati con economie più deboli, in livelli ancora più insostenibili di concentrazione del capitale e disuguaglianza, e in un deterioramento ancora più pericoloso della già molto instabile e pericolosa situazione internazionale. sul piano del lavoro, sono già visibili nuovi attacchi ai diritti e ai salari dei lavoratori, all’imposizione di una deregolamentazione ancora maggiore delle relazioni industriali, in particolare attraverso l'uso della disoccupazione e la strumentalizzazione delle nuove tecnologie come fattori che comprimono diritti e salari. la lotta contro il virus viene utilizzata per l'imposizione e la "normalizzazione" di misure che minano i diritti, le libertà e le garanzie, per attaccare la democrazia e l'azione delle organizzazioni sociali, dei lavoratori e politiche, e per l'imposizione di misure di sicurezza, di controllo e monitoraggio della vita sociale. il pcp mette in guardia sulle conseguenze future dell'imposizione, da parte di strutture internazionali dominate dalle potenze capitaliste, come il fmi, di meccanismi di indebitamento nei confronti di stati con maggiori carenze economiche. tali programmi, sempre associati alla domanda di privatizzazione dei servizi pubblici e all'esaurimento delle risorse naturali, mirano a stabilire contesti di dipendenza che cercano di rafforzare il potere di queste istituzioni e delle potenze e degli interessi che le dirigono. il pcp ribadisce la sua profonda critica alle azioni dell'unione europea, caratterizzate da una forte mancanza di solidarietà, in assenza di misure che sostengano efficacemente gli stati e i popoli nella lotta contro l'epidemia. le misure finora note e quelle previste al consiglio europeo confermano la sottomissione ai dettami delle grandi potenze, proteggono gli interessi dei loro gruppi economici e del capitale finanziario e non solo non rispondono, ma sono contrarie alle esigenze che si pongono. è chiaro che un paese come il portogallo può aspettarsi solo nuove linee di indebitamento e dipendenza dall'unione europea che, prima o poi, porteranno a nuove imposizioni, vincoli e ricatti che il portogallo già conosce. ciò che è ancora più evidente è che il portogallo deve recuperare gli strumenti di sovranità ai livelli economici e monetari fondamentali per affrontare la situazione attuale. la straordinaria complessità della situazione attuale richiede solidarietà e cooperazione. l'azione di solidarietà e cooperazione condotta da paesi come la cina e cuba, tra gli altri, contrasta con il posizionamento delle principali potenze capitaliste, con le autentiche guerre commerciali e di pirateria tra gli stati dell'ue e gli usa e con l'intensificazione della strategia di intervento imperialista, di confronto e di aggressione. il pcp denuncia le campagne di disinformazione che mirano a rendere la repubblica popolare cinese responsabile dell'epidemia e a mettere in discussione la sua riconosciuta capacità di combattere il nuovo coronavirus. l'azione diffamatoria è tanto più intensa in quanto il contrasto tra la cina e le principali potenze capitaliste è sempre più visibile nella risposta in termini di salute pubblica e azioni concrete di solidarietà e cooperazione. la solidarietà è tanto più importante in quanto questo è stato il primo paese soggetto al compito erculeo di identificare, affrontare e combattere il nuovo coronavirus, condividendo con il resto del mondo mezzi, materiali, informazioni e conoscenze scientifiche. le dichiarazioni irresponsabili e provocatorie della amministrazione trump rappresentano, non solo accuse infondate, ma anche ulteriori fattori di tensione nella situazione internazionale e ulteriori prove di mancanza di rispetto per il diritto internazionale, evidenti nella decisione degli stati uniti di non rispettare i propri obblighi nel finanziamento dell'organizzazione mondiale della sanità. è sempre più chiaro che l'azione dell'imperialismo americano, alle prese con profonde contraddizioni, rivalità e gravi problemi, cerca in tutti i modi di distogliere l'attenzione dalla complessa situazione interna degli stati uniti, adottando una posizione sempre più aggressiva nei confronti di diversi paesi del mondo. in questo senso, il pcp denuncia la continuazione di azioni di provocazione e aggressione imperialiste, di cui sono esempi più recenti le minacce contro la cina, l'azione continua di destabilizzazione e interferenza nel medio oriente e l'insieme di decisioni e cospirazioni che minacciano un'aggressione militare contro il venezuela. il rispetto dei diritti dei popoli, del diritto internazionale e della sovranità degli stati, sanciti dalla costituzione della repubblica portoghese e dalla carta delle nazioni unite, devono costituire elementi centrali della politica estera portoghese, invertendo una linea di collaborazione e sottomissione del governo portoghese alla strategia aggressiva dell'imperialismo, in particolare dell'amministrazione trump. tra le altre misure, il pcp ritiene che il governo portoghese dovrebbe compiere sforzi, segnatamente nell'ambito delle nazioni unite, per: - la fine immediata e incondizionata delle sanzioni economiche e finanziarie contro gli stati sovrani, in particolare contro cuba, venezuela, iran, siria e altri paesi; - la fine immediata e incondizionata di tutte le aggressioni, occupazioni e manovre di interferenza contro gli stati sovrani, nel rispetto dell'integrità territoriale e della sovranità degli stati; - l'istituzione di un protocollo di cooperazione internazionale, sotto l'egida delle nazioni unite, per la condivisione di informazioni e conoscenze scientifiche e di risorse mediche, tecnologiche e farmaceutiche, che tra gli altri obiettivi sia finalizzato alla produzione pubblica e alla commercializzazione, senza proprietà intellettuali, di vaccini e medicinali per combattere il covid-19; ..segue ./.
Segue da Pag.35: Caratteristiche, origini ed effetti del nuovo Coronavirus

fare, e che si dia credito alle persone che in questo ambito hanno competenza, anziché affidarsi a personaggi che sono essenzialmente dei politici e la competenza non ce l'hanno.

Detto questo auguriamoci che tutto vada per il meglio: ti ringrazio per questa bella e lunga intervista. Speriamo che sia utile a tanti e magari ci sentiamo in un prossimo futuro per fare il punto quando le cose andranno meglio. 

Testo tratto dall’intervista al Dott. Ernesto #Burgio, pediatra e ricercatore, esperto di epigenetica e biologia molecolare. Presidente del comitato scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale e membro del consiglio scientifico dell’Istituto di Ricerca sul Cancro e Ambiente di Bruxelles.
L’intervista integrale di Francesco Paolo Caputo è del 05/04/2020 e può essere vista 
qui:  https://www.lacittafutura.it/



--- https://www.lacittafutura.it/


L’Henry Reeve, il fiore all’occhiello dell’internazionalismo solidale cubano 

Il Contingente internazionale di medici specializzati in situazioni di disastro e gravi epidemie e la Scuola latino-americana di medicina in prima linea nella lotta al nuovo Coronavirus, anche in Italia.

di Tommaso Destefanis, su La Città Futura del 18/04/2020



Nella notte del 22 marzo, all'aeroporto di Milano ormai vuoto è atterrato un aereo cubano pieno di materiale medico e di coraggiosi operatori sanitari che, spinti da un grande senso solidaristico, hanno deciso di portare in Italia il loro prezioso contributo in questo difficile momento di crisi legato al Covid-19.

È la brigata Henry Reeve, il cui nome completo è “Contingente Internacional de Médicos Especializados en Situaciones de Desastres y Graves Epidemias”, famosa per essere intervenuta dove poche altre squadre hanno avuto il coraggio di farlo. La squadra è composta da 63 medici, virologi e operatori che vantano una lunghissima esperienza internazionale per ciò che concerne crisi, epidemie e situazioni di estrema emergenza. 

Nonostante sia formata esclusivamente da operatori cubani, l’ironia vuole che la squadra porti il nome di un famoso cittadino americano, Henry Reeve. Quest’ultimo nacque a New York nel 1850 e morì a soli ventisei anni, sparandosi prima di venire catturato dagli spagnoli a Matanzas (Cuba). Reeve giocò un ruolo chiave nella prima guerra d’indipendenza cubana, tra il 1868 e il 1878, preferendo addirittura la morte ad uno stato di subordinazione ai colonialisti spagnoli. Antischiavista e profondamente internazionalista, in uno dei suoi scritti sostenne di provenire da ogni Paese in cui si muore e in cui c’è sofferenza. Per questo, il 19 settembre 2005, Fidel Castro intitolò a lui la creazione di questo team di specialisti da inviare ovunque nel mondo si debba affrontare un grave periodo di crisi. 

Dal 2005 ad oggi, L’Avana ha partecipato a numerose missioni umanitarie in tutto il mondo, organizzando e gestendo i lavori di soccorso con grande professionalità. L’intervento più noto dell’Henry Reeve fu senza dubbio quello del 2014 in GuineaLiberia Sierra Leone per la gestione e il contenimento del virus Ebola. Sul continente africano infatti, quell’anno arrivarono circa 500 medici e virologi ultra-specializzati nel trattamento di quella malattia. Un altro caso emblematico fu quello di Haiti, prima pandemia moderna di colera su larga scala, dove la letale combinazione di terremoti e virus mieté centinaia di migliaia di vittime. Ad Haiti, guidati dall’Henry Reeve, gli operatori cubani presenti erano circa seimila. 

Oltre a questi due macroscopici esempi, il team in questione si è distinto anche in altri eroici episodi. Tra i tanti, è doveroso ricordare il disastro delle piogge torrenziali provocate dalla tempesta “Stan” in America centrale e il terremoto del Kashmir nel 2005. Attualmente Cuba coopera con la W.H.O. (Oms) e con 66 paesi, mandando all’estero 50.731 operatori di cui più della metà donne. Tra questi, 25.412 sono medici. Non è quindi un caso che L’Avana si sia guadagnata l’appellativo di first responder quando si tratta di concreta solidarietà internazionalePer avere un quadro più completo, è sufficiente considerare che la Repubblica Cubana, in totale, ha partecipato e promosso circa 595.482 missioni umanitarie in 158 paesi del mondo.

Sotto le armature di cotone bianco, negli operatori cubani scorre uno spirito umanista e internazionalista molto fervente, caratteristica che, tra le altre cose, ha anche portato alla fondazione dell’ELAM (Escuela Latino-americana de Medicina). Questa struttura universitaria internazionale è attiva da molti anni nella periferia de L’Avana, e conta oltre 18.000 studenti da 93 paesi del mondo. La scuola permette di frequentare le lezioni in quattro lingue diverse e di ottenere una laurea in medicina, con successive specializzazioni, in maniera totalmente gratuita. 

Internazionalismo medico solidale, è così che Castro lo volle immaginare. Egli infatti decise di fare della sanità una delle colonne portanti del socialismo cubano e, avendola combinata ad uno spiccato senso intercomunitario, rese Cuba una delle potenze medico-sanitarie più attive del secondo dopoguerra.

In questo senso, la solidarietà internazionale cubana trova la sua realizzazione nella massima di José Martì, uomo simbolo della storia rivoluzionaria cubana, che scrisse che la sua patria fosse l’umanità intera e che fare fosse il miglior modo per dire.

Dal 22 Marzo 2020, il mondo e l’Italia ne sono un’altra volta testimoni. 



Fonti:


L'evoluzione della situazione internazionale e l'impatto dell'epidemia

di Ângelo Alves, Commissione Politica del Partito Comunista Portoghese (PCP)

da http://www.solidnet.org

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Il Partito Comunista Portoghese esprime la sua solidarietà a tutti i popoli che stanno affrontando le gravi conseguenze dello scoppio del nuovo coronavirus che colpisce la stragrande maggioranza dei paesi del mondo.

Lo sviluppo dell'epidemia su scala globale e le sue ripercussioni - in particolare nei paesi capitalisti più sviluppati - dimostrano tragicamente le conseguenze di decenni di politiche di
privatizzazione e di smantellamento dei servizi pubblici, in particolare dei servizi sanitari; del continuo e crescente attacco ai diritti sociali dei lavoratori; e dell'alienazione di strumenti statali che garantiscano funzioni e protezione sociali, diritti fondamentali e produzione di beni e prodotti essenziali per la vita e la protezione delle popolazioni.

Ciò che è ancora più evidente oggi è l'incapacità del sistema capitalista, caratterizzato dall'anarchia della produzione e dalla sottomissione alla logica dell'accumulazione, di garantire diritti fondamentali come il diritto alla salute.

Riconoscendo gli impatti diretti e indiretti delle necessarie misure di prevenzione e contenimento, il PCP sottolinea che si verificano in un contesto in cui erano già in fase di sviluppo elementi che indicavano un nuovo picco di crisi sul piano economico.

L'epidemia ha rivelato, accelerato e approfondito ancora di più le gravi contraddizioni, i gravi problemi e la crisi strutturale del capitalismo che il PCP aveva da tempo individuato nell'evoluzione della situazione internazionale.

Gli eventi recenti dimostrano la fragilità e la volatilità della situazione economica globale; l'incapacità della maggior parte degli stati capitalisti di fornire risposte rapide, di grande portata e capacità organizzativa, a una situazione come questa; e le conseguenze di un'economia dominata dal grande capitale, in particolare dal capitale finanziario, che utilizza eventi come questo per cercare di approfondire lo sfruttamento e compiere grandi manovre di speculazione e accumulazione.

Contrariamente a quanto sostenuto dalla propaganda che cerca di nascondere le enormi contraddizioni di classe nell'impatto di Covid-19, la realtà mostra che le sue conseguenze non raggiungono tutti allo stesso modo.

Al contrario, le contraddizioni e le enormi disparità che caratterizzano il mondo capitalista si stanno manifestando drammaticamente nello sviluppo dell'epidemia virale.

Sono i lavoratori, in particolare i lavoratori più esposti alla deregolamentazione delle relazioni industriali, che sono le vittime dei licenziamenti, dei tagli ai salari e della disoccupazione di massa - che secondo l'OIL potrebbero colpire quasi duecento milioni di lavoratori. E molti milioni di lavoratori continuano a lavorare vedendosi negare mezzi e misure per proteggere la loro salute.

Sono gli strati sociali più colpiti dall'esclusione sociale generata dal capitalismo, che privati di ​​diritti di base come lavoro, alloggio e protezione sociale, vedono ora negato l'accesso alla protezione, all’igiene e all’assistenza sanitaria, in particolare nei paesi in cui lo smantellamento dei servizi sanitari pubblici è andato più lontano, trovandosi letteralmente abbandonati, anche nella morte.

Sono i popoli dei paesi del cosiddetto "terzo mondo" ad essere maggiormente esposti alla povertà, alla malnutrizione e alla mancanza persino di assistenza sanitaria e di meccanismi di protezione sociale.

In presenza dell'epidemia, gli obiettivi delle principali potenze e delle strutture dell'imperialismo per sfruttare la situazione a beneficio della loro strategia, si stanno traducendo, se non saranno contrastati, in un peggioramento dello sfruttamento dei lavoratori, nell’aumento esponenziale della povertà, in un maggiore indebitamento degli Stati con economie più deboli, in livelli ancora più insostenibili di concentrazione del capitale e disuguaglianza, e in un deterioramento ancora più pericoloso della già molto instabile e pericolosa situazione internazionale.

Sul piano del lavoro, sono già visibili nuovi attacchi ai diritti e ai salari dei lavoratori, all’imposizione di una deregolamentazione ancora maggiore delle relazioni industriali, in particolare attraverso l'uso della disoccupazione e la strumentalizzazione delle nuove tecnologie come fattori che comprimono diritti e salari.

La lotta contro il virus viene utilizzata per l'imposizione e la "normalizzazione" di misure che minano i diritti, le libertà e le garanzie, per attaccare la democrazia e l'azione delle organizzazioni sociali, dei lavoratori e politiche, e per l'imposizione di misure di sicurezza, di controllo e monitoraggio della vita sociale.

Il PCP mette in guardia sulle conseguenze future dell'imposizione, da parte di strutture internazionali dominate dalle potenze capitaliste, come il FMI, di meccanismi di indebitamento nei confronti di Stati con maggiori carenze economiche. Tali programmi, sempre associati alla domanda di privatizzazione dei servizi pubblici e all'esaurimento delle risorse naturali, mirano a stabilire contesti di dipendenza che cercano di rafforzare il potere di queste istituzioni e delle potenze e degli interessi che le dirigono.

Il PCP ribadisce la sua profonda critica alle azioni dell'Unione europea, caratterizzate da una forte mancanza di solidarietà, in assenza di misure che sostengano efficacemente gli Stati e i popoli nella lotta contro l'epidemia.

Le misure finora note e quelle previste al Consiglio europeo confermano la sottomissione ai dettami delle grandi potenze, proteggono gli interessi dei loro gruppi economici e del capitale finanziario e non solo non rispondono, ma sono contrarie alle esigenze che si pongono.

È chiaro che un paese come il Portogallo può aspettarsi solo nuove linee di indebitamento e dipendenza dall'Unione Europea che, prima o poi, porteranno a nuove imposizioni, vincoli e ricatti che il Portogallo già conosce. Ciò che è ancora più evidente è che il Portogallo deve recuperare gli strumenti di sovranità ai livelli economici e monetari fondamentali per affrontare la situazione attuale.

La straordinaria complessità della situazione attuale richiede solidarietà e cooperazione.

L'azione di solidarietà e cooperazione condotta da paesi come la Cina e Cuba, tra gli altri, contrasta con il posizionamento delle principali potenze capitaliste, con le autentiche guerre commerciali e di pirateria tra gli Stati dell'UE e gli USA e con l'intensificazione della strategia di intervento imperialista, di confronto e di aggressione.

Il PCP denuncia le campagne di disinformazione che mirano a rendere la Repubblica Popolare Cinese responsabile dell'epidemia e a mettere in discussione la sua riconosciuta capacità di combattere il nuovo coronavirus. L'azione diffamatoria è tanto più intensa in quanto il contrasto tra la Cina e le principali potenze capitaliste è sempre più visibile nella risposta in termini di salute pubblica e azioni concrete di solidarietà e cooperazione. La solidarietà è tanto più importante in quanto questo è stato il primo paese soggetto al compito erculeo di identificare, affrontare e combattere il nuovo coronavirus, condividendo con il resto del mondo mezzi, materiali, informazioni e conoscenze scientifiche.

Le dichiarazioni irresponsabili e provocatorie della Amministrazione Trump rappresentano, non solo accuse infondate, ma anche ulteriori fattori di tensione nella situazione internazionale e ulteriori prove di mancanza di rispetto per il diritto internazionale, evidenti nella decisione degli Stati Uniti di non rispettare i propri obblighi nel finanziamento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

È sempre più chiaro che l'azione dell'imperialismo americano, alle prese con profonde contraddizioni, rivalità e gravi problemi, cerca in tutti i modi di distogliere l'attenzione dalla complessa situazione interna degli Stati Uniti, adottando una posizione sempre più aggressiva nei confronti di diversi paesi del mondo.

In questo senso, il PCP denuncia la continuazione di azioni di provocazione e aggressione imperialiste, di cui sono esempi più recenti le minacce contro la Cina, l'azione continua di destabilizzazione e interferenza nel Medio Oriente e l'insieme di decisioni e cospirazioni che minacciano un'aggressione militare contro il Venezuela.

Il rispetto dei diritti dei popoli, del diritto internazionale e della sovranità degli Stati, sanciti dalla Costituzione della Repubblica Portoghese e dalla Carta delle Nazioni Unite, devono costituire elementi centrali della politica estera portoghese, invertendo una linea di collaborazione e sottomissione del governo portoghese alla strategia aggressiva dell'imperialismo, in particolare dell'amministrazione Trump.

Tra le altre misure, il PCP ritiene che il governo portoghese dovrebbe compiere sforzi, segnatamente nell'ambito delle Nazioni Unite, per:

- la fine immediata e incondizionata delle sanzioni economiche e finanziarie contro gli Stati sovrani, in particolare contro Cuba, Venezuela, Iran, Siria e altri paesi;

- la fine immediata e incondizionata di tutte le aggressioni, occupazioni e manovre di interferenza contro gli Stati sovrani, nel rispetto dell'integrità territoriale e della sovranità degli stati;

- l'istituzione di un protocollo di cooperazione internazionale, sotto l'egida delle Nazioni Unite, per la condivisione di informazioni e conoscenze scientifiche e di risorse mediche, tecnologiche e farmaceutiche, che tra gli altri obiettivi sia finalizzato alla produzione pubblica e alla commercializzazione, senza proprietà intellettuali, di vaccini e medicinali per combattere il Covid-19;

..segue ./.

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