Last name:

 La VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA   ARTE 

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE 2005

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  


GIÙ

SU


La VOCE ANNO XXII N°9

maggio 2020

PAGINA 2         - 22

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
=== 3 ===. smentite le falsità dell’occidente sulla pandemia. global times 16-04-2020 [1]. https://www.globaltimes.cn/. traduzione di andrea catone – fonte: https://www. nel bel mezzo della pandemia globale covid-19, la cina ha lavorato duramente per superare il picco dell’epidemia e la gente ha iniziato a tornare al lavoro e a riprendere la produzione. in tutto il mondo le persone, che sono ancora nella fase più difficile della loro guerra contro il virus, sperano di ricevere assistenza contro l’epidemia. eppure si sono levate alcune accuse bizzarre contro la cina. si suggerisce che “la cina ha nascosto l’estensione dell’epidemia di coronavirus” e che “la cina vede l’opportunità di espandere l’influenza globale in mezzo a una pandemia”. sono state anche rivolte alla cina ridicole richieste di risarcimento. questo tentativo di dare la colpa alla cina è stato progettato per distogliere l’attenzione dall’incapacità dei propri paesi di rispondere adeguatamente al covid-19. dobbiamo riconoscerle come offuscamenti che minano purtroppo gli sforzi dell’umanità per porre fine alla pandemia. l’istituto chongyang per gli studi finanziari della renmin university of china respinge i sei tipi di commenti tipici della situazione attuale. i. accusare la cina di nascondere il coronavirus è rovesciare la realtà. alcuni media e politici occidentali hanno sostenuto che la cina ha deliberatamente nascosto il numero di infezioni e di morti causati dall’epidemia covid-19 in cina. essi sostengono addirittura che la cina ha condiviso la disinformazione che ha portato a sottovalutare la portata dell’epidemia e quindi a ritardare la loro risposta al virus. tale retorica è dilagante in occidente, ma in sostanza è un tentativo di giustificare l’incapacità dell’occidente di combattere la pandemia. in risposta a queste dichiarazioni denigratorie la cina ha pubblicato il 6 aprile un rapporto sulla tempistica della condivisione delle informazioni sul virus da parte del paese[2]. il rapporto mostra in dettaglio come la cina abbia regolarmente condiviso le informazioni e le sue misure di prevenzione e controllo con gli stati uniti dal 3 gennaio. compresi 30 scambi in un mese. negli ultimi tre mesi, esperti americani sono stati invitati in cina per comprendere meglio la situazione. ci sono state anche intense comunicazioni, come i colloqui al vertice, la comunicazione tra i migliori diplomatici e tra le autorità sanitarie pubbliche dei due paesi. durante questo periodo, anche il presidente americano donald trump ha ripetutamente elogiato gli sforzi della cina ed ha espresso la sua gratitudine a questo paese. l’8 aprile l’organizzazione mondiale della sanità (oms) ha pubblicato un calendario delle operazioni contro il covid-19, il cui contenuto è in continuo aggiornamento. secondo la cronologia, la cina ha segnalato una serie di casi di polmonite già al 31 dicembre 2019 e ha identificato un nuovo coronavirus. il 1° gennaio 2020 l’oms si è posta in emergenza per affrontare l’epidemia. molti paesi e regioni hanno ottenuto buoni risultati grazie all’allarme preventivo dell’agenzia sanitaria delle nazioni unite e dalla cina. secondo una recente ricerca dell’università di yale, le misure di prevenzione e controllo – quali l’isolamento della città, la quarantena obbligatoria, la gestione della comunità e la limitazione delle attività all’aperto – attuate in cina dalla fine di gennaio, hanno notevolmente ridotto la trasmissione del covid-19, che è stato effettivamente messo sotto controllo a metà febbraio. al 29 febbraio, le misure di salute pubblica a livello nazionale e provinciale attuate in cina hanno efficacemente impedito più di 1,4 milioni di infezioni e fino a 56.000 decessi in tutto il paese. i risultati ottenuti dalla cina nella lotta contro il virus sono evidenti a tutti. le accuse mosse contro la gestione dell’epidemia da parte della cina sono di per sé un virus dell’informazione.
ii. la falsa accusa che la cina abbia ingannato il mondo. l’epidemia di covid-19 continua a diffondersi a livello globale, con l’europa e gli stati uniti che sono stati colpiti più duramente. il 9 aprile sono stati confermati a livello globale 1.601.302 casi, con un numero di casi negli stati uniti superiore a 460.000: 5,6 volte superiore a quello della cina. il numero di infezioni e di decessi a new york ha superato quello della cina. il tasso di mortalità legato al coronavirus di new york è maggiore che nella cinese wuhan. il numero di casi confermati nell’ue è stato di oltre 650.000, con 54.600 decessi, ovvero 16,4 volte di più che in cina. il tasso di mortalità in europa è stato dell’8,4 per cento, ovvero 2,06 volte superiore a quello cinese. il presidente degli stati uniti donald trump ha ripetutamente accusato la cina di dare informazioni fuorvianti. le persone informate possono chiaramente vedere che questa è una scusa per sottrarsi alla responsabilità della sua amministrazione per l’inettitudine della sua risposta all’epidemia. dopo aver analizzato le dichiarazioni di trump sul covid-19 dal 22 gennaio ad oggi, abbiamo scoperto che le sue dichiarazioni fatte in diverse fasi dell’epidemia mostrano la sua trasformazione da spettatore ad attore. la prima fase della trasformazione di trump va dal 22 gennaio al 25 febbraio, quando ci sono stati pochissimi casi confermati negli stati uniti. a quel tempo, i tweet di trump dicevano che gli stati uniti erano in stretto contatto e cooperazione con la cina, suggerendo che la cina stava facendo un buon lavoro. nella seconda fase, dal 26 febbraio al 9 marzo, l’epidemia ha iniziato a diffondersi negli usa e ha colpito tre importanti mercati azionari. trump ha dichiarato su twitter che il virus si stava diffondendo lentamente negli stati uniti con un tasso di mortalità ben al di sotto dell’1 per cento, e che stavano iniziando le sperimentazioni cliniche di un vaccino. nella terza fase, dal 10 al 14 marzo, quando il coronavirus ha iniziato a colpire tutti gli stati uniti, trump ha cambiato tono e ha iniziato a definire il covid-19 un “orribile flagello”. agli americani viene così consigliato di ridurre i viaggi non essenziali e viene dichiarata l’emergenza nazionale. trump dichiara che il governo federale avrebbe “scatenato tutti i poteri” per sconfiggere il virus. nella quarta fase, dal 15 al 18 marzo, il virus si è diffuso rapidamente negli stati uniti, e la posizione di trump è cambiata drasticamente. per la prima volta, ha definito pubblicamente il covid-19 un “virus cinese” e si è messo nei pasticci. nella quinta fase, dal 19 marzo ad oggi, l’epidemia negli stati uniti è fuori controllo. trump ha cominciato ad accusare la cina, a calunniare la cina per non averlo informato prima del virus e ad offrire disinformazione. ha persino accusato l’oms di essersi schierata con la cina, e si è spinto oltre per sospendere i fondi all’oms. oltre alle dichiarazioni di trump che puntavano il dito contro i fatti noti, alcuni alti funzionari statunitensi hanno anche sfidato i fatti, accusando la cina di aver fuorviato il mondo e hanno minacciato di ritenere la cina responsabile dell’epidemia. sabato 11 aprile, l’alto funzionario della sanità statunitense, il dottor anthony fauci, ha detto che la cina ha ritardato la comprensione del coronavirus da parte del mondo quando, a gennaio, ha suggerito che il virus si trasmetteva solo “da un animale a un umano”. ha detto che dopo la pandemia, le origini della disinformazione saranno indagate. i ripetuti tentativi dell’amministrazione trump di dare la colpa alla cina, di ridefinire la linea temporale, di difendere il mercato azionario statunitense e di promuovere la sua campagna di rielezione, riflettono il fatto che, di fronte a una catastrofe, trump si preoccupa più di questioni politiche che di salvare vite umane. il direttore generale dell’oms tedros adhanom ghebreyesus ha risposto alle critiche di trump senza fare nomi: “se non volete molti altri morti, allora evitate di politicizzare l’epidemia”. il candidato democratico joe biden, con un’affermazione che sembra essere più di carattere pratico che politico, ha ammonito: mentre ci prepariamo a riaprire l’america, dobbiamo ricordare ciò che questa crisi ci ha insegnato: l’incapacità dell’amministrazione di pianificare, di prepararsi, di valutare e comunicare onestamente la minaccia alla nazione ha portato a risultati catastrofici. non possiamo ripetere questi errori.

=== 3 ===



Smentite le falsità dell’Occidente sulla pandemia


Global Times 16-04-2020 [1]

https://www.globaltimes.cn/

Traduzione di Andrea Catone – fonte: https://www.



Nel bel mezzo della pandemia globale COVID-19, la Cina ha lavorato duramente per superare il picco dell’epidemia e la gente ha iniziato a tornare al lavoro e a riprendere la produzione. In tutto il mondo le persone, che sono ancora nella fase più difficile della loro guerra contro il virus, sperano di ricevere assistenza contro l’epidemia. 

Eppure si sono levate alcune accuse bizzarre contro la Cina. Si suggerisce che “la Cina ha nascosto l’estensione dell’epidemia di coronavirus” e che “la Cina vede l’opportunità di espandere l’influenza globale in mezzo a una pandemia”. Sono state anche rivolte alla Cina ridicole richieste di risarcimento. Questo tentativo di dare la colpa alla Cina è stato progettato per distogliere l’attenzione dall’incapacità dei propri Paesi di rispondere adeguatamente al COVID-19. Dobbiamo riconoscerle come offuscamenti che minano purtroppo gli sforzi dell’umanità per porre fine alla pandemia. 

L’Istituto Chongyang per gli studi finanziari della Renmin University of China respinge i sei tipi di commenti tipici della situazione attuale.

 

I. Accusare la Cina di nascondere il coronavirus è rovesciare la realtà

Alcuni media e politici occidentali hanno sostenuto che la Cina ha deliberatamente nascosto il numero di infezioni e di morti causati dall’epidemia COVID-19 in Cina. Essi sostengono addirittura che la Cina ha condiviso la disinformazione che ha portato a sottovalutare la portata dell’epidemia e quindi a ritardare la loro risposta al virus.

Tale retorica è dilagante in Occidente, ma in sostanza è un tentativo di giustificare l’incapacità dell’Occidente di combattere la pandemia. In risposta a queste dichiarazioni denigratorie la Cina ha pubblicato il 6 aprile un rapporto sulla tempistica della condivisione delle informazioni sul virus da parte del Paese[2].

Il rapporto mostra in dettaglio come la Cina abbia regolarmente condiviso le informazioni e le sue misure di prevenzione e controllo con gli Stati Uniti dal 3 gennaio. Compresi 30 scambi in un mese.

Negli ultimi tre mesi, esperti americani sono stati invitati in Cina per comprendere meglio la situazione. Ci sono state anche intense comunicazioni, come i colloqui al vertice, la comunicazione tra i migliori diplomatici e tra le autorità sanitarie pubbliche dei due Paesi. Durante questo periodo, anche il presidente americano Donald Trump ha ripetutamente elogiato gli sforzi della Cina ed ha espresso la sua gratitudine a questo Paese.

L’8 aprile l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un calendario delle operazioni contro il COVID-19, il cui contenuto è in continuo aggiornamento. Secondo la cronologia, la Cina ha segnalato una serie di casi di polmonite già al 31 dicembre 2019 e ha identificato un nuovo coronavirus. Il 1° gennaio 2020 l’OMS si è posta in emergenza per affrontare l’epidemia. Molti Paesi e regioni hanno ottenuto buoni risultati grazie all’allarme preventivo dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite e dalla Cina.

Secondo una recente ricerca dell’Università di Yale, le misure di prevenzione e controllo – quali l’isolamento della città, la quarantena obbligatoria, la gestione della comunità e la limitazione delle attività all’aperto – attuate in Cina dalla fine di gennaio, hanno notevolmente ridotto la trasmissione del COVID-19, che è stato effettivamente messo sotto controllo a metà febbraio. Al 29 febbraio, le misure di salute pubblica a livello nazionale e provinciale attuate in Cina hanno efficacemente impedito più di 1,4 milioni di infezioni e fino a 56.000 decessi in tutto il Paese.

I risultati ottenuti dalla Cina nella lotta contro il virus sono evidenti a tutti. Le accuse mosse contro la gestione dell’epidemia da parte della Cina sono di per sé un virus dell’informazione.

 

II. La falsa accusa che la Cina abbia ingannato il mondo

L’epidemia di COVID-19 continua a diffondersi a livello globale, con l’Europa e gli Stati Uniti che sono stati colpiti più duramente.

Il 9 aprile sono stati confermati a livello globale 1.601.302 casi, con un numero di casi negli Stati Uniti superiore a 460.000: 5,6 volte superiore a quello della Cina. Il numero di infezioni e di decessi a New York ha superato quello della Cina. Il tasso di mortalità legato al coronavirus di New York è maggiore che nella cinese Wuhan. Il numero di casi confermati nell’UE è stato di oltre 650.000, con 54.600 decessi, ovvero 16,4 volte di più che in Cina. Il tasso di mortalità in Europa è stato dell’8,4 per cento, ovvero 2,06 volte superiore a quello cinese.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ripetutamente accusato la Cina di dare informazioni fuorvianti. Le persone informate possono chiaramente vedere che questa è una scusa per sottrarsi alla responsabilità della sua amministrazione per l’inettitudine della sua risposta all’epidemia. Dopo aver analizzato le dichiarazioni di Trump sul COVID-19 dal 22 gennaio ad oggi, abbiamo scoperto che le sue dichiarazioni fatte in diverse fasi dell’epidemia mostrano la sua trasformazione da spettatore ad attore.

La prima fase della trasformazione di Trump va dal 22 gennaio al 25 febbraio, quando ci sono stati pochissimi casi confermati negli Stati Uniti. A quel tempo, i tweet di Trump dicevano che gli Stati Uniti erano in stretto contatto e cooperazione con la Cina, suggerendo che la Cina stava facendo un buon lavoro.

Nella seconda fasedal 26 febbraio al 9 marzo, l’epidemia ha iniziato a diffondersi negli USA e ha colpito tre importanti mercati azionari. Trump ha dichiarato su Twitter che il virus si stava diffondendo lentamente negli Stati Uniti con un tasso di mortalità ben al di sotto dell’1 per cento, e che stavano iniziando le sperimentazioni cliniche di un vaccino.

Nella terza fase, dal 10 al 14 marzo, quando il coronavirus ha iniziato a colpire tutti gli Stati Uniti, Trump ha cambiato tono e ha iniziato a definire il COVID-19 un “orribile flagello”. Agli americani viene così consigliato di ridurre i viaggi non essenziali e viene dichiarata l’emergenza nazionale. Trump dichiara che il governo federale avrebbe “scatenato tutti i poteri” per sconfiggere il virus.

Nella quarta fase, dal 15 al 18 marzo, il virus si è diffuso rapidamente negli Stati Uniti, e la posizione di Trump è cambiata drasticamente. Per la prima volta, ha definito pubblicamente il COVID-19 un “virus cinese” e si è messo nei pasticci.

Nella quinta fase, dal 19 marzo ad oggi, l’epidemia negli Stati Uniti è fuori controllo. Trump ha cominciato ad accusare la Cina, a calunniare la Cina per non averlo informato prima del virus e ad offrire disinformazione. Ha persino accusato l’OMS di essersi schierata con la Cina, e si è spinto oltre per sospendere i fondi all’OMS.

Oltre alle dichiarazioni di Trump che puntavano il dito contro i fatti noti, alcuni alti funzionari statunitensi hanno anche sfidato i fatti, accusando la Cina di aver fuorviato il mondo e hanno minacciato di ritenere la Cina responsabile dell’epidemia. Sabato 11 aprile, l’alto funzionario della sanità statunitense, il dottor Anthony Fauci, ha detto che la Cina ha ritardato la comprensione del coronavirus da parte del mondo quando, a gennaio, ha suggerito che il virus si trasmetteva solo “da un animale a un umano”. Ha detto che dopo la pandemia, le origini della disinformazione saranno indagate.

I ripetuti tentativi dell’amministrazione Trump di dare la colpa alla Cina, di ridefinire la linea temporale, di difendere il mercato azionario statunitense e di promuovere la sua campagna di rielezione, riflettono il fatto che, di fronte a una catastrofe, Trump si preoccupa più di questioni politiche che di salvare vite umane.

Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha risposto alle critiche di Trump senza fare nomi: “Se non volete molti altri morti, allora evitate di politicizzare l’epidemia”. Il candidato democratico Joe Biden, con un’affermazione che sembra essere più di carattere pratico che politico, ha ammonito:

Mentre ci prepariamo a riaprire l’America, dobbiamo ricordare ciò che questa crisi ci ha insegnato: L’incapacità dell’amministrazione di pianificare, di prepararsi, di valutare e comunicare onestamente la minaccia alla nazione ha portato a risultati catastrofici. Non possiamo ripetere questi errori.

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE 2005

 La VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA   ARTE 

Visite complessive:
Copyright - Tutti gli articoli possono essere liberamente riprodotti con obbligo di citazione della fonte.