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La VOCE 1705 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XIX N°9 | maggio 2017 | PAGINA 3 |
Welfare integrativo e opportunismoNel contratto metalmeccanici, ad esempio, con questo meccanismo, la burocrazia sindacale ha spacciato un aumento complessivo di 92 euro, di cui solo 51 in aumenti in busta paga e il resto in “altre voci”: (7,69 euro di aumento sulla previdenza, 12 sulla sanità, 13,6 di welfare, per un totale di 85 euro mensili che arrivano a 92 e qualche centesimo con la quota per il diritto alla formazione continua). Questi contributi andranno soltanto ai lavoratori che usufruiranno di tali istituti (ad es. con i fondi sanitari) o che aderiranno al fondo previdenziale Cometa. Dunque non un diritto universale, ma basato un rapporto con un fondo privato o con un fondo aziendale a cui gli operai vengono spinti ad aderire. Superfluo dire che per tutti gli altri lavoratori questi 41 euro andranno in fumo. In altre parole quote di salario si sono trasformano in servizi solo per alcuni. Lo stesso meccanismo si ripete, anche se con forme diverse in altri CCNL delle categorie private e prossimamente verrà introdotto anche nei comparti del pubblico impiego. Ma a cosa serve realmente il “welfare integrativo e aziendale”? 1) Ad aumentare lo sfruttamento della classe operaia che vede diminuire il monte salari effettivo, parzialmente rimpiazzato da una remunerazione sotto forma di “prestazioni di servizi”. 2) Ad incrementare i profitti delle aziende che possono lucrare perché il valore delle prestazioni di welfare è nettamente più alto di quanto realmente pagheranno questi pacchetti sul mercato, anche grazie alla detassazione prevista dal governo (vedi il taglio dell’IRAP dell’anno scorso che serviva proprio a finanziare la sanità). 3) A favorire i profitti delle aziende private che operano soprattutto nel settore della sanità e delle assicurazioni. La strategia è quella di sostituire il welfare universalistico pubblico con quello aziendale e privato. Si torna indietro di mezzo secolo. 4) A liquidare le tutele collettive, sostituendole con diritti individuali legati al posto di lavoro, e sottoposti a ricatto continuo. Il licenziamento a es. non comporterà solo la perdita del salario, ma anche del diritto alla salute per se stessi e per tutta la propria famiglia. 5) A dividere gli sfruttati, perché questo sistema produce una disuguaglianza tra chi vi accede e chi non vi accede, dunque ulteriori divisioni fra i lavoratori contrattualizzati e non, gli occupati e i disoccupati, e con la popolazione in generale. 6) A introdurre un sistema di fidelizzazione dei lavoratori più qualificati che l’azienda vuole mantenere finché non sono ammortizzati completamente i costi della formazione. 7) A ingrassare le burocrazie sindacali che stanno nei CdA dei fondi. Va ricordato che se il lavoratore non riesce a spendere le somme del welfare, queste finiscono automaticamente al Fondo Cometa. I vertici e le burocrazie sindacali in crisi profonda accettano il welfare aziendale e integrativo per salvaguardare la propria posizione privilegiata. A questo riguardo dobbiamo ricordare che nei paesi imperialisti la base economica dell’opportunismo sindacale e politico sta proprio nella distribuzione di una parte dei sovrapprofitti ottenuti dalla borghesia. Questa corruzione sistematica trova la sua manifestazione più chiara nell’ideologia e nella pratica dei quadri dirigenti della socialdemocrazia e dei sindacati, che sono i veicoli diretti dell’influenza borghese sul proletariato e i migliori sostegni del regime capitalistico. Ma, dopo avere formato una burocrazia sindacale collaborazionista e corrotta, l’imperialismo alla fine distrugge l’influenza di essa sopra la classe operaia, perché l’approfondimento delle contraddizioni del regime capitalistico, il peggioramento delle condizioni di esistenza delle grandi masse operaie e la disoccupazione di massa del proletariato, minano le basi del riformismo tra le masse. Da Scintilla n. 79, aprile 2017 A chi giova la tensione con la Russia?![]() In merito allirresponsabile dichiarazione del responsabile esteri di “Sinistra Italiana”, mentre è in corso la visita di Mattarella a Mosca con lo scopo dichiarato di allentare le tensioni con la Russia. La Rada ucraina (il parlamento) ha decretato la definitiva riabilitazione dei collaborazionisti hitleriani, approvando il 4 aprile scorso la legge “Sulla riabilitazione delle vittime della repressione politica” insieme alla concessione di vitalizi ai veterani dellOrganizzazione dei nazionalisti ucraini - Esercito insorgente ucraino (OUN-UPA), molto più semplicemente i collaboratori e complici dei nazisti. Il testo della legge è stato letto dalla tribuna da Yury Shukhevych, deputato della feccia nazi-fascista ucraina, che altri non è che il figlio di quel Roman Shukhevych che, per chi ne fosse alloscuro, è stato, insieme a Stepan Bandera, uno dei più feroci comandanti delle bande "repubblichine" ucraine, responsabili del massacro di decine di migliaia di partigiani e civili e dei terribili pogrom di ebrei avvenuti nella repubblica allora sovietica, sotto loccupazione di Hitler. Ce ne sarebbe abbastanza per sollevare lindignazione e la protesta di tutti gli antifascisti del nostro paese e dellEuropa intera. E invece, una settimana dopo, nel parlamento italiano, un deputato di "Sinistra Italiana - Possibile", Erasmo Palazzotto (vice presidente della Commissione esteri della Camera e responsabile esteri di SI), che di quanto avviene in Ucraina evidentemente se ne frega (anche se, vista la sua collocazione nella Commissione esteri, dovrebbe esserne ampiamente informato) e il cui “antifascismo” sembra manifestarsi a corrente alternata, diffonde una dichiarazione sulla base di fantasiose e non meglio precisate “notizie di stampa”, battendo tutti in fatto di russofobia esasperata e falsificazioni, di cui è facile capire la provenienza: quella degli stessi che anni fa presentavano i terroristi ceceni come “eroi” di una guerra di liberazione e che oggi sono impegnati nellennesimo tentativo di “rivoluzione colorata”, secondo lo stesso copione applicato a Kiev nel 2014. Sono, del resto, gli stessi, identici argomenti che la propaganda dei nazisti ucraini usa quotidianamente nella sua guerra dellinformazione contro la Russia e a supporto della sua guerra criminale di aggressione nel Donbass. Palazzotto getta altra benzina sul fuoco attizzato da chi sta inasprendo lo scontro con la Russia, negli Stati Uniti, nellUE e in Italia. E lo fa proprio, con un tempismo che non può passare inosservato, nello stesso momento in cui il presidente della Repubblica si trova a Mosca, con il compito dichiarato di contribuire ad allentare la tensione con la Russia, che tanti danni ha già procurato al nostro paese, in particolare dopo le sanzioni. Questa è la notizia ANSA: "ROMA, 11 APR - "Notizie di stampa trapelate dallestero hanno rivelato che in Cecenia alcune ex caserme militari sono state trasformate per "correggere uomini dallorientamento sessuale non tradizionale o sospetto", veri e propri campi di concentramento per gay. Un orrore che si ripete a distanza di 70 anni". Lo afferma Erasmo |
Palazzotto, deputato di Sinistra Italiana-Possibile e Vicepresidente della commissione Esteri di Montecitorio. "LItalia e lEuropa, prosegue Palazzotto, non possono restare in silenzio davanti a questo livello di violazione dei diritti umani. Il presidente Mattarella in visita a Mosca non può ignorare ciò che sta accadendo e dovrebbe manifestare la preoccupazione e la condanna del nostro Paese davanti a crimini di questa natura. La violazione dei diritti umani, le torture protratte nei confronti di gay, lesbiche e trans in Russia e Cecenia ci impongono di non chiudere gli occhi e di lanciare con forza un segnale a tutta la comunità internazionale per fermare tali aberrazioni", conclude Palazzotto. (ANSA)." Si resta letteralmente senza parole! Ma davvero questo è il destino della sinistra nel nostro paese? Decreto Minniti: dietro la “sicurezza” ci sono le misure antioperaieSi prevede infatti la sanzione amministrativa pecuniaria contro chi limita il libero accesso e fruizione delle infrastrutture ferroviarie, aeroportuali, e di trasporto pubblico, in violazione dei divieti di stazionamento o di occupazione di spazi (in sostanza i blocchi durante gli scioperi) con ordine di allontanamento entro 48 ore, e in caso di reiterazione, il divieto di accesso all’area interessata per un periodo da 6 mesi ai 2 anni. Soprattutto si prevede la possibilità di arresto in "flagranza differita" (per i soli reati in cui l’arresto è obbligatorio) in caso di reati e violenze commessi alle persone o alle cose durante manifestazioni pubbliche riprese da telecamere o foto (l’identificazione deve avvenire entro 48 ore dal fatto, permettendo così un largo periodo di isolamento), e si rafforza la repressione contro l’occupazione di immobili. Ancora una volta il governo e le istituzioni borghesi dietro il pretesto della lotta alla criminalità e al degrado, per il diritto alla sicurezza (che per primi negano) criminalizzano e colpiscono le lotte operaie e delle masse impoverite. La sicurezza e il decoro delle nostre città non possono essere tutelate da chi ha fino ad oggi garantito solo miseria e massacro sociale, condizioni di vita penose per milioni di persone, degrado e malaffare, e in particolare ha assicurato l’impunità ai banditi antisociali. Costoro sono i rappresentanti di un sistema marcio e criminale, sempre più autore di furti antipopolari, guerre di rapina e corruzione dilagante. Noi comunisti sosteniamo che solo nel socialismo le grandi masse potranno avere un’esistenza dignitosa e sicura, a partire dal diritto al lavoro. Nell’immediato occorre una vasta agitazione per la difesa delle agibilità democratiche, del diritto di sciopero e di manifestazione. Da Scintilla n. 79, aprile 2017 esigiamo il ritiro del decreto Minniti! COMUNICATO DELLA RETE NO WAR ROMA, DELLA LISTA NO NATO, E ISM-ITALIA SUI PERICOLI DI GUERRA INCOMBENTIGià nel 2013, in occasione di un presunto attacco chimico dellEsercito Siriano alla periferia di Damasco, rivelatosi poi una provocazione organizzata dai gruppi terroristi in difficoltà per causare un intervento armato degli USA a loro favore, si sfiorò una guerra aperta con il coinvolgimento di varie potenze. Il precipitare della crisi fu evitato da un oculato intervento della diplomazia russa. Pur incolpevole, la Siria accettò di eliminare per intero tutto il suo arsenale di sostanze e armi chimiche. Oggi la storia si ripete con una nuova provocazione che riguarda l’accusa di un attacco chimico sulla provincia siriana di Idlib, da vari anni sotto il controllo dei terroristi di Al Qaida sostenuti da Turchia, Arabia Saudita, Qatar, da vari paesi occidentali e Israele. Le accuse al governo siriano provengono dalla stessa Al Qaida, da agenzie legate a paesi aggressori come il Qatar e l’Arabia Saudita - Al Jazeera e Al Arabya - e da un’agenzia di notizie situata in Inghilterra (Osservatorio Siriano per i Diritti Umani - SOHR) che collabora da anni con i gruppi terroristi che tentano di destabilizzare la Siria. Questa è stata subito affiancata da ONG dagli stessi indirizzi, come gli "Elmetti Bianchi", fondati da membri del servizio segreto britannico e Medici Senza Frontiere, fondati dall’ex ministro degli esteri francese Kouchner, partecipe delle avventure belliche del presidente Sarkozy. Nessun ragionamento viene fatto dai nostri mass media, come sempre al servizio dei governi occidentali e della NATO, sulla circostanza che il governo siriano, nel momento in cui stava prevalendo militarmente e aveva ricevuto persino un esplicito riconoscimento da parte dellamministrazione Trump per bocca del segretario di Stato Tillerson e della rappresentante USA allONU Haley, non aveva alcun interesse ad essere rimesso sul banco degli accusati con unazione senza senso e autolesionista. Né si tiene conto delle dichiarazioni di parte russa e siriana, basate su rilievi satellitari, per cui l’esplosione è stata causata da un bombardamento siriano su quello che è poi risultato essere un deposito di armi chimiche allestito dai terroristi, né delle dichiarazioni di testimoni locali, come il vescovo di Aleppo. Come numerose altre provocazioni terroristiche precedenti, in Siria e nel mondo, lo scopo della coalizione guerrafondaia di neocon, neoliberal, Israele, UE e Nato, è ancora una volta di chiudere qualsiasi ipotesi di soluzione giusta in Siria e di ostacolare ogni dialogo costruttivo con la Russia. . Invitiamo tutti i cittadini amanti della pace alla massima vigilanza, a valutare attentamente e contrastare le false notizie diffuse per giustificare attacchi militari, come già avvenuto ad esempio in occasione delle presunte "armi di distruzione di massa" di Saddam. I propalatori di quelle false notizie, come Tony Blair (ufficialmente riconosciuto come bugiardo da una commissione parlamentare britannica) e George Bush, responsabili di milioni di morti, non hanno mai pagato per i loro crimini e anzi hanno ricevuto incarichi prestigiosi e ben remunerati. Il Presidente Assad, nominato con un regolare processo elettorale, è invece definito dittatore, come tutti coloro che difendono l’indipendenza del proprio paese dalle mire imperiali dei potentati occidentali, ed accusato, senza prove, di essere un criminale. Invitiamo tutti i cittadini ad opporsi in ogni modo ai pericoli di guerra. La guerra è una strada senza ritorno. RETE NOWAR ROMA, LISTA NO NATO, ISM-ITALIA Con invito ad altre associazioni pacifiste a sottoscrivere il comunicato |
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