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La VOCE 1705

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La VOCE ANNO XIX N°9

maggio 2017

PAGINA 2         - 14


Segueda Pag.13: Corea: quando gli aggressori diventano vittime

brutalità e razzismo estremi, che arrivò ad esempio a sradicare l’alfabeto coreano, instaurare uno stato di polizia, schiavizzare un’intera popolazione, gli uomini per lavori forzati ed esperimenti scientifici e le donne spedite al fronte come “unità di sfogo” per i soldati nipponici. [12]
Dopo la guerra, mentre nel nord furono i partigiani anti-giapponesi a prendere il controllo del territorio, nel sud furono i collaborazionisti locali, in gran parte proprietari terrieri e capitalisti, a costituire la base sociale di appoggio per gli Stati Uniti quando unilateralmente – in modo simile a quanto avvenne in Germania – dichiararono la costituzione di uno stato nel sud della penisola.

Mentre già nel dicembre 1948 le truppe sovietiche avevano abbandonato la Corea, le truppe statunitensi rimasero nel sud dove imposero un regime reazionario e tuttora mantengono circa 30.000 uomini, oltre al controllo assoluto dell’esercito sudcoreano in caso di conflitto.

Durante la guerra del 1950-53, la coalizione Usa, in cui – come ricorda Fidel Castro – parteciparono quasi venti Paesi tra cui l’Etiopia di Hailè Selassiè (in cui vigeva ancora la schiavitù) e il Sudafrica (governato dai razzisti bianchi), [13] effettuò sulla Corea del Nord ben 1.050.000 missioni di bombardamento, e di queste l’85% colpirono le infrastrutture civili.

Scaricarono, solo nella città di Pyongyang più di 428.000 bombe [14]
Secondo l’Università dell’Indiana, furono lanciate oltre 15 milioni di bombe al napalm. [14]
Questo disse Che Guevara di ritorno dalla Corea nel 1961: “Fra i Paesi socialisti che abbiamo visitato personalmente, la Corea è uno dei più straordinari. Forse è quello che più ci ha impressionato rispetto agli altri. (...) è stata devastata a causa di una guerra così incredibilmente distruttiva che delle sue città non rimase nulla. (…) Essi mi hanno mostrato molte fabbriche, tutte ricostruite ed altre nuove, e ogni fabbrica aveva subìto fra 30 e 50mila bombe. (...) La Corea del Nord uscì dalla guerra senza nemmeno un’industria in piedi, perfino senza animali. (…) Possiamo dire che la Corea del Nord è un Paese che si è rialzato dalla morte”. [15]

Grazie al successivo intervento cinese e sovietico, gli Usa vennero respinti e la situazione si ristabilizzò intorno al 38° parallelo, creandosi una situazione di stallo che perdura ancora oggi (lo stato di guerra è ancora formalmente in corso).
Da allora, la politica degli Stati Uniti nella penisola è una sola, per dirla con le parole dell’ex ambasciatore Usa all’Onu Bolton: “La fine della Corea del Nord”. [16]

Conclusione

L’ex presidente Usa George Bush jr. ha definito la Corea del Nord “il Paese più sanzionato del mondo” [17]. Il che ha evidentemente provocato e continua a provocare enormi danni all’economia e fortemente limitato la possibilità di uno sviluppo più “rilassato” nel suo ordinamento interno.
Il motivo?

Lo spiega bene lo scrittore americano William Blum: “Tutti gli esperimenti socialisti di qualche importanza nel ventesimo secolo sono stati - senza eccezione - o rovesciati, invasi, corrotti, distorti, sovvertiti, destabilizzati, oppure è stato loro resa impossibile la vita, dagli Stati Uniti e dai suoi alleati. A nessun governo o movimento socialista - dalla Rivoluzione Russa ai Sandinisti in Nicaragua, dalla Cina comunista all’FMLN in El Salvador - fu permesso di svilupparsi o di cadere solo per i propri meriti; a nessuno fu permesso di sentirsi così sicuro da abbassare la guardia contro l’onnipotente nemico esterno e rilassare completamente il controllo a casa propria. È come se i primi esperimenti dei fratelli Wright fossero tutti falliti perché le industrie automobilistiche sabotavano ogni esperimento di volo; e poi la gente del mondo buona e timorata di dio avesse guardato a quelle disfatte, annuito con sufficienza, e declamato solennemente: ‘l’umanità non potrà mai volare!’ ” [18].

Non si tratta quindi di appoggiare acriticamente la Corea del Nord o di nasconderne le evidenti distorsioni e gli errori. Anzi, da comunisti la critica va fatta apertamente e con franchezza.
Si tratta però di denunciare le falsità della stampa imperialista, di individuare lucidamente chi è l’aggressore e chi l’aggredito, di rilanciare nel nostro Paese la lotta per la pace e contro la Nato e di non avere paura di difendere il diritto della Corea del Nord – come di ogni altro Paese – a sviluppare senza pressioni e minacce il progetto – ambizioso, complesso e non lineare - di costruzione di una società alternativa al capitalismo.

Note

“S. Korea, US begins largest-ever joint military drills,” KBS World, 5 marzo 2017
“THAAD, ‘decapitation’ raid add to allies’ new drills,” The Korea Herald, March 13, 2017.
“40 bufale sulla Corea del Nord”, VoxKomm
Pietro Secchia, “I crociati della menzogna”, Rinascita 1950
Bruce Cumings, Korea’s Place in the Sun: A Modern History, W.W. Norton & Company, 2005
“Why UN Sanctions against Noth Korea are wrong”, Stephen Gowans, 7 marzo 2016.
“Gone are the days of US nuclear blackmail,” Rodong Sinmun, February 22, 2013
“Washington considers military action against North Korea to force regime change”, Stephen Gowans, 7 marzo 2017.
Citato in David Morrison, “Britain’s ‘dependent’ nuclear deterrent”
Walter Pincus, “As missions are added, Stratcom commander keeps focus on deterrence,” The Washington Post, March 30, 2010.
Yongho Thae, Minister of the Embassy of the Democratic People’s Republic of Korea in London, “Understanding and defending North Korea,” Invent the Future, November 15, 2013.
"Understanding North Korea", Stephen Gowans, 2007.
"Le Riflessioni di Fidel: Le Due Coree".
"Crimini di guerra ancora da giudicare", Roding Simnum, novembre 2002.
"Che Guevara parla della Corea Socialista", 1961.
“Absent from the Korea Talks: Bush’s Hard-Liner,” The New York Times, September 2, 2003.
The New York Times, 6 luglio 2008.
"Vilifying the victim", Stephen Gowans, 2009.

25/03/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.


Illustre Presidente della RPD di Corea
Comitato Centrale del Partito del Lavoro

desidero inviare il mio pensiero rispettoso e amorevole al ricordo del grandissimo statista Kim Il Sung. Il fatto che solo lui abbia saputo migliorare i simboli creati dai grandi scienziati Marx ed Engels inserendo la cultura tra i simboli del lavoro lo rende il più grande e oltretutto il più moderno dei grandi rivoluzionari.
Oggi la RPD di Corea continua ad essere minacciata perché unico paese al mondo che dimostri grandi progressi nel rispetto della dignità popolare.
Le persone oneste, i popoli stanno con voi e denunciano i continui imbrogli di governi corrotti nemici dell’umanità.
Con tutto il mio rispetto, la mia stima e il mio affetto vi invio cordiali saluti.

Miriam Pellegrini Ferri Presidente G.A.MA.DI. e CISIS


Naturalmente concordo pienamente con te, Miriam, sui contenuti della lettera da te inviata.
Purtroppo la situazione è grave. I missili lanciati sulla Siria, sono anche un avvertimento alla Corea Democratica: ovvero, "i prossimi siete voi". Spero che i dirigenti coreani sappiano come muoversi, e spero che Cina e Russia non si tirino indietro e diano il loro sostegno, perché gli obiettivi successivi potrebbero essere loro. Vincenzo Brandi, comitato scientifico G.A.MA.DI.

Sento dalla TV che navi da guerra USA si dirigono verso la Corea Democratica. Speriamo che il fermo atteggiamento dei Coreani induca alla prudenza questi irresponsabili a stelle e strisce. Speriamo che Cina e Russia mantengano un atteggiamento altrettanto fermo e dissuadano i folli imperialisti dal compiere ulteriori colpi di testa. V. Brandi

Brava Miriam! Sono d’accordo con te. La canea scatenata dai nostri mass media e dai nostri politicanti venduti è disgustosa. Vincenzo Brandi

Cara Presidente Miriam Pellegrini Ferri,

abbiamo ricevuto il Suo messaggio e lo trasmetteremmo subito a Pyongyang.
La ringraziamo di nuovo per il Suo messaggio caloroso e per il Suo sostegno alla nostra causa che ha sempre mostrato.

Segreteria dell’Ambasciata della RPD di Corea


Corea Nord: monito a Usa, offensivo invio portaerei

La Corea del Nord attacca gli Usa e promette dure contromisure alle ’’azioni offensive’’: l’invio della portaerei Usa Carl Vinson, ha detto un portavoce del ministero degli Esteri ripreso dalla Kcna, conferma che le ’’spericolate mosse americane per invadere la Corea del Nord hanno toccato una fase seria dei suoi scenari. Se gli Usa osano optare per una azione militare, come un ’attacco preventivo’ e la ’rimozione del quartier generale’, la Corea del Nord e’ pronta a reagire a ogni tipo di guerra desiderato dagli Usa’’.

RPDK fiore all’occhiello per il mondo intero.

Nel rinnovare il nostro totale appoggio e solidarietà al popolo coreano e al suo Leader Kim Jong Un, denunciamo la vile ulteriore grave provocazione alla legittima sovranità della RPD di Corea da parte di un pover uomo che si trova attualmente al governo degli SUA e che si fa manovrare dai suoi servizi segreti perché vale meno di nulla.
La Corea del Nord è uno Stato Sovrano e non aderisce alla smobilitazione nucleare, pertanto ha tutti i diritti ad armarsi come e quanto vuole e ha tutto il diritto a proteggersi da quei cow-boy (vaccari) che si credono sceriffi del Mondo.
Auspichiamo che il popolo coreano, anche se non ne ha bisogno, possa avere il pieno appoggio dell’amica Cina, come infatti fin qui sembra: i Cinesi non possono permettere che gli Stati Uniti, dopo aver messo in subbuglio tutto il medio oriente e il nord Africa per deviare l’attenzione del Mondo dai soprusi israeliani, voglia mettere in subbuglio anche l’estremo oriente per compiacere il Giappone, che si sta riarmando per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, e gli altri staterelli lacchè: il danno sarebbe economico, oltre che di immagine per la Repubblica Popolare Cinese.
Siamo certi che il Leader Kim Jong Un saprà rispondere con saggezza alle provocazioni, tanto da far passare Trump per il poveretto che è, come già ha saputo fare Putin, con la questione Siria.
Ci stringiamo tutti con grande affetto attorno al popolo coreano e intanto, qui in Italia, stiamo raccogliendo le firme per incarcerare Donald Trump, reo di 59 aggressioni missilistiche contro la Siria, Paese sovrano (La legge statunitense prevede, infatti, che singoli cittadini possono arrestare qualsiasi persona, anche una personalità pubblica, se viene colta in flagranza di reato e se la polizia non interviene).
Viva La Corea del Nord, fiore all’occhiello per il mondo intero.

Per il G.A.MA.DI.
Miriam Pellegrini Ferri, Presidente G.A.MA.DI.e C.I.S.I.S.
Roberto Gessi, direttore La VOCE, organo di diffusione del G.A.MA.DI.


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