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La VOCE 2012 |
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La VOCE ANNO XXIII N°4 | dicembre 2020 | PAGINA 2 - 22 |
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segue da pag.21: drug gojko online nel sesto anniversario della morte di nello marignoli.
la sua purezza nel tornare a casa, al suo lavoro, senza né pretendere né ricevere nulla... il solo riconoscimento l’ha ricevuto dal popolo jugoslavo nel 1964.
questa sua lingua slava rielaborata e “viterbesizzata” con dolcezza, da sembrare un piacevole suono, è la dimostrazione del suo attaccamento a quel popolo.
come ogni anno in onore e a ricordo di nello marignoli, in occasione dell'anniversario della sua scomparsa, pietro benedetti offre una replica a chiunque voglia organizzare un evento. quest'anno per le limitazioni dovute al covid per il #teatro , propone di diffonderlo attraverso la premiere su youtube nel sesto anniversario dalla scomparsa nella versione di #spettacolocompleto .
... in un momento di continua rimessa in discussione dei valori della resistenza e della costituzione, fermatevi a guardare questo spettacolo, consigliatelo ai giovani e diffondetelo !!! >>
"drug gojko" – spettacolo teatrale completo:
https://www.youtube.com/watch?
si vedano anche:
il canale youtube di michelangelo gregori cui si deve la realizzazione tecnica.
https://www.youtube.com/ .
il testo della piece pubblicato da ghaleb:
http://www.ghaleb.it/ .
la pagina dedicata a drug gojko sul nostro sito:
http://www.cnj.it/cultura/ .
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vladimir medinskij
miti e contromiti. l’urss nella seconda guerra mondiale
traduzione di alessandro bongarzoni, postfazione di paolo de nardis
sandro teti editore, 2020
https://www.sandrotetieditore.
http://russiaintranslation.
recensione de "miti e contromiti" di vladimir medinskij
sandro teti pubblica in questi giorni miti e contromiti. l’urss nella seconda guerra mondiale, di vladimir medinskij, ministro della cultura del governo russo fino allo scorso gennaio e consigliere di vladimir putin. un libro destinato a far discutere, nell’eterna ricerca delle colpe storiche della seconda guerra mondiale.
durante la seconda guerra mondiale, il ruolo dell’unione sovietica nella lotta contro la germania nazista era ampiamente apprezzato in europa e negli stati uniti. roosevelt, churchill, de gasperi e de gaulle elogiarono lo sforzo bellico dell’urss e le capacità dei suoi dirigenti. riviste patinate come “time” e “life” dedicarono le copertine a stalin e ai generali dell’armata rossa. con la guerra fredda, però, mosca divenne un avversario e molti tentarono di ridimensionare il suo contributo alla sconfitta del terzo reich.
alcuni ipotizzarono che l’urss avesse favorito l’ascesa di hitler, altri sottolinearono che non avrebbe resistito all’avanzata tedesca senza il sostegno materiale di washington. esaltare lo sbarco in normandia divenne un’alternativa politicamente corretta alla battaglia di stalingrado. in questo contesto furono condotte varie iniziative finalizzate a cambiare l’immagine del paese dei soviet, dalla denuncia della brutalità dell’armata rossa, fino alle “mostre d’oltrecortina”, volte a presentare l’urss all’opinione pubblica (e all’elettorato) occidentale con abbondante uso di toni foschi.
come ricorda medinskij, questo armamentario attingeva direttamente alla propaganda nazista. a joseph goebbels si deve l’invenzione della prima mostra d’oltrecortina (“das sowjet-paradies”) e la denuncia della brutalità dei soldati sovietici (“la feccia della steppa”, “le orde asiatiche in marcia verso l’europa”). lo stesso ministro della propaganda, però, non credeva alle sue parole. esse servivano più concretamente a motivare le truppe della wehrmacht, a disincentivare la collaborazione dei civili tedeschi con l’armata rossa.
tuttavia, quelle voci ebbero il loro impatto, come molte altre creazioni di goebbels: a lui si deve anche la formula “cortina di ferro”. durante la guerra, churchill riceveva rapporti periodici sulle dichiarazioni dei gerarchi nazisti ed è facile concludere che si ispirò proprio al ministro del reich quando, nel 1946, ripeté questa espressione, rendendola celebre.
dopo il crollo dell’urss, l’opera volta a sminuire il ruolo sovietico durante la seconda guerra mondiale si è esteso anche ai paesi del defunto campo socialista. in molte repubbliche ex sovietiche si delegittimano i veterani dell’armata rossa, riducendo la lunga storia comune a mera occupazione russa. perfino molti russi dubitano che il loro paese vada incluso nella lista dei vincitori. le conseguenze politiche di tali tendenze interpretative sono evidenti: mentre si ridimensiona l’orgoglio russo, è sorto un fossato tra la russia e i popoli vicini.
..segue ./.
Segue da Pag.21: DRUG GOJKO online nel sesto anniversario della morte di Nello Marignoli
La sua purezza nel tornare a casa, al suo lavoro, senza né pretendere né ricevere nulla... il solo riconoscimento l’ha ricevuto dal popolo jugoslavo nel 1964. Questa sua lingua slava rielaborata e “viterbesizzata” con dolcezza, da sembrare un piacevole suono, è la dimostrazione del suo attaccamento a quel popolo.
Come ogni anno in onore e a ricordo di NELLO MARIGNOLI, in occasione dell'anniversario della sua scomparsa, Pietro Benedetti offre una replica a chiunque voglia organizzare un evento. Quest'anno per le limitazioni dovute al COVID per il #teatro , propone di diffonderlo attraverso la Premiere su Youtube nel sesto anniversario dalla scomparsa nella versione di #spettacolocompleto .
... In un momento di continua rimessa in discussione dei valori della Resistenza e della Costituzione, fermatevi a guardare questo spettacolo, consigliatelo ai giovani e diffondetelo !!! >>
"DRUG GOJKO" – spettacolo teatrale completo: https://www.youtube.com/watch?
Si vedano anche: il canale youtube di Michelangelo Gregori cui si deve la realizzazione tecnica il testo della piece pubblicato da Ghaleb: la pagina dedicata a DRUG GOJKO sul nostro sito:
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Vladimir Medinskij MITI E CONTROMITI. L’URSS NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Traduzione di Alessandro Bongarzoni, postfazione di Paolo De Nardis Sandro Teti Editore, 2020 https://www.sandrotetieditore.
Recensione de "Miti e contromiti" di Vladimir Medinskij |
Sandro Teti pubblica in questi giorni Miti e contromiti. L’Urss nella Seconda guerra mondiale, di Vladimir Medinskij, ministro della cultura del governo russo fino allo scorso Gennaio e consigliere di Vladimir Putin. Un libro destinato a far discutere, nell’eterna ricerca delle colpe storiche della Seconda guerra mondiale.Durante la seconda guerra mondiale, il ruolo dell’Unione Sovietica nella lotta contro la Germania nazista era ampiamente apprezzato in Europa e negli Stati Uniti. Roosevelt, Churchill, De Gasperi e De Gaulle elogiarono lo sforzo bellico dell’Urss e le capacità dei suoi dirigenti. Riviste patinate come “Time” e “Life” dedicarono le copertine a Stalin e ai generali dell’Armata rossa. Con la guerra fredda, però, Mosca divenne un avversario e molti tentarono di ridimensionare il suo contributo alla sconfitta del Terzo Reich. Alcuni ipotizzarono che l’Urss avesse favorito l’ascesa di Hitler, altri sottolinearono che non avrebbe resistito all’avanzata tedesca senza il sostegno materiale di Washington. Esaltare lo sbarco in Normandia divenne un’alternativa politicamente corretta alla battaglia di Stalingrado. In questo contesto furono condotte varie iniziative finalizzate a cambiare l’immagine del paese dei Soviet, dalla denuncia della brutalità dell’Armata rossa, fino alle “mostre d’oltrecortina”, volte a presentare l’Urss all’opinione pubblica (e all’elettorato) occidentale con abbondante uso di toni foschi.
Come ricorda Medinskij, questo armamentario attingeva direttamente alla propaganda nazista. A Joseph Goebbels si deve l’invenzione della prima mostra d’oltrecortina (“Das Sowjet-Paradies”) e la denuncia della brutalità dei soldati sovietici (“la feccia della steppa”, “le orde asiatiche in marcia verso l’Europa”). Lo stesso ministro della propaganda, però, non credeva alle sue parole. Esse servivano più concretamente a motivare le truppe della Wehrmacht, a disincentivare la collaborazione dei civili tedeschi con l’Armata rossa. Tuttavia, quelle voci ebbero il loro impatto, come molte altre creazioni di Goebbels: a lui si deve anche la formula “cortina di ferro”. Durante la guerra, Churchill riceveva rapporti periodici sulle dichiarazioni dei gerarchi nazisti ed è facile concludere che si ispirò proprio al ministro del Reich quando, nel 1946, ripeté questa espressione, rendendola celebre. Dopo il crollo dell’Urss, l’opera volta a sminuire il ruolo sovietico durante la seconda guerra mondiale si è esteso anche ai Paesi del defunto campo socialista. In molte repubbliche ex sovietiche si delegittimano i veterani dell’Armata rossa, riducendo la lunga storia comune a mera occupazione russa. Perfino molti russi dubitano che il loro Paese vada incluso nella lista dei vincitori. Le conseguenze politiche di tali tendenze interpretative sono evidenti: mentre si ridimensiona l’orgoglio russo, è sorto un fossato tra la Russia e i popoli vicini.
..segue ./.
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