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La VOCE 2004

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La VOCE ANNO XXII N°8

aprile 2020

PAGINA         - 41

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solo ancora un accenno su un'altra antica e importante fonte musicale dell'antichità. gli egiziani adoravano la dea hathor, la dea della musica, della danza, della poesia e dell'amore. hathor, che è il tempio di horo, protettore del faraone, è rappresentata come una mucca immensa quanto il cielo che generosamente offre il suo latte alle stelle per farle vivere e risplendere. lo strumento musicale sacro a hathor è il sistro. in realtà il sistro rappresenta due strumenti, uno idiofono (il cui suono è producibile unicamente mediante la messa in vibrazione del materiale da cui è costituito lo strumento stesso, senza l’ausilio di superfici o parti poste in tensione, corde, membrane, ecc.: gli strumenti idiofoni si suddividono in sei categorie principali: a percussione, a scuotimento, a pizzico, ad aria, a raschiamento e a frizione.), a suono indeterminato (in grado di scacciare il male e le forze negative), tipico della civiltà egizia, chiamato sesheshet, probabilmente per motivi onomatopeici e consisteva in una parte superiore a ferro di cavallo con asticiole mobili infilate orizzontalmente e di una impugnatura, e l'altro invece moderno, uno strumento a suono determinato con campanellini di bronzo percossi da un martelletto di legno o con lamine d'acciaio percosse da un martelletto pure d'acciaio. l'antico egitto conosceva anche molti altri strumenti musicali. l'arpa ne era uno dei principali. dalla testimonianza di giuseppe flavio, storico e generale ebreo sappiamo che l’arpa egiziana era enarmonica (cioè basata su note con nomi differenti ma stesso suono), ossia in pratica le note erano solo cinque e corrisponderebbero approssimativamente alla scala la-fa-mi-do-si, con tante ripetizioni nelle ottave più alte e più basse, quante ne permetteva il numero delle corde. sostanzialmente non c'era quasi variazione melodica, ossia la melodia era composta di note molto lunghe, poi nuovamente ripetute, quindi l'armonia era determinata solo dalla contemporaneità di esecuzione di diversi strumenti musicali e voci. tamburi e tamburelli. ci sono poi pervenuti tamburi di varia foggia. alcuni cilindrici formati con due membrane tese con una rete di corda mentre altri, con la forma di un barile. questi tamburi e tamburelli si suonavano appendendoli al collo dell’esecutore con una cinghia e solitamente accompagnavano ogni sorta di danze. le trombe. la tromba è uno degli strumenti più antichi di tutta la storia dell’uomo, concepita e realizzata diversi millenni fa. la presenza è certa già nell’antico egitto ma non si
il liuto. nell’iconografia egizia troviamo liuti di varie forme; addirittura in alcuni di essi riconosciamo la tipica forma a ¨otto¨ della chitarra. il liuto è un tipico strumento a pizzico dotato di una cassa di risonanza sulla quale erano tese le corde. la lira. nell'antico egitto la lira era uno strumento molto popolare, costituito da un telaio quadrangolare comprendente una cassa armonica, due braccia, una traversa e corde tese che scorrono passando su un ponticello e fino alla traversa, situate di fronte alla cassa. è probabile che nell’antico egitto, anche se non si può parlare di una vera e propria notazione, sia esistita una grafia musicale che dava indicazioni di tipo ritmico e melodico. ad esempio, a partire dal medio regno, le lettere (y) e (h) stanno talvolta ad indicare segni musicali corrispondenti a vocalizzi di cantanti. una caratteristica della pratica musicale egizia era la “chironomia“, cioè la direzione di un complesso musicale mediante alcuni gesti e movimenti della mano. questa venne quindi trasmessa agli antichi greci e la ritroveremo direttamente nel medioevo poichè sarà all’origine della scrittura neumatica. la chironomia venne utilizzata da guido d’arezzo con l’ingegnoso sistema della “mano armonica” o “guidoniana“, secondo il quale la successione dei suoni veniva fatta corrispondere alle falangi e alla punta delle dita. il chironomo egiziano era alle volte contemporaneamente anche cantante e stava accovacciato di fronte ai musicisti, facendo gesti con le mani dal significato ritmico e melodico. i movimenti chironomici che più frequentemente compaiono sono il pollice che tocca l’indice e va a formare una specie di anello e la mano con le dita tese. gli studiosi ritengono che questi due diversi e ricorrenti atteggiamenti della mano stiano ad indicare, in termini di armonia, la nota fondamentale e la quinta. i successivi gradi di una scala sarebbero indicati dalla differente inclinazione del braccio rispetto all’avambraccio, per cui più acuto è l’angolo, più acuta è la nota. pertanto è possibile “ricostruire” parecchie scene musicali che però non hanno ovviamente una dimensione temporale che ci permetta di ricreare e far rivivere una vera e propria sequenza di suoni. uno dei problemi maggiormente dibattuto dagli studiosi è stato quello di accertare l’esistenza dell’armonia nella musica egiziana. osservando i dipinti e le scene a rilievo, si è subito portati ad affermare che gli egizi conoscevano l’armonia, in quanto spesso compaiono degli insiemi strumentali, che probabilmente realizzavano delle combinazioni simultanee di suoni. a sostegno dell’ipotesi che gli egiziani conoscessero l’armonia, vengono in aiuto alcuni strumenti musicali tra i quali il liuto, l’arpa e il doppio clarinetto. attraverso lo studio di un liuto proveniente dalla tomba di harmose a tebe, del quale sono stati trovati i frammenti di tre corde

NOTEMUSICALI

Segue da PARTE SECONDA - 2

STORIA DELLA MUSICA ANTICA

Musica dell'Egitto
Solo ancora un accenno su un'altra antica e importante fonte musicale dell'antichità.
Gli Egiziani adoravano la dea Hathor, la dea della musica, della danza, della poesia e dell'amore.
Hathor, che è il tempio di Horo, protettore del Faraone, è rappresentata come una mucca immensa quanto il cielo che generosamente offre il suo latte alle stelle per farle vivere e risplendere.
Lo strumento musicale sacro a Hathor è il sistro.
In realtà il sistro rappresenta due strumenti, uno idiofono (il cui suono è producibile unicamente mediante la messa in vibrazione del materiale da cui è costituito lo strumento stesso, senza l’ausilio di superfici o parti poste in tensione, corde, membrane, ecc.: gli strumenti idiofoni si suddividono in sei categorie principali: a percussione, a scuotimento, a pizzico, ad aria, a raschiamento e a frizione.), a suono indeterminato (in grado di scacciare il male e le forze negative), tipico della civiltà egizia, chiamato sesheshet, probabilmente per motivi onomatopeici e consisteva in una parte superiore a ferro di cavallo con asticiole mobili infilate orizzontalmente e di una impugnatura, e l'altro invece moderno, uno strumento a suono determinato con campanellini di bronzo percossi da un martelletto di legno o con lamine d'acciaio percosse da un martelletto pure d'acciaio.
L'antico Egitto conosceva anche molti altri strumenti musicali.
L'arpa ne era uno dei principali.
Dalla testimonianza di Giuseppe Flavio, storico e generale ebreo sappiamo che l’arpa egiziana era enarmonica (cioè basata su note con nomi differenti ma stesso suono), ossia in pratica le note erano solo cinque e corrisponderebbero approssimativamente alla scala LA-FA-MI-DO-SI, con tante ripetizioni nelle ottave più alte e più basse, quante ne permetteva il numero delle corde.
Sostanzialmente non c'era quasi variazione melodica, ossia la melodia era composta di note molto lunghe, poi nuovamente ripetute, quindi l'armonia era determinata solo dalla contemporaneità di esecuzione di diversi strumenti musicali e voci.
Tamburi e tamburelli
Ci sono poi pervenuti tamburi di varia foggia. Alcuni cilindrici formati con due membrane tese con una rete di corda mentre altri, con la forma di un barile. Questi tamburi e tamburelli si suonavano appendendoli al collo dell’esecutore con una cinghia e solitamente accompagnavano ogni sorta di danze.
Le trombe
La tromba è uno degli strumenti più antichi di tutta la storia dell’uomo, concepita e realizzata diversi millenni fa. La presenza è certa già nell’Antico Egitto ma non si
esclude la possibilità che gli egiziani non ne fossero gli inventori. Ad ogni modo nella civiltà egizia la tromba aveva una importante funzione militare associata alla potenza delle divintà: due trombe militari, in argento e rame, furuno rinvenute nell’anticamera della tomba di Tutankhamen. Le trombe erano sacre al culto di Osiride.
Il liuto
Nell’iconografia egizia troviamo liuti di varie forme; addirittura in alcuni di essi riconosciamo la tipica forma a ¨otto¨ della chitarra. Il liuto è un tipico strumento a pizzico dotato di una cassa di risonanza sulla quale erano tese le corde.
La lira
Nell'antico Egitto la lira era uno strumento molto popolare, costituito da un telaio quadrangolare comprendente una cassa armonica, due braccia, una traversa e corde tese che scorrono passando su un ponticello e fino alla traversa, situate di fronte alla cassa.
È probabile che nell’antico Egitto, anche se non si può parlare di una vera e propria notazione, sia esistita una grafia musicale che dava indicazioni di tipo ritmico e melodico.
Ad esempio, a partire dal Medio Regno, le lettere (y) e (h) stanno talvolta ad indicare segni musicali corrispondenti a vocalizzi di cantanti. Una caratteristica della pratica musicale egizia era la “chironomia“, cioè la direzione di un complesso musicale mediante alcuni gesti e movimenti della mano. Questa venne quindi trasmessa agli antichi Greci e la ritroveremo direttamente nel Medioevo poichè sarà all’origine della scrittura neumatica.
La chironomia venne utilizzata da Guido D’Arezzo con l’ingegnoso sistema della “mano armonica” o “guidoniana“, secondo il quale la successione dei suoni veniva fatta corrispondere alle falangi e alla punta delle dita.
Il chironomo egiziano era alle volte contemporaneamente anche cantante e stava accovacciato di fronte ai musicisti, facendo gesti con le mani dal significato ritmico e melodico. I movimenti chironomici che più frequentemente compaiono sono il pollice che tocca l’indice e va a formare una specie di anello e la mano con le dita tese.
Gli studiosi ritengono che questi due diversi e ricorrenti atteggiamenti della mano stiano ad indicare, in termini di armonia, la nota fondamentale e la quinta.
I successivi gradi di una scala sarebbero indicati dalla differente inclinazione del braccio rispetto all’avambraccio, per cui più acuto è l’angolo, più acuta è la nota. Pertanto è possibile “ricostruire” parecchie scene musicali che però non hanno ovviamente una dimensione temporale che ci permetta di ricreare e far rivivere una vera e propria sequenza di suoni. Uno dei problemi maggiormente dibattuto dagli studiosi è stato quello di accertare l’esistenza dell’armonia nella musica egiziana. Osservando i dipinti e le scene a rilievo, si è subito portati ad affermare che gli Egizi conoscevano l’armonia, in quanto spesso compaiono degli insiemi strumentali, che probabilmente realizzavano delle combinazioni simultanee di suoni.

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