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La VOCE ANNO XVIII N°3 | novembre 2015 | PAGINA 5 |
Liberare Gramsci: i tentativi sovietici e tutti gli errori del Partito comunista![]() Quando si tentò di tirar fuori Antonio Gramsci dal carcere da parte dei compagni italiani ci furono leggerezza e cinismo. Le rivelazioni nel libro "Lo scambio. Come Gramsci non fu liberato" di Giorgio Fabre, edito nei giorni scorsi da Sellerio. di Luciano Canfora, da il Corriere della Sera, 20 novembre 2015 E uscito un libro che dice finalmente come andarono le cose quando si tentò di tirar fuori Antonio Gramsci dal carcere. Si tratta di un volume edito nei giorni scorsi da Sellerio, intitolato "Lo scambio. Come Gramsci non fu liberato", di uno storico italiano tra i più esperti di ricerche in archivio, Giorgio Fabre, curiosamente escluso dal mondo universitario, ad opera di docenti non di rado quasi digiuni della ricerca archivistica. D’altra parte è noto che ormai molte forze intellettuali valide non si trovano dentro l’istituzione universitaria, ma fuori. Ma veniamo a questo libro per tanti versi decisivo. È talmente ricco che è difficile darne una descrizione completa. Proverò a darne il senso. Il risultato della ricerca è il seguente: il governo dell’Unione Sovietica e l’ambasciata sovietica a Roma operarono a più riprese per tirar fuori Gramsci dalla galera. Dapprima indirettamente (tramite il Vaticano: e su ciò Fabre porta molte novità), poi compiendo passi presso il governo italiano e direttamente presso Mussolini, col quale l’Unione Sovietica nel settembre 1933 aveva stretto un patto di amicizia e collaborazione che vigoreggiò fino alla rottura determinata dalla guerra d’Etiopia. Alcuni episodi restano ancora passibili di progressi nell’indagine. Ad esempio, molti anni fa fu pubblicato il verbale di un incontro tra l’ambasciatore Potëmkin e Mussolini: verbale del quale inizialmente si disse che non era una cosa seria. In realtà l’incontro comunque ci fu e molto probabilmente (l’autore su questo punto è prudente), il tema Gramsci venne fuori nel dialogo tra l’ambasciatore sovietico e Mussolini. Sta di fatto che l’azione retroscenica dell’interlocutore sovietico, coordinata — nonostante tutto — con l’iniziativa acuta ed efficace dello stesso Gramsci, condusse alla concessione della libertà condizionale, con conseguente ricovero di Gramsci in clinica già alla fine del 1934. Quello che era rimasto in ombra è che i compagni ostili a Gramsci, in particolare Athos Lisa, suo accusatore politico in carcere e dopo, continuarono a godere della piena fiducia del Centro estero del Pcd’I (almeno fino al momento in cui Mussolini poté, morto Gramsci, utilizzare su «Il Popolo d’Italia» un ignobile articolo del doppiogiochista Taddei che chiamava in causa a proprio sostegno Athos Lisa). Gli interventi giornalistici promossi dal Centro estero del Pcd’I, in particolare su «Azione popolare» del 29 dicembre 1934 (a titoli cubitali: Gramsci è stato scarcerato) determinarono l’irrigidimento del governo italiano e l’arenarsi di ulteriori possibilità, ivi compresa quella di consentire a Gramsci di ricongiungersi alla famiglia in Russia. La notizia «sparata» da «Azione popolare» e presentata come effetto della campagna per la liberazione di Gramsci (cosa non vera) fu poi ripresa dal quotidiano del Pcf «L’Humanité». Non aveva torto Piero Sraffa quando, scrivendo a Paolo Spriano nel 1969, parlò di vero e proprio «disastro», alludendo chiaramente a questa vicenda. |
Purtroppo Spriano, per motivi di opportunità partitica, non rese mai pienamente chiaro il senso di queste parole; e perciò nei suoi libri gramsciani l’episodio è sbiadito. Cade con ciò la tesi che ha avuto tanta fortuna nella pubblicistica degli anni Novanta, soprattutto a destra, secondo cui vendicativamente i sovietici volevano mantenere Gramsci in carcere a causa della sua presa di posizione dell’novembre 1926, in merito allo scontro in atto nel Partito comunista russo. Da parte dei compagni italiani ci furono leggerezza e cinismo: si volle sfruttare la vicenda Gramsci per fini agitatorii, giungendo a sostenere una tesi completamente falsa, che cioè Mussolini avesse ceduto di fronte alle pressioni della propaganda antifascista all’estero. Nel volume del Fabre ci sono moltissime altre novità, a partire dalla prima edizione veramente completa dei documenti che Gorbaciov donò ad Alessandro Natta, riguardanti il primo tentativo sovietico — compiuto attraverso il Vaticano — di liberare Gramsci a ridosso dell’arresto. Anche in questa vicenda l’attenta rilettura, che Fabre fornisce, dei documenti e delle strane cancellature che li sfigurano si è rivelata molto istruttiva. Siamo di fronte ad un contributo che segna un punto fermo nella ricostruzione biografica su Gramsci. (21 novembre 2015) VITTORIA! Referendum #notriv in 10 Regioni!![]() Ciao Roberto, Abbiamo vinto! Lo Sblocca Italia del Governo Renzi ha incassato dieci sonori ceffoni. Grazie a tutti voi che vi siete mobilitati con la petizione per bloccare le trivellazioni petrolifere nei mari e nelle campagne italiane, Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise hanno depositato in Cassazione i sei quesiti referendari per bloccare le trivellazioni consentite dalle norme dello Sblocca Italia e del decreto Sviluppo. Ora il Governo ha due strade possibili: abrogare le norme favorevoli alle lobby petrolifere o affrontare il voto degli elettori e lo scontro con le Regioni italiane. Da oggi massima mobilitazione per ottenere nel 2016 che lItalia scelga energie rinnovabili, turismo e agricoltura sostenibili. Non petrolio e trivelle. Questa vittoria significa che quando ci si mobilita e si entra in azione si riesce ad ottenere il cambiamento che si vuole vedere nel mondo. Se anche tu hai unidea e se cè qualcosa per cui vuoi lottare, ricorda che le petizioni sono uno strumento potente e che in pochi passi puoi lanciarne una anche tu, su qualunque questione ti stia a cuore. Basta andare qui per cominciare a ricevere il sostegno di tante altre persone che potrebbero pensarla come te. Grazie, Alfonso Pecoraro Scanio via Change.org |
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