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La VOCE ANNO XVIII N°3

novembre 2015

PAGINA 4         - 20

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L’ONU rivedrà la situazione del popolo indigeno in Honduras

victoria_taulicorpuz Unite, 30 ott (Prensa Latina) La relatrice speciale dell’ONU per i diritti dei popoli indigeni, Victoria Tauli-Corpuz, annunciò oggi che visiterà Honduras dal 2 al 10 novembre per studiare la situazione dei popoli originari in questo paese centroamericano.
Sarà il mio primo viaggio ufficiale a quella nazione, dove analizzerò questioni relative ai diritti su terre e risorse, gli impatti delle attività di sviluppo, di conservazione, estrattive, energetiche nei territori indigeni, segnalò in una nota di stampa l’esperta nominata nel 2014.
D’accordo con Tauli-Corpuz, durante il suo soggiorno presterà speciale attenzione alle questioni relative alla violenza ed all’accesso alla giustizia ed allo sviluppo economico e sociale.
Spero che questa visita contribuisca ad aumentare la coscienza sui problemi che i popoli indigeni sperimentano tutti i giorni e che rimangono ignorati il più delle volte, ha detto.
La Relatrice Speciale prevede conversare con rappresentanti originari, organizzazioni della società civile e funzionari del Governo di Honduras, nella capitale Tegucigalpa ed in località come Puerto Lempira, Auka, La Esperanza, Rio Blanco e La Ceiba.
Martedì 11 novembre, Tauli-Corpuz presenterà le sue osservazioni preliminari in una conferenza stampa, mentre le conclusioni della visita rimarranno raccolte nella sua relazione al Consiglio dei diritti umani dell’ONU.

Ig/wmr

Rivoluzione cubana: 60’anni di storia da raccontare

revolucion-cubana Tappa della Rivoluzione cubana e le sue gesta fino all’attualità, sommano circa 60 anni, dei quali sono conosciuti gli av venimenti, benché si consideri che è la meno studiata della storia dell’isola.

A questa conclusione approdarono specialisti che assisterono a L’Avana al simposio internazionale La Rivoluzione cubana: Genesi e sviluppo storico che si è svolto dal 13 al 15 novembre.

La Rivoluzione cubana, i suoi antecedenti e costruzione, la sua impronta ed esempio, come le relazioni con America Latina ed il mondo sono stati i temi trattati da 70 esperti di 20 paesi che parteciparono all’evento.
Lo storiografo Eduardo Torres Cuevas commentò che anche se si conoscono i principali avvenimenti di questa tappa, non si sono studiati i
processi che li produssero o circondarono.
Per questo che considerò molto importanti e necessari gli incontri come questo per cercare una migliore comprensione della storia recente della nazione cubana.
Secondo lui, se la memoria è qualcosa che si ricorda avremo 60 anni di storia che non sono nel ricordo degli attuali partecipanti della società cubana e, pertanto, è imprescindibile il riscatto delle fonti, preservarle e trovarle, perché molte sono disperse.
La Rivoluzione cubana riunisce varie generazioni; una che la visse come partecipante, ed un’altra che si sommò già trionfante la Rivoluzione e che ha il ricordo storico di questi processi, sostenne.
Ma c’è una generazione che non partecipò a questi avvenimenti, integrata da quelli che hanno oggi meno di 25 anni e che conoscono solo l’ultima tappa, il chiamato “periodo speciale” con tutte le sue caratteristiche, ha detto il conferenziere.

Uno dei momenti di riflessione più interessanti di questo simposio l’offrì il teologo brasiliano Frei Betto, con la sua conferenza sui valori morali della Rivoluzione cubana.

Betto ha messo in allerta sulla necessità di mantenere i valori spirituali del processo rivoluzionario di questo paese, di fare in modo che i più giovani sentano come sua questa Rivoluzione e non la vedano come il passato.

Segnalò che la sfida è organizzare la speranza, infondere l’utopia liberatrice nei giovani e che si sentono felici perché hanno impresso un senso altruistico, solidale, cooperativo e partecipativo nelle loro vite.

Commentò che assistiamo all’introduzione di una nuova epoca nell’umanità che non ha ancora consolidato il suo paradigma, ma confluiscono vari ed uno è quello che propone la Rivoluzione cubana per i suoi risultati storici ed esperienze, nel sviluppare la globalizzazione dalla solidarietà di fronte alla globo-colonizzazione di oggi.

Inoltre, riferì che la Rivoluzione cubana vive il processo di normalizzazione di relazioni con gli Stati Uniti, per questo che deve cercare di mantenere molta coscienza dei suoi valori che più che politici sono valori umani.

frei-betto-diploma.jpg La Rivoluzione continua perché c’è qui una fonte di spiritualità che è l’Eroe Nazionale, Josè Martì, una storia di lotta di indipendenza, una memoria storica che deve essere coltivata, ha affermato.
Un progetto come quello di Cuba è la cosa migliore che può essere offerta all’umanità in questa tappa dell’evoluzione dell’Uomo, affermò il frate domenicano.
Nello sviluppo di questo evento si trattarono tematiche come la cooperazione cubana con l’Angola; l’internazionalismo e la politica estera della Rivoluzione e la collaborazione medica con paesi africani.
Inoltre, le commissioni di lavoro approfondirono le radici storiche del processo rivoluzionario; storia, patrimonio e scienza; il processo nazionale liberatore negli anni 50 del secolo passato e la strategia politico-militare del leader storico della Rivoluzione cubana, Fidel Castro.

E nei pannelli si abbordarono alcuni degli impatti sociali che generano le trasformazioni attuali in Cuba; la visione esterna di questi cambiamenti e l’evoluzione istituzionale nel “periodo speciale”.

Si trattarono anche il confronto Cuba-Stati Uniti, l’attualità delle relazioni tra i due paesi, il ruolo della diplomazia nel conflitto e la sua evoluzione dopo il 17 dicembre, e la sovversione politica diretta contro l’isola ed America Latina.

Nuriem de Armas, giornalista della Redazione Nazionale di Prensa Latina


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