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La VOCE ANNO XVIII N°3

novembre 2015

PAGINA 2         - 18

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L’ALBA deplora le misure unilaterali degli USA contro il Venezuela

Il comunicato dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra América riafferma la sua fiducia nel popolo e nel Governo venezuelani.
L’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America-Trattato del Commercio dei Popoli (ALBA-TCP) ha respinto le misure unilaterali imposte al Venezuela dagli Stati Uniti, si legge in un comunicato diffuso ieri martedì 10 febbraio.

Nel testo, pubblicato dal portale web del Ministero degli Esteri locale, si legge che le nazioni che formano questo blocco riconoscono lo sforzo del Governo venezuelano per migliorare le relazioni con gli Stati Uniti, in una cornice di mutuo rispetto.

Si segnala la richiesta fatta dal presidente Nicolás Maduro all’Unione delle Nazioni Sudamericane, perchè promuova un processo di avvicinamento orientato a facilitare un dialogo costruttivo con Washington.

Per l’ALBA-TCP, l’applicazione recente di sanzioni unilaterali da parte della Casa Bianca contro funzionari venezuelani è un attacco alla volontà democratica di questa nazione sudamericana, espressa in innumerevoli processi elettorali e rappresentata dalla legittimità della sua cupola politica e istituzionale.

Inoltre nel comunicato si legge che questa nuova aggressione del governo degli Stati Uniti contraddice le dichiarazioni del presidente Barack Obama sul fallimento delle misure unilaterali delle pressioni economiche, finanziarie e politiche, caratteristiche nella storia imperiale degli USA.

Poi si sottolinea una condanna categorica ad ogni genere di misura coercitiva, il cui chiaro proposito è ostacolare il processo di trasformazione socio-politica che la società venezuelana, in forma sovrana e democratica, ha deciso di portare avanti.

Queste nuove sanzioni contro il popolo venezuelano, sostenute con la scusa dei diritti umani, nascondono la vera intenzione di destabilizzare o cambiare il suo regime politico sovranamente scelto dal suo popolo, si legge ancora nel messaggio.

I paesi membri dell’ALBA-TCP riconoscono la Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela come uno strumento d’avanguardia a livello mondiale per ciò che riguarda la garanzia e la difesa dei diritti umani, e fanno un richiamo al mondo e soprattutto ai paesi latinoamericani e dei Caraibi, perchè si sommino alla condanna dell’atteggiamento d’ingerenza del governo degli Stati Uniti, che violano i principi dei diritto internazionale del rispetto alla sovranità dei paesi e dell’autodeterminazione dei popoli, dichiara il documento, aggiungendo che i paesi dell’ALBA-TCP esprimono la loro fiducia nella dignità e la capacità di resistenza del popolo e del governo venezuelano, ed offrono i loro buoni uffici per favorire un dialogo costruttivo, in uguaglianza di condizioni, tra la Repubblica Bolivariana del Venezuela e gli Statii Uniti d’America (Traduzione GM - Granma Int,)


In Siria, con l’arma in una mano e la soluzione politica nell’altra

Damasco, 30 ott (Prensa Latina) Per Hunein Nemer, segretario generale del Partito Comunista Unito della Siria (PCUS), il suo messaggio più importante è mantenere le armi in una mano e la soluzione politica nell’altra, per difendere la sua patria e liberarla dal terrorismo.


Approfittando che in questi giorni si celebra in questa capitale il XII Congresso del PCUS, Prensa Latina conversò con Nemer sulla situazione che si vive nel Levante, e come i comunisti siriani si integrano alla battaglia per annichilire al terrorismo.
La posizione del nostro Partito al riguardo -spiega -, e la sua principale priorità è difendere Siria e liberarla del terrorismo, ma appoggiamo anche tutti gli sforzi politici che svolgono Iran e Russia per risolvere la crisi.

Attualmente siamo parte del governo, ed il partito governante (al-Baath Arabo Socialista) appoggia questa tendenza: difendere in primo luogo la Patria e dopo cercare una soluzione alla crisi.

Nemer è fiducioso che dopo più di quattro anni di guerra, il popolo siriano non abbandonerà le armi fino ad annichilire l’ultima vestigia dell’estremismo takfirista imposto dai grandi circoli di potere dell’Occidente.

Il leader comunista spiegò che i costi economici e sociali di questa guerra di aggressione sono troppo elevati, le perdite dell’economia siriana si stimano in circa 230 mila milioni di dollari, ci sono circa quattro milioni di rifugiati in altre nazioni, e vogliamo che ritornino al paese e garantire loro abitazioni.

Dobbiamo recuperare più di 1200 fabbriche ed industrie che furono distrutte completamente ed alcune che furono trasportate da Aleppo alla Turchia, rubate dai turchi. Dovremo recuperarle o costruirne altre, enfatizza.

Un altro dei fatti più sensibili sono gli ospedali, molti di loro devastati e distrutti, oltre all’agricoltura e la sua infrastruttura che sono seriamente colpite, ed attorno a mezzo milione di bambini siriani che non possono andare a scuola perché furono distrutte, o perché i terroristi l’ostacolano.

Stiamo esponendo l’idea di ricostruire il paese ci dice - quando finisca questa guerra, e nonostante lei, lo Stato siriano segue forte e coraggioso, a dispetto di tutto quello che succede.

Ig/mfm

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