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La VOCE ANNO XXVI N°3

novembre 2021

PAGINA c         - 27

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segue da pag.26: arrestato mohammed khatib, coordinatore della campagna faz3a per la raccolta delle olive. soldati e non viceversa, è stato messo in custodia cautelare. gil hamershlag e david shalev, due attivisti israeliani che sono stati arrestati insieme a khatib, nelle stesse circostanze ed esattamente con gli stessi sospetti, sono stati rilasciati su cauzione a condizione di non entrare nell’area, ma hanno rifiutato in segno di solidarietà e in segno di protesta contro le procedure di discriminazione razziale. mentre khatib è detenuto secondo la draconiana legge militare israeliana, i cittadini israeliani, inclusi hamershlag e shalev, sono soggetti alla legge penale per i civili israeliani, anche se arrestati in cisgiordania. mentre khatib dovrà rimanere in carcere per un periodo di 96 ore prima ancora di vedere un giudice e senza che gli sia stata offerta la cauzione, ai due israeliani è stata offerta la cauzione e, poiché l’hanno rifiutata, devono essere portati davanti a un giudice entro 24 ore; dovrebbero vederne uno domani mattina alla corte dei magistrati di petah tikva per determinare le condizioni della cauzione. gli avvocati di khatib hanno presentato un’istanza urgente per il suo rilascio, per la quale non è stata ancora fissata un’udienza davanti al tribunale militare. traduzione di elisabetta valento – assopacepalestina. le foto rivelano il brutale trattamento israeliano di attivisti e agricoltori durante la raccolta delle olive. ott 14, 2021 | notizie di yumna patel, mondoweiss, 13 ottobre 2021. attivisti e agricoltori locali hanno affermato che l’attivista palestinese mohammed al-khatib è stato violentemente picchiato, preso a calci e pugni in faccia dai soldati israeliani prima di essere gettato a terra e trascinato attraverso il terreno accidentato prima di essere calpestato, e infine bendato e portato in carcere. soldati israeliani impediscono l’accesso agli oliveti ai locali e agli attivisti durante la stagione del raccolto a salfit, cisgiordania, 11 ottobre 2021. la terra palestinese alla periferia della città di salfit è stata annessa nell’ultimo anno a un nuovo avamposto ebraico, nonostante che i palestinesi possiedano gli atti di proprietà per quella terra. durante un tentativo dei palestinesi di oltrepassare la linea bianca che delimita una zona militare chiusa istituita nelle piantagioni, l’esercito ha usato granate stordenti e arrestato tre attivisti. (foto di matan golan/sipa usa) la foto di un soldato israeliano armato, circondato da dozzine di suoi commilitoni, in piedi sulla schiena di un uomo palestinese sdraiato a faccia in giù, è diventata virale sui social media palestinesi questa settimana. la foto è stata scattata durante una brutale repressione israeliana sugli attivisti che tentavano di scortare un gruppo di agricoltori palestinesi nella loro terra per raccogliere le olive nell’area di al-ras a ovest di salfit, nel nord della cisgiordania occupata. attivisti e contadini locali che erano sul posto hanno detto a mondoweiss che l’uomo nella foto, l’attivista palestinese mohammed al-khatib, è stato violentemente picchiato, preso a calci e pugni in faccia dai soldati israeliani prima di essere gettato a terra e trascinato attraverso il terreno accidentato prima di essere calpestato, e alla fine bendato e preso in custodia.
mohammed al-khatib preso a pugni da un soldato. “i soldati ci hanno attaccati tutti in modo estremamente aggressivo”, ha detto a mondoweiss munther amira, un attivista palestinese del comitato di resistenza popolare in cisgiordania, che era sul posto lunedì. “abbiamo cercato di ragionare con loro e di dire che stavamo solo cercando di aiutare i contadini a raggiungere la loro terra in modo che potessero raccogliere le olive, ma si sono rifiutati di ascoltarci”, ha detto amira. secondo amira, al-khatib è stato uno dei numerosi attivisti che hanno tentato di superare i soldati e arrivare agli uliveti nelle vicinanze. quando lo ha fatto, i soldati hanno attaccato. “hanno iniziato ad aggredire persone ovunque, lanciando gas lacrimogeni e picchiando chiunque cercasse di avvicinarsi agli uliveti”, ha raccontato, osservando che anche due attivisti israeliani sono stati arrestati nel frattempo e anche un giornalista palestinese è stato picchiato. “le foto parlano da sole e dicono tutto ciò che si deve sapere”, ha detto amira, aggiungendo che quando lui e altri attivisti hanno cercato di intervenire e aiutare al-khatib, sono stati anche loro picchiati e maltrattati. mercoledì pomeriggio, al-khatib e gli altri attivisti sono stati rilasciati, ma i contadini di salfit non erano ancora riusciti ad accedere alle loro terre. “fa tutto parte delle tattiche di intimidazione dell’occupazione, per impedire agli agricoltori di tornare nella zona e raccogliere le olive”, ha detto amira. “ma non abbandoneremo i contadini, perché questa è terra palestinese e ci appartiene”. “la stagione della raccolta delle olive è un momento benedetto per i palestinesi. ma per i coloni e i soldati è un momento di distruzione, sangue e violenza”. coloni dentro, palestinesi fuori. per generazioni la gente di salfit ha goduto di al-ras, un’area montuosa alla periferia occidentale della città, per i suoi uliveti ondulati e le viste sulla costa mediterranea appena oltre il muro. il dottor dheeb shtayyeh, professore universitario e agricoltore di salfit, ha detto a mondoweiss che lui e la sua famiglia utilizzano la terra di al-ras da generazioni. “da ragazzo venivo qui con mio padre e raccoglievo le olive con lui”, ha detto shtayyeh. “e quando sono cresciuto, ho iniziato a portare i miei figli a giocare qui e venivo qui con la mia famiglia a fare picnic tutto l’anno”. la famiglia di shtayyeh è una delle decine di famiglie palestinesi che possiedono terreni ad al-ras, ma non hanno potuto accedere alla loro terra dal dicembre 2020, quando è arrivato un colono israeliano e ha stabilito un avamposto illegale sulla cima della montagna. “da allora in poi, ogni volta che cercavamo di andare ad al-ras, arrivavano i soldati e ci cacciavano”, ha detto. “nel momento in cui il colono ci vedeva, chiamava i soldati e loro arrivavano dopo pochi minuti, dicendoci che era una zona militare chiusa e che non potevamo entrare”. ..segue ./.
Segue da Pag.26: Arrestato Mohammed Khatib, coordinatore della campagna Faz3a per la raccolta delle olive

soldati e non viceversa, è stato messo in custodia cautelare. Gil Hamershlag e David Shalev, due attivisti israeliani che sono stati arrestati insieme a Khatib, nelle stesse circostanze ed esattamente con gli stessi sospetti, sono stati rilasciati su cauzione a condizione di non entrare nell’area, ma hanno rifiutato in segno di solidarietà e in segno di protesta contro le procedure di discriminazione razziale.

Mentre Khatib è detenuto secondo la draconiana legge militare israeliana, i cittadini israeliani, inclusi Hamershlag e Shalev, sono soggetti alla legge penale per i civili israeliani, anche se arrestati in Cisgiordania. Mentre Khatib dovrà rimanere in carcere per un periodo di 96 ore prima ancora di vedere un giudice e senza che gli sia stata offerta la cauzione, ai due israeliani è stata offerta la cauzione e, poiché l’hanno rifiutata, devono essere portati davanti a un giudice entro 24 ore; dovrebbero vederne uno domani mattina alla corte dei magistrati di Petah Tikva per determinare le condizioni della cauzione.

Gli avvocati di Khatib hanno presentato un’istanza urgente per il suo rilascio, per la quale non è stata ancora fissata un’udienza davanti al tribunale militare.

Traduzione di Elisabetta Valento – AssoPacePalestina

Le foto rivelano il brutale trattamento israeliano di attivisti e agricoltori durante la raccolta delle olive

Ott 14, 2021 | Notizie di Yumna Patel, Mondoweiss, 13 ottobre 2021.

Attivisti e agricoltori locali hanno affermato che l’attivista palestinese Mohammed al-Khatib è stato violentemente picchiato, preso a calci e pugni in faccia dai soldati israeliani prima di essere gettato a terra e trascinato attraverso il terreno accidentato prima di essere calpestato, e infine bendato e portato in carcere.

Soldati israeliani impediscono l’accesso agli oliveti ai locali e agli attivisti durante la stagione del raccolto a Salfit, Cisgiordania, 11 ottobre 2021. La terra palestinese alla periferia della città di Salfit è stata annessa nell’ultimo anno a un nuovo avamposto ebraico, nonostante che i palestinesi possiedano gli atti di proprietà per quella terra. Durante un tentativo dei palestinesi di oltrepassare la linea bianca che delimita una zona militare chiusa istituita nelle piantagioni, l’esercito ha usato granate stordenti e arrestato tre attivisti. (Foto di Matan Golan/Sipa USA) La foto di un soldato israeliano armato, circondato da dozzine di suoi commilitoni, in piedi sulla schiena di un uomo palestinese sdraiato a faccia in giù, è diventata virale sui social media palestinesi questa settimana.

La foto è stata scattata durante una brutale repressione israeliana sugli attivisti che tentavano di scortare un gruppo di agricoltori palestinesi nella loro terra per raccogliere le olive nell’area di al-Ras a ovest di Salfit, nel nord della Cisgiordania occupata.

Attivisti e contadini locali che erano sul posto hanno detto a Mondoweiss che l’uomo nella foto, l’attivista palestinese Mohammed al-Khatib, è stato violentemente picchiato, preso a calci e pugni in faccia dai soldati israeliani prima di essere gettato a terra e trascinato attraverso il terreno accidentato prima di essere calpestato, e alla fine bendato e preso in custodia.

Mohammed al-Khatib preso a pugni da un soldato

“I soldati ci hanno attaccati tutti in modo estremamente aggressivo”, ha detto a Mondoweiss Munther Amira, un attivista palestinese del Comitato di Resistenza Popolare in Cisgiordania, che era sul posto lunedì.

“Abbiamo cercato di ragionare con loro e di dire che stavamo solo cercando di aiutare i contadini a raggiungere la loro terra in modo che potessero raccogliere le olive, ma si sono rifiutati di ascoltarci”, ha detto Amira.

Secondo Amira, al-Khatib è stato uno dei numerosi attivisti che hanno tentato di superare i soldati e arrivare agli uliveti nelle vicinanze. Quando lo ha fatto, i soldati hanno attaccato.

“Hanno iniziato ad aggredire persone ovunque, lanciando gas lacrimogeni e picchiando chiunque cercasse di avvicinarsi agli uliveti”, ha raccontato, osservando che anche due attivisti israeliani sono stati arrestati nel frattempo e anche un giornalista palestinese è stato picchiato.

“Le foto parlano da sole e dicono tutto ciò che si deve sapere”, ha detto Amira, aggiungendo che quando lui e altri attivisti hanno cercato di intervenire e aiutare al-Khatib, sono stati anche loro picchiati e maltrattati.

Mercoledì pomeriggio, al-Khatib e gli altri attivisti sono stati rilasciati, ma i contadini di Salfit non erano ancora riusciti ad accedere alle loro terre.

“Fa tutto parte delle tattiche di intimidazione dell’occupazione, per impedire agli agricoltori di tornare nella zona e raccogliere le olive”, ha detto Amira. “Ma non abbandoneremo i contadini, perché questa è terra palestinese e ci appartiene”.

“La stagione della raccolta delle olive è un momento benedetto per i palestinesi. Ma per i coloni e i soldati è un momento di distruzione, sangue e violenza”.

Coloni dentro, palestinesi fuori

Per generazioni la gente di Salfit ha goduto di al-Ras, un’area montuosa alla periferia occidentale della città, per i suoi uliveti ondulati e le viste sulla costa mediterranea appena oltre il muro.

Il dottor Dheeb Shtayyeh, professore universitario e agricoltore di Salfit, ha detto a Mondoweiss che lui e la sua famiglia utilizzano la terra di al-Ras da generazioni.

“Da ragazzo venivo qui con mio padre e raccoglievo le olive con lui”, ha detto Shtayyeh. “E quando sono cresciuto, ho iniziato a portare i miei figli a giocare qui e venivo qui con la mia famiglia a fare picnic tutto l’anno”.

La famiglia di Shtayyeh è una delle decine di famiglie palestinesi che possiedono terreni ad al-Ras, ma non hanno potuto accedere alla loro terra dal dicembre 2020, quando è arrivato un colono israeliano e ha stabilito un avamposto illegale sulla cima della montagna.

“Da allora in poi, ogni volta che cercavamo di andare ad al-Ras, arrivavano i soldati e ci cacciavano”, ha detto. “Nel momento in cui il colono ci vedeva, chiamava i soldati e loro arrivavano dopo pochi minuti, dicendoci che era una zona militare chiusa e che non potevamo entrare”.

..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

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