La VOCE | COREA | CUBA | JUGOSLAVIA | PALESTINA | RUSSIA | SCIENZA | ARTE |
Stampa pagina |
Stampa inserto |
La VOCE 1904 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XXI N°8 | aprile 2019 | PAGINA 5 |
cs: incontro con lo scrittore, giornalista ed insegnante christian raimo.
mercoledi 13 marzo alle ore 16.45, presso la biblioteca guglielmo marconi in via g. cardano 135, l'associazione nazionale partigiani d'italia, sezione trullo-magliana "franco bartolini" in collaborazione con biblioteche di roma e con il patrocinio del municipio xi arvalia-portuense presenta:
"ho sedici anni…indagine tra i banchi di scuola fra uguaglianza, cultura e rischio neofascismo" .
dialogano con lui il rappresentante dei docenti del liceo montale francesco picciolo, il rappresentante degli studenti del liceo montale gabriele manzo.
coordina l'iniziativa gabriella pandinu responsabile scuola anpi provinciale di roma.
parteciperà il vicepresidente del municipio luca mellina.
che succede fra i banchi di scuola? quale il compito dell'istruzione? chi sono e cosa pensano gli studenti di oggi? .
lo scrittore christian raimo, autore di diversi libri, ci racconterà quali sono i problemi aperti nel mondo dell'istruzione, portati dal vento di questi ultimi due decenni di egemonia neoliberale, sia nel modo di concepire la professione docente sia nella più concreta pratica didattica. dalle pessime riforme targate moratti, gelmini, giannini, agli antichissimi mali come la dispersione, l'orientamento verso la scuola superiore, i compiti a casa, ma anche il significato dei voti, si cercherà di ricostruire un quadro dell'istruzione attuale, riflettendo su come provare a riconoscere alla scuola il suo ruolo cruciale, non solo nella formazione culturale dei bambini e dei ragazzi, non solo nella costruzione di competenze davvero utili nel mondo del lavoro, ma anche nel favorire l'uguaglianza sancita dalla costituzione e nel creare la loro coscienza di cittadini.
in questo quadro di debacle culturale, il senso dell'"antifascismo" si è perso con la memoria delle vicende storiche del 900. le idee su quello che è stata l'oppressione del nazismo, del franchismo e del fascismo sono ormai un'approssimazione: nei giovanissimi mancano ormai del tutto gli anticorpi antifascisti. su di loro hanno invece facile presa le grandi paure xenofobe della globalizzazione, che nutrono il mito razzista della "grande sostituzione", incitano alla violenza sui più deboli e si insinuano negli spazi democratici delle scuole e delle università. la destra radicale si nasconde sempre meno, anzi cerca sempre più spazi di visibilità, ha bisogno di farsi conoscere, prova ad essere una vera e propria moda, e tenta anche di dare un senso e un significato, ingannevole, alle esistenze dei più giovani.
i numerosi tagli degli ultimi anni alla scuola pubblica hanno messo in difficoltà la didattica e lasciato molte scuole nel degrado delle strutture, preoccupante la soppressione della storia fra gli esami della maturità che equivale a cancellare la memoria per modificarla a fini politici. occorre pertanto promuovere dentro le scuole iniziative e assemblee informative sul significato e sull'importanza che oggi ha l'antifascismo (il rispetto degli altri come persone di qualunque etnia o cultura, la tutela delle libertà fondamentali, la condanna della violenza fisica contro i deboli) e recuperare la centralità della scuola, come luogo dell'uguaglianza, che è il fondamento della democrazia e rappresenta l'unico baluardo rimasto contro le ideologie individualiste e il mito della competizione a tutti i costi.
christian raimo è nato nel 1975 a roma, dove vive. insegnante, giornalista e scrittore. e' redattore di minima e moralia e di internazionale, molto attivo negli ambienti dell'editoria romana e del web più intellettuale. tra i libri pubblicati ricordiamo tutti i banchi sono uguali (einaudi, 2017), ho 16 anni e sono fascista (edizioni piemme 2018) il romanzo il peso della grazia (einaudi, 2012), la raccolta di racconti le persone, soltanto le persone (minimum fax, 2014), il romanzo umoristico tranquillo prof, la richiamo io (einaudi, 2015), nonché le curatele dei saggi patria senza padri. psicopatologia della politica italiana di massimo recalcati (minimum fax, 2013) e corpo e anima. se vi viene voglia di fare politica di luigi manconi (minimum fax, 2016).
chi viola i trattati sull'armamento nucleare?.
come al solito gli stati uniti accusano e gli fanno eco i mass media, ma sono sempre i primi a violare i trattati.
di alessandra ciattini - 17/03/2019 .
chi avesse voglia di leggere di tanto in tanto il bulletin of the atomic scientists, che si può ricevere nella propria posta elettronica, potrà scoprire che, se la russia ha violato il trattato sulle forze nucleari intermedie (inf) [1] (fatto finora non provato), è assai probabile che gli stati uniti abbiano fatto altrettanto. naturalmente il primo aspetto è stato sottolineato con forza dai mass media occidentali dopo la dichiarazione di pence e poi di trump di non voler più rispettare tale trattato, mentre - mi pare - in italia solo manlio dinucci, profondo esperto nell'ambito degli armamenti, ha analizzato a fondo la questione, ma il video della sua intervista è stato ad oggi visualizzato solo da 3.997 persone.
per questa ragione, pur non essendo specialista della materia, mi sembra importante tornare su questo tema, riportando i contenuti dell'articolo pubblicato dal su menzionato bollettino e il cui autore ha tutti i requisiti per trattare con competenza questi argomenti, ed inoltre, non può essere accusato di pregiudizi anti-americani.
l'articolo cui mi riferisco è intitolato "russia may have violated the inf treaty. here's how the united states appears have done the same" (la russia potrebbe aver violato il trattato inf. ecco come gli stati uniti avrebbero fatto lo stesso),ed è stato pubblicato il 14 febbraio 2019. il suo autore è theodore a. postol, fisico, professore emerito al mit (massachusetts institute of technology); il bulletin of the atomic scientists costituisce una pubblicazione digitale, certo di non facile lettura, elaborata all'università di chicago con lo scopo di "fornire informazioni a sostegno di politiche che contrastino le minacce alla vita umana prodotte dallo stesso uomo" (io direi dall'imperialismo) come la guerra nucleare, il cambio climatico, lo sviluppo di tecnologie distruttive. minacce che ahimè si sono fatte sempre più incombenti.
il bollettino è famoso per il suo doomsday clock (l'orologio dell'apocalisse), inventato dagli stessi scienziati dell'università di chicago nel 1947 con lo scopo di misurare la distanza temporale che ci separa da una probabile catastrofe planetaria. a loro parere la politica di guerra e l'inasprirsi del problema climatico hanno fatto sì che attualmente ci troviamo solo a due minuti da questo sciagurato evento, di cui assai pochi sembrano preoccuparsi. negli ultimi decenni solo all'epoca della caduta del muro di berlino, quando i più si illudevano che qualcosa sarebbe cambiato nelle relazioni internazionali, le lancette si allontanarono dalla mezzanotte, identificata con la catastrofe, di 10 minuti.
scrive il prof. postol che nel settembre del 2009 obama e l'allora segretario della difesa robert gates decisero di dare alla protezione dell'europa un nuovo orientamento, installando in tre fasi nel continente un nuovo sistema di difesa missilistica, chiamato epaa (aegis based european phased adaptive approach) [2]. in base a questa decisione, a partire dal 2011, la nato ha
piazzato intercettori di gittata media e intermedia (tra 500 e 5.500 km) nelle navi del baltico e del mediterraneo, impiegati abitualmente dalla marina statunitense; mentre la versione terrestre degli intercettori è stata posta in polonia e in romania. in germania, in turchia, nella repubblica ceca sono state costruite basi radar, fornite di antenne piatte a scansione elettronica molto precise e costose in grado di individuare e di inseguire rapidamente i probabili bersagli. il cuore di questo sistema, il cui obiettivo sarebbero i temuti missili iraniani di media gittata lanciati contro l'europa, è rappresentato dall'intercettore sm-3, impiegato da stati uniti e giappone, successivamente potenziato, capace di distruggere un bersaglio proveniente ad alta velocità.
dati precisi alla mano, il prof. postol ci spiega come il reale obiettivo di tale decisione strategica sia invece la russia; del resto, la cosa è evidente ma è bene conoscere a fondo il contesto per contrastare in maniera accurata la disgustosa e continua demonizzazione della russia, con lo scopo surrettizio di attribuire agli stati uniti e all'europa il ruolo dell'agnellino che rischia di essere preda delle feroci fauci del lupo cattivo (o forse in questo caso del grande orso russo).
scrive postol che gli occidentali hanno accusato la russia, che ha denunciato la capacità offensiva nei suoi confronti del nuovo sistema di difesa missilistica statunitense, di fare solo della retorica; invece, a suo parere, sono disponibili informazioni, dalle quali si può ricavare che i sistemi statunitensi basati su aegis, se equipaggiati con missili da crociera (ossia con traiettoria guidata), violerebbero veramente il trattato inf. inoltre, osserva lo scienziato statunitense, i campi di rilevamento dei radar aegis nel sito polacco sono poco estesi e gli intercettori troppo lenti perché siano nelle condizioni di abbattere quelli che gli stati uniti indicano pretestuosamente come loro obiettivi, i già menzionati missili a lungo raggio lanciati dal pericoloso e aborrito iran.
pertanto, conclude postol, i sistemi aegis sarebbero sostanzialmente inutili a contrastare un supposto attacco iraniano. come se ciò non bastasse, tali sistemi, collocati nell'europa orientale, hanno caratteristiche che li rendono pericolosi in modo particolare per la russia: i componenti meccanici ed elettronici installati nei siti polacchi e rumeni sono identici a quelli di cui sono dotate le navi statunitensi, progettate per lanciare sia missili anti-aerei che missili da crociera. queste caratteristiche fanno sì che essi costituiscano una minaccia incombente per la russia, che può concretarsi nell'attacco portato da missili da crociera convenzionali o nucleari esplicitamente vietati dall'inf.
entrando più nello specifico, a parere di postol, la dichiarazione del dipartimento di stato del dicembre 2017 - secondo cui il sistema aegis installato a terra non avrebbe il software, l'hardware antincendio, né le infrastrutture necessarie per scagliare missili balistici o da crociera come il tomahawk - sarebbe del tutto priva di fondamento. e ciò perché il sistema aegis a terra è progettato per essere assai flessibile e per indirizzare più tipi di missili. questa flessibilità consente a tale sistema collocato nell'europa orientale di operare con vari tipi di missili compresi quelli da crociera dotati di armi nucleari; per esempio, un tomahawk potenziato potrebbe essere impiegato per un attacco nucleare contro obiettivi russi. ed è proprio ciò che la russia a ragione teme e denuncia come violazione del trattato inf.
a tali considerazioni dobbiamo aggiungere quanto scriveva manlio dinucci sul manifesto del 2 febbraio 2019, sottolineando l'importanza del fattore geografico: "mentre un missile nucleare usa a raggio intermedio, schierato in europa, può colpire mosca, un analogo missile schierato dalla russia sul proprio territorio può colpire le capitali europee, ma non washington". ciò significa - afferma sempre dinucci - che, per le sue installazioni strategiche e per la presenza di bombe nucleari sul suo territorio, l'italia si trova oggi in prima linea, in particolare tenendo conto che un missile balistico nucleare impiega dai 6 agli 11 minuti per raggiungere il proprio bersaglio. pertanto, né il parlamento né gli stati maggiori avranno il tempo per decidere sul da farsi in questa sciagurata congiuntura, a cui potranno rispondere solo i sistemi automatici computerizzati.
naturalmente da ciò si ricava che cinicamente gli stati uniti non si preoccupano dei loro alleati, la cui popolazione sarebbe sottoposta a questi attacchi distruttivi come risposta alle azioni statunitensi per il solo fatto che i nostri territori ospitano basi statunitensi e stazioni radar con il loro equipaggiamento nucleare, ma unicamente di mantenere la loro supremazia mondiale, messa sempre più a rischio dal consolidarsi della russia e della cina anche sul piano militare. quest'ultima non aveva firmato questo trattato e perciò è particolarmente temuta dagli stati uniti, nonostante la portavoce del suo ministero degli esteri abbia invitato i dirigenti dell'ex super-potenza e pensare bene a quello che fanno, aggiungendo che la cina continuerà nella sua politica di difesa nazionale.
complice di questo ulteriore aumento di tensione è stata l'unione europea, i cui paesi nell'assemblea delle nazioni unite dello scorso dicembre si sono supinamente accodati alle decisioni statunitensi, respingendo la mozione russa che chiedeva il mantenimento in vigore del trattato. su questa linea si è schierato anche il "governo del cambiamento" italiano, insieme all'invertebrata "opposizione". infatti, hanno tranquillamente ingoiato il rospo, senza chiedere né che si esprimesse il parlamento su tale cruciale questione né che l'italia rispetti il trattato di non proliferazione, per non aggiungere poi quello di proibizione delle armi nucleari proposto dall'assemblea delle nazioni unite.
del resto, perché meravigliarci? sarebbe troppo chiedere a questa pericolosa e ridicola classe dirigente che l'italia la smetta di fingere di essere una potenza strategica, contraddittoriamente subalterna e sottomessa ai suoi veri padroni.
note .
[1] firmato nel 1987 da r. reagan e m. gorbaciov.
[2] approccio adattivo in fasi basato sull' aegis combat system. aegis viene dal latino e significa scudo.
l'omertà di papa francesco alla prova della francia.
dall'apertura dell'inchiesta per molestie sessuali su mons. luigi ventura, nunzio apostolico in francia, da parte della procura di parigi, a fine gennaio, le denunce a suo carico si sono moltiplicate. per ora a proteggerlo ci pensa l'immunità diplomatica di cui gode. ma la procura ne ha già chiesto la revoca.
di ingrid colanicchia - (18 marzo 2019) .
è la francia il nuovo banco di prova per quella tolleranza zero tanto millantata dal papa in materia di abusi sessuali.
giusto stamane infatti bergoglio ha ricevuto in udienza privata il cardinale di lione, philippe barbarin, per decidere se accettare o meno le sue dimissioni. il prelato il 7 marzo scorso è stato condannato a sei mesi di carcere con la condizionale per non aver denunciato le molestie sessuali commesse da p. bernard preynat su decine di minori dei gruppi scout che seguiva negli anni settanta e ottanta. fatti occorsi prima dell'arrivo di barbarin in diocesi (nel 2002) ma del quale il prelato era venuto a conoscenza (la giornalista di la croix isabelle de gaulmyn - che frequentava proprio la parrocchia incriminata e che alla vicenda ha dedicato un libro, histoire d'un silence - ha raccontato di aver parlato della questione con il card. barbarin già a metà degli anni duemila).
al momento non è dato sapere cosa il papa deciderà di fare, ma se dovesse accettare le dimissioni del cardinale potrebbe insorgere qualche problema nella nomina del suo successore, considerato che l'incarico di stilare una lista con i nomi dei tre candidati più adatti a ricoprire l'ufficio - e a subentrare quindi al cardinale nella guida della diocesi di lione - spetta al nunzio apostolico mons. luigi ventura, prelato contro il quale da gennaio a oggi sono state depositate tre denunce per molestie e per il quale la procura ha chiesto la revoca dell'immunità diplomatica. ad oggi francesco ha fatto orecchie da mercante: il solenne mea culpa pronunciato il mese scorso in occasione del vertice contro gli abusi si rivelerà solo un bluff? .
in attesa di vedere come il papa affronterà questo ennesimo scandalo, ripercorriamo insieme le tappe di questa storia che imperversa sui giornali d'oltralpe (meno su quelli italiani, che hanno dato solo parzialmente notizia della vicenda).
..segue ./.
CS: Incontro con lo scrittore, giornalista ed insegnante Christian Raimo![]() "Ho sedici anni…Indagine tra i banchi di scuola fra uguaglianza, cultura e rischio neofascismo" Dialogano con lui il rappresentante dei docenti del Liceo Montale Francesco Picciolo, il rappresentante degli studenti del Liceo Montale Gabriele Manzo. Coordina l'iniziativa Gabriella Pandinu responsabile scuola ANPI provinciale di Roma. Parteciperà il vicepresidente del Municipio Luca Mellina. Che succede fra i banchi di scuola? Quale il compito dell'istruzione? Chi sono e cosa pensano gli studenti di oggi? Lo scrittore Christian Raimo, autore di diversi libri, ci racconterà quali sono i problemi aperti nel mondo dell'istruzione, portati dal vento di questi ultimi due decenni di egemonia neoliberale, sia nel modo di concepire la professione docente sia nella più concreta pratica didattica. Dalle pessime riforme targate Moratti, Gelmini, Giannini, agli antichissimi mali come la dispersione, l'orientamento verso la scuola superiore, i compiti a casa, ma anche il significato dei voti, si cercherà di ricostruire un quadro dell'istruzione attuale, riflettendo su come provare a riconoscere alla scuola il suo ruolo cruciale, non solo nella formazione culturale dei bambini e dei ragazzi, non solo nella costruzione di competenze davvero utili nel mondo del lavoro, ma anche nel favorire l'uguaglianza sancita dalla Costituzione e nel creare la loro coscienza di cittadini. In questo quadro di debacle culturale, il senso dell'"antifascismo" si è perso con la memoria delle vicende storiche del 900. Le idee su quello che è stata l'oppressione del nazismo, del franchismo e del fascismo sono ormai un'approssimazione: nei giovanissimi mancano ormai del tutto gli anticorpi antifascisti. Su di loro hanno invece facile presa le grandi paure xenofobe della globalizzazione, che nutrono il mito razzista della "grande sostituzione", incitano alla violenza sui più deboli e si insinuano negli spazi democratici delle scuole e delle università. La destra radicale si nasconde sempre meno, anzi cerca sempre più spazi di visibilità, ha bisogno di farsi conoscere, prova ad essere una vera e propria moda, e tenta anche di dare un senso e un significato, ingannevole, alle esistenze dei più giovani. I numerosi tagli degli ultimi anni alla scuola pubblica hanno messo in difficoltà la didattica e lasciato molte scuole nel degrado delle strutture, preoccupante la soppressione della storia fra gli esami della maturità che equivale a cancellare la memoria per modificarla a fini politici. Occorre pertanto promuovere dentro le scuole iniziative e assemblee informative sul significato e sull'importanza che oggi ha l'antifascismo (il rispetto degli altri come persone di qualunque etnia o cultura, la tutela delle libertà fondamentali, la condanna della violenza fisica contro i deboli) e recuperare la centralità della scuola, come luogo dell'uguaglianza, che è il fondamento della democrazia e rappresenta l'unico baluardo rimasto contro le ideologie individualiste e il mito della competizione a tutti i costi. Christian Raimo è nato nel 1975 a Roma, dove vive. Insegnante, giornalista e scrittore. E' redattore di Minima e Moralia e di Internazionale, molto attivo negli ambienti dell'editoria romana e del web più intellettuale. Tra i libri pubblicati ricordiamo Tutti i banchi sono uguali (Einaudi, 2017), Ho 16 anni e sono fascista (Edizioni Piemme 2018) il romanzo Il peso della grazia (Einaudi, 2012), la raccolta di racconti Le persone, soltanto le persone (Minimum fax, 2014), il romanzo umoristico Tranquillo prof, la richiamo io (Einaudi, 2015), nonché le curatele dei saggi Patria senza padri. Psicopatologia della politica italiana di Massimo Recalcati (Minimum fax, 2013) e Corpo e anima. Se vi viene voglia di fare politica di Luigi Manconi (Minimum fax, 2016). Chi viola i trattati sull'armamento nucleare?![]() Come al solito gli Stati Uniti accusano e gli fanno eco i mass media, ma sono sempre i primi a violare i trattati. di Alessandra Ciattini - 17/03/2019 Chi avesse voglia di leggere di tanto in tanto il Bulletin of the Atomic Scientists, che si può ricevere nella propria posta elettronica, potrà scoprire che, se la Russia ha violato il Trattato sulle Forze nucleari intermedie (INF) [1] (fatto finora non provato), è assai probabile che gli Stati Uniti abbiano fatto altrettanto. Naturalmente il primo aspetto è stato sottolineato con forza dai mass media occidentali dopo la dichiarazione di Pence e poi di Trump di non voler più rispettare tale trattato, mentre - mi pare - in Italia solo Manlio Dinucci, profondo esperto nell'ambito degli armamenti, ha analizzato a fondo la questione, ma il video della sua intervista è stato ad oggi visualizzato solo da 3.997 persone. Per questa ragione, pur non essendo specialista della materia, mi sembra importante tornare su questo tema, riportando i contenuti dell'articolo pubblicato dal su menzionato bollettino e il cui autore ha tutti i requisiti per trattare con competenza questi argomenti, ed inoltre, non può essere accusato di pregiudizi anti-americani. L'articolo cui mi riferisco è intitolato "Russia may have violated the INF Treaty. Here's how the United States appears have done the same" (La Russia potrebbe aver violato il trattato INF. Ecco come gli Stati Uniti avrebbero fatto lo stesso),ed è stato pubblicato il 14 febbraio 2019. Il suo autore è Theodore A. Postol, fisico, professore emerito al MIT (Massachusetts Institute of Technology); il Bulletin of the Atomic Scientists costituisce una pubblicazione digitale, certo di non facile lettura, elaborata all'Università di Chicago con lo scopo di "fornire informazioni a sostegno di politiche che contrastino le minacce alla vita umana prodotte dallo stesso uomo" (io direi dall'imperialismo) come la guerra nucleare, il cambio climatico, lo sviluppo di tecnologie distruttive. Minacce che ahimè si sono fatte sempre più incombenti. Il bollettino è famoso per il suo Doomsday Clock (l'Orologio dell'Apocalisse), inventato dagli stessi scienziati dell'Università di Chicago nel 1947 con lo scopo di misurare la distanza temporale che ci separa da una probabile catastrofe planetaria. A loro parere la politica di guerra e l'inasprirsi del problema climatico hanno fatto sì che attualmente ci troviamo solo a due minuti da questo sciagurato evento, di cui assai pochi sembrano preoccuparsi. Negli ultimi decenni solo all'epoca della caduta del muro di Berlino, quando i più si illudevano che qualcosa sarebbe cambiato nelle relazioni internazionali, le lancette si allontanarono dalla mezzanotte, identificata con la catastrofe, di 10 minuti. Scrive il Prof. Postol che nel settembre del 2009 Obama e l'allora segretario della Difesa Robert Gates decisero di dare alla protezione dell'Europa un nuovo orientamento, installando in tre fasi nel continente un nuovo sistema di difesa missilistica, chiamato EPAA (Aegis based European Phased Adaptive Approach) [2]. In base a questa decisione, a partire dal 2011, la Nato ha |
piazzato intercettori di gittata media e intermedia (tra 500 e 5.500 km) nelle navi del Baltico e del Mediterraneo, impiegati abitualmente dalla marina statunitense; mentre la versione terrestre degli intercettori è stata posta in Polonia e in Romania. In Germania, in Turchia, nella Repubblica ceca sono state costruite basi radar, fornite di antenne piatte a scansione elettronica molto precise e costose in grado di individuare e di inseguire rapidamente i probabili bersagli. Il cuore di questo sistema, il cui obiettivo sarebbero i temuti missili iraniani di media gittata lanciati contro l'Europa, è rappresentato dall'intercettore SM-3, impiegato da Stati Uniti e Giappone, successivamente potenziato, capace di distruggere un bersaglio proveniente ad alta velocità.
Dati precisi alla mano, il Prof. Postol ci spiega come il reale obiettivo di tale decisione strategica sia invece la Russia; del resto, la cosa è evidente ma è bene conoscere a fondo il contesto per contrastare in maniera accurata la disgustosa e continua demonizzazione della Russia, con lo scopo surrettizio di attribuire agli Stati Uniti e all'Europa il ruolo dell'agnellino che rischia di essere preda delle feroci fauci del lupo cattivo (o forse in questo caso del grande orso russo). Scrive Postol che gli occidentali hanno accusato la Russia, che ha denunciato la capacità offensiva nei suoi confronti del nuovo sistema di difesa missilistica statunitense, di fare solo della retorica; invece, a suo parere, sono disponibili informazioni, dalle quali si può ricavare che i sistemi statunitensi basati su Aegis, se equipaggiati con missili da crociera (ossia con traiettoria guidata), violerebbero veramente il trattato INF. Inoltre, osserva lo scienziato statunitense, i campi di rilevamento dei radar Aegis nel sito polacco sono poco estesi e gli intercettori troppo lenti perché siano nelle condizioni di abbattere quelli che gli Stati Uniti indicano pretestuosamente come loro obiettivi, i già menzionati missili a lungo raggio lanciati dal pericoloso e aborrito Iran. Pertanto, conclude Postol, i sistemi Aegis sarebbero sostanzialmente inutili a contrastare un supposto attacco iraniano. Come se ciò non bastasse, tali sistemi, collocati nell'Europa orientale, hanno caratteristiche che li rendono pericolosi in modo particolare per la Russia: i componenti meccanici ed elettronici installati nei siti polacchi e rumeni sono identici a quelli di cui sono dotate le navi statunitensi, progettate per lanciare sia missili anti-aerei che missili da crociera. Queste caratteristiche fanno sì che essi costituiscano una minaccia incombente per la Russia, che può concretarsi nell'attacco portato da missili da crociera convenzionali o nucleari esplicitamente vietati dall'INF. Entrando più nello specifico, a parere di Postol, la dichiarazione del Dipartimento di Stato del dicembre 2017 - secondo cui il sistema Aegis installato a terra non avrebbe il software, l'hardware antincendio, né le infrastrutture necessarie per scagliare missili balistici o da crociera come il Tomahawk - sarebbe del tutto priva di fondamento. E ciò perché il sistema Aegis a terra è progettato per essere assai flessibile e per indirizzare più tipi di missili. Questa flessibilità consente a tale sistema collocato nell'Europa orientale di operare con vari tipi di missili compresi quelli da crociera dotati di armi nucleari; per esempio, un Tomahawk potenziato potrebbe essere impiegato per un attacco nucleare contro obiettivi russi. Ed è proprio ciò che la Russia a ragione teme e denuncia come violazione del Trattato INF. A tali considerazioni dobbiamo aggiungere quanto scriveva Manlio Dinucci sul Manifesto del 2 febbraio 2019, sottolineando l'importanza del fattore geografico: "mentre un missile nucleare Usa a raggio intermedio, schierato in Europa, può colpire Mosca, un analogo missile schierato dalla Russia sul proprio territorio può colpire le capitali europee, ma non Washington". Ciò significa - afferma sempre Dinucci - che, per le sue installazioni strategiche e per la presenza di bombe nucleari sul suo territorio, l'Italia si trova oggi in prima linea, in particolare tenendo conto che un missile balistico nucleare impiega dai 6 agli 11 minuti per raggiungere il proprio bersaglio. Pertanto, né il parlamento né gli Stati maggiori avranno il tempo per decidere sul da farsi in questa sciagurata congiuntura, a cui potranno rispondere solo i sistemi automatici computerizzati. Naturalmente da ciò si ricava che cinicamente gli Stati Uniti non si preoccupano dei loro alleati, la cui popolazione sarebbe sottoposta a questi attacchi distruttivi come risposta alle azioni statunitensi per il solo fatto che i nostri territori ospitano basi statunitensi e stazioni radar con il loro equipaggiamento nucleare, ma unicamente di mantenere la loro supremazia mondiale, messa sempre più a rischio dal consolidarsi della Russia e della Cina anche sul piano militare. Quest'ultima non aveva firmato questo trattato e perciò è particolarmente temuta dagli Stati Uniti, nonostante la portavoce del suo Ministero degli esteri abbia invitato i dirigenti dell'ex super-potenza e pensare bene a quello che fanno, aggiungendo che la Cina continuerà nella sua politica di difesa nazionale. Complice di questo ulteriore aumento di tensione è stata l'Unione Europea, i cui paesi nell'Assemblea delle Nazioni Unite dello scorso dicembre si sono supinamente accodati alle decisioni statunitensi, respingendo la mozione russa che chiedeva il mantenimento in vigore del Trattato. Su questa linea si è schierato anche il "governo del cambiamento" italiano, insieme all'invertebrata "opposizione". Infatti, hanno tranquillamente ingoiato il rospo, senza chiedere né che si esprimesse il parlamento su tale cruciale questione né che l'Italia rispetti il Trattato di non proliferazione, per non aggiungere poi quello di proibizione delle armi nucleari proposto dall'Assemblea delle Nazioni Unite. Del resto, perché meravigliarci? Sarebbe troppo chiedere a questa pericolosa e ridicola classe dirigente che l'Italia la smetta di fingere di essere una potenza strategica, contraddittoriamente subalterna e sottomessa ai suoi veri padroni. Note [1] Firmato nel 1987 da R. Reagan e M. Gorbaciov. [2] Approccio adattivo in fasi basato sull' Aegis Combat System. Aegis viene dal latino e significa scudo. L'omertà di Papa Francesco alla prova della Francia![]() Dall'apertura dell'inchiesta per molestie sessuali su mons. Luigi Ventura, nunzio apostolico in Francia, da parte della procura di Parigi, a fine gennaio, le denunce a suo carico si sono moltiplicate. Per ora a proteggerlo ci pensa l'immunità diplomatica di cui gode. Ma la procura ne ha già chiesto la revoca. di Ingrid Colanicchia - (18 marzo 2019) È la Francia il nuovo banco di prova per quella tolleranza zero tanto millantata dal papa in materia di abusi sessuali. Giusto stamane infatti Bergoglio ha ricevuto in udienza privata il cardinale di Lione, Philippe Barbarin, per decidere se accettare o meno le sue dimissioni. Il prelato il 7 marzo scorso è stato condannato a sei mesi di carcere con la condizionale per non aver denunciato le molestie sessuali commesse da p. Bernard Preynat su decine di minori dei gruppi scout che seguiva negli anni Settanta e Ottanta. Fatti occorsi prima dell'arrivo di Barbarin in diocesi (nel 2002) ma del quale il prelato era venuto a conoscenza (la giornalista di La Croix Isabelle de Gaulmyn - che frequentava proprio la parrocchia incriminata e che alla vicenda ha dedicato un libro, Histoire d'un silence - ha raccontato di aver parlato della questione con il card. Barbarin già a metà degli anni Duemila). Al momento non è dato sapere cosa il papa deciderà di fare, ma se dovesse accettare le dimissioni del cardinale potrebbe insorgere qualche problema nella nomina del suo successore, considerato che l'incarico di stilare una lista con i nomi dei tre candidati più adatti a ricoprire l'ufficio - e a subentrare quindi al cardinale nella guida della diocesi di Lione - spetta al nunzio apostolico mons. Luigi Ventura, prelato contro il quale da gennaio a oggi sono state depositate tre denunce per molestie e per il quale la procura ha chiesto la revoca dell'immunità diplomatica. Ad oggi Francesco ha fatto orecchie da mercante: il solenne mea culpa pronunciato il mese scorso in occasione del vertice contro gli abusi si rivelerà solo un bluff? In attesa di vedere come il papa affronterà questo ennesimo scandalo, ripercorriamo insieme le tappe di questa storia che imperversa sui giornali d'Oltralpe (meno su quelli italiani, che hanno dato solo parzialmente notizia della vicenda). ..segue ./.
|
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
Stampa pagina | Stampa inserto | La VOCE 1809 |
La VOCE | COREA | CUBA | JUGOSLAVIA | PALESTINA | RUSSIA | SCIENZA | ARTE |