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LA VOCE 1311

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La VOCE ANNO XVI N°3

novembre 2013

PAGINA 8

segue: G. Stalin -Stalin Discorso alla I Conferenza generale degli Stakhanovisti

Una scienza che abbia rotto i legami con la pratica, con l’esperienza – che razza di scienza è mai? Se la scienza fosse quella che ci dipingono alcuni dei nostri compagni conservatori, essa sarebbe da molto tempo andata perduta per l’umanità. La scienza è chiamata scienza perché non riconosce i feticci, proprio perché non teme di alzare la sua mano contro l’obsoleto e antiquato, sulle cose vecchie e presta un orecchio attento alla voce dell’esperienza e della pratica. Se così non fosse cosi, non avremmo alcuna scienza e non vi sarebbe, poniamo, l’astronomia, e continueremmo ad accontentarci del vetusto sistema tolemaico, non vi sarebbe la biologia e continuassimo ancora a consolarci con la leggenda della creazione dell’uomo, non vi sarebbe la chimica, continueremmo ad accontentarci dei vaticini degli alchimisti. Ecco perché penso che i nostri ingegneri, tecnici e dirigenti dell’industria , che sono già riusciti a restare abbastanza indietro al movimento stakhanovista, farebbero bene dal cessare di aggrapparsi alle vecchie norme tecniche e riorganizzassero veramente il loro lavoro, in modo scientifico, secondo un modo nuovo, stakhanovista.
Molto bene, ci si dirà, ma che fare delle norme tecniche in generale? Occorrono esse all’’industria ha bisogno di loro, o si può fare a meno di ogni o qualsiasi norma?
Alcuni dicono che non abbiamo bisogno di nessuna norma tecnica. Questo non è giusto, compagni. Anzi questo è sciocco.. Senza norme tecniche no è possibile un economia pianificata. Le norme tecniche ci occorrono,inoltre, al fine di portare le masse arretrate al livello di quelle avanzate. Le norme tecniche sono una grande forza regolatrice, che organizza nella produzione le grandi masse degli operai intorno agli elementi avanzati della classe operaia . Di conseguenza ci occorrono delle norme ; ma non le normi essienti, bensi delle norme più elevate.
Altri dicono le norme tecniche sono necessarie , ma che fin da oggi bisogna portarle all’ altezza dei risultati ottenuti dagli Stakhanov, Bussighin, dalle Vinogradovas, e da altri. Neanche questo è giusto . Norme simili sarebbero irreali per il presee , perchégli operai e le operaie tecnicamente meno addestrati degli Stakanov e Bussighin non potrebbero applicare queste norme . Ci occorrono delle norme tecniche che stiano pressa a poco a metà strada tra quelle oggi esistenti e quelle raggiunte dagli Stakhanov e dai Bussighin. Prendiamo, per esempio, Maria Demchenko, il ben nota a tutti per aver ottenuto più di 500 quintali di barbabietole per ettaro. Si può fare di questo risultato la norma di produttività per tutta la coltivazione delle barbabietole? No, non si può barbabietole per ettaro. Questo risultato può essere fatta la resa standard per l’intera produzione di barbabietola da zucchero, per esempio, in Ucraina? No, non può. E’ ancora presto per parlare di una cosa simile. Maria Demchenko ha ottenuto oltre 500 quintali di un ettaro, mentre il raccolto medio di barbabietole quest’anno in Ucraina, per esempio, è di 130 o 132 quintali per ettaro.
La differenza, come vedete, non è una piccola. Possiamo definire lo standard di rendimento di barbabietole di 400 o 300 quintali? Tutti esperti della questione dicono che per adesso, non si può farlo. Evidentemente, converrà fissare per il 1936 una norma di rendimento in Ucraina di 200-250 quintilai per ettaro. E questa norma non è bassa perché, se verrà applicata ci darà una quantità di zucchero doppia di quella che abbiamo ottenuto nel 1935.
Lo stesso si deve dire per l’industria . Stakhanov superato la norma tecnica in vigore, sembra, di dieci volte o anche di più. Prendere questo risultato come norma tecnica per tutti coloro che lavorano con martello pneumatico non sarebbe ragionevole . E’ evidente che bisogna dare una norma che stia pres’ a poco a metà strada tra la norma tecnica esistente e la norma raggiunta dal compagno Stakhanov.
In ogni caso, una cosa è chiara : le attuali norme tecniche non corrispondono più alla realtà; esse ritardano e si sono convertite in un freno per la nostra industria, e per non frenare la nostra industria è necessario sostituirle con norme tecniche nuove e più elevate . Uomini nuovi, tempi nuovi – nuove norme tecniche.

4. COMPITI IMMEDIATI
Quali sono i nostri compiti immediati dal punto di vista degli interessi del movimento stakhanovista?
Per non disperdere l’attenzione, cerchiamo di limitarci a due compiti immediati.
Primo. Abbiamo Il compito di aiutare gli stakhanovisti a sviluppare ulteriormente il movimento stakhanovista e diffonderlo in estensione e in profondità in tutte le regioni e in tutte le zone dell’Unione Sovietica, questo da un parte. E d’altra parte, quello di frenare tutti quegli elementi tra i dirigenti economici, ingegneri e tecnici che ostinatamente si aggrappano al vecchio, non vogliono andare avanti, e inceppano sistematicamente lo sviluppo del movimento stakhanovista.
Per diffondere risolutamente il movimento stakhanovista su tutto il territorio del nostro paese i soli stakanovisti non bastano di certo. E’necessario che le nostre organizzazioni di partito prendano per mano la cosa e aiutino gli stakhanovisti a spingere a fondo il movimento. Da punto di vista l’organizzazione regionale del Bacino del Donetz ha incontestabilmente dato prova di una grande iniziativa.
Bene lavorarno anche le organizzazioni regionali di Mosca e Leningrado. Ma le altre regioni? A quanto pare esse stanno ancora “mettendosi in movimento”.
Per esempio, non si sente di nulla, o quasi dagli Urali, anche se, come sapete, gli Urali sono grande centro industriale. Lo stesso si deve dire della Siberia occidentale e del bacino del Kuzbas, dove, secondo tutte le apparenze, non sono ancora riusciti a ” mettersi in movimento.” Tuttavia si può essere certi che le nostre organizzazioni di partito si metteranno all’opera e aiuteranno gli stakanovisti a superare le difficoltà.
Per quanto riguarda l’altro aspetto della questione – il mettere a freno i conservatori che si trovano fra i dirigenti dell’industria, gl’ ingegneri e i tecnici, – la cosa qui è un pò ‘più complicata.
Prima di tutto bisognerà cercare di convincere, di convincere pazientemente e amichevolmente questi elementi conservatori dell’industria, di convincerli della natura progressiva del movimento stakhanovista e della necessità per loro di riorganizzare il loro lavoro secondo un metodo stakhanovista.
E se l’opera di persuasione non sarà sufficiente, bisognerà prendere delle misure più energiche. Prendiamo, per esempio, il Commissariato del popolo delle Vie di comunicazione. Nell’apparato centrale di questo Commissariato esisteva fino a poco un gruppo di professori, ingegneri, e altri esperti della questione – tra i quali anche dei comunisti – i quali assicuravano a tutti che una velocità commerciale di 13-14 chilometri all’ora era un limite oltre al quale era proibito ,era impossibile andare,senza metetrsi in contraddizione con “la scienza dell’esercizio delle ferrovie».

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