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La VOCE ANNO XVI N°3

novembre 2013

PAGINA a         - 25

CRISI ECONOMICA, SIRIA, DATAGATE E
NANISMO DELLA POLITICA ITALICA

Il dibattito politico in Italia continua implacabilmente a ruotare intorno a temi che sembrano lontani mille miglia dai problemi reali della gente e del Paese. Dibattiti televisivi, telegiornali, rubriche di “approfondimento” politico continuano a tormentarci ed annoiarci su domande fondamentali del tipo: il voto per togliere l’immunità al Cavaliere sarà segreto o palese? Il partito di Berlusconi si spaccherà tra “lealisti” e “traditori”? Cosa farà Alfano e cosa farà la Santanchè? Il demagogo in maniche di camicia, estroverso, belloccio e chiacchierone, e tanto simpatico (si fa per dire!) Matteo Renzi sarà il nuovo segretario del partito Democratico? Cosa farà il suo avversario interno, il triste ed introverso Cuperlo? E se voteremo, lo faremo con il “Porcellum” o con il “Mattarellum” modificato?

L’unica azione veramente importante che questa classe politica di nani sta facendo è quella di affossare la nostra Costituzione Repubblicana nonostante l’opposizione in ordine sparso di Landini,
Rodotà, Cinquestelle e la sempre più agonizzante Federazione della Sinistra, vittima dei suoi errori e delle sue ambiguità passate. L’unica cosa positiva è il fatto che gente come Veltroni o Occhetto sembra ormai sparita dalla circolazione, anche se si fa sentire ancora l’immarcescibile “baffetto” D’Alema.
Intanto la crisi prosegue devastante togliendo ogni prospettiva ai giovani. La disoccupazione giovanile ha ormai superato il 40% mentre quella generale supera ampiamente il 12% e va oltre la media europea. Aumentano precarietà e flessibilità del lavoro. Diminuiscono i diritti ed aumentano i ricatti padronali. La produzione industriale continua a diminuire in modo drammatico. Aziende pubbliche che erano l’orgoglio del vecchio sistema pubblico o a partecipazione statale, come la stessa Alitalia, sono sull’orlo del baratro dopo scandalose privatizzazioni. Il massimo polo della una volta gloriosa siderurgia italiana, quello di Taranto, dimostra solo di essere una inefficiente fabbrica di morte.

I nostri governi, succubi agli ordini del grande capitale finanziario internazionale da cui prendono giornalmente ordini, reagiscono alla crisi con tagli che vanno ad incidere sulla ricerca e l’istruzione, precludendo al sistema Italia anche uno sviluppo tecnologico (come ad esempio quello della Germania) che potrebbe frenare la crisi produttiva. Tutto ciò che è pubblico (come anche il sistema sanitario e quello pensionistico) è sotto tiro. La crisi si avvita su sé stessa aprendo scenari inquietanti.
Quello che caratterizza il nostro sistema politico è in questa fase, non solo una fuga irresponsabile dai veri problemi del paese, ma soprattutto il fatto che questa fuga è caratterizzata da una completa assenza di una politica nazionale con una perdita secca di sovranità del paese.

Così l’asservimento alla politica delle grandi banche e delle grandi istituzioni finanziarie internazionali (dal FMI alla BCE) si sposa perfettamente con l’assoluta mancanza di una politica estera degna di questo nome. L’Italia continua a mandare truppe in Afghanistan agli ordini degli USA e della NATO e su altri fronti di guerra. Ora è previsto anche l’invio di nostri militari in Libia, ufficialmente per “addestrare” le truppe libiche (in realtà costituite dalle bande terroriste che hanno destabilizzato il paese). Si cerca di limitare i disastri che noi stessi abbiamo provocato con la nostra aggressione del 2011.

Sulla Siria la politica italiana sembra più ragionevole. Non si parla più di aggredire quel paese insieme ad altri alleati della NATO, e si riconosce che l’esercito siriano si sta battendo contro terroristi islamici estremisti finanziati oggi soprattutto dall’Arabia Saudita, dopo che anche Turchia e Qatar stanno assumendo posizioni più prudenti. Ma questa svolta è solo dovuta al fatto che anche gli USA, preoccupati per gli sviluppi imprevedibili della crisi ed irretiti dall’abile politica estera russa, hanno assunto un atteggiamento – almeno per ora – moderato. L’Italia però continua a partecipare all’orrendo gruppo degli “amici della Siria” che conferma il durissimo embargo che sta affamando quel paese e continua a sostenere ufficialmente i cosiddetti “ribelli”.

In tutto questo la vicenda più ridicola è quella del “Datagate”, ovvero la rivelazione del segreto di Pulcinella, secondo cui gli USA ci spiavano, così come spiavano tutti, amici e nemici, e sembra persino il Papa. Anche questa volta i nostri politici, così come del resto anche quelli tedeschi o francesi, fingono di essere sorpresi e di indignarsi, e protestare, mentre anche i bambini sanno che tutti erano al corrente di tutto e che i nostri servizi segreti erano complici consapevoli ed entusiasti.

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