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La VOCE ANNO  XIII     N°  6


Domanda 7.

" Si descrive continuamente Haiti come il margine del mondo, vede Lei il paese come un concentrato del nostro mondo contemporaneo…?

" Ricardo Seitenfus: E' il concentrato dei nostri drammi e dei fallimenti della solidarietà internazionale. Non siamo all'altezza della sfida.

La stampa mondiale viene in Haiti e descrive il caos. (…) Per loro, Haiti è uno dei peggiori paesi al mondo. Bisogna entrare nella cultura haitiana, bisogna entrare nella terra. (…) Non c'è nessuno che si occupi, non c'è nessuno con la voglia di cercare di capire ciò che io chiamerei, l'anima haitiana. "

Domanda 8.

" Oltre al riconoscimento del fallimento, quali soluzioni propone? ".

" Ricardo Seitenfus: In due mesi, avró finito una missione di due anni in Haiti. Per rimanere qui, senza  essere oppreso da quello che vedo, ho dovuto creare una serie di difese psicologiche.

Volevo continuare ad essere una voce indipendente nonostante il peso dell'organizzazione che rappresento. (…) il 12 febbraio ho imparato che esiste un potenziale di solidarietà straordinario nel mondo.

Ed è necessario non dimenticare che, nei primi giorni, furono gli haitiani da soli, a mani nude, coloro che cercarono di salvare i suoi.

(…) Dobbiamo pensare anche ad offrire opportunità di esportazioni per Haiti e a proteggere questa agricoltura familiare che è molto importante per il paese.

Haiti è l'ultimo paradiso dei Caraibi ancora non sfruttato dal turismo, con 1 700 chilometri di coste vergini (…) Duecento anni fa, Haiti ha illuminato la storia dell'Umanità e dei diritti umani.

E' necessario offrire adesso un'opportunità agli haitiani di confermare la sua visione. "Si può essere o non d'accordo con ognuna delle parole del brasiliano Ricardo Seitenfus, però è indiscutibile che ha detto verità lapidarie  nelle sue risposte.

Considero conveniente aggiungere e anche chiarire:

Il nostro paese non solo ha inviato centinaia di medici nel vicino e fraterno popolo di Haiti, ma ha anche inviato migliaia di loro in altri popoli del Terzo Mondo, specialmente in situazioni di disastri naturali, contribuendo così alla formazione di decine di migliaia di medici nella nostra Patria e anche all'estero.

La collaborazione medica con Haiti è cominciata 12 anni fa, il 4 dicembre 1998.

Quando alla fine degli anni 90 è finita la tirannia di Duvalier e dei Tonton Macoutes - imposta per decenni dagli Stati Uniti- e un governo scelto dal popolo ha assunto la direzione di Haiti, Cuba ha inviato 100 medici per offrire servizi medici in questo paese, il primo gruppo di giovani haitiani diplomati si è trasferito a Cuba per cominciare gli studi di Medicina nel 1999.

Poi, nell'anno 2001, abbiamo iniziato una collaborazione con l'Università di Medicina creata dal presidente Jean Bertrand Aristide, nella quale abbiamo inviato professori che lavoravano anche come medici al servizio del popolo haitiano.

Quando i yankee hanno
fatto il colpo di stato, e la scuola diventò una caserma per i golpisti, circa 270 studenti si sono trasferiti a Cuba con i professori  e hanno continuato gli studi nella nostra Patria.

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