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La VOCE ANNO XX N°5

gennaio 2018

PAGINA 3         - 23

Gli avvoltoi atlantici tornano a volteggiare sui Balcani

di Alberto Fazolo, 12/12/2017
Articolo uscito in contemporanea su Contropiano e Antidiplomatico


Dai primissimi anni '90 la Jugoslavia si trasformò in un laboratorio per le ingerenze occidentali, vi vennero sperimentate tutte le tecniche di destabilizzazione che poi abbiamo visto applicate nel resto del mondo per un quarto di secolo. Dapprima ci si adoperò per smembrare lo Stato fomentando l'odio etnico (da cui venne coniato il neologismo "balcanizzazione") poi si scatenarono sanguinose guerre fratricide. Dove la NATO non riuscì ad arrivare con le bombe, arrivò con la guerra non convenzionale, varando il modello di regime change chiamato "rivoluzioni colorate". Gli avvoltoi atlantici hanno divorato il cadavere della Jugoslavia causando danni immani.

I Balcani si trovano in una fase più avanzata rispetto ai paesi che successivamente subirono la stessa ingerenza, anche per questo è d'interesse studiare la loro storia e scrutarne il futuro prossimo. A Roma il 6 e 7 dicembre 2017 si è tenuta una conferenza pubblica organizzata dal NATO Defence College dal titolo "I Balcani occidentali ad un bivio". Questa è stata l'occasione per capire quali siano le intenzioni della NATO e cosa potrebbe succedere a breve.

Il dramma dei Balcani sono le tensioni etniche, tuttavia ci sono anche dei problemi consolidati relativi alla criminalità che in particolare si dedica a traffici di droga, sigarette, armi, esseri umani, ecc. In questa fase la NATO individua ulteriori e più pericolose minacce (almeno dal suo punto di vista), rappresentate dall'azione di tre entità: Russia, Cina e paesi arabi.

La NATO si lamenta dell'efficace penetrazione russa tra le popolazioni d'etnia Serba, questa azione si attuerebbe prevalentemente attraverso la cooperazione e l'informazione. In questo quadro, la NATO è molto allarmata dal fatto che la Serbia abbia deciso di comprare degli aerei da combattimento e dei carri armati di produzione russa. Il timore della NATO è che la penetrazione russa si rafforzi sul piano politico arrivando a trasformarsi in una presenza militare, teme cioè che la Russia possa costruire una "testa di ponte" all'interno della UE: cosa che la NATO impedirà ad ogni costo.

La penetrazione cinese nei Balcani è solo di tipo commerciale, con investimenti in impianti industriali e in infrastrutture. La NATO e la UE vogliono impedire che la Cina diventi un competitor nella regione, non ammettono cioè che altri si intromettano in quello che considerano un terreno di conquista esclusivo.

Più particolare è la minaccia rappresentata da alcuni paesi arabi, nello specifico monarchie del Golfo e Turchia, che stanno promuovendo la radicalizzazione religiosa in Bosnia, Kosovo e Albania.

Si stima che in Siria attualmente combattano circa 800 integralisti islamici balcanici che con l'imminente capitolazione del Califfato potrebbero tornare nelle proprie terre. La NATO teme che questi possano compiere attentati terroristici in Europa. La vicenda ha degli aspetti grotteschi, infatti da un lato ci si lamenta che alcuni di questi combattenti dell'ISIS in precedenza lavoravano per la NATO, dall'altro non ci si interroga su chi sia a sostenere la radicalizzazione: la Turchia è uno dei più importanti membri della NATO e le monarchie del Golfo sono degli stretti alleati degli USA. Se solo lo volessero, gli USA sarebbero in grado d'arrestare il fenomeno, ma non lo stanno facendo; la cosa è molto interessante, perché potrebbe essere la manifestazione di qualcosa di diverso dalle apparenze.

La Bosnia, la Serbia e il Kosovo non sono né nella UE, né nella NATO, e probabilmente non vi entreranno mai, sono tre distinte testimonianze del fallimento delle ingerenze. La Bosnia non ha risolto gli scontri etnici, vive in un equilibrio estremamente fragile. La Serbia non si doma e non perdona. Il Kosovo è un narco-Stato che non sarà mai presentabile e soprattutto non si sa autorganizzare. In queste tre entità regna un caos che determina un vuoto politico in cui si può inserire l'azione di Russia, Cina e paesi arabi. L'unica soluzione che la NATO ha per scongiurare questa evenienza è di andare contro la volontà dei popoli e imporre l'integrazione, magari ricorrendo anche a qualche forma di commissariamento (andrebbe insediato un plenipotenziario che possa essere espressione della NATO o dell'OSCE). La NATO è pronta a forzare la mano, i Balcani sono di nuovo ad un bivio: o la sudditanza, o la guerra.

La crisi tra EU e USA non è un mistero, si era già manifestata in molte occasioni (come in Libia e poi in Ucraina), ma forse ora si potrebbe acuire. Facendo la forzatura d'imporre l'ingresso di Serbia, Bosnia e Kosovo nella UE si crea una contraddizione che potrebbe far crollare tutti gli equilibri del continente. Dopo aver infiammato il Medioriente con la provocazione di Gerusalemme, ancora una volta gli USA accenderebbero un fuoco nella polveriera balcanica destabilizzando l'Europa.

Forse il cadavere che gli avvoltoi atlantici vogliono divorare non è solo quello dell'ex-Jugoslavia.
 

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DICHIARAZIONE DEL PARTITO SOCIALISTA DEI LAVORATORI DELLA CROAZIA (SRP) 
A PROPOSITO DEL RICONOSCIMENTO DI GERUSALEMME QUALE CAPITALE DI ISRAELE

Il riconoscimento e la dichiarazione del presidente USA Donald Trump, per cui Gerusalemme sarebbe la capitale di Israele, secondo uno schema già noto e tradizionale di sostegno alla aggressiva politica israeliana, non conduce ad alcuna soluzione che soddisfi le parti in conflitto bensì intensifica la crisi nel Vicino Oriente.
Gli USA, con le loro attività nella zona menzionata, proseguono con una furia imperialista e sostengono vergognosamente il regime politico, logistico e militare che da decenni opprime il popolo palestinese, il quale per la sua lotta merita l'appoggio di tutti gli individui progressisti e amanti della libertà. I grotteschi rapporti degli USA con il governo israeliano e con i regimi reazionari arabi che interloquiscono con il governo statunitense, mettono direttamente in discussione il diritto del popolo palestinese alla autodeterminazione con obiettivo la fondazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme Est come capitale, in base alla Risoluzione ONU ed ai confini stabiliti prima del 4 giugno 1967, data in cui ebbe inizio l'occupazione. Tale decisione calpesta tutte le vittime che il popolo palestinese ha sacrificato dall'inizio del conflitto e porterà sicuramente a nuove impennate di violenza, di cui siamo già testimoni.
Il presidente americano, con i suoi fedeli alleati, chiarisce che non gli interessano la pace e la giustizia, bensì, deluso per la sconfitta dello Stato Islamico e dalla politica americana in Iraq e Siria, ostinatamente dimostra al mondo la continuità dell'imperialismo americano con l'interferenza non richiesta nella politica interna di paesi sovrani ovunque nel mondo.
SRP condanna con la massima decisione la politica imperialista degli USA e delle loro diramazioni nel mondo. Ci battiamo per la fine della occupazione fino alla creazione di uno Stato di Palestina con Gerusalemme Est capitale come base della coesistenza per il bene dei popoli arabo ed ebraico.

11 dicembre 2017
Kristofor Štokić a nome del SRP




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L'ex legale canadese di Milosevic: "Mladic è un capro espiatorio per coprire i crimini della NATO"

All'AntiDiplomatico Cristopher Black rivela: "L’ICTY è un tribunale fantoccio che ha utilizzato metodi fascisti di giustizia per attuare l'agenda Nato di conquista dei Balcani"


Tutti i mezzi di informazione di massa hanno dato ieri e per l’intera giornata la notizia della condanna da parte del tribunale delle Nazioni Unite del generale Ratko Mladic. I giudici del Tribunale Onu hanno ritenuto colpevole il generale serbo della maggior parte delle accuse risalenti alla guerra del 1992-1995, in particolare il famigerato massacro di Srebrenica. Mladic si era sempre dichiarato non colpevole di tutte le accuse.

Il giudice presidente Alphons Orie ha dichiarato alla lettura della sentenza che il Tribunale ha scoperto che le azioni di Mladic durante la guerra erano "tra le più atroci conosciute dal genere umano" e costituivano un “genocidio”. Mladic, che ha ascoltato il verdetto da una stanza limitrofa dopo che ha tentato varie volte di disturbare la lettura, è stato condannato all’ergastolo. Secondo quello che riporta il figlio del generale, Darko, in un’intervista a TASS,  suo padre in aula ha detto: "Sono tutto bugie, questo è un tribunale della NATO!"

Come AntiDiplomatico abbiamo ascoltato per un commento Cristopher Black, canadese, uno dei giuristi penali internazionali più importanti al mondo e colui che per anni è stato il legale che ha difeso l’ex presidente serbo Slobodan Milosevic dalle accuse mossegli dallo stesso Tribunale ONU. In pochi conoscono la storia del Tribunale per l'ex Jugoslavia come lui.

L'intervista

Signor Black, il Tribunale criminale internazionale per le Nazioni Uniti ha condannato all’ergastolo per genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra il generale Ratko Mladic. Quali sono i suoi primi commenti?

C.B. Si tratta di un’altra umiliazione per la Jugoslavia e la Serbia da parte della Nato. E’ chiaro a tutti che dalla sua creazione, dal finanziamento, dai metodi e dall’arruolamento del personale che questo è stato un Tribunale della Nato. Quello che dico è confermato da quanto dichiarava ieri poco dopo la lettura del verdetto proprio il Segretario Generale delle Nazioni Unite che ha detto di ‘accogliere positivamente la decisione… i Balcani occidentali sono di importanza strategica per la nostra Alleanza’. 
In altre parole, questa condanna aiuta la Nato a consolidare la sua presa sui Balcani, tenendo i serbi e i socialisti intimiditi e sottomessi. Il Generale Mladic è un capro espiatorio per i crimini di guerra dell’Alleanza Atlantica. Crimini commessi in tutta la Jugoslavia che il Tribunale ONU ha coperto. L’ICTY ha in questo modo agevolato la Nato a commettere ulteriori crimini di guerra da allora. 



Secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, il giordano Zeid Raad al-Hussein, "Mladic è l’incarnazione del Male, ma non è scappato alla giustizia”. Quale è la sua opinione di Mladic nel lungo studio che ha compiuto sui fatti tragici accorsi in Ex Jugoslavia?  


C.B.: Il Generale Mladic è un soldato falsamente accusato dal Tribunale della Nato. E questo perché ha cercato di difendere il suo popolo da un’aggressione. Lui è, come ho detto in precedenza, il capro espiatorio per coprire i crimini della NATO. E’ un uomo che ha  avuto il coraggio di combattere il male, vale a dire l’impero della Nato e i suoi alleati locali. E’ una vittima.
..segue ./.

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