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La VOCE ANNO XXI N°1

settembre 2018

PAGINA b         - 30

Segue da Pag.29: Il popolo russo ha parlato!

2) Il popolo russo ha rafforzato la sua fiducia in Putin, considerato fondamentalmente colui che ha ridato al paese il ruolo che gli spetta nel mondo, facendolo uscire dalla crisi mortale in cui si stava avvitando, dopo avere seguito pedissequamente le ricette di politica sociale, economica ed estera imposte dall’esterno. Gli oltre 56 milioni di voti ottenuti dal presidente russo (il 76,7%) rappresentano una quota di consenso che solo qualche irresponsabile, miope e prevenuto commentatore di casa nostra può sottovalutare, facendo ricorso alle abusate e stantie “argomentazioni” della propaganda dominante, o addirittura ignorare.

3) Il popolo russo ha poi scelto, tra i candidati dell’opposizione, quelli che, come il comunista Grudinin (che ha ottenuto quasi il 12% dei voti), pur avanzando anche dure critiche su aspetti della politica economica e sociale dell’attuale dirigenza russa, non hanno mai esitato quando si è trattato di affiancare Putin nella sua azione di difesa degli interessi nazionali, messi a rischio dalle continue minacce dell’imperialismo. Anzi, hanno sempre chiesto un comportamento più severo nei confronti delle provocazioni e una politica di più serrata collaborazione con la Repubblica Popolare Cinese. E allo stesso tempo, l’elettorato non ha preso quasi in considerazione le candidature liberali e filo-occidentali presenti, che si attestano, tutte insieme, attorno al 2%.

E allora fatevene una ragione, signori del governo italiano “mandato a casa” il 4 marzo, personalità di una sedicente “sinistra” russofoba che sta facendo diventare sinistra la parola stessa, commentatori a comando di diversa provenienza che continuate a imbonire la nostra opinione pubblica con le favole più inverosimili sulle “pecche” della democrazia russa (da che pulpito viene la predica, in un paese come il nostro in cui la costituzione uscita dalla Resistenza viene quotidianamente calpestata e derisa!)

Il popolo russo ha dato una risposta come si deve anche a voi, dimostrando di essere il degno erede di quello che lo ha preceduto oltre 70 anni fa, che, con la sua strenua ed eroica resistenza, costata 22 milioni di morti, ha salvato l’intera umanità dalla barbarie nazifascista.

E voi, compagni e amici della “sinistra radicale”, cercate di uscire dal letargo. Fate sentire con una mobilitazione degna di questo nome la vostra irriducibile opposizione alla preparazione di una guerra contro la Russia che ormai è all’ordine del giorno delle cancellerie imperialiste e che mette a repentaglio l’esistenza stessa dell’umanità. Perché il vostro continuo silenzio sulla questione più importante che dovrebbe allarmare oggi tutti i popoli del nostro continente sta diventando veramente assordante.

Scandaloso! Il console ucraino ad Amburgo si dichiara apertamente fascista, ma nella “democratica” Unione Europea chi si indigna?

Nota del Partito Comunista di Ucraina

da solidnet.org

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

Petro Simonenko: lo scandalo con il Console dell’Ucraina ad Amburgo è la chiara dimostrazione dell’essenza fascista del regime nazi-oligarchico instaurato nel paese


“Il fatto che il console dell’Ucraina ad Amburgo Vasily Maruschinets si sia dichiarato apertamente fascista non rappresenta un caso ma il riflesso di quei processi distruttivi per la società, che si manifestano oggi in Ucraina”: la glorificazione dei collaboratori nazisti dell’OUN-OPA, l’introduzione dell’ideologia nazista nei ranghi statali, l’annientamento della verità storica, la trasformazione delle forze dell’ordine in organi di intimidazione e repressione dei dissidenti, il finanziamento da parte delle autorità e degli oligarchi di bande armate e l’utilizzo di queste, dei servizi di sicurezza, del GPU e del ministero dell’interno per la repressione delle manifestazioni di protesta, il terrore nei confronti di coloro che dissentono dalla politica criminale del regime al potere”. Lo ha dichiarato il leader dei comunisti ucraini, rispondendo alle domande dei giornalisti.


Petro Simonenko ha sottolineato che la questione non riguarda solo un funzionario pubblico che nutre convinzioni fasciste.

“Le opinioni e la visione di questo presunto diplomatico erano ben note a tutti coloro che hanno lavorato con lui. Tra i suoi amici su Facebook e quelli che appongono un “like” sotto i suoi post fascisti, c’è l’ambasciatrice dell’Ucraina in Portogallo Nina Ognivets, responsabili e collaboratori del Ministero degli Esteri, c’è Oksana Tarasyuk, il diretto capo del console nazista ad Amburgo, e che è figlia dell’ex ministro degli Esteri Boris Tarasyuk. E anche Boris Tarasyuk stesso, che ora ricopre la carica di vice presidente del Comitato della Rada Suprema dell’Ucraina, è tra gli amici del console nazista di Amburgo. Ed è impossibile che non conosca le opinioni fasciste del console Maruschinets pure il ministro Klimkin”, ha affermato Petro Simonenko.

Petro Simonenko ha sottolineato che, in occasione della nomina ad incarichi di responsabilità, in particolare per quanto riguarda la scelta di ambasciatori, rappresentanti diplomatici, consoli, è prevista una prova speciale stabilita dai servizi di sicurezza (SBU), e da altri organismi autorizzati.

“Di conseguenza, i casi sono due: o l’SBU non ha attuato le opportune verifiche, oppure ha ritenuto che le opinioni del fascista Maruschinets rappresentano la norma “patriottica”. In entrambi i casi è evidente Che con l’attuale regime e la sua leadership, i servizi di sicurezza non hanno nulla a che vedere con la sicurezza nazionale dell’Ucraina, ma assolvono semplicemente a compiti di polizia”, è l’opinione del leader comunista.

Il leader del Partito Comunista ha espresso la speranza che questo scandalo servirà come buona lezione per tutti coloro che continuano a nutrire illusioni sui valori “democratici” del regime al potere.

“Lo scopo degli organizzatori e degli sponsor del colpo di Stato armato del febbraio 2014 è evidente: smembrare l’Ucraina, instaurare una dittatura fascista, trasformare il paese nell’avamposto della NATO alle frontiere con la Russia”, ha concluso il leader del Partito Comunista di Ucraina.

In relazione alla negazione dell’Olocausto e alla glorificazione del nazismo da parte dei corpi diplomatici dell’Ucraina e del Ministero degli Affari Esteri (con sottotitoli in inglese, francese, tedesco ed ebraico)

NB. Per attivare i sottotitoli basta cliccare sull’icona sottotitoli youtube, in basso a destra di ogni video


ISRAELE, 200 ARMI NUCLEARI PUNTATE SULL'IRAN

L’arte della guerra. La rubrica settimanale a cura di Manlio Dinucci

Manlio Dinucci EDIZIONE DEL 15.05.2018 PUBBLICATO 14.5.2018, 23:59

La decisione degli Stati uniti di uscire dall’accordo sul nucleare iraniano – stipulato nel 2015 da Teheran con i 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania – provoca una situazione di estrema pericolosità non solo per il Medio Oriente.

Per capire quali implicazioni abbia tale decisione, presa sotto pressione di Israele che definisce l’accordo «la resa dell’Occidente all’asse del male guidato dall’Iran», si deve partire da un fatto ben preciso: Israele ha la Bomba, non l’Iran.

Sono oltre cinquant’anni che Israele produce armi nucleari nell’impianto di Dimona, costruito con l’aiuto soprattutto di Francia e Stati Uniti. Esso non viene sottoposto a ispezioni poiché Israele, l’unica potenza nucleare in Medioriente, non aderisce al Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, che invece l’Iran ha sottoscritto cinquant’anni fa.

..segue ./.

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