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La VOCE ANNO XX N°5

gennaio 2018

PAGINA 2         - 14

Kim Jong Il

Non si può parlare del Caro Leader Kim Jong Il senza cominciare dal suo grande contributo all’ideologia Juche.
Con il termine Juche si indica l’ideologia ufficiale della Corea del Nord, nonché il sistema politico su cui si basa. Letteralmente significa "spirito di auto-realizzazione".
Kim Il Sung avviò l’idea di Juche il 28 dicembre 1955 nel discorso "Sull’eliminazione del dogmatismo e del formalismo e sulla instaurazione di Juche nel lavoro ideologico”.
Ispirato a Marx, Engels, Lenin e Stalin, l’idea Juche ha preso sempre più forma, divenendo una vera e propria ideologia per merito del "Presidente Eterno", Kim Il Sung e di suo figlio, il "Caro Leader", Kim Jong Il.
Il Presidente Eterno Kim Il Sung è nato nel 1912 e nel 1997 è stato assunto un nuovo calendario che partisse dalla sua data di nascita (il padre della patria Kim Il Sung muore nel luglio 1994, pochi giorni prima di un importante incontro con il Presidente della Corea del Sud: avvenuto poi nel 2000 e nell’agosto 2007).
Il Caro Leader Kim Jong Il ha avuto una parte molto importante nella continuazione degli ideali del padre e ha voluto sottolineare la sua ammirazione e la continuità nel lavoro del padre anche trasformando l’abitazione del Grande Leader in un mausoleo aperto al pubblico: il feretro del padre è posto al centro di sala in marmo rosso.
Kim Jong Il, che ha una personalità versatile, eclettica (ricordiamo suoi scritti sull’arte, sulla musica, sulla filosofia, oltre che sulla politica e sull’imperialismo), originale, estremamente produttiva, curiosa ed empatica con grandi capacità relazionali e politiche, si è buttato spirito e corpo nella strenua difesa e nello sviluppo di Juche, anche scrivendo diversi testi interpretativi e di sistematizzazione di Juche (sul sito ufficiale della RPDK si possono scaricare gratuitamente in formato e-book i suoi testi).
La filosofia Juche è una filosofia rivoluzionaria e originale come dice il titolo di un testo pubblicato da un Magazine di teoretica "The Juhe Philosophy Is An Original Revolutionary Philosophy".
Nella sua opera di sistematizzazione Kim Jong Il sa dimostrare una genialità tutta sua nell’affrancarsi da una sorta di negatività presente in tutti gli scritti marxiani: laddove Marx ed Engels considerano l’uomo come un ingranaggio inserito in una realtà materialistica e soggetto ad uno sfruttamento connesso alle leggi che governano una società economica, come una combinazione di relazioni sociali sulla base di principi e leggi generali dello sviluppo del mondo materiale, lo Juche invece considera l’uomo come un "essere sociale" dotato di indipendenza, creatività e consapevolezza, capace di modificare il mondo, controllarne lo sviluppo, domarne le forze, differenziandosi e così ponendosi su un gradino di maggiore consapevolezza rispetto ad ogni altro essere vivente o inanimato, ovvero naturale o materiale. L’uomo è dunque artefice del proprio destino. Riuscendo allo stesso tempo ad affrancarsi da ogni influenza del pensiero leninista e da ogni forma di religiosità tipica di quelle etnie.
Questa evidentissima positività interpretativa della condizione umana non sembri però ingenuità e se a qualcuno potesse venire il dubbio, basterebbe ricordargli un paio di realtà:
1. le filosofie orientali e anche le loro religioni sono meno tragiche di quelle occidentali e monoteiste, ossia spargono meno sangue, un maggior panteismo è sopravvissuto nel pensiero orientale, mentre il Dio monoteista ha una sua identità distinta, il pensiero occidentale ha prodotto il senso di colpa, quello orientale il Karma, tutta la valenza di condanna del nostro senso del peccato, in oriente diventa commiserazione dell’ignorante. L’uomo per il Cristiano non è in grado di salvare la propria anima da solo, il Cristianesimo si è dovuto inventare la pietà di un essere superiore che ha dovuto sacrificare il suo proprio figlio, unico modo che aveva per salvare l’umanità.. e non dimentichiamoci la cacciata dal Paradiso per aver osato conoscere, essendo per Dio la conoscenza un frutto proibito all’uomo, che può solo credere come un ebete, senza mai chiedersi una ragione, mentre il buon karma orientale coincide con le buone opere, l’elevazione dello spirito sopra le miserie del quotidiano, la predilezione per l’essere anziché per l’avere, la coazione a ripetersi in un’altra vita fin quando non si siano raggiunte certe qualità speculative e umane.
2. La filosofia Juche si è instaurata dando luogo ad una società socialista senza colpo ferire, dopo aver superato divisioni interne perché il popolo coreano si è dichiarato fedele a Kim Il Sung, grande eroe della guerra contro il Giappone prima gli Stati Uniti poi, e continua a svilupparsi con sempre maggiori traguardi di sviluppo e di benessere, nonostante le misere situazioni di partenza, da più di sessant’anni, mentre l’esperienza Russa ha cominciato a dare i primi segni di crisi e di deviazione dal socialismo già dopo meno di quarant’anni, ovvero dopo la morte di Stalin, nonostante il necessario bagno di sangue con cui si è instaurata.
3. Oggi un piccolo Paese, dopo anni di embargo è in grado con le sue politiche lungimiranti di impedire che una terza guerra mondiale prenda il via proprio dall’estremo oriente, con conseguenze catastrofiche su tutta l’umanità (l’unico Paese nuclearizzato ad essersi dichiarato disponibile ad una denuclearizzazione mondiale).
La filosofia di Juche ponendo l’uomo come l’essere al sommo della piramide del mondo capace di modificare, grazie alle sue qualità intrinseche, tutta la realtà circostante farà quanto necessario a rendere il Pianeta più vivibile e la società organizzata secondo principi socialisti tendenti alla perfezione ossia al continuo sviluppo del benessere e della qualità della vita di ogni donna, uomo o bambino.
Nel 1960 Kim Jong Il opera la rottura definitiva con l’ideologia marxista leninista nel famoso discorso "Il socialismo del nostro paese è il socialismo nel nostro stile come parte dell’idea dello Juche", nel quale affermò:<<Non possiamo accettare alla lettera la teoria marxista che è stata superata dalle caratteristiche socio-economiche dei paesi capitalisti europei sviluppati, o la teoria leninista presentata in Russia dove il capitalismo era sviluppato al secondo grado. Noi abbiamo trovato una soluzione a tutti i problemi della rivoluzione…dal punto di vista dello Juche>> L’idea di Juche mette al primo posto il bene della patria, la fedeltà al partito e ai suoi leaders. Kim Il Sung è stato alleato sia della Cina che della Russia, ma anche saputo affrancarsi sia dal maoismo che dal leninismo con la propria specifica via al socialismo, il Juche, una sintesi tra giustizia sociale e autonomia nazionale, un sistema di equità sociale che non hanno pari in alcuna altra parte del mondo.
La Corea del Nord non è tra i Paesi più ricchi del mondo, ma attraverso la programmazione e l’efficienza del governo di Kim Jong Il, segretario generale del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea, ha saputo uscire anche da grosse carestie e ha continuamente migliorato il benessere del suo popolo.
Kim Jong Il ha avuto grandi capacità di ascolto e quindi di interpretazione delle istanze della popolazione, ascoltò i pescatori, volle rendersi conto delle loro esigenze e fece di tutto per facilitare il loro lavoro, andò a lavorare in fabbrica per capire quali problemi potessero avere gli operai, sviluppò l’agricoltura, prima fonte di sostentamento per i Coreani, infine ha dato il massimo supporto allo sviluppo della ricerca scientifica.
L’idea Juche compatta tutta la popolazione, l’esercito non solo difende lo Stato in caso di guerra, ma aiuta il Governo nella costruzione sociale, è di aiuto nella costruzione edilizia, come nella coltivazione dei campi e quindi è amato dalla popolazione, lo Juche promuove la compattezza di tutta la popolazione, propugna una filosofia morale che spinge ad esaltare i valori comuni, a mettere in risalto l’armonia sociale tra gruppi diversi e all’interno delle famiglie. Operai, militari, contadini e intellettuali, ciascun gruppo ha compiti ben precisi in base alle proprie caratteristiche e capacità: ognuno fa al meglio ciò che sa fare. "Non vi è lotta di classe" ma una vera cooperazione tra i diversi settori in nome degli ideali comuni, del popolo comune, della terra comune e del leader comune, considerato il padre di tutti i cittadini.
Kim Jong Il ha avuto grande importanza nel conseguimento, nel
mantenimento e nello sviluppo di questi ideali Juche.
L’economia della Corea è improntata, dall’idea Juche, all’autosufficienza (e bisogna dire per fortuna, dato che con l’embargo imposto dagli USA e dai loro lacché, altrimenti non sarebbero riusciti a sopravvivere: Più di una volta Kim Jong Il ha trattato con gli USA l’abbandono dello sviluppo nucleare in cambio di aiuti economici per la propria popolazione e a tratti l’ha anche ottenuta, ma per breve durata, dopo di che non gli è rimasto che riprendere gli studi per gli sviluppi atomici: ha quindi avuto una lungimiranza senza pari, tanto che oggi, al punto di sviluppo e di benessere che la RPDK ha raggiunto, con il nuovo comandante in capo Kim Jong Un, gli aiuti alimentari per superare le grosse carestie del passato non sono più necessari e gli sviluppi atomici sono arrivati al punto da mettere l’amato Paese al sicuro da attacchi sconsiderati di qualsiasi natura. La strategia di Kim Jong Il ha avuto successo e viene perseguita con assoluta determinazione dal suo successore Kim Jong Un. Lo sviluppo spinto e ricercato al massimo delle proprie possibilità in campo tecnologico, scientifico e militare sono indice di progresso e maggiore benessere per la popolazione.
Questo grande uomo, grande statista e grande stratega, Kim Jong Il, non si accontenta di posare l’idea Juche su solidi principi, trasformandola in una filosofia, ma fa lo stesso con il corpo vivo dello Stato, inventandosi un principio politico, con "l’idea rivoluzionaria di dare grande importanza all’esercito" creando "una politica che enfatizzi l’unità perfetta, l’unità di un solo cuore, formato dal partito, dall’esercito e dal popolo e il ruolo dell’esercito come avanguardia", politica che da quel momento legherà sempre di più, attraverso un’adeguata progettualità, i vari corpi dello stato a tutti i cittadini, tutti i lavoratori: questo nuovo principio politico, di accompagnamento al Juche, si chiamerà Songun, che letteralmente significa "Prima l’Esercito". L’esercito in DPRK ha la massima priorità, è al vertice degli Affari di Stato e anche dell’allocazione delle risorse nazionali.
Un’idea geniale, oltre che strategicamente vincente, provenendo lui proprio da questo ambiente, dove il Presidente Eterno l’aveva collocato ai massimi livelli, prima della morte.
"Prima l’Esercito" è il principio che guida la vita economica e politica del Paese dalla metà degli anni novanta, ovvero dall’inizio del governo di Kim Jong-il.
Il Songun eleva l’Esercito Popolare di Corea a una funzione chiave nel governo e nella società nord-coreana e lo rende l’entità politica di maggior rilievo all’interno dello Stato.
Voglio ricordare un commento significativo della portata di questa politica, un commento fatto dal giornale ufficiale del Partito del Lavoro di Corea, il Rodon Sinmun, nel 1997:<<Mai prima lo status e il ruolo dell’Esercito Popolare sono stati così straordinariamente rilevanti come adesso che esso è energicamente guidato dal Rispettato e Amato Compagno il Comandante Supremo [Kim Jong-il]." A questo punto, l’esercito viene considerato complementare al popolo, allo stato e al partito".>> Con Kim Jong Il l’ideologia Juche diventa sempre più centrale e importante nelle scelte politiche e l’ideologia Songun assurge alla massima importanza in pochi anni.
L’Esercito Popolare è ormai la componente principale della rivoluzione in cui l’unità dell’esercito e del popolo aiuta alla salvaguardia nazionale e alla creazione del socialismo. La strategia di quest’uomo formidabile, che è stato Kim Jong Il, non solo per il suo popolo, ma oggettivamente per il mondo intero e soprattutto per tutti i popoli interessati ad una via al Socialismo, è geniale, quello che nella Rivoluzione d’Ottobre viene attribuito al proletariato e ai contadini lui lo attribuisce all’esercito, il ruolo di guida della società lo attribuisce all’esercito e poi fa dello stesso esercito una classe di contadini, operai e intellettuali: geniale, non si può richiedere a proletariato e contadini spirito di corpo, criteri di lealtà rivoluzionaria e coesione, ma ad un esercito sì.
Il sogno di Kim Jong Il è che l’Esercito del Popolo, dove aver coeso i diversi settori delle attività nella RPDK, sarà in grado di riunificare anche l’intera penisola, è che l’esercito sia la garanzia che assicurerà la riunificazione della Patria. All’esercito è affidata la salvaguardia della pace, con la difesa in primis della Nazione, essendo di guida per la politica interna e prendendo posto,
assieme alla Juche, nella guida del Paese. Inoltre questa geniale invenzione di Kim Jong Il, oltre a ricordare il motto maoista ’il potere politico nasce dalla canna del fucile’, aumenta con le sue scelte il prestigio internazionale del Paese, a tal punto che oggi, a soli sei anni della sua morte l’amato leader Kim Jong Un può misurarsi ’alla pari’ con il presidente degli USA. Inoltre l’esercito è la forma organizzativa per affrontare, oltre che questioni di carattere ordinario nello Stato, anche questioni di carattere straordinario, come carestie, calamità naturali e i peggiori disastri immaginabili.
Bisogna capire il grande significato che hanno i simboli, noi in Italia abbiamo avuto la falce e il martello, e la bandiera rossa, che hanno avuto una valenza quasi mitica, ma in fondo si trattava di simboli non personificabili, quindi proviamo ad immaginare cosa deve essere stato invece per i coreani Kim Il Sung, il grande vincitore di tutte le guerre contro gli attacchi stranieri, ecco come si crea un mito della personalità, un mito molto più forte di qualunque simbolo fine a se stesso, e oltre al grande condottiero vittorioso, un altro simbolo fortissimo divenne il suo invincibile e valorosissimo esercito, ecco dove Kim Jong Il trae nuova forza vitale di unificazione e anche di amore delle popolazioni nell’esaltazione di un esercito invincibile. L’aspetto simbolico del potere è ancora oggi così forte nella RPDK perché legato alle persone, che ancor oggi la presidenza è affidata al padre Kim Il Sung, mentre Kim Jong Il si accontenta del ruolo di segretario. Ecco cosa ha consentito a Kim Jong Il di realizzare il Songun, e la sua grande intelligenza di coinvolgere l’esercito in tutti i progetti e nella loro realizzazione l’esercito, che ha saputo, in tempo di pace, non perdere il suo smalto, aiutando di volta in volta i contadini, gli operai di fabbrica, i muratori, ma anche l’intellighenzia, il progressso scientifico. Il culto della personalità dei grandi leader non è, come potremmo essere erroneamente indotti noi Italiani o noi occidentali, un fenomeno fine a se stesso, o pro domo sua, no, non è assolutamente questo, è invece l’indispensabile cemento che tiene saldamente unita tutta la popolazione, che ama, crede e mette tutta se stessa per superare ogni difficoltà ed avere a loro volta singolarmente un piccolo grado di riconoscenza da parte del vicino o del conoscente e dell’amato leader, come lo attribuiscono o lo profondono a piene mani ai loro grandi infallibili leader e al glorioso imbattuto Esercito Popolare. Tutto il popolo, l’esercito e i leader testimoniano nella pratica quotidiana un’assoluta fedeltà al partito.
La industrie strategiche sono direttamente controllate dallo Stato, mentre le altre – come ad esempio i piccoli negozi – pur restando sotto il controllo statale, sono affidate ai lavoratori. Ogni attività contribuisce al funzionamento dell’intera società. Il governo, ogni cinque anni, stila dei piani quinquennali con obiettivi da raggiungere in merito alla quantità della produzione di beni, risorse e altri materiali. Questo è l’impianto che Kim Jong Il, facilitato da un lungo periodo di pace, ha saputo impostare e sviluppare per il suo popolo.
Dell’ideologia marxista-leninista, sotto il governo di Kim Jong Il, è rimasta solo l’importanza data alla classe operaia e l’obiettivo di creare una società in cui vige l’uguaglianza.
La realpolitik di Kim Jong Il gli ha fatto desistere, stante le condizioni attuali, dal perseguimento forzato verso uno stato comunista, stressando con mete allo stato attuale non raggiungibili e quindi nel 2009, qualche hanno prima della sua morte, ha fatto togliere questa aspirazione dalla Costituzione in vigore, sostituendo alla parola comunismo la parola socialismo: l’utopia comunista viene al momento abbandonata per raggiungere il massimo benessere in virtù del Juche.
Kim Jong Il non è soltanto il Segretario di Stato che ha avuto la lungimiranza di avviare le ricerche nel campo della fisica nucleare, che ai giorni nostri ha salvato la RPDK da un proditorio attacca nemico, ma è allo stesso tempo il Capo di Stato che ha perorato e ottenuto parziali aperture nelle aperture reciproche con il Governo della Corea del Sud
..segue ./.

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