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La VOCE ANNO XVIII N°1

settembre 2015

PAGINA g         - 35

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Monarchici contro Garibaldini, 153 anni dopo



Aspromonte 153°

28 agosto 2015

Per ricordare ancora una volta la data dello scontro tra Esercito Regio e Volontari Italiani guidati da Giuseppe Garibaldi, riportiamo una sintesi del discorso pronunciato in Aspromonte il 29 Agosto 2013 dal Presidente dell’Associazione

Per noi è importante che la memoria storica, uno dei valori fondamentali che definiscono il senso di partecipazione dei singoli alla comunità, si trasmetta di generazione in generazione, perché la sua perdita, e dunque la perdita delle radici comuni, equivarrebbe a negare il futuro ai giovani. La nostra associazione è composta da persone che si riconoscono nei valori di libertà, giustizia e fraternità; valori che hanno mosso generazioni di patrioti ad impegnarsi per il progresso umano e civile del popolo italiano.

Oggi, forse più che in altri momenti storici, è necessario comportarci nella società civile con lo spirito garibaldino dei volontari, attenti agli sviluppi della politica, e vigilanti perché sia rispettata e attuata la costituzione repubblicana; nata, ricordiamolo sempre, con la Resistenza, dalle ceneri del più grande disastro umanitario, civile e sociale della storia. Per questo abbiamo recentemente solidarizzato con tutti quei deputati e senatori della repubblica italiana che oggi, in parlamento, difendono l’art. 138 della nostra costituzione, la cui modifica aprirebbe la porta ad un cambiamento radicale del sistema istituzionale vigente.

La crisi che l’Italia sta oggi vivendo è pesantissima, non solo per l’economia, ma soprattutto per la perdita dei valori di riferimento nei quali riconoscerci in un concetto più ampio di Patria; e ce lo ricorda Giuseppe Mazzini ne “i doveri dell’uomo”: “finché un solo (cittadino) vegeta ineducato tra gli educati, finché un solo, capace e voglioso di lavoro, langue, per mancanza di lavoro, nella miseria, voi non avrete la patria come dovreste averla, la patria di tutti, la patria per tutti”. La mancanza di lavoro su cui si fonda la costituzione repubblicana ha dunque come effetto indotto la perdita di un riferimento comune fondamentale: la Patria.

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Un nuovo appuntamento con il sapere e la scienza

Delle 170mila iscrizioni per l'anno accademico 2015-2016, circa 33mila sono di universitari al primo anno
Autore: Lissy Rodríguez | lissy@granma.cu
28 agosto 2015 20:08:51

Le università sono pronte a ricevere i circa 170mila studenti del nuovo anno accademico che comincerà il prossimo 1 settembre e sarà caratterizzato dalla qualità dei processi d’insegnamento-apprendimento e dal rigore.

In un incontro svoltosi nella giornata di ieri, al quale hanno partecipato Olga Lidia Tapia, membro della Segreteria del Comitato Centrale del Partito, Rodolfo Alarcon Ortiz, ministro dell’Educazione Superiore, i viceministri ei rettori delle università, è stato dichiarato che saranno circa 33mila gli universitari matricolati al primo anno e 15mila i professori impegnati.

E’ stato comunicato, inoltre, che, sebbene tutti i libri di testo ei materiali didattici siano pronti per l’inizio dell’anno accademico, persistono ancora problemi di trasporto, infrastrutture, connessione e consumabili per la stampa.

Al riguardo, Alarcon Ortiz ha segnalato che, sebbene l’infrastruttura e le dotazioni non riescano a soddisfare tutte le necessità, ci sono stati dei graduali progressi a partire dall’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, nel dicembre 2013, delle nuove linee guida per il recupero delle strutture e delle risorse umane per l’Educazione Superiore.

Il viceministro Miriam Alpizar ha spiegato che, fino ad ora, sono stati investiti 20 milioni di pesos nella manutenzione delle strutture, con un maggiore effetto nelle università di Holguin, Cienfuegos, Santiago di Cuba, Camaguey, Ciego de Avila, l’Istituto Superiore Politecnico José Antonio Echeverria e l’Università delle Scienze Informatiche.

Infine, il viceministro ha reso noto che in quest’anno accademico saranno importate attrezzature per i laboratori di lingua, scienze e tecnica, e nuovi mezzi di trasporto per far fronte alla situazione.

Circa il processo d’integrazione dei rettori, cominciato nel 2012 in modo sperimentale e che avanza positivamente, secondo gli studi realizzati dal Ministero, Olga Lidia Tapia ha commentato: “Il principale processo è nelle nostre menti, nel nostro modo di pensare e di agire. Ci deve contraddistinguere la qualità ed il fare bene le cose”.

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