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20/10 - NEL 2014 LA COLOMBIA DESTINERA’ QUASI 15 MILIARDI DI DOLLARI ALLA GUERRALa Colombia, secondo dati rilasciati dal ministero del Tesoro e del Credito riguardanti il bilancio preventivo del 2014, destinerà, per Difesa e Polizia, l’esorbitante cifra di 27,74 bilioni di pesos, l’equivalente di 14.717,74 milioni di dollari, di cui 13.555,81 per il funzionamento e 1.166,17 in nuovi investimenti. Nel bilancio totale della nazione previsto per il 2014, la quota spettante a mantenimento e investimento di Polizia, Esercito, Sicurezza, rappresenta evidentemente, con il 17,9% del totale, la priorità del regime guerrafondaio, ponendosi al di sopra di educazione, salute e lavoro. Rispetto al quadriennio 2007/2010 la spesa militare è addirittura aumentata del 19,6%. Secondo il ministero del Tesoro e del Credito, la quota di bilancio destinata a Difesa e Polizia “cerca di garantire il finanziamento per rafforzare la politica integrale della difesa e la sicurezza in tutti gli angoli del paese”, oltre a sostenere “programmi di comando, controllo e comunicazione, mobilità, sicurezza cittadina, benessere della Forza pubblica, intelligence, difesa aerea e controllo marittimo e fluviale”. Tra le righe di simili cifre, miliardi di dollari destinati a finanziare la guerra contro il popolo, si legge la sfacciata ipocrisia di chi continua a confondere la pace con la sottomissione, e la ridicola propaganda di regime che parla di una guerriglia debilitata e rinchiusa nelle sue roccaforti, salvo poi vedere guerriglieri un po’ ovunque per criminalizzare e delegittimare le organizzazioni popolari, gli scioperi, le mobilitazioni di studenti, lavoratori e contadini; anzi, laumento spropositato delle spese per la guerra è uno dei molteplici riscontri del fatto che la guerriglia è ben lungi dallessere debilitata. Costantemente presente, organizzata ed appoggiata nel paese, e alla ricerca della soluzione politica al conflitto sociale ed armato con concrete proposte portate al tavolo dei dialoghi dell’Avana, le FARC hanno dimostrato non solo di saper reggere la gigantesca onda d’urto dei piani militari di sterminio diretti dal Pentagono, ma an che di saper crescere sul terreno della lotta di massa e di evolversi su quello militare. La stucchevole insistenza con cui il regime oligarchico vorrebbe far passare per verità oggettiva le velleità dell’establishment, mostra sia l’assenza totale di volontà di risolvere il conflitto politicamente, sia l’incapacità di fare a meno di guerra, repressione e menzogne contro il proprio popolo. Santos, che parla di pace ma lavora senza sosta all’escalation della guerra, e che promuove tagli a destra e a manca che portano allo sfascio più totale educazione e salute, salvo poi incrementare l’abnorme spesa militare, deve vergognarsi!
17/10 - JOAQUIN PÉREZ, DIRETTORE DI ANNCOL, DAL CARCERE LA PICOTA DI BOGOTÁ: “VIVIAMO IN UN CIMITERO UMANO!”Da alcuni giorni i prigionieri dei bracci 10, 11, 13 e 15 del Centro di Reclusione Nazionale e Internazionale (ERON) del carcere La Picota di Bogotá stanno portando avanti uno sciopero della fame per protestare contro le terribili condizioni in cui sono costretti a vivere. LAgenzia di Notizie Nuova Colombia, ANNCOL, ha realizzato unintervista al proprio direttore, il giornalista Joaquín Pérez, prigioniero politico del regime colombiano, per comprendere le ragioni LAgenzia di Notizie Nuova Colombia, ANNCOL, ha realizzato unintervista al proprio direttore, il giornalista Joaquín Pérez, prigioniero politico del regime colombiano, per comprendere le ragioni della protesta. “Viviamo in un cimitero umano”, ha sintetizzato Joaquín. Lepisodio che ha scatenato lennesima protesta carceraria, nella settimana di solidarietà con i prigionieri politici, è stato il cambio della ditta appaltatrice delle mense nelle carceri: “Lo Stato vuole farci morire di fame”, denuncia “Joaco”, mentre limpresa “Servialimentaria” lucra sulla pelle di 130.000 carcerati. “La Picota è un carcere nuovo, costruito sul modello nordamericano nel quadro del Plan Colombia. Però non funziona niente!”, prosegue il giornalista, indicando che “lacqua è disponibile solo 3 volte al giorno”, e che lINPEC, il corrottissimo Istituto Nazionale Penitenziario e Carcerario, ha sospeso la distribuzione di diete particolari per carcerati con esigenze mediche specifiche, come i diabetici, mettendo a rischio la vita di queste persone. La mancanza di cure mediche porta alla morte di molti prigionieri, come costantemente denunciato da associazioni che si occupano di Diritti Umani. La lotta del popolo colombiano prosegue nelle forme più diverse e non si ferma nemmeno allinterno delle carceri; e di questa lotta inarrestabile un chiaro esempio è lo stesso Joaquín, da consigliere comunale nel Cauca a sopravvissuto al genocidio della Unión Patriótica, da leader popolare in esilio a portavoce dei reclusi di “La Picota”. ai cento dollari mensili.
13/10 - SCANDALOSO AUMENTO DEGLI STIPENDI DEGLI ALTI FUNZIONARI DELLA BUROCRAZIA STATALE COLOMBIANA In un momento in cui le proteste popolari squassano la Colombia, e innumerevoli settori della società stanno lottando con abnegazione per il diritto ad una vita degna, desta scalpore la decisione governativa di innalzare il salario a più di duemila alti funzionari della burocrazia statale. Il salario base per questi lacchè dell’oligarchia narco-paramilitare è stato infatti portato a più di dodicimila dollari, in un Paese in cui più di quattordici milioni di colombiani guadagnano appena il salario minimo, corrispondente a meno di trecento dollari, e una percentuale ancora maggiore di colombiani guadagna attorno Si tratta chiaramente di una precisa scelta politica, e l’atteggiamento di spregio totale verso le rivendicazioni popolari è palesato altresì dal fatto che il governo non può ignorare le drammatiche condizioni in cui versa la Colombia. Secondo gli stessi dati del Dipartimento Amministrativo Nazionale di Statistica, struttura governativa controllata dalla burocrazia degli stipendi d’oro, il 32,2% dei colombiani vive sotto la soglia di povertà estrema. Queste cifre, regolarmente riviste al ribasso, indicano che su 47 milioni di abitanti più di 14 sono poveri o addirittura poverissimi. In realtà, come dimostrato da accademici, sindacati e centri di ricerca indipendenti, sono oltre 30 i milioni di colombiani che subiscono la povertà imposta da un modello economico escludente. Il sistema politico-mafioso, messo a dura prova dagli scandali sulla corruzione che coinvolgono i più alti vertici, compresi il narcoparamilitare Uribe e il suo degno successore Santos, ha deciso di rispondere in questa maniera. Di fronte agli insuccessi militari, di fronte alla marea montante dell’indignazione legittima, evidentemente l’oligarchia ha deciso di serrare le fila con il vecchio sistema del clientelismo.
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