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La VOCE  ANNO XIII  N°  6

FEBBRAIO   2011

PAGINA  3

Gli Stati Uniti  minacciarono di dichiarare immediatamente una guerra  se i coreani  non l' avessero  reso agli USA  la nave-spia.  La situazione della penisola coreana preoccupava tutto il mondo.

Mentre la direzione dell'ex URSS,  sua  alleata, chiedeva la resa della nave.

In quel momento il Comandante supremo Kim Il Sung chiese a Kim Jong Il  che aveva già 26 anni e che faceva parte del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea, un commento su come avrebbe  redatto  l'incidente del "Pueblo" se egli fosse stato il Comandante supremo.

Kin Jong Il   ha risposto immediatamente  che avrebbe liberato l'equipaggio (più di 80 uomini)  prima che gli Stati Uniti  avanzassero un pretesto,  ma che non avrebbe reso in nessun caso la nave, che costituiva un trofeo ed ha aggiunto che la nave spia catturata  sarebbe stata esposta agli occhi di tutti anche per i posteri.

L'incidente del "Pueblo" fu redatto secondo la decisione di Kim Jong Il.

E' splendido che un genio militare com' era Kim Il Sung abbia avuto la  modestia di riconoscere nel figlio la capacità di analisi idonea alla situazione. Anche la modestia è una delle doti essenziali per un comunista.
Si può affermare che la presunzione, l' arroganza di Non sbagliare mai,  è peculiare alla classe dei padroni e dei loro miseri lacché.

Oggi, il "Pueblo" è ancorato sul fiume Taedong che attraversa il centro di Pyongyang ed è ammirato da una folla ininterrotta di visitatori e costituisce   un esempio e una lezione.


Bisogna quindi saper riconoscere che Kim Jong Il,  eletto  Comandante supremo de l'APC  (Armata Popolare Coreana)  assicura la sovranità del paese e la sicurezza del popolo.

Nel 1993 gli Stati Uniti accusarono la RPDC di "sospetto nucleare"  chiedendo all'Agenzia internazionale per l'energia atomica una risoluzione  attraverso una ispezione ad hoc forzata e  lanciando allo stesso tempo le manovre militari "Team Spirit"  manovre di  grande  apertura, senza precedenti.

La vigilia di queste manovre, l'8 marzo, il Comandante supremo  dà l'ordine  di entrare in stato di allarme pre-guerra in tutto il Paese.

Egli avverte severamente che il nemico non  avrebbe potuto più toccare una sola erba del suolo Coreano.
Questa fu chiamata  "una misura  di ritorsione fermissima" verso gli Stati Uniti, per gli occhi di tutto il mondo.

Quattro giorni più tardi, il 12 marzo, Kim Jon Il  proclama la dichiarazione come linea governativa e  annuncia il ritiro della RPDC dal TNP.

Questo mette in allarme l'occidente  che intuisce che la "misura è colma".

L'amministrazione americana  chiede aiuto al computer ultramoderno del Pentagono  in previsione di una seconda guerra di Corea.

Il risultato è stato troppo disastroso: 50 mila morti americani e la sconfitta degli Stati Uniti. Per cui  gli Stati Uniti sono stati obbligati ad aprire un dialogo con la Corea del Nord.

In questo  primo  furente attacco  tra la PCDC e gli Stati Uniti il Comandante supremo Kim Jong Il  ha saputo dare prova della potenzialità militare del Paese.

Tre giorni prima dell'apertura, il 29 maggio 1993  ha avuto luogo un esperimento  dei tiri di missili coreani. La RPDC lo ha annunciato prima, agli USA, cosa che non sarebbe stata  obbligata a fare.

Tre missili di diversa portata  furono  messi a punto ed  aggiustati per il satellite-spia e il sistema di radar americani. Gli americani furono sorpresi  e allarmati.

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