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La VOCE  ANNO XII  N° 4

DICEMBRE 2009

PAGINA  III

lavoratori riuniti  in assemblea dichiarano  la sfiducia nei confronti del direttore  e del direttore artistico,  non avendo più fiducia nella loro capacità e idoneità . In difesa dei posti di lavoro  e a sostegno e difesa del teatro tale come allo stato attuale che non può essere ridotto a funzioni di mero  contenitore, cosa che implicherebbe la fine di un teatro di produzioni professionali che dura ininterrottamente da 107 anni, i lavoratori si dichiarano pronti a mettere in campo iniziative di mobilitazione avvisando i media.


COMUNICATO STAMPA N°2

I dipendenti del Teatro Stabile Sloveno rendono noto che nell'odierna  assemblea, in data 30 settembre 2009, è stato eletto un comitato di  crisi, formato da sei membri in rappresentanza del settore  amministrativo, tecnico e della compagnia stabile degli attori. Il  comitato tutela le maestranze del teatro nella lotta e nell'impegno  di mantenere in vita il Teatro Stabile Sloveno di Trieste.

COMUNICATO STAMPA N°3


Il comitato di cristi del Teatro Stabile Sloveno comunica che ha  inviato un urgente sollecito d'incontro alle seguenti istituzioni:
·                                 Regione FVG
·                                 Comune di Trieste
·                                 Provincia di Trieste
·                                 Associazione Društvo Slovensko  gledališce

come soci fondatori del Teatro Stabile Sloveno e inoltre ai Presidenti  delle organizzazioni di rappresentanza della comunità slovena Rudi  Pavšic (SKGZ) e Drago Štoka (SSO).
Il comitato comunica che è disponibile all'immediato dialogo con le istituzioni. Soprattutto perché convinto che negli incontri che finora  hanno sostenuto i nostri rappresentanti (CDA e direzione) non sono  stati espressi tutti i punti di vista e comunque non sono state  analizzate tutte le possibilità per salvaguardare e risolvere  definitivamente la situazione del TSS.

Peter Handke, il più grande autore di teatro in lingua tedesca, è un   grande amico dei serbi:

Dal quotidiano "Politika" - Interviste nella Rubrica di Cultura Conversazione di domenica: Peter Handke

Quando vi amo, la colpa è mia.

(...) Handke è nato a Griffen in Carinzia. Ha studiato giurisprudenza  a Graz. Con il romanzo "Il Calabrone" e il dramma "Abuso del pubblico"  è diventato uno scrittore "cult" della generazione beat. Ha pubblicato  una cinquantina di titoli, tra cui anche traduzioni dall'inglese,  francese, antico greco e sloveno (sua madre era slovena). Risiede a  Shaville nei pressi di Versailles. Arriva sempre volentieri in Serbia, ed in Kosovo e Metohija in modo particolare. Sul tema della  disintegrazione della Jugoslavia e della demonizzazione della Serbia  ha scritto vari libri: „L'addio del sognatore dal nono paese",  „Il viaggio d'inverno sui fiumi Danubio, Sava, Morava e  Drina" (noto come „Giustizia per la Serbia"), l'„Annesso  d'estate al viaggio d'inverno", „Scrivendo tra le lacrime",  „Sul Grande Tribunale", „I cuculi di Velika Hoca", „Le notti  sulla Morava", „Ieri, mentre ero in viaggio" (scritti tra il  dicembre 1987 e il luglio 1990). Da noi è stato tradotto il suo  romanzo "Don Juan", il dramma "Underground Blues" e la raccolta delle  poesie scelte "Il mondo interiore del mondo al di fuori del mondo  interiore". Ha ottenuto i più importanti riconoscimenti europei, ad  eccezione del Nobel - e molti credono, per motivi politici.


Ha fatto tanto per il Kosovo e Metohija. In segno di gratitudine, Le è  stato conferito il premio "Croce d'Oro del Principe Lazar", il più  importante premio letterario nella provincia meridionale serba. Che  cosa rappresenta per Lei questo premio?


Il significato di questo premio, credo, lo comprenderò in seguito. Ora  non mi è del tutto chiaro.

Alcuni altri premi ricevuti in Europa, solo perché stava difendendo la  Serbia, Le sono stati tolti, ed alcune li ha restituiti Lei...

A Düsseldorf mi era stato assegnato il premio "Heinrich Heine", poi  confiscato dopo le polemiche. Mi sono rifiutato di ricevere quel  premio. Dopo il bombardamento della Jugoslavia da parte della NATO, ho  rifiutato di ricevere anche il premio "Georg Bihner" nel 1999.

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