LA VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   SCIENZA 

GIÙ

Stampa pagina

 Stampa inserto 

LA VOCE 1105

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  


LE RESPONSABILITA' VATICANE NEL CONFLITTO BALCANICO: ALCUNI ELEMENTI.


a cura del Comitato unitario contro la guerra alla Jugoslavia (Roma 1999)

• Nei primi anni '80, subito dopo la morte di Josip Broz Tito, viene segnalata l'apparizione della Madonna ad alcuni giovani croati a Medjugorje, una località della Erzegovina dove già durante la seconda Guerra mondiale i fascisti si erano scatenati con violenze ed uccisioni contro la popolazione di religione ortodossa. La gerarchia cattolica non ha mai voluto ufficialmente riconoscere la veridicità delle apparizioni di Medjugorje, ma il clero locale (i frati francescani dell'Erzegovina noti da secoli per il loro fondamentalismo e, nel Novecento, per il loro supporto alla causa degli ustascia) se ne è avvalso per fini propagandistici. Anche dall'Italia sono stati organizzati pellegrinaggi.

Sarebbe interessante sapere che fine hanno fatto oggi quei ragazzi "visionari" o "miracolati": sappiamo ad esempio che Marija Pavlovic, che aveva fatto voto di entrare in convento, è oggi felicemente sposata; pare anzi che anche gli altri quattro ragazzi protagonisti della vicenda abbiano messo su famiglia, e che tre di loro siano emigrati all'estero.

Molti dicono che le cose, in Jugoslavia, cominciarono a precipitare con la morte di Tito. Ma si può anche dire che le cose cominciarono ad andare a rotoli quando "apparve" la Madonna a Medjugorje. Probabilmente sono vere entrambe le affermazioni...

• Il 1990 è l'anno dedicato a Madre Teresa di Calcutta. Pochi sanno che questa suora era originaria di Skopje, nella ex repubblica federata di Macedonia, ed apparteneva al gruppo etnico albanese. Lo stesso anno raggiungono il culmine le tensioni tra albanesi e serbi nella regione del Kosmet (Kosovo e Metochia). Dinanzi a personalità albanesi Giovanni Paolo II, in uno dei paesini albanesi del meridione d'Italia, celebra la Madonna di Scutari, patrona e protettrice dell'Albania. Durante la celebrazione il papa afferma: "Madre della speranza regalaci il giorno nel quale questo popolo generoso
possa essere unito", dichiarando così esplicitamente il sostegno del Vaticano alla causa degli albanesi del Kosovo.

Negli anni successivi segnaliamo tra l'altro la visita del papa in Albania (paese - per inciso - a stragrande maggioranza atea o, al limite, musulmana) e la frequentazione di Madre Teresa con pezzi grossi dello Stato quali la vedova di Hoxha, con la quale presenzia ad una cerimonia dinanzi ad un monumento alla "Grande Albania".

• Nel 1991 scoppia la guerra. Il papa parla all'Angelus delle "legittime aspirazioni del popolo croato". Il riconoscimento ufficiale della Croazia indipendente da parte del Vaticano avviene il 13 gennaio del 1992, contro il parere del resto della comunità internazionale, almeno apparentemente: gli altri paesi si adegueranno dopo due giorni.

• Nel 1992 la guerra civile si estende in Bosnia-Erzegovina, repubblica a maggioranza relativa di musulmani. I serbi (cristiani ortodossi) costituiscono un terzo della popolazione, mentre circa il 15% sono croati (cattolici). Durante il conflitto i soldati croati compiranno i crimini più efferati (semmai sia possibile compilare statistiche su queste cose... noi comunque ci riferiamo ai dati del londinese Institute for Strategic Studies - cfr. LIMES n.3/'95, pg.60). Le cronache parlano di soldati che vanno in guerra con il rosario al collo, di preti e frati francescani erzegovesi che vanno in giro con la pistola (alcuni intervistati anche dall'italiano Avvenire) o tuonano dai pulpiti delle loro chiese, di ingiustizie nella distribuzione degli aiuti della Caritas (secondo il criterio "etnico", applicato d'altronde da tutte le organizzazioni umanirie religiose)...

• Il culmine dell'interventismo vaticano viene raggiunto nel 1994 con la visita del papa a Zagabria. Il viaggio di Karol Wojtyla in Croazia avviene nel pieno del conflitto bosniaco, mentre è ancora aperta la ferita delle Krajne (territori dell'odierna Croazia a maggioranza serba, in quel periodo autonomi e sotto il controllo di truppe ONU), ed è una evidente boccata d'aria per il regime di Tudjman, con il quale il papa si incontra e presenzia a cerimonie pubbliche. Scriveva La Repubblica del 12/9/1994: "...il contatto con la folla
fa bene a Giovanni Paolo II. I fedeli lo applaudono ripetutamente. Specie quando ricorda il cardinale Stepinac, imprigio

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

 LA VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   SCIENZA 

SU

Stampa pagina

 Stampa inserto 

LA VOCE 1105