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La VOCE 2105

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La VOCE ANNO XXIII N°9

maggio 2021

PAGINA 8

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rivoluzione comunista. erdogan, tirannico capo di stato turco, schiaffeggia le donne in nome del modello islamico di famiglia. da sabato 22 marzo le donne turche sono scese in piazza in massa nelle principali città, ankara, istanbul, smirne e altre, per protestare contro il ritiro della turchia, attuato da erdogan il 20, dalla convenzione del consiglio d’europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica nota come convenzione di istanbul, e rivendicarne il mantenimento e l’applicazione. questa protesta, legittima contro lo schiaffo del potere, per avere prospettiva non deve affidarsi a questa convenzione, sottoscritta nel 2011 dagli stati membri del consiglio d’europa, una foglia di fico che nasconde l’ininterrotta crescita della violenza maschile, familiare e dei femminicidi, alimentata dalla violenza statale. in polonia è in vigore il divieto di aborto; a londra le donne sono in piazza contro la violenza maschilista della polizia; in casa nostra, i vari pillon di turno, la chiesa e il governo sono sempre in agguato. il neonato governo draghi fa le sue prime mosse in ossequio alla chiesa: il 2 marzo, al summit bilaterale italia-vaticano in occasione dell’anniversario dei patti lateranensi sono presenti con il capo dello stato mattarella e del governo draghi, i presidenti delle due camere casellati e fico, i ministri bonetti (famiglia), bianchi (istruzione), speranza (salute), di maio (esteri); e il cardinale parolin esprime la propria soddisfazione dichiarando “è stato presentato il piano di azione del governo che ci ha trovati molto attenti soprattutto nella volontà di riportare al centro la famiglia e di sostenerla con adeguate politiche familiari”. a buon intenditore poche parole. il nostro invito, dunque, alle donne turche, e in particolare alle proletarie, è quello di unirsi e organizzarsi con l’obiettivo di rovesciare il governo sanguinario al potere, senza illudersi che le leggi di quello stato (come degli altri stati) possano costituire un argine alla violenza sulle donne. la storia e i fatti ne hanno ampiamente dimostrato il fallimento. conseguentemente bisogna: ● battersi contro il governo erdogan oppressore e guerrafondaio. ● difendere la dignità femminile e la piena autodeterminazione delle donne contro ogni limitazione statale maschile religiosa ● contrastare la violenza maschile con le forme più adatte di autodifesa; stabilendo contatti e collegamenti tra ragazze e donne nel vicinato, nei quartieri, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, ovunque occorra. ● combattere ogni discriminazione sessuale e omofoba. ● rivendicare e praticare unioni libere basate sul reciproco rispetto e cooperazione. ● promuovere l’organizzazione di un forte partito rivoluzionario marxista e internazionalista milano, 23/3/2021 la commissione femminile centrale. sedi di partito: milano: piazza morselli, 3 aperta dalle 21 in poi. l’attivo femminile si riunisce ogni martedì dalle 15,00 e la commissione operaia ogni lunedì dalle 16,00 presso il circolo saverio saltarelli, via salvo d’acquisto, 9 (baggio). busto arsizio: via stoppani, 15 (quartiere s. anna) presso il circolo di iniziativa proletaria - giancarlo landonio, aperta il lunedì, martedì, venerdi dalle 21 sito internet: rivoluzionecomunista.org; e-mail: rivoluzionec@libero.it. ordine usa contro la russia: italia sull’attenti. l'arte della guerra. la rubrica a cura di manlio dinucci. il ministro degli esteri di maio e il ministro della difesa guerini sono stati convocati d’urgenza al quartier generale della nato a bruxelles, per una riunione straordinaria del consiglio nord atlantico il 15 aprile: il giorno stesso in cui, a washington, il
presidente biden firmava l’«ordine esecutivo contro le dannose attività estere del governo russo». l’ordine non decreta solo espulsioni di diplomatici e sanzioni economiche, come hanno riportato i media. «se la russia prosegue o intensifica le sue destabilizzanti azioni internazionali», stabilisce l’ordine, «gli stati uniti imporranno costi tali da provocare un impatto strategico sulla russia». proprio per preparare l’«impatto strategico», ossia una intensificata escalation politico-militare contro la russia, è stato convocato il consiglio nord atlantico a livello dei ministri degli esteri e della difesa dei 30 paesi della nato, presieduto formalmente dal segretario generale stoltenberg, di fatto dal segretario di stato usa blinken e dal segretario usa alla difesa austin. il consiglio nord atlantico – l’organo politico dell’alleanza che, secondo le norme nato, decide non a maggioranza ma sempre «all’unanimità e di comune accordo», ossia d’accordo con quanto deciso a washington – ha approvato immediatamente, all’unanimità, una «dichiarazione di solidarietà con gli stati uniti sulle azioni, annunciate il 15 aprile, per rispondere alle attività destabilizzanti della russia». elenca quindi, con le stesse parole dell’ordine esecutivo di biden, i capi di accusa alla russia: «comportamento destabilizzante e provocatorio, violazione della integrità territoriale di ucraina e georgia, interferenza nelle elezioni degli usa e degli alleati, vasta campagna di disinformazione, uso di gas nervino contro navalny, sostegno agli attacchi contro le forze usa/nato in afghanistan, violazione degli accordi sulla non-proliferazione e il disarmo». sulla fondatezza di tali accuse basti considerare, una per tutte, quest’ultima: ad accusare la russia di aver violato gli accordi sulla non-proliferazione e il disarmo sono gli stati uniti, che hanno sempre violato il trattato di non-proliferazione, schierando armi nucleari in italia e altri paesi europei, e che hanno stracciato il trattato inf riaprendo la via all’installazione di nuovi missili nucleari in europa. l’escalation non è solo verbale. il giorno prima del consiglio nord atlantico, l’esercito usa in europa ha comunicato che, dovendo ricevere nei prossimi mesi due nuove unità operative, conserverà in germania tre basi che avrebbe dovuto restituire al governo tedesco. il giorno dopo il consiglio nord atlantico, gli stati uniti hanno annunciato un accordo con la norvegia, che permette loro di disporre di 4 basi aeree e navali ai confini con la russia. nel frattempo è rientrato in europa il cacciatorpediniere usa arleigh burke, sottoposto a un ammodernamento che ha «accresciuto il raggio e la capacità dei suoi armamenti». l’arleigh burke è una delle 4 unità lanciamissili a spiegamento avanzato della sesta flotta che, agli ordini del comando delle forze navali usa in europa (con quartier generale a napoli-capodichino), operano soprattutto nel baltico e nel mar nero. queste navi sono dotate di lanciatori verticali mk 41 della lockheed martin, in grado di lanciare (secondo le specifiche tecniche ufficiali) «missili per tutte le missioni: anti-aeree, anti-nave, e di attacco contro obiettivi terrestri». questi ultimi, tra cui il missile tomahawk, possono essere armati di testata convenzionale o di testata nucleare. non potendolo sapere, la russia dà per scontato che, a bordo di queste navi in prossimità del suo territorio, vi siano missili da attacco nucleare. mentre anche londra annuncia il prossimo invio di una unità lanciamissili nel mar nero, mosca comunica che, dal 24 aprile al 31 ottobre, non sarà concesso alcun passaggio di navi da guerra straniere attraverso le acque territoriali russe in tre aree del mar nero. la situazione diverrà ancora più tesa quando, l’estate prossima, si svolgerà nel mar nero l’esercitazione usa-ucraina sea breeze, cui parteciperanno anche altri paesi nato, con oltre 30 navi, appoggiate da aerei, elicotteri e droni. 25 aprile: giorno della liberazione dei popoli. in italia il 25 aprile è giorno di festa per commemorare la liberazione del paese dall’occupazione nazi-fascista. la data coincide con quella del 25 aprile del 1945 quando il comitato di liberazione nazionale alta italia dette ordine a tutti i reparti di partigiani antifascisti di attaccare tutte le guarnigioni tedesche e fasciste ancora presenti sul territorio e liberare le città dell’alta italia. di questo comitato facevano parte sandro pertini (prossimo presidente della repubblica e forse il più amato dei presidenti italiani), luigi longo, emilio sereni, leo valiani, ed altri esponenti dei partiti antifascisti. lo stesso giorno fu liberata milano e la sera dello stesso giorno mussolini fuggì dalla città. fu poi catturato tre giorni dopo mentre cercava di raggiungere la ..segue ./.

RIVOLUZIONE COMUNISTA

Erdogan, tirannico capo di Stato turco, schiaffeggia le donne in nome del modello islamico di famiglia

Da sabato 22 marzo le donne turche sono scese in piazza in massa nelle principali città, Ankara, Istanbul, Smirne e altre, per protestare contro il ritiro della Turchia, attuato da Erdogan il 20, dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica nota come Convenzione di Istanbul, e rivendicarne il mantenimento e l’applicazione.
Questa protesta, legittima contro lo schiaffo del potere, per avere prospettiva non deve affidarsi a questa Convenzione, sottoscritta nel 2011 dagli stati membri del Consiglio d’Europa, una foglia di fico che nasconde l’ininterrotta crescita della violenza maschile, familiare e dei femminicidi, alimentata dalla violenza statale. In Polonia è in vigore il divieto di aborto; a Londra le donne sono in piazza contro la violenza maschilista della polizia; in casa nostra, i vari Pillon di turno, la Chiesa e il governo sono sempre in agguato. Il neonato governo Draghi fa le sue prime mosse in ossequio alla Chiesa: il 2 marzo, al summit bilaterale Italia-Vaticano in occasione dell’anniversario dei Patti Lateranensi sono presenti con il capo dello Stato Mattarella e del Governo Draghi, i presidenti delle due Camere Casellati e Fico, i ministri Bonetti (famiglia), Bianchi (istruzione), Speranza (salute), Di Maio (esteri); e il Cardinale Parolin esprime la propria soddisfazione dichiarando “è stato presentato il piano di azione del governo che ci ha trovati molto attenti soprattutto nella volontà di riportare al centro la famiglia e di sostenerla con adeguate politiche familiari”. A buon intenditore poche parole.
Il nostro invito, dunque, alle donne turche, e in particolare alle proletarie, è quello di unirsi e organizzarsi con l’obiettivo di rovesciare il governo sanguinario al potere, senza illudersi che le leggi di quello Stato (come degli altri Stati) possano costituire un argine alla violenza sulle donne. La storia e i fatti ne hanno ampiamente dimostrato il fallimento.
Conseguentemente bisogna:
● Battersi contro il governo Erdogan oppressore e guerrafondaio
● Difendere la dignità femminile e la piena autodeterminazione delle donne contro ogni limitazione statale maschile religiosa
● Contrastare la violenza maschile con le forme più adatte di autodifesa; stabilendo contatti e collegamenti tra ragazze e donne nel vicinato, nei quartieri, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, ovunque occorra.
● Combattere ogni discriminazione sessuale e omofoba
● Rivendicare e praticare unioni libere basate sul reciproco rispetto e cooperazione
● Promuovere l’organizzazione di un forte partito rivoluzionario marxista e internazionalista Milano, 23/3/2021 La Commissione Femminile Centrale

SEDI DI PARTITO: MILANO: Piazza Morselli, 3 aperta dalle 21 in poi. L’Attivo Femminile si riunisce ogni martedì dalle 15,00 e la Commissione Operaia ogni lunedì dalle 16,00 presso il Circolo Saverio Saltarelli, Via Salvo d’Acquisto, 9 (Baggio). BUSTO ARSIZIO: Via Stoppani, 15 (Quartiere S. Anna) presso il Circolo di Iniziativa Proletaria - Giancarlo Landonio, aperta il lunedì, martedì, venerdi dalle 21 Sito internet: rivoluzionecomunista.org; e-mail: rivoluzionec@libero.it

Ordine Usa contro la Russia: Italia sull’attenti



L'arte della guerra. La rubrica a cura di Manlio Dinucci

Il ministro degli Esteri Di Maio e il ministro della Difesa Guerini sono stati convocati d’urgenza al quartier generale della Nato a Bruxelles, per una riunione straordinaria del Consiglio Nord Atlantico il 15 aprile: il giorno stesso in cui, a Washington, il
presidente Biden firmava l’«Ordine esecutivo contro le dannose attività estere del governo russo».

L’Ordine non decreta solo espulsioni di diplomatici e sanzioni economiche, come hanno riportato i media. «Se la Russia prosegue o intensifica le sue destabilizzanti azioni internazionali», stabilisce l’Ordine, «gli Stati uniti imporranno costi tali da provocare un impatto strategico sulla Russia». Proprio per preparare l’«impatto strategico», ossia una intensificata escalation politico-militare contro la Russia, è stato convocato il Consiglio Nord Atlantico a livello dei ministri degli Esteri e della Difesa dei 30 paesi della Nato, presieduto formalmente dal segretario generale Stoltenberg, di fatto dal segretario di Stato Usa Blinken e dal segretario Usa alla Difesa Austin.

Il Consiglio Nord Atlantico – l’organo politico dell’Alleanza che, secondo le norme Nato, decide non a maggioranza ma sempre «all’unanimità e di comune accordo», ossia d’accordo con quanto deciso a Washington – ha approvato immediatamente, all’unanimità, una «Dichiarazione di solidarietà con gli Stati uniti sulle azioni, annunciate il 15 aprile, per rispondere alle attività destabilizzanti della Russia». Elenca quindi, con le stesse parole dell’Ordine esecutivo di Biden, i capi di accusa alla Russia: «Comportamento destabilizzante e provocatorio, violazione della integrità territoriale di Ucraina e Georgia, interferenza nelle elezioni degli Usa e degli Alleati, vasta campagna di disinformazione, uso di gas nervino contro Navalny, sostegno agli attacchi contro le forze Usa/Nato in Afghanistan, violazione degli accordi sulla non-proliferazione e il disarmo».

Sulla fondatezza di tali accuse basti considerare, una per tutte, quest’ultima: ad accusare la Russia di aver violato gli accordi sulla non-proliferazione e il disarmo sono gli Stati uniti, che hanno sempre violato il Trattato di non-proliferazione, schierando armi nucleari in Italia e altri paesi europei, e che hanno stracciato il Trattato Inf riaprendo la via all’installazione di nuovi missili nucleari in Europa.

L’escalation non è solo verbale. Il giorno prima del Consiglio Nord Atlantico, l’Esercito Usa in Europa ha comunicato che, dovendo ricevere nei prossimi mesi due nuove unità operative, conserverà in Germania tre basi che avrebbe dovuto restituire al governo tedesco. Il giorno dopo il Consiglio Nord Atlantico, gli Stati uniti hanno annunciato un accordo con la Norvegia, che permette loro di disporre di 4 basi aeree e navali ai confini con la Russia. Nel frattempo è rientrato in Europa il cacciatorpediniere Usa Arleigh Burke, sottoposto a un ammodernamento che ha «accresciuto il raggio e la capacità dei suoi armamenti». L’Arleigh Burke è una delle 4 unità lanciamissili a spiegamento avanzato della Sesta Flotta che, agli ordini del Comando delle forze navali Usa in Europa (con quartier generale a Napoli-Capodichino), operano soprattutto nel Baltico e nel Mar Nero.

Queste navi sono dotate di lanciatori verticali Mk 41 della Lockheed Martin, in grado di lanciare (secondo le specifiche tecniche ufficiali) «missili per tutte le missioni: anti-aeree, anti-nave, e di attacco contro obiettivi terrestri». Questi ultimi, tra cui il missile Tomahawk, possono essere armati di testata convenzionale o di testata nucleare. Non potendolo sapere, la Russia dà per scontato che, a bordo di queste navi in prossimità del suo territorio, vi siano missili da attacco nucleare. Mentre anche Londra annuncia il prossimo invio di una unità lanciamissili nel Mar Nero, Mosca comunica che, dal 24 aprile al 31 ottobre, non sarà concesso alcun passaggio di navi da guerra straniere attraverso le acque territoriali russe in tre aree del Mar Nero.

La situazione diverrà ancora più tesa quando, l’estate prossima, si svolgerà nel Mar Nero l’esercitazione Usa-Ucraina Sea Breeze, cui parteciperanno anche altri paesi Nato, con oltre 30 navi, appoggiate da aerei, elicotteri e droni.

25 APRILE: GIORNO DELLA LIBERAZIONE DEI POPOLI

In Italia il 25 aprile è giorno di festa per commemorare la liberazione del Paese dall’occupazione nazi-fascista. La data coincide con quella del 25 aprile del 1945 quando il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia dette ordine a tutti i reparti di partigiani antifascisti di attaccare tutte le guarnigioni tedesche e fasciste ancora presenti sul territorio e liberare le città dell’Alta Italia. Di questo Comitato facevano parte Sandro Pertini (prossimo Presidente della Repubblica e forse il più amato dei Presidenti italiani), Luigi Longo, Emilio Sereni, Leo Valiani, ed altri esponenti dei partiti antifascisti. Lo stesso giorno fu liberata Milano e la sera dello stesso giorno Mussolini fuggì dalla città. Fu poi catturato tre giorni dopo mentre cercava di raggiungere la

..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

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