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La VOCE ANNO XXIX N°9 | maggio 2024 | PAGINA c - 31 |
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Segue da Pag.30: Peskov: "Non ci sono al momento le condizioni per trattative con Kiev"
stata propensa a risolvere il conflitto in questo modo. Il leader bielorusso ha osservato che gli accordi di Istanbul, elaborati nella primavera del 2022, possono servire come punto di partenza per i colloqui sulla risoluzione della crisi ucraina. Welt: “Russia e Ucraina erano molto vicine a una soluzione di pace”![]() Era stata trovata una possibile soluzione alla ostilità tra Russia e Ucraina attraverso negoziati di pace. Tuttavia, un'inchiesta della redazione di Die Welt rivela che, nonostante gli sforzi, l'accordo non è mai stato ratificato, lasciando molti interrogativi irrisolti. Gregor Schwung, giornalista della sezione di politica estera di Die Welt, ha condotto un'analisi dettagliata sul presunto accordo di pace del 2022, svelando particolari cruciali che fino ad ora erano rimasti nell'ombra. Le trattative, avviate poco dopo l'inizio del conflitto, sono state caratterizzate da incontri segreti sia di persona che online, con la mediazione di figure chiave come Recep Tayyip Erdogan. Tuttavia, secondo Schwung, ciò che emerge è un quadro complesso e delicato, con entrambe le parti disposte a cedere terreno pur di porre fine alla guerra. Le richieste russe includevano la non adesione all'Alleanza Atlantica da parte dell'Ucraina, la riduzione delle forze armate e un riconoscimento de facto della Crimea. D'altra parte, l'Ucraina aveva mostrato disponibilità a essere uno Stato neutrale in futuro e chiedeva garanzie di sicurezza vincolanti da parte dell'Occidente. Tuttavia, c’erano tre punti di disaccordo fondamentali durante le trattative. In primo luogo, la questione territoriale dove vi erano dubbi su quali regioni dovessero rientrare nelle garanzie di sicurezza. La Crimea era stata esclusa, ma l'Ucraina orientale rappresentava un punto di attrito significativo. In secondo luogo, l'approvazione unanime dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite era richiesta per fornire assistenza internazionale in caso di conflitto. Questo ha sollevato preoccupazioni sulla possibilità di veto russo e ha rappresentato un ulteriore ostacolo nei negoziati. Infine, la dimensione dell'esercito ucraino è diventata una questione divisiva, con l'Ucraina che accetava la smilitarizzazione ma mostrava incertezza sulla portata di tale misura. Tuttavia, nonostante gli sforzi, l'accordo non fu ratificato. Mentre alcune speculazioni suggeriscono che Boris Johnson, allora primo ministro britannico, possa aver influenzato l'esito dei negoziati, resta ancora da chiarire il motivo esatto della mancata ratifica. “La pace attraverso la forza”. L’Occidente ha dichiarato una crociataDa quasi una settimana i media russi cercano di approfondire i dettagli su quanti soldi, in particolare, riceverà Kiev in base al disegno di legge adottato dagli americani, quanto rimarrà negli Stati Uniti, quanti missili riceveranno le Forze Armate Ucraine e quanti ne hanno già ricevuti, quante delle nostre riserve può portarci via Washington, e quante Bruxelles, e quale potrà essere la nostra risposta. Nel frattempo, c’è la ferma sensazione che molti, all’inseguimento dei dettagli, non riescano a vedere la “foresta dagli alberi” (il fenomeno nella sua totalità ndr.). |
![]() Il fatto è che questa foresta si estende ben oltre l’assistenza militare all’Ucraina, a Israele o a Taiwan, oltre le risorse russe e, per quanto inaspettatamente possa sembrare, oltre l’Operazione Speciale Militare e il destino dell’Ucraina stessa. I progetti di legge esaminati sabato (20 apr. ndr.), uno dei quali porta la denominazione di “Pace attraverso la forza nel 21° secolo”[1], delineano la strategia complessiva di Washington nel turbolento periodo in cui è entrato il pianeta. A giudicare dal contenuto, il documento, all’incirca, consiste come segue: esiste un certo asse del male, tra cui Russia, Cina, Iran e i cartelli messicani, che interferisce con il dominio americano, e può essere combattuto con qualsiasi mezzo disponibile. In altre parole, dove c’è la possibilità, appariranno fondamenti legali. Vogliamo portare via le riserve auree e valutarie – le portiamo via, vogliamo rimuovere TikTok - sarà fatto, vogliamo interferire nelle relazioni reciproche di paesi terzi - cosa ce lo può impedire? A scelta: condire abbondantemente tutto con la retorica sui diritti umani, la democrazia e altre delizie che la “città sulla collina” porta all’umanità - un pretesto che funziona come un orologio. In generale, la frase stessa “Peace through strength”, in inglese, è spesso usata con o senza motivo. Ma a questo proposito, c’interessa il fatto che l’anno scorso anche Donald Trump l’abbia innalzata sui suoi vessilli e che le leggi corrispondenti siano state introdotte dai suoi sostenitori repubblicani. Ciò dimostra chiaramente che le decisioni prese dal Congresso erano consensuali. Tuttavia, se le somme che Washington è pronta a strappare dal suo cuore per prolungare la sofferenza degli ucraini in una guerra già persa in partenza possono cambiare, allora l’approccio principale a risolvere i problemi con la forza e non con le parole, rimarrà anche dopo il cambio di proprietario della Casa Bianca. Certamente, entrando in conflitto con l’Occidente globale, in Ucraina, la Russia era perfettamente consapevole delle conseguenze di un simile passo. Questo confronto riguardava non solo e non tanto il destino dell’ex-repubblica sovietica, ma l’ordine mondiale globale. Una guerra su larga scala di tutti contro tutti è improbabile nelle condizioni attuali, a causa della presenza di armi nucleari. Tuttavia una serie di conflitti in cui si deciderà il destino del nuovo sistema di relazioni internazionali, progettato per sostituire quello post-Yalta, non solo è uno scenario reale, ma è già iniziato. Partendo dall’Ucraina, questa catena continua in Medio Oriente, in Africa e presto, molto probabilmente, continuerà nella regione dell’Asia-Pacifico. Questi attuali progetti di legge ci convincono che in tutti questi confronti gli Stati Uniti contano sulla propria forza. Seppur finora non si sia trattato ovunque di tentativi militari, anche se decisamente rozzi, i tentativi per una soluzione diplomatica al problema globale dell’ingiustizia dell’“ordine mondiale basato sulle regole”, promosso dai neocon, sono fuori discussione. Washington si affida a metodi collaudati da tempo. Ma il problema è che questi metodi, se prima non funzionavano al meglio, nella nuova epoca che inesorabilmente si avvicina funzioneranno addirittura peggio. Chi crederà ancora agli Stati Uniti, i quali aiutano attivamente Kiev a inscenare Bucha, ma già questa settimana con ostentazione ignorano le fosse comuni di donne e bambini palestinesi con le mani legate, lasciate dietro dai militari di TSAHAL? Dopo le rivoluzioni colorate e la Primavera Araba, chi aderirà al “Mahsa Amini Act”[2]? Chi manterrà la fiducia nel dollaro quando qualsiasi somma di denaro depositata negli Stati Uniti e in Europa potrà essere portata via con un tratto di penna? Su cosa poggerà il potere economico americano in tal caso? L’élite dominante americana è rimasta sorda ai primi appelli di questa nuova epoca, non solo non è riuscita ad adattarsi a essa, ma ha persino abbandonato i propri principi, un tempo incrollabili, insidiando la vacca sacra del capitalismo: il diritto di proprietà. Infine, quale dei reali oppositori di Washington sarà intimidito dai suoi formidabili gruppi di portaerei – del valore di decine di miliardi di dollari – dopo l’avvento delle armi ipersoniche? Sì, finora solo la Russia ha effettivamente dimostrato la capacità di utilizzare tali modelli senza ostacoli da parte dei famosi “Patriot” (missile terra-aria statunitense ndr.). Ma la ..segue ./.
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