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La VOCE ANNO XXI N°2

ottobre 2018

PAGINA 8

Segue da Pag.7: In Europa contrapposizione ingannevole tra liberali e nazionalisti

In vista delle elezioni europee il segretario del Pd Martina ha fatto il più scontato – e irricevibile – degli endorsment alla proposta del presidente francese Macròn. “Dobbiamo lavorare per costruire una grande alleanza da Tsipras a Macron, e ovviamente con il Pse. L’idea di un’alleanza tra Salvini, Orban e Le Pen deve preoccupare”. Una dichiarazione rilanciata alla vigilia del vertice dei leader Pse che precede il summit informale europeo di Salisburgo. “Al vertice discuteremo anche di questo”, ha aggiunto Martina.

Qualche giorno fa era stato il presidente francese ad avanzare la proposta di un fronte repubblicano con dentro di tutto e di più per contrastare elettoralmente le liste di destra a livello europeo. Insomma una sintesi di tutta la geografia dell’europeismo liberale, sia quello di destra che quello di sinistra. In pratica di coloro che hanno gestito il massacro sociale dovuto alle misure di austerity imposte alle popolazioni europee, con particolare accanimento contro i paesi della periferia.

Su come si approccerà a questa proposta Tsipras ancora non è noto. Un eurodeputato di Syriza ha però già dichiarato di condividerla e probabilmente, vista la sistematica scalata di esponenti provenienti dal Pasok nelle leve decisionali di Syriza, tutto lascia pensare che la proposta di Macròn troverà attenzione ad Atene.

Ma la prima doccia fredda su questa proposta di union sacrèe contro la destra, viene dal ponderatoLe Monde Diplomatique. In un articolo scritto a quattro mani sul numero di ottobre, due redattori storici come Serge Halimi e Pierre Rimbert, concludono una lunga analisi respingendo l’idea che sia in gioco una contrapposizione strategica tra democrazia e populismo: “Ridurre ostinatamente la vita politica dei decenni futuri allo scontro tra democrazia e populismo, tra apertura e sovranismo, non recherà alcuna alcun sollievo a quella porzione crescente delle categorie popolari che è “disincantata” nei confronti di una democrazia che l’ha abbandonata e in una sinistra trasformatasi in partito della borghesia istruita”.(1)

In Italia a spendersi su questa ipotesi finora è stato Massimo Cacciari (anche se la sua influenza nel paese non arriva oltre Lilli Gruber che lo intervista a ogni piè sospinto).

In una intervista Cacciari ha chiarito che : “La mia idea è fare leva sulla scadenza elettorale del 2019 per costruire un simbolo europeo. Le forze che condividono questo progetto si mettano insieme, in modo transnazionale: Macron in Francia, Ciudadanos in Spagna, Tsipras in Grecia, che è stato bravissimo. Un progetto che si chiami Nuova Europa. Senza questa iniziativa il Pd rischia la liquidazione. O ti ritiri e cavalchi in retromarcia o sfidi i populisti e i sovranisti su questo terreno”.

Ma sulla grande coalizione liberaldemocratica si dice possibilista anche Renzi che non ha escluso la nascita di un fronte comune contro i nazionalpopulisti, un fronte con Pse, Macron, Alde e verdi: “Non penso possa proporlo un ex premier italiano”, ha spiegato, “io vorrei dentro anche Tsipras, un fronte da Macron a Tsipras. Se ci sarà un candidato socialista, vorrei uno capace di dialogare con tutti, uno come Frans Timmermans, di cui abbiamo parlato anche con Minniti di recente, sarebbe un ottimo candidato”.

Inutile dire che l’idea del fronte europeista da Macron a Tsipras entusiasma tanto La Repubblica ed anche Il Corriere della Sera.

Forse sarà superfluo ribadirlo per i nostri lettori, ma talvolta repetita juvant.

Se e come ci misureremo con le elezioni europee, lavoreremo ad un terzo polo con le forze popolari e di rottura venute fuori in questi anni in Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Grecia intorno al “Piano B” come minimo sindacale. E lo faremo proprio per combattere entrambe le opzioni messe in campo dalla borghesia europea: sia quella reazionaria che, nella migliore delle ipotesi, si candida a gestire il declino sociale giocando su razzismo e autoritarismo, sia quella liberaldemocratica che ha provocato il declino e il boom delle disuguaglianze sociali in Europa e vorrebbe continuare a farlo come prima.

Se saremo in campo sarà dunque per spezzare quella che anche Le Monde Diplomatique liquida come “contrapposizione ingannevole”, e per rompere la gabbia dell’Unione Europea dove destra xenofoba e liberali vogliono continuare a tenere subalterne e sottomesse le classi popolari… senza differenze sostanziali.

(1) “Liberali contro populisti, una contrapposizione ingannevole”, Le Monde Diplomatique, ottobre 2018

Notizia del: 20/09/2018

In tutta Europa si ’festeggia’ il compleanno del CETA


La protesta contro l’accordo di libero scambio tra Europa e Canada ha portata continentale

stop-ttip-italia.net


Il 21 ottobre il CETA ha compiuto un anno dalla sua entrata in vigore provvisoria, che ha fatto cadere oltre il 90% dei dazi in vigore e, a fronte di una crescita delle poche imprese esportatrici verso il Canada in linea con quanto ottenuto negli anni precedenti senza il CETA, ha messo al lavoro la ventina di Comitati riservati che stanno lavorando ai fianchi regole e standard importanti per la nostra salute e sicurezza. Per questo in Germania, Francia e anche in Italia, a Milano e Udine, oggi sabato 29 ottobre migliaia di cittadini europei torneranno a farsi vedere e sentire per chiedere lo stop definitivo a questo e a tutti i brutti fratelli del CETA.

In un’impeto promozionale, rispetto a un trattato che non vince a livello commerciale, e non convince a livello di diritti, la commissaria europea al commercio Cecilia Malmstrom è volata dal ministro al Commercio canadese Jim Carr per lanciare insieme, come grande passo avanti, l’inserimento nel testo del CETA di un passaggio in cui le parti si impegnano “Promuovere il
sostegno reciproco delle politiche commerciali e climatiche”, in riferimento al loro impegno nei confronti dell’accordo di Parigi. Peccato che, come rilevato anche da autorevoli esperti, questi impegni come quelli già presenti nel capitolo del trattato dedicato allo Sviluppo sostenibile, sono pure parole senza impegni numerici ne’ meccanismi di controllo e sanzione nel caso non venissero rispettate.

Nel frattempo, invece, come abbiamo avuto modo anche di denunciare con questo Documento consegnato al Governo italiano nella seconda riunione della Task Force istituita presso il Mise per valutare opportunità e problemi dei negoziati commerciali in corso, i Comitati istituiti dal CETA attaccano standard e regole su temi importanti come pesticidi, Ogm e glifosate.

Come si può leggere nell’appunto, infatti, il 18 gennaio 2018 il Comitato sulla Cooperazione regolatoria (RCF) costituito dal trattato ha pubblicato una Call to action in cui chiunque poteva presentare una lista di proposte su regole diverse tra Europa e Canada da avvicinare nel futuro non in parlamento ma nell’ambito del Comitato stesso .

Il 27-28 Marzo nel primo Comitato sulla sicurezza sanitaria e fitosanitaria il Canada ha chiesto all’Europa di motivare formalmente il differente trattamento del glifosate in alcuni Paesi UE come l’Italia, in cui ne è parzialmente vietato l’uso, poi il mancato rinnovo da parte dell’UE della commercializzazione per i prodotti contenenti Picoxystrobin, un fungicida considerato altamente rischioso per animali terrestri e acquatici, oltre all’annosa questione dei MRL (livelli residui dei pesticidi) tra i livelli tollerati in Eu, nei diversi Paesi e quelli (più di larga manica) protetti dal Codex Alimentarius.

Il 26 Aprile 2018 nel primo Dialogo sull’Accesso al mercato del biotech, reso obbligatorio dal CETA, il Canada ha espresso preoccupazioni sulle presunte “lungaggini burocratiche” che non permettevano una rapida autorizzazione dei loro Ogm in Europa. E sono solo pochi tra le decine di esempi che potremmo fare nel merito dell’impatto del CETA e dei suoi brutti fratelli sulla capacità dei nostri Paesi e dell’Europa stessa di difendere, di fronte

Per questo oggi 29 ottobre in Germania, Francia, Madrid e per l’Italia a Milano e Udine si terranno oltre 100 iniziative di protesta e sensibilizzazione contro il CETA e gli altri trattati.

A Milano il Comitato Stop TTIP/Stop CETA darà vita a una “Ruota della sfiga” in diretta Facebook dalla fabbrica recuperata RiMaflow
. Qui il link con tutte le informazioni sull’evento di Milano: Link Qui il link per la diretta alla pagina Fb del Comitato di Milano: Link

A Udine il Comitato Stop TTIP/StopCETA organizza una conferenza stampa insieme a Coldiretti e Banca Etica per denunciare che c’è anche un formaggio friulano tra i falsi made in Italy causati dal CETA.

Ma l’autunno caldo dei Trattati tossici è appena cominciato: la ex relatrice delle Nazioni Unite per il diritto all’acqua, la canadese Maude Barlow, premio Nobel alternativo nel 2005 e co-fondatrice della più antica organizzazione ambientalista canadese Council of Canadians sarà in Italia il 15 e 16 ottobre nostra ospite a Roma per incontrare istituzioni e associazioni e unirsi alla nostra richiesta al Governo italiano e al Parlamento Europeo di fermare al più presto il CETA.

Notizia del
: 29/09/2018

Deficit al 2,4%: bene disobbedire ai diktat UE


di Giuseppe Masala*

Bene, pare che si sia trovato un accordo per un rapporto deficit/pil preventivo del 2,4%. Previsti 1,4 mld per rifondare gli obbligazionisti delle banche fallite e - rulli di tamburi - 10 miliardi per il reddito di cittadinanza a quanto risulta dalle indiscrezioni.

Rimango della mia opinione, questa scelta politica non è fatta per ottenere risultati economici ma per ottenere risultati politici. In altri termini, vedo la cosa come una provocazione calcolata contro la Commissione Europea che dovrà aprire una procedura di infrazione e a quel punto dovrebbe iniziare la guerriglia vietcong del governo italiano. Poi sugli effetti economici vedremo che succede, ma prima ci saranno gli effetti politici.

*post Facebook del 27/09/2018 - Notizia del: 27/09/2018

FOA, SEMBRA UN SOGNO!

Mario Albanesi
Pubblicato il 27 set 2018

Dopo una infinitra serie di direttori e presidenti incapaci o legati strettamente ai partiti, ecco un giornalista che si è tenuto ben lontano dai colleghi che praticano il “pensiero unico”: Con Marcello Foa si può ben sperare in una inedita Primavera aziendale RAI.

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