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La VOCE ANNO XVIII N°7

marzo 2016

PAGINA 3         - 23

Segue da Pag.22: Le nostre F.A.Q.

  • PARTIGIANI JUGOSLAVI IN ITALIA

Molte migliaia di antifascisti jugoslavi, già internati sulla Penisola, hanno animato la Resistenza sul territorio italiano sin da subito dopo l’8 Settembre, non appena sfuggiti alla prigionia. I partigiani jugoslavi sono stati protagonisti assoluti in Umbria (i battaglioni “Tito” della Brigata Gramsci), nelle Marche (il battaglione “Stalingrado” della V Brigata Garibaldi Pesaro, le formazioni di Sarnano, di Roti, Massaprofoglio, eccetera) Le loro vicende sono passate in rassegna nel libro I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana.

  • PORZÛS

Malga sui monti della Slavia friulana, dove i partigiani “bianchi” della “Osoppo” furono giustiziati dalla formazione guidata da “Giacca” a seguito di gravi sospetti di collaborazionismo con il nemico nazista. La vicenda, molto complessa, è stata al centro di uno dei tanti processi anti-partigiani del dopoguerra, ed è costantemente strumentalizzata per demonizzare la componente comunista della Resistenza, accusata di essere “anti-italiana”. In proposito si vedano l’omonimo libro e l’articolo di Alessandra Kersevan.

  • “RIMASTI”

Dicesi degli istriani e dalmati di lingua e cultura italiana che hanno continuato ad abitare nella loro terra dopo la II Guerra Mondiale. Almeno 30mila, sono stati completamente ignorati o considerati con disprezzo in quanto “comunisti” al di qua dell’Adriatico, fino allo scioglimento della Jugoslavia, quando hanno cominciato ad essere vezzeggiati e strumentalizzati con finalità neo-irredentistiche. Su di loro si veda ad es. questo saggio.

  • UDOVISI, GRAZIANO

Pola 1925 – Reggio E. 2010. E’ il più celebre dei “sopravvissuti alla foiba”. Le diverse versioni del suo racconto, piene di particolari raccapriccianti ma anche di palesi incongruenze, nei decenni scorsi sono state oggetto di forti campagne mediatiche (la RAI lo ha premiato nel 2005 come “uomo dell’anno”). In realtà il giovane Udovisi dopo l’8 settembre 1943 si arruolò volontario nel 2° reggimento “Istria” della Milizia Difesa Territoriale, il corpo militare equivalente della Guardia Nazionale Repubblicana della RSI ma sottoposto alle dirette dipendenze del Terzo Reich nella Zona di Operazioni Litorale Adriatico. Si vantò di aver militato nel nucleo mobile “Mazza di Ferro” (formazione che seminò il terrore rastrellando partigiani per tutta l’Istria). A guerra finita, sapendo di essere ricercato, fuggì a Padova con documenti falsi, ma nell’agosto 1945 fu riconosciuto e arrestato. La sentenza della Corte d’assise straordinaria di Trieste del 30/09/46 (riprodotta integralmente in: Pol Vice, LA FOIBA DEI MIRACOLI. Indagine sul mito dei “sopravvissuti”, ed. KappaVu 2008, pp.190-196) condanò U. a tre anni di carcere per “avere, dopo l’8.09.43 … collaborato col tedesco invasore, favorendone i disegni politici”, in particolare di aver “imprigionato e barbaramente seviziato” tre partigiani, di cui uno morì. La condanna fu mite perché il giudice credette alla sua dichiarazione di essersi salvato da “una foiba istriana” con “un altro compagno…“.
Il libro citato presenta i risultati di un’approfondita ricerca collettiva che dimostra oltre ogni dubbio la falsità dei racconti di Udovisi e di altri presunti miracolati, rivela i retroscena della sua reale vicenda personale e ricostruisce puntualmente il contesto e i vari passaggi politici e mediatici dello sviluppo del mito dei sopravvissuti alle foibe. Si veda anche la nostra risposta a un libello del 2009 dove Udovisi viene (letteralmente) venerato come un santo..

  • VERGAROLLA

Località del litorale istriano, nei pressi di Pola, dove il 18 agosto 1946 una potente esplosione causò una strage. L’episodio ha sempre avuto dei connotati oscuri, essendo di volta in volta interpretato come un mero incidente (dovuto alla accidentale esplosione della catasta di esplosivi accantonati nei pressi) o un episodio di strategia della tensione mirato a terrorizzare la popolazione di lingua italiana per spingerla ad abbandonare la città. In quest’ultima versione la strage è attribuita talvolta agli Alleati talvolta agli Jugoslavi: in tempi recenti in Italia è attribuita solamente agli Jugoslavi, senza alcun elemento probante. In merito, su questo sito è disponibile il saggio di Claudia Cernigoi “Strategia della tensione in Istria“.


Dopo diversi fallimenti, si prorogano di 9 anni e non 20 i termini per assegnare le medaglie per infoibati


07/02/16 - fonte.


Se la matematica non è una opinione e se la comprensione del testo legislativo è non opinabile, non si capisce come possa essere stato comunicato da parte della Presidente della Regione FVG che in virtù del provvedimento approvato dal Parlamento "i congiunti delle vittime potranno per altri 20 anni richiedere questo importante riconoscimento". Il riferimento è alla legge sul giorno del ricordo e la possibilità per il coniuge superstite, i figli, i nipoti e, in loro mancanza, per i i congiunti fino al sesto grado di coloro che, dall’8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947 in Istria, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale, sono stati soppressi e infoibati, di conseguire a domanda e a titolo onorifico senza assegni, una apposita insegna metallica. Ora, il testo come approvato dalla Commissione alla Camera cosa prevede? Che il testo della Legge 2004 numero 92 verrebbe modificato in questo modo : "le domande devono essere presentate entro il termine di venti (e non più dieci anni) dalla data di entrata in vigore della presente legge". Ora questa misura si inserisce nella Proroga di termini in materie di competenza della Presidenza del Consiglio dei ministri) e l'emendamento, come proposto da parte della deputata del PD Malpezzi nello specifico prevede: " 1. All’articolo 4 della legge 30 marzo 2004, n. 92, la parola: « dieci » è sostituita dalla seguente: « venti ». 2. Le domande di cui al comma 1 dell’articolo 4 della legge 30 marzo 2004, n. 92, con le relative documentazioni, dovranno essere inviate alla Commissione di cui all’articolo 5 della medesima legge. 3. All’attuazione del presente articolo si provvede nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica." E comunque si dovrà in ogni caso aspettare l'esito del assembleare per il testo definitivo.

La Legge sul giorno del ricordo si trova al suo undicesimo anno di efficacia, quindi la proroga avrà efficacia non per anni venti, ma per anni nove. Stando al testo come ora commentato. Si deve segnalare che non è la prima volta che cercano di mettere mano su quella legge. Un primo tentativo vi era stato da parte di Rosato già nel 2014 presentando una proposta di legge A.C. 2287 , stampata il 2 luglio 2014, che interveniva profondamente su alcuni aspetti della Legge del giorno di Ricordo, che Boris Pahor, per esempio, ha definito come legge poco europea e dove si proponevano anche corposi finanziamenti alla Lega nazionale. Poi vi è stato un secondo tentativo, da parte della Meloni, intervento simile a quello di Rosato, ma dove tra le altre cose si proponevano finanziamenti a favore della Società di studi fiumani che ha la proprietà dell'archivio museo storico di Fiume, pari ad euro 70.000 euro annui a decorrere dall’anno 2014. Niente da fare. Questa volta almeno non si parla di finanziamenti a certe e date realtà, e ciò è certamente una cosa da non sottovalutare. Se più di dieci anni non sono bastati, per raggiungere i numeri epici che alcuni probabilmente speravano di raggiungere e che non potevano raggiungere per ovvietà della storia reale e non revisionista, si proroga il tutto sperando in qualche "miracolo" al contrario.


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