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La VOCE ANNO XVIII N°7

marzo 2016

PAGINA 4         - 20


La CELAC lavora per la pace in America Latina ed i Caraibi

>Da María Josefina Arce

Nel gennaio del 2014 a L’Avana la CELAC, Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi, ha dichiarato la regione, zona di pace e, in relazione a questo, si è impegnata attivamente per giungere per via diplomatica ad una soluzione dei conflitti e garantire la stabilità e sicurezza dei suoi abitanti.

E’ per questo che si è mostrata disponibile a verificare il processo di pace in Colombia, le cui negoziazioni tra il governo colombiano e le ribelli Forze Armate Rivoluzionarie-Esercito del Popolo dal 2012 si tengono a L’Avana.

Un comunicato delle forze ribelli sottolinea che: “nell’accettare questo servizio altruista e umano che cerca di favorire la fine di una guerra prolungata, i capi di Stato e di Governo dell’America Latina ed i Caraibi ribadiscono (…) che la fine del conflitto in Colombia beneficerà tutta la regione”.

La CELAC parteciperà alla missione politica dell’ONU che si occuperà di accertare le condizioni della fine del conflitto in Colombia che per 60 anni ha dissanguato il paese provocando numerose vittime e migliaia di profughi.

Nel recente vertice dell’organizzazione, vero meccanismo di integrazione tra i paesi, che si è tenuto in Ecuador, i 33 stati membri hanno dichiarato il loro impegno a favorire i colloqui di pace in Colombia, questione che ha rappresentato un tema fondamentale dell’importante appuntamento.

I capi di Stato e di Governo in quell’occasione hanno dichiarato di essere soddisfati dei passi fatti per arrivare a porre un termine al conflitto e per giungere ad una pace stabile e duratura, così come per l’accordo sopra il cessate il fuoco e la fine delle ostilità reciproche, e la deposizione delle armi.

La sua partecipazione a questa missione politica conferma che la CELAC si sta consolidando sulla scena come luogo privilegiato di concertazione politica e che è capace di coordinare azioni a favore della risoluzione dei conflitti nell’area.

Il mantenimento della pace regionale per rafforzare uno sviluppo socioeconomico sostenibile e basato sull’inclusione è fondamentale per questo schieramento fautore dell’integrazione che si è pronunciato anche a favore della richiesta argentina di riconoscimento della sua sovranità sulle Isole Malvinas, occupate dal 1833 dalla Gran Bretagna che ne ha fatto una sua base militare nel Sud dell’Atlantico.

La chiusura del carcere illegale che gli Stati Uniti mantengono attivo nella base navale di Guantanamo è una delle altre richieste della CELAC che si è pronunciata con forza circa la restituzione a Cuba di questo territorio situato nella zona orientale del paese ed occupato contro il volere del governo e del popolo cubano.

Questa giovane comunità ha messo in chiaro fin dalla sua nascita avvenuta nel 2011 a Caracas che lavorerà strenuamente per preservare l’integrità e la sicurezza di tutti i popoli, visto che, come affermato dal presidente cubano Raúl Castro, “La pace (…) è un bene supremo ed una legittima aspirazione di tutto i popoli, e la sua salvaguardia è un elemento fondamentale dell’integrazione dell’America Latina ed i Caraibi.

Pubblicato da Enrica Matricoti

Oggi l’Onu discute di pace mondiale

L’Avana, 23 febbraio (RHC) - Il Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite affronta oggi un dibattito aperto sull’edificazione della pace partendo dalla necessità di prevenire la nascita di conflitti ed impedire che essi riemergano o che continuino.

I partecipanti all’incontro convocato dal Venezuela che per questo mese presiede l’organo composto da 15 membri, cercano di promuovere un dialogo circa la costruzione della pace in uno scenario attuale di gravi crisi che l’Onu non è riuscita a individuare a tempo o a cui non è riuscita a porre un termine.

Nell’atto di convocazione all’incontro fatto circolare dall’ambasciatore venezuelano nelle Nazioni Unite, Rafael Ramírez, viene precisato che il dibattito può contribuire al processo di gestione delle operazioni di pace.

Nello stesso documento si spiega inoltre che Caracas intende richiamare l’attenzione della discussione anche su altri importanti temi come la ricostruzione degli stati colpiti duramente da conflitti, lo sviluppo come strumento di prevenzione ed il ruolo delle organizzazioni regionali o ad esse sottostanti.

Pubblicato da Enrica Matricoti

Analizza Consiglio di Sicurezza dell’ONU richiesta colombiana di pace

L’Avana, 25 gennaio (RHC) – Il Congresso di Sicurezza dell’ONU esamina questo lunedì la richiesta del governo di Bogotà di creare una commissione per verificare la possibilità di un cessate il fuoco tra il Governo e le FARC-EP, Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia- Esercito del Popolo.

Questa riunione ha luogo dopo che il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha inviato le stesse carte di sollecito, in cui chiedeva l’esamina della cessazione delle ostilità e la deposizione delle armi, al consiglio ed al segretario generale dell’organismo internazionale, Ban Ki Moon,

Nell’ambito dei colloqui che si tengono a L’Avana, il Governo di questo paese sudamericano ed il gruppo guerrigliero, si sono mostrati concordi nello stabilire il meccanismo di verifica con partecipazione forense.

Allo stesso tempo hanno manifestato il desiderio che la commissione venga integrata da osservatori della Comunità di Stati Latinoamericani e Caraibici. (PL)

Pubblicato da Enrica Antonella Matricoti

Il Segretario generale dell’ONU elogia la risoluzione del Consiglio di Sicurezza circa la Siria

Nazioni Unite, 27 febbraio (RHC) - Il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha elogiato la nuova risoluzione approvata all’unanimità da Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che stabilisce la fine delle ostilità in Siria, ed ha segnalato che la sua concreta e piena realizzazione costituirà una grande opportunità per frenare la brutale ondata di violenza nel paese.

La concreta applicazione della risoluzione, compreso l’invio libero e sostenibile di aiuti umanitari, è la migliore opportunità che abbiamo per ridurre la brutale violenza in Siria, ha dichiarato Ban in un comunicato.

Ciò che è davvero importante ora, al di là delle parole del comunicato, è vedere se questa risoluzione porterà ad un cambiamento effettivo in Siria, se sarà in grado di porre fine alla sofferenza del popolo così come di creare le condizioni e dare credibilità all’incaricato speciale dell’ONU nel paese perché riprenda la trattativa politica.

Pubblicato da Enrica Matricoti


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