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La VOCE  ANNO XIV  N° 3

NOVEMBRE  2011

PAGINA  2

poiché se si acquisisce culturalmente prima che economicamente il perché sono necessari questi cambiamenti, e che devono essere fatti in senso socialista, ci sarà ovviamente una maggiore partecipazione e consenso popolare, poiché dopo il congresso comincerà la fase vera di attuazione in tempi medi di questo processo di ammodernamento.
 
E' chiaro che tali linee di perfezionamento dell'economia da realizzarsi in prima istanza entro il 2015, devono partire da un assunto centrale posto già a suo tempo sia da Fidel Castro che da Raul, secondo il quale Cuba non può continuare ad essere l'unico paese al mondo dove una parte della popolazione possa vivere senza lavorare, ma è il lavoro di ogni individuo e la sua produttività quella che determina l'incremento salariale per soddisfare sempre più le necessità.

 

Anche nei discorsi al Congresso di Raul Castro, come qualche mese fa nella presentazione dei risultati economici del 2010 con le linee programmatiche del Piano Economico e Sociale per il prossimo periodo di pianificazione presentate dal Ministro dell'Economia Marino Murillo, si mette sempre in evidenza che, fermo rimanendo la pianificazione come strumento imprescindibile per il lavoro di direzione dei problemi economici e sociali, bisogna sempre più ricercare proposte, forme e metodi per escludere i rischi che possono derivare dall'improvvisazione e dalla mancanza di una visione integrale.
 
Non ci sembra di scorgere in queste scelte nessuna Perestroika, nessuna marcia di avvicinamento al capitalismo e neanche l'adozione del modello cinese, del socialismo di mercato.

I compagni cubani non hanno mai condiviso il "socialismo di mercato", ma sanno bene, come hanno dimostrato in 50 anni di resistenza rivoluzionaria che la costruzione del socialismo e dei suoi principi basilari: la libertà, l'uguaglianza, il diritto al lavoro e la copertura sociale, l'istruzione e la sanità per tutti, comporta in un periodo più o meno lungo di transizione la necessità di convivere, come storicamente è accaduto con il mercato e con le forme capitalistiche monetario-mercantili e pertanto è fondamentale rafforzare le relazioni internazionali politico-economiche e commerciali.
 
Le cose precedentemente accennate, e affrontate su vari altri documenti della Rete dei Comunisti (vedi il sito web: www.nuestra-america.org) rendono evidente non solo la grande attualità del dibattito in corso da quasi un secolo sui nodi teorici legati alla transizione, ma indicano a pieno l'impegno dei comunisti cubani nel doversi confrontare, nelle odierne condizioni imposte dalla crisi sistemicaglobale, con una realtà del paese che ha raggiunto un livello dei rapporti sociali di produzione troppo avanzato rispetto allo stadio di sviluppo delle forze produttive.

 

La crisi attuale internazionale del capitalismo è da studiare ed affrontare come crisi sistemica, cioè una crisi economica e finanziaria che si evidenzia anche come crisi non solo ambientale, non solo alimentare, non solo di carattere energetico, ma anche come crisi ideologica, etica e quindi di civiltà.
 
E' quindi fondamentale una ripresa forte della cultura e della pratica della lotta di classe, a partire dall'affermare così anche nei paesi dove è in corso la transizione, che solo con il dispiegarsi della lotta di classe si riafferma l'iniziativa politica culturale socialista.

La pianificazione socio-politico-economica espressione delle dinamiche sociali che metta al primo punto il ruolo e lo stato della lotta di classe nel socialismo.

Va per questo valorizzato il ruolo delle alleanze internazionali come strumento di rilancio che può avvenire in maniera diversificata a partire dagli importanti processi di cambiamento nei vari paesi dell'ALBA.

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