LA VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   SCIENZA 

GIÙ

Stampa pagina

 Stampa inserto 

LA VOCE 1112

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

PAGINA  4

  La VOCE
Degli esteri 
ing. Domenico Anastasia

In Africa centrale
la prossima guerra di Obama
di Antonio Mazzeo


Dopo Afghanistan, Iraq, Pakistan, Yemen e Libia è l'ora dell'escalation militare USA in Africa centrale. Assassinato Osama bin laden, sconfitto Gheddafi, il nemico number one dell'amministrazione Obama è divenuto Joseph Kony, il capo supremo del Lord's Resistance Army (Esercito del Signore), l'organizzazione di ribelli ugandesi che dalla seconda metà degli anni '80 ad oggi si è macchiata di gravi crimini contro l'umanità, massacri, stupri e rapimenti di bambini e adolescenti.

Con una lettera al Congresso, il presidente Barack Obama ha annunciato l'invio in Africa centrale di un "piccolo numero di militari equipaggiati per il combattimento" per "fornire assistenza alle forze armate locali impegnate a sconfiggere Joseph Kony. Si tratta, in una prima fase, di un team di "consiglieri" delle forze operative speciali USA, il cui numero dovrebbe crescere entro un mese a un centinaio tra militari e "civili", compreso un "secondo gruppo equipaggiato al combattimento con personale esperto in intelligence, comunicazioni e logistica". I militari hanno raggiunto l'Uganda, ma successivamente le forze armate statunitensi potrebbero estendere il loro raggio d'azione al Sudan meridionale, al Darfur, alla Repubblica Centroafricana e alla Repubblica Democratica del Congo. Il controllo della missione è stato affidato allo
Special Operations Command - Africa, il comando per le operazioni speciali nel continente con sede a Stoccarda (Germania).
"Il personale USA fornirà informazioni e consulenza, ma non sarà impiegato per combattere", scrive Obama. "Non entrerà in azione contro i miliziani del Lord's Resistance Army se non perché costretto all'auto-difesa. Sono state prese tutte le precauzioni per assicurare la massima sicurezza al personale militare USA durante la sua missione".

Il portavoce di USAFRICOM, il comando degli Stati Uniti per l'Africa, Vince Crawley, ha dichiarato di non sapere sino a quando sarà necessario disporre dei militari in Africa centrale, "tuttavia le nostre unità sono preparate per tutto il tempo che servirà a consentire alle forze armate della regione d'intervenire contro l'LRA in modo autonomo". Per il Pentagono l'obiettivo a medio termine dell'intervento è la costituzione di una brigata mobile con un migliaio di uomini delle forze armate di Congo, Repubblica Centroafricana, Sudan ed Uganda, a cui l'Unione Africana affiderà i compiti di pattugliamento delle frontiere. Secondo quanto riferito alla
BBC da una fonte diplomatica USA, il piano fa pure affidamento sull'intervento della Nigeria e del Sud Africa, "le due sole nazioni africane che hanno le adeguate capacità logistiche". Per la BBC, anche se nei documenti ufficiali il riferimento è solo al Lord's Resistance Army, è forte il sospetto che "questa brigata potrebbe intervenire in operazioni esterne contro i gruppi di al-Qaeda in Maghreb e coloro che stanno tormentando oggi le aree del Mali e della Mauritania".

Nel dicembre 2008, gli eserciti di Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Sudan lanciarono una violenta offensiva militare contro i miliziani dell'LRA (
Operazione Linghting Thunder). Determinanti furono il supporto logistico, le armi e le apparecchiature "non letali", per il valore di 23 milioni di dollari, forniti da Washington. Secondo i maggiori quotidiani USA, l'operazione fu pianificata direttamente dagli strateghi del Comando AFRICOM di Stoccarda (Germania). Diciassette consiglieri militari furono inviati in Uganda per lavorare a stretto contatto con gli ufficiali locali e fornire i dati d'intelligence e le riprese satellitari sugli accampamenti nel parco nazionale di Garamba in cui si nascondevano gli uomini di Joseph Kony. L'intervento contro l'LRA si rivelò tuttavia fallimentare e per certi versi pure controproducente: le milizie ribelli scampate

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

 LA VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   SCIENZA 

SU

Stampa pagina

 Stampa inserto 

LA VOCE 1112