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La VOCE  ANNO XIII N°  3

NOVEMBRE     2010

PAGINA 2

mente gli interessi statunitensi in Corea del Sud per rafforzare la propria egemonia nell'area.

Questo processo ha spinto gli USA a provocare la Cina su Tibet e Taiwan, due questioni che i cinesi considerano ingerenze nei loro affari interni. La risposta cinese è stata la minaccia di rappresaglie economiche che hanno ammorbidito le posizioni nordamericane.

Il caso dell'affondamento della nave da guerra sudcoreana Cheonan può essere stato causato da una di quelle "operazioni speciali" gestite da una delle 16 agenzie d'intelligence statunitensi per alzare la tensione fra le Coree, ma anche per influire sulle dinamiche politiche giapponesi, cosa avvenuta col rinnovo degli accordi per mantenere la base militare di Okinawa, dove i sentimenti anti gringo sono forti.

Inoltre, è stata una giustificazione di fronte al mondo per incrementare il clima bellico nel cuore dell'area mondiale che detiene l'egemonia economica.

Il caso del Giappone è molto istruttivo, basta cogliere la campagna antigiapponese di Hollywood nei film, le serie televisive o i documentari per capire come gli USA vedono quanto sta succedendo nella società nipponica.

Il terzo processo che incide sul conflitto coreano-statunitense è l'accelerazione del successo del sud-est asiatico attraverso l'ASEAN, alleanza regionale cui partecipano dieci paesi asiatici fra i quali alcune potenze nucleari: Cina, Giappone e Corea del Sud.

Una matassa d'interessi asiatici con la forte influenza socialista di Vietnam, Laos, Cambogia e Cina, che non è più facile rompere, come capitava quando l'egemonia statunitense era all'apice.

Il quarto processo è di carattere generale ma non va perso di vista: la perdita dell'egemonia statunitense a livello mondiale.

L'Europa, negli ultimi cinque anni, è sempre più disposta a liberarsi dai lacci finanziari con gli Stati Uniti che l'hanno dominata e sfruttata, togliendole spazio in Africa e Asia grazie al Piano Marshall.

E nel frattempo, le posizioni statunitensi in America Latina sono entrate in una fase di non ritorno rispetto la situazione precedente di totale egemonia statunitense.

Pur se in Asia gli Stati Uniti mantengono il loro potere attraverso Giappone e Corea del Sud, ora le loro posizioni si vanno indebolendo a fronte della competenza cinese e dell'ASEAN, mentre le fusioni finanziarie vanno favorendo i capitali asiatici.

Ritengo azzeccata la definizione di Fidel Castro per fotografare la situazione attuale: "Gli USA sono in stallo". In effetti, gli Stati Uniti sono in una posizione rischiosa da più di un decennio, da quando hanno contribuito a demolire il sistema bipolare che avevano creato insieme all'Unione Sovietica, e senza avere apprezzato la visione strategica di Mao Tse Tung quando li definì "Tigri di carta".

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