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La VOCE  ANNO XII  N°  6

FEBBRAIO  2010

PAGINA II

previsioni programmatiche del  Tomazic. Si era ormai consolidata la collaborazione e l'unita'  operativa tra la gioventu' comunista e quella nazional-liberale e  cristianosociale; veniva anche mantenuto il collegamento operativo tra  i nazionalrivoluzionari ed i comunisti.
Nell'estate del 1940 il servizio segreto fascista (OVRA) riusci' a  colpire in modo vitale il movimento unita
rio nella sua fase di  sviluppo. Riusci' a scoprire nove depositi clandestini di armi e  munizioni, una stazione ricetrasmittente, tre tipografle ed una   montagna di pubblicazioni illegali. Vennero arrestate 300 persone; 240  vennero condannate al confino, al domicilio coatto o vennero ammonite  in modo formale. I sessanta elementi piu' rappresentativi, considerati 
come i maggiori responsabili, vennero consegnati dalla polizia al  Tribunale speciale fascista, che li divise in tre gruppi: 26  comunisti, 12 nazionalrivoluzionari, 22 intellettuali. Tutti insieme  vennero sottoposti al cosiddetto secondo processo triestino, nel   dicembre del 1941. Tutto il movimento aveva un fine comune anche se  traeva la propria origine in matrici ideologiche diverse, il che  emerse chiaramente dagli atti processuali. Il fine comune era   rappresentato dalla liberazione di tutte le comunita' nazionali  iugoslave dalla dittatura fascista. Il processo si svolse tra il 2 ed  il 14 dicembre del 1941, quando nel Litorale gia' divampava la lotta  di liberazione nazionale. Le condanne del Tribunale speciale furono  molto dure; il regime fascista voleva cosi' intimorire la popolazione  che si stava ormai ribellando apertamente. Il 15 dicembre del 1941  vennero fucilati nel poligono di Opicina il comunista Pinko Tomazic ed  i nazionalrivoluzionari Viktor Bobek, Simon Kos, Ivan lvancic e Ivan  Vadnal. Essi divennero con Vladimir Gortan ed i quattro eroi fucilati  a Basovizza il simbolo della lotta antifascista per la liberazione  degli sloveni del Litorale.


La costituzione del fronte di liberazione nazionale sloveno  nell'aprile del 1941 segno' l'inizio di una generale resistenza armata  che inizio' nel Litorale contestualmente a quella delle altre regioni  slovene; il fine era comune: scacciare l'occupatore, riunire tutti gli  sloveni e trasformare la struttura sociale. Il fronte di liberazione  nazionale non avrebbe potuto comunque svilupparsi tanto rapidamente  nel Litorale se nel periodo precedente non vi fosse stato un forte  movimento antifascista. La lotta armata non fu che la logica  conseguenza della resistenza precedente e si concretizzo' nel 1945 con  la sconfitta del fascismo e la liberazione nazionale. (...)

Associazione "La nostra Jugoslavia"
Pola
REPUBBLICA DELLA CROAZIA
Al Parlamento della Croazia
Nelle mani del Presidente del Parlamento della Croazia
Sig. Luka BEBIC


>Egregio Signor Presidente del Parlamento di Repubblica della Croazia,Riguardo alle azioni avviate in occasione della modifica della  Costituzione croata nel contesto della adesione della Croazia alla  Comunità europea, L'Associazione "La nostra Jugoslavia" (la cui  registrazione è in corso) propone di includere nella stessa il  riconoscimento dei diritti per la nazionalità jugoslava.
Le proposte dell'Associazione "La nostra Jugoslavia" derivano dalla  continuità del sentimento jugoslavo in un certo numero di cittadini di  Repubblica della Croazia. Il fatto etnico dell'esistenza di una  nazione jugoslava si basa sugli argomenti elencati nella Dichiarazione  sul diritto alla nazione jugoslava, che troverete in allegato.
(...) Noi crediamo che il riconoscimento della nazionalità jugoslava  contribuirebbe positivamente alla decontaminazione da tutti i tipi di  intolleranza e discriminazione su base nazionale. La nazionalità  jugoslava parla solo il linguaggio dell'amore e dell'unità.


In attesa dell'accettazione degli argomenti di cui sopra e delle  richieste dell'Associazione "La nostra Jugoslavia", vogliate gradire i  ns. più calorosi saluti, con il desiderio che la Repubblica di Croazia  completi con successo i negoziati di adesione e venga al più presto  ammessa nella comunità di popoli d'Europa.

Distinti saluti
Il Presidente dell'Associazione "La nostra Jugoslavia"

Zlatko Stojkovic ing. edile

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