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Tutte le foto e i video sono di Linda Galassi
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Simboli

I simboli importanti dell'iconografia coreana sono 5, oltre alle immagini e ai monumenti dedicati
al Padre della Patria Kim Il Sung e al figlio diletto, l’Amato Leader Kim Jong Il.

Abbiamo fotografato questi 5 simboli rappresentati da altrettanti imponenti monumenti a Pyongyang.

Falce, Martello e Penna.
Al simbolo falce e martello del movimento operaio, dapprima condiviso da socialisti e comunisti, poi divenuto il simbolo per eccellenza del comunismo, ad indicare l’unitarietà di lotta contadina e operaia contro lo sfruttamento del lavoro salariato, Kim Il Sung fa unire la penna ad indicare che senza una guida scientifica non ci può essere vera unitarietà di intenti e relative realizzazioni.

Il Cavallo Malima
Un cavallo alato della mitologia coreana, che era in grado di percorrere fino a 500 chilometri al giorno per i Coreani è diventato uno sprone simbolico a spingere al massimo i loro sforzi per raggiungere al più presto gli obiettivi che si sono fissati: un sempre maggiore benessere e sicurezza internazionale.

Arco della Vittoria
L’imponente Arco della Vittoria, orgoglio per ogni Coreano che può rivivere in questo monumento simbolicamente rappresentata la guerra ventennale (1925-1945 scolpiti in evidenza) vittoriosa nei confronti del Giappone, e dopo tante privazioni e sacrifici, l’instaurazione di una solida democrazia popolare socialista ad opera del Grande Artefice Kim Il Sung.

La Torre Juche
Il monumento più importante è posto esattamente al centro della città di Pyongyang. È la torre più alta del mondo (170 metri) e rappresenta la filosofia che ha portato il popolo coreano alla vittoria e alla continua conquista di nuovi e più ambiziosi traguardi lungo tutta la storia del suo ideatore, l’Eterno Leader Kim Il Sung, attraverso la guida dell’Amato Leader Kim Jong Il e fino ai giorni nostri con il Grande Maresciallo Kim Jong Un.
Una filosofia che può essere un faro per tutto il mondo che si ispiri a ideali socialisti e così proprio come un faro per l’umanità è stato rappresentato nella sua monumentalità.
Questa torre, che è stata regalata al suo Grande Leader Kim Il Sung per il suo 70° compleanno, come gli è stato regalato anche lo stesso Palazzo del Sole, ripercorre anche costruttivamente la sua vita, cioè della più alta mente filosofica del mondo, ed è costituito da 25.550 blocchi di marmo come i giorni che aveva compiuto a 70’anni e da 70 balconi per simboleggiare ogni suo anno vissuto all’ascolto degli ideali del suo popolo.

Il Monumento alla Riunificazione
Ultimo, ma non certo per importanza, è questo grande monumento che simboleggia il desiderio e l’aspirazione del popolo della Corea Democratica alla Riunificazione con la Corea al di là del 38° parallelo. Un’aspirazione costante che dalla guerra del 1950-53 contro gli Stati Uniti e i suoi lacché ha attraversato nel desiderio di tutti i suoi Leaders, da Kim Il Sung, a Kim Jong Il che è stato il primo ad aver avuto un incontro col presidente sud-coreano a questo scopo, e fino a Kim Jong Un che molto probabilmente ci sta riuscendo, ma che comunque ha già portato la trattativa ad una svolta talmente positiva che non potrà avere reflussi di ritorno al clima di guerra fredda precedente, dicevo ha attraversato per più di 60’anni la storia e i cuori dei Coreani.
Si tratta di due donne (le donne coreane hanno anche recentemente dimostrato una grandissima abilità diplomatica), in abiti tradizionali (per evidenziare quello che unisce da sempre questo orgoglioso popolo coreano che finora aveva affrontato da quasi un millenio ogni invasione straniera unitamente risultandone sempre vittorioso). Le due donne uniscono i loro sforzi per sostenere con le loro mani un mondo che veda la Corea riunificata. Una bellissima simbologia, di grande effetto mediatico e significativo.
L’auspicio di tutti noi, anche perché veramente meritato, è che anche gli USA mantengano la parola data e firmino il Trattato di Pace. I Coreani tutti lo meritano e comunque non torneranno più indietro, si legge nei loro occhi e nella loro coscienza.
Sappiamo già che, come gli yankee hanno già fatto con Cuba togliendo l’embargo col contagocce, così nella migliore delle ipotesi faranno anche in Corea, ma per fortuna i Coreani non hanno nessun timore di questo, essendo protetti e guidati dalla Idea Juche di fare tutto con le loro proprie mani senza chiedere nulla a nessuno, ma rimboccandosi le maniche e realizzando così in piena coscienza e autonomia il loro proprio destino, avendo ormai ampiamente dimostrato di essere in grado di superare qualsiasi ostacolo o difficoltà, sia naturale che umana, con la solo loro grande intelligenza, fantasia e determinazione .

Il monumento alla forza eterna dell’idea Juchè