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Tutte le foto e i video sono di Linda Galassi
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Ateneo

La chiamano Università dei Professori e in pratica dovrebbe
essere uguale alla nostra Facoltà di Pedagogia, ma che differenza...


Già solo l’Istituto non è neanche lontanamente paragonabile ai nostri edifici fatiscenti, dove la cosa più normale è che ti caschi in testa un calcinaccio, mentre l’Università dei Professori farebbe invidia anche al miglior College inglese o yankee.
A fianco del palazzo centrale sorgono le abitazioni dove risiedono gli insegnanti (qui la pendolarità non esiste in nessun campo di attività, ogni persona vive dove lavora o se cambia luogo di lavoro gli viene assegnata un’abitazione nelle prossimità della sua attività) e tutt’intorno ci sono i campi per le attività sportive.
Campi di calcio, basket, prati verdi rasati ecc..
Appena dentro si viene colpiti da un grande quadro che contiene le fotografie degli insegnanti che si sono particolarmente distinti.
Qui il merito e la riconoscenza sono al posto della nostra raccomandazione, piaggeria e svilimento e mancanza di rispetto.
Ma quello che maggiormente lo distingue dal nostro ateneo è il corso di studi. Qui non si insegnano le arti del trivio e del quadrivio, quello lo si è già fatto in facoltà specifiche, qui si insegna didattica, una materia che è inspiegabilmente scomparsa dalle nostre facoltà di pedagogia e sopratutto qui, come in tutti i campi di studio si fa laboratorio pratico di didattica.
Laboratorio pratico di didattica che addirittura non riguarda solo gli insegnanti, ma anche i genitori, per i quali sono ricostruite le diverse stanze di una casa con le relative suppellettili e dove ad esempio alle mamme (sembra che qui la vocazione all’insegnamento sia più diffusa fra le donne, come era anche da noi prima del femminismo) viene insegnato come educare i figli a comportarsi quando sono fra le mura domestiche.
Naturalmente quindi vi sono anche vere classi di studenti dove gli insegnanti possono sperimentare la didattica appresa e l’impatto con la scolaresca (quindi non sono buttati improvvisamente un bel giorno in pasto ad una scolaresca inferocita, dopo anni e anni di concorsi), qui il lavoro ce l’hanno subito e vengono accompagnati all’insegnamento da corsi propedeutici prima di essere messi di fronte ad una classe che ha un immenso rispetto per l’adulto in generale, per gli insegnanti in particolare e maggiormente per la propria insegnante.
Immaginiamoci solo questo particolare del rispetto e della ammirazione per il corpo docente quali maggiori benefici possa portare all’insegnamento e quindi ai ragazzi, anche senza considerare l’approfondimento didattico, anche con tecniche d’avanguardia che qui l’insegnante apprende e che da noi non esiste neppure come materia di studio per chi deve fare questa professione.
Inoltre non vi sono solo aule tradizionali, ma anche aule laboratorio per gli studenti dove gli insegnanti apprendeno come muoversi in un ambiente pratico della materia insegnata, mentre da noi anche i ragazzi fanno pochissimo laboratorio e ultimamente si sta preferendo sostituire il laboratorio con il lavoro non pagato presso aziende anche in campi diversi a quelli di studio dei ragazzi. In Italia da un po&146; di tempo abbiamo imparato a fare il passo del gambero in tutti i campi, altro che Malima.
Qui gli insegnanti si siedono sui banchi e un professore più esperto insegna loro come spiegare la loro materia ad una scolaresca di ragazzi, quali materiali didattici utilizzare, quali precauzioni adottare e naturalmente come avvalersi dell’uso di computers.
Naturalmente hanno messo a punto un software all’avanguardia per realizzare una classe di alunni virtuali in modo che l’insegnante alle prime armi non faccia danni a bambini veri, ma impari a correggere i propri errori vedendone i risultati su una scolaresca virtuale.
I Coreani sono all’avanguardia in ogni campo della didattica e quindi ad esempio imparano anche ad interagire virtualmente con scolaresche reali, cioè significa che i migliori insegnanti possono apprendere come insegnare a più classi contemporaneamente attraverso un grande schermo che nelle varie classi riproduce l’insegnante reale a distanza.
Qui vengono fatti i test attitudinali per valutare non solo quale attività al ragazzo piace di più, ma anche la sua capacità di apprendimento nei diversi campi dello scibile: è così che possono scoprire veri talenti in tutti i campi già in tenera età.
Inoltre hanno messo a punto un sistema didattico per insegnare uno stesso argomento a classi composte di alunni di diversa età e quindi di diverso sviluppo nell’apprendimento di una particolare materia.
Questa tecnica è davvero interessantissima perché consentirebbe poi loro, avendo normalmente classi composte di alunni non omogeneamente preparati o non omogeneamente in grado di apprendere un determinato argomento, di non lasciare indietro nessuno dei meno dotati e allo stesso tempo di non sacrificare eventuali punte di primi della classe o addirittura di ragazzi con un quoziente intellettivo superiore al normale.
Naturalmente non mancano gli insegnamenti in ogni campo dello sport: la mens sana in corpore sano vale anche per i Coreani che anzi tengono in massimo conto in primo luogo proprio la salute fisica della popolazione.


Il palazzo dell’Università dei Professori



Qui vediamo un modernissimo esempio di interazione tra un insegnante e una classe virtuale che risponde ad ogni suo stimolo.
La scolaresca virtule risponde a stimoli sonori in inglese a anche in coreano.
Alcuni membri delle delegazioni hanno provato a porre domande o a chiedere comportamenti alla classe virtuale ottenendo di risposta azioni perfettamente coerenti anche se a volte non proprio ortodosse come ci si aspetterebbe da una scolaresca di 7-8 anni, come era quella simulata.



L’idea Juche da molta importanza alla creatività del popolo e qui i giovani cittadini imparano a comporre musica e a dipingere con creatività spesso dando lo stesso tema nella stessa aula a pittori e musicisti, in modo che ci sia anche interattività tra i due artisti.


Un gioco educativo tridimensionale per imparare la geografia ma anche la musica con la sabbia, davvero molto fantasioso e interessante.