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La VOCE ANNO XXIX N°9 | maggio 2024 | PAGINA c - 27 |
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Segue da Pag.26: - Gaza 181-
Si, l'atmosfera si è scaldata molto e dall'Iraq cominciano a sferrare attacchi contro postazioni militari e strategiche rilevanti. Si tratta di attacchi che stanno provocando molti dolori a giudicare da quel che trapela dai mezzi di informazione, malgrado la censura. In questo quadro viene allo scoperto una notizia che desta sospetti e tanto clamore. La notizia riguarda una infiltrazione di alcuni agenti del servizio di "sicurezza e intelligence" della Sulta nella Striscia di Gaza. Questi agenti avrebbero dovuto lavorare sul terreno per creare il caos e spingere le masse a ribellarsi contro Hamas e le forze della Resistenza attraverso l'attribuzione della responsabilità della mattanza e distruzione proprio ai partigiani. Mandati nella Striscia di Gaza da Majed Faraj, ipotetico successore di AbuMazen e figura prominente all'interno dell'ANP, il gruppo è stato scoperto e arrestato grazie alle informazioni che sono state fornite ai partigiani proprio dalle masse che li hanno denunciati. Questa faccenda sta a dimostrare il livello di tradimento raggiunto nella sede di Ramallah ed è da collegarsi naturalmente agli attacchi della polizia palestinese contro i partigiani in Cisgiordania: una confezione di tradimenti a tutto spiano. A questo punto non basta l'isolamento da parte delle masse dell'ANP, come avviene ormai da tempo, ma occorre trovare un rimedio a questa situazione che diventa sempre più pericolosa. Il rimedio non può essere altro che la liquidazione dei responsabili facendo volare un po di teste per evitare il peggio... Imposte sanzioni a Israele⚡️🔊 Le restrizioni si applicheranno a 54 articoli da esportazione. 🔊 «La misura rimarrà in vigore finché Israele non dichiarerà il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e non consentirà l'ingresso senza ostacoli degli aiuti umanitari in quelle aree», ha affermato il governo turco. “Mi sono sentito come se dalla terra stessi estraendo il mio stesso cuore”: testimonianze dalla fossa comune dell’ospedale Nasser![]() Mentre le squadre della Protezione Civile continuano a portare alla luce centinaia di corpi dalle fosse comuni scoperte all’ospedale Nasser, i palestinesi si riversano nel complesso medico in cerca dei loro cari scomparsi. Fonte: English version Tareq S.Hajjaj – 25 aprile 2024 Immagine di copertina_: Operatori sanitari palestinesi dissotterrano corpi nella fossa comune vicino all’ospedale Nasser, Khan Younis, 21 aprile 2024. (Foto: Omar Ashtawy/APA Images) Avviso: questo articolo contiene immagini sensibili e descrizioni grafiche di un massacro I bulldozer scavano con i loro denti d’acciaio tra strati di sabbia e terra. Le squadre di soccorso scavano, nel terreno dall’altra parte del grande cortile, con semplici pale. Altri scavano con le mani, alla ricerca delle proprie famiglie. Il posto è affollato. Il Nasser Medical Complex è diventato un’enorme fossa comune, dove |
l’esercito israeliano ha seppellito le prove di un orribile massacro.
Almeno 13.000 persone sono scomparse nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra in ottobre, e le persone arrivano in cerca dei propri cari scomparsi. Anche se venissero trovati morti, questo metterebbe almeno fine alla loro storia. Tra i corpi smembrati, gli arti sparsi e le teste decapitate, si affolla un gran numero di persone in cerca di membri della propria famiglia, o semplicemente lì per osservare. Alcuni non riescono a reggere, e restano lontani, incapaci di accettare la carneficina. La fossa comune all’ospedale Nasser è una delle dozzine lasciate dall’esercito israeliano in tutta Gaza. I funzionari della Protezione Civile ritengono che molte altre debbano ancora essere trovate. Ayman, 51 anni, sua moglie Jamila, 44 anni, e il figlio Abdul Karim, 22 anni, hanno insistito per recarsi al Nasser Medical Complex dopo che la Protezione Civile ha annunciato che in un giorno erano stati recuperati oltre duecento corpi. La famiglia era lì per cercare il fratello minore di Abdul Karim, scomparso a Khan Younis da oltre due mesi. Una volta arrivati ai cancelli del complesso, Jamila non è riuscita sopportare la vista e l’odore della morte, così è rimasta fuori con suo figlio Abdul Karim, mentre Ayman è entrato per ispezionare i corpi. “Non sono riuscita a fare un solo passo lì dentro”, dice Jamila a Mondoweiss sulla porta del complesso. “È una scena che una persona non può sopportare: un grande massacro, una grande bacinella di sangue, una enorme fossa di corpi sepolti, fatti a pezzi”. Le squadre della Protezione Civile dell’Ospedale Nasser affermano che le fosse comuni scoperte qui contengono più di 400 martiri. I corpi sono stati sepolti con i bulldozer, che ne hanno smembrato alcuni. Parti del corpo sono mescolate alla spazzatura. Ayman cerca suo figlio tra i pezzi sparsi di corpi umani. Alcuni dei corpi in decomposizione sono già scheletri, quindi cerca segni identificativi come i vestiti che suo figlio indossava l’ultima volta che è uscito. “Indossava un maglione di lana blu. L’avevo comprato per lui. So tutto quello che indossa e posso identificarlo dai suoi vestiti”, dice Ayman, descrivendo suo figlio mentre fruga tra i corpi tirati fuori dalla sabbia. “Lo riconoscerei anche se fosse uno scheletro.” Negli ultimi giorni sono arrivate nuove famiglie, mentre le persone continuano ad affluire. Ogni giorno le squadre della Protezione Civile annunciano la scoperta di decine di nuovi corpi sepolti all’interno e nei dintorni del complesso. Alcune delle persone che arrivano vanno e vengono più volte, come Ayman e la sua famiglia, senza conoscere la sorte del loro figlio scomparso. Altri sono in grado di identificare i loro cari e portarli alla loro ultima dimora. Alaa al-Arabashli, 43 anni, ha identificato il corpo del figlio Moaz, 19 anni, all’ospedale Nasser. Nonostante il dolore che ha patito nel raccogliere il corpo di suo figlio, sollevandolo dalla terra e seppellendolo con le sue stesse mani, ciò ha almeno segnato la fine del destino sconosciuto del figlio scomparso. Dice di aver trovato suo figlio dopo che le squadre di soccorso sono riuscite a recuperare più di 40 corpi dalla fossa. Le squadre della Protezione Civile hanno permesso alle persone di controllarli e non c’era nulla che distinguesse i corpi tranne i vestiti. Questo gli è bastato per identificare suo figlio. Alcune famiglie vengono invitate a seppellire i propri figli dopo che i parenti li hanno riconosciuti. Portano fiori e trasportano i loro corpi in altre tombe. I corpi vengono allineati tra la gente nella speranza che chi arriva ne riconosca qualcuno. Una volta identificati, vengono posti in un nuovo sacchetto di plastica, coperti con un sudario bianco, e nuovamente sepolti. Segni di esecuzione sui detenuti Le squadre della Protezione Civile presenti sul luogo insistono sul fatto che l’esercito israeliano ha commesso un massacro all’interno dell’ospedale, e che hanno voluto nasconderlo scavando questa fossa comune. Il colonnello Yamen ..segue ./.
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