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La VOCE 1910

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La VOCE ANNO XXII N°2

ottobre 2019

PAGINA b         - 26

segue da pag.25: kamila shamsie privata di un premio letterario tedesco per il suo supporto al bds. "con il suo voto per la scrittrice britannica kamila shamsie come vincitrice del premio nelly sachs 2019, la giuria ha onorato l'eccezionale opera letteraria dell'autrice. in quel momento, nonostante le ricerche svolte, i membri della giuria non erano a conoscenza del fatto che l'autrice ha partecipato alle misure di boicottaggio contro il governo israeliano per le sue politiche palestinesi dal 2014", recita la nota. una foto di kamila shamsie pubblicata dal consiglio comunale di dortmund nel giorno in cui ha annunciato che le era stato assegnato il premio nelly sachs. (www.dortmund.de). esclusivo: l'autrice britannico-pakistana ci ha comunicato che la giuria del premio nelly sachs, assegnato dalla città di dortmund, si è "piegata alle pressioni", annullando la decisione di assegnarle il premio. di mustafa abu sneineh. middle easy eye, 18 settembre 2019. (consultabile qui: https://www.docdroid.net/7ewwgeq/20190917-nelly-sachs-entscheidung-eng.pdf). kamila shamsie ha condannato la decisione in una dichiarazione inviata a mee via e-mail e ha dichiarato di essere rattristata dal fatto che la giuria si sia piegata alle pressioni. "nelle elezioni israeliane appena concluse, benjamin netanyahu ha annunciato piani per annettere fino a un terzo della cisgiordania, in violazione del diritto internazionale, e l'obiezione del suo oppositore politico benny gantz è stata affermare che netanyahu aveva rubato la sua idea; questo subito dopo l'uccisione di due adolescenti palestinesi da parte delle forze israeliane - condannata come 'fatto spaventoso' dal coordinatore speciale delle nazioni unite per il processo di pace in medio oriente", dice shamsie. "in questo contesto politico, la giuria del premio nelly sachs ha scelto di privarmi del premio sulla base del mio sostegno a una campagna non violenta per esercitare pressioni sul governo israeliano. mi causa grande tristezza vedere una giuria che si piega alle pressioni e ritira un premio da una scrittrice che sta esercitando la sua libertà di coscienza e libertà di espressione; ed è uno scandalo che il movimento bds, che, ispirandosi al boicottaggio sudafricano, promuove campagne contro il governo israeliano per i suoi atti di discriminazione e brutalità nei confronti dei palestinesi, venga considerato come qualcosa di vergognoso e ingiusto". shamsie ha detto a mee di aver chiesto al consiglio comunale di dortmund di includere la sua dichiarazione nel loro comunicato stampa ufficiale, ma la richiesta è stata rifiutata. il premio nelly sachs è un premio biennale assegnato a uno scrittore il cui lavoro celebra "tolleranza, rispetto e riconciliazione", i cui vincitori ricevono un premio in denaro per 15.000 euro. a maggio, il parlamento tedesco ha approvato una mozione che condanna il movimento bds come antisemita. ha accusato il bds di utilizzare "modelli e metodi" usati dal movimento nazista durante l'olocausto. il movimento bds, fondato nel 2005 da attivisti palestinesi, ha risposto accusando la germania di "complicità nei crimini israeliani di occupazione militare, pulizia etnica, assedio e apartheid". aamer hussein, narratore e romanziere pakistano e britannico e membro della royal society of literature, ha dichiarato a mee di essere totalmente d'accordo con la posizione di shamsie: "è sempre stata una scrittrice e un'intellettuale di esemplare integrità, onestà e coraggio morale. sono francamente stupito che qualsiasi premio venga ritirato a uno scrittore per la sua difesa dei diritti umani. comunque, in fondo a rimetterci sono loro, non lei". la scorsa settimana, il consiglio comunale di dortmund ha annunciato che i giurati stavano ripensando la loro decisione, a seguito di un post sul blog politico di destra ruhrbarone a proposito del sostegno di shamsie al bds. ruhrbarone è stato in precedenza accusato da attivisti pro-bds di avere invocato un "genocidio contro i palestinesi" dopo aver twittato, lo scorso novembre, un'immagine che chiedeva che gaza fosse trasformata in una miniera a cielo aperto con l'hashtag #israelunderfire. il tweet è stato successivamente cancellato. traduzione a cura dell'associazione di amicizia italo-palestinese onlus, firenze il bullismo di netanyahu fa uscire il voto arabo. la legge presentata da netanyahu, come altri sforzi per scoraggiare gli elettori arabi, è stata un boomerang che li ha spinti al voto per sfidare le sue intimidazioni. di shlomi eldaral monitor, 18.09.2019 sintesi a cura di "israele - palestina : testimonianze in attesa - frammenti vocali in mo". la lista araba unita, guidata dal membro della knesset ayman odeh ,sarà probabilmente la terza fazione più grande della knesset, con almeno 13 seggi, dopo il likud di netanyahu e il "blu e bianco" di gantz. secondo i voti conteggiati, l'affluenza alle urne tra gli elettori arabi è aumentata del 10% rispetto alle elezioni di aprile . la lista unita ha ricevuto circa 430.000 voti rispetto ai 337.000 di aprile . il membro della knesset ,ahmad tibi, è presidente del partito ta'al, una delle fazioni che formano la lista comune, ha riassunto il giorno delle elezioni con "gli arabi si sono precipitati alle urne", parafrasando il famigerato avvertimento del 2015 di netanyahu sull'alta affluenza araba ed esortando i suoi seguaci ad uscire e votare. ora gli elettori arabi hanno reso quasi impossibile il compito di netanyahu di formare il prossimo governo israeliano. "questo è un giorno storico" ha dichiarato tibi. la portata dello sviluppo "storico" è stata resa ancora più chiara poco dopo che il leader di "blu e bianco" benny gantz ha pronunciato un discorso di vittoria e ha nominato i potenziali partner per un possibile futuro governo. tra i primi c'era odeh. sebbene i partiti arabi non abbiano mai aderito ai governi della coalizione israeliana, prima delle elezioni odeh aveva espresso il desiderio di unirsi a un governo " democratico e liberale " dove la minoranza araba ( 21% del paese) sarebbe stata accettata come partner a pieno titolo. tuttavia il partito di ganz si è mostrato freddo prima delle elezioni di questa settimana, temendo che qualsiasi associazione con gli arabi avrebbe allontanato gli elettori ebrei. durante i loro molti anni al potere la destra israeliana e netanyahu in particolare sono riusciti a rappresentare i legislatori arabi come una quinta colonna, rappresentanti illegittimi che agiscono all'interno per.
minare lo stato ebraico. ora, con un numero impressionante di seggi alla knesset la fazione araba sembra essere una forza decisiva senza la quale blu e bianco non potrà formare il prossimo governo del paese. gantz dovrà fare affidamento sul suo sostegno per bloccare netanyahu e costituire una maggioranza di 61 seggi . questo è lo scenario che netanyahu temeva di più. "netanyahu con i suoi slogan contro gli arabi ha svegliato la nostra campagna", ha detto tibi in un'intervista prima del 17 settembre. attivisti della lista unita hanno condiviso il suo sentimento. l'affermazione di netanyahu secondo cui gli arabi stavano rubando le elezioni e il suo tentativo sventato di collocare telecamere nei seggi elettorali arabi ,una chiara mossa di intimidazione, ha portato gli elettori arabi alle urne. "c'è una differenza tra l'affermazione 'gli arabi stanno arrivando in massa' e 'gli arabi stanno rubando le elezioni', ha spiegato isam mahoul. , ex membro di hadash. in effetti, fino a due settimane prima del giorno delle elezioni, la campagna della lista unita era alquanto letargica. i suoi leader sembravano ritenere che l'affluenza alle urne sarebbe stata una ripetizione di quanto successo in aprile , ma chiamare i cittadini arabi criminali e ladri è stato troppo. odeh potrebbe essere stato il primo a capire il dono che netanyahu ha consegnato agli arabi . durante il tentativo dell'11 settembre di far passare un progetto di legge che consentiva telecamere nascoste nei seggi elettorali, odeh si è avvicinato a netanyahu nella plenaria della knesset e con una mossa chiaramente provocatoria, ha iniziato a filmarlo con il suo telefono. ha mostrato a netanyahu che non poteva continuare a incitare contro i cittadini arabi e non aspettarsi una risposta adeguata. dopo le elezioni odeh ha dichiarato: "l' era di netanyahu è finita " e "con i nostri voti, abbiamo impedito a netanyahu di formare un governo. questo è qualcosa di storico. " non vi è alcuna certezza che l'era di netanyahu sia veramente finita, ma la lista unitaria che diventa una forza elettorale significativa è certamente un ostacolo pesante per netanyahu. il membro della knesset yousef jabarin di hadash, residente a umm al-fahm, ha dichiarato ad al-monitor: "la gente ha creduto che gli incitatori potessero essere sconfitti , che un voto poteva essere usato per rovesciare il governo di destra e influenzare la loro vita. questo è stato il senso delle ultime settimane, culminato nella vicenda delle telecamere e nelle accuse infondate di furto elettorale ". anche un altro tentativo di likud è fallito. il partito ha presentato una petizione al comitato elettorale centrale contro i piani dell'organizzazione non governativa israeliana zazim di portare gli elettori beduini dai loro villaggi nel sud verso i seggi elettorali. il presidente del comitato, il giudice hanan melcer, ha concordato e bandito i bus organizzati. in risposta volontari ebrei e beduini hanno gestito un servizio di trasporto alternativo. un chiaramente eccitato sami amarna, un attivista sociale della città beduina di negev di segev shalom, ha dichiarato ad al-monitor il giorno delle elezioni, “i beduini stanno arrivando in tanti . sono qui al seggio elettorale di segev shalom e dico a netanyahu e al likud: ciò che hai cercato di farci ti costerà posti alla knesset. gli anziani, i malati e le persone con bisogni particolari sono venuti a votare nonostante tutto perché vogliono far parte della società israeliana e non essere ostracizzati ”. netanyahu avrà difficoltà a formare un nuovo governo per molte ragioni, una delle quali è la sua campagna elettorale . gli elettori arabi hanno risposto ai suoi sforzi per assalirli uscendo in massa per dire: "non più". lieberman, il falco razzista stanco di essere un servo. l’ex alleato di netanyahu e ora acerrimo nemico, dopo il raddoppio dei seggi è ancora di più il vero ago della bilancia. nazionalista, anti-religioso e anti-arabo, ora attira il centrosinistra che dimentica le sue posizioni in politica estera e verso i palestinesi di cui sogna il trasferimento forzato. di michele giorgio - nena news, 20.09.2019. gerusalemme, 20 settembre 2019, nena news – avigdor lieberman è solo un ultranazionalista, con posizioni nei confronti dei religiosi ebrei e dei palestinesi che sfociano nel razzismo, o è anche dotato di grande intelligenza politica? l’interrogativo non è nuovo e si ripropone in queste ore in cui lieberman ha tra le mani le sorti politiche di israele. «c’è una cosa che lo rende non classificabile: l’imprevedibilità. talvolta è capace di spiazzarti», ci dice aldo baquis, giornalista israeliano di origine italiana che si è spesso occupato di lieberman. «non è facile catalogarlo – aggiunge – lieberman è certamente un nazionalista, senza dubbio è un antagonista della minoranza araba (in israele). e ha aspetti inquietanti. come se avesse uno strano alone dietro di lui che non ti mette a tuo agio». adesso piace anche al centrosinistra che lo vede come l’artefice della possibile uscita di scena di netanyahu dimenticando le sue posizioni insostenibili in politica estera e verso i palestinesi. visceralmente antireligioso, brutalmente antiarabo, lieberman, 61 anni, nasce come evik lieberman in una famiglia ebraica nella moldavia ex sovietica. lì studia e lavora prima di immigrare in israele nel 1978. laureatosi in relazioni internazionali all’università ebraica di gerusalemme, abbraccia l’estrema destra e va a vivere nella colonia ebraica di nokdim, nella cisgiordania palestinese sotto occupazione. fa vari lavori, tra cui il buttafuori nei locali notturni, fino all’incontro alla fine degli anni ’80 con benyamin netanyahu che condiziona ancora oggi la sua esistenza, non solo politica. all’epoca l’attuale primo ministro era all’inizio della sua carriera politica, al termine dell’incarico di ambasciatore israeliano all’onu. fu colpito dalle doti di organizzatore di questo immigrato moldavo pronto a mettere al suo servizio astuzia politica ed umana. nel 1993 netanyahu prende il controllo del likud sostituendosi alla vecchia guardia rappresentata da yitzhak shamir e nomina lieberman suo stretto collaboratore. poi nel 1996 lo fa direttore generale dell’ufficio del primo ministro quando a sorpresa riesce a battere shimon peres alle elezioni. troppo potere in poco tempo. lieberman finisce nel mirino di tanti alti dirigenti del likud. nentanyahu non lo difende ed è costretto a dimettersi. «si fece l’idea che il premier non credeva più in lui, che il lavoro sporco era fatto e il servo non era più necessario», ricorda beny bitton, sindaco di dimona e amico di lieberman. dopo un periodo dai molti lati oscuri nel mondo degli affari, il moldavo decide di investire in politica fondando nel 1999 un suo partito, yisrael beiteinu, punto di riferimento degli ebrei originari dei paesi dell’ex urss e di chi chiede che i religiosi ultraortodossi e i loro partiti siano tenuti alla larga dal potere. a ciò lieberman unisce la proposta di «trasferimenti etnici», ossia del «passaggio» dei cittadini arabo-israeliani all’anp di abu mazen per rendere israele ancora più ebraico. negli anni i rapporti tra lieberman e netanyahu sono peggiorati sebbene il premier abbia affidato al suo ex assistente incarichi di prestigio come esteri e difesa. il moldavo rimprovera al premier di non avere le doti di leader per invadere gaza e spazzare via hamas. infine la scorsa primavera si è aggravata la controversia sulla leva obbligatoria anche per i religiosi ultraortodossi - lieberman non vuole eccezioni – a cui si oppongono gli altri partiti della possibile maggioranza di destra emersa dal voto del 9 aprile. lieberman ha respinto ogni compromesso e netanyahu è stato costretto ad accettare il voto che rischia di condannarlo. nena news.
Segue da Pag.25: Kamila Shamsie privata di un premio letterario tedesco per il suo supporto al BDS

"Con il suo voto per la scrittrice britannica Kamila Shamsie come vincitrice del premio Nelly Sachs 2019, la giuria ha onorato l'eccezionale opera letteraria dell'autrice. In quel momento, nonostante le ricerche svolte, i membri della giuria non erano a conoscenza del fatto che l'autrice ha partecipato alle misure di boicottaggio contro il governo israeliano per le sue politiche palestinesi dal 2014", recita la nota.



Una foto di Kamila Shamsie pubblicata dal consiglio comunale di Dortmund nel giorno in cui ha annunciato che le era stato assegnato il premio Nelly Sachs. (www.dortmund.de)

Esclusivo: l'autrice britannico-pakistana ci ha comunicato che la giuria del premio Nelly Sachs, assegnato dalla città di Dortmund, si è "piegata alle pressioni", annullando la decisione di assegnarle il premio

Di Mustafa Abu Sneineh

Middle Easy Eye, 18 settembre 2019


(consultabile qui: https://www.docdroid.net/7ewwGeq/20190917-nelly-sachs-entscheidung-eng.pdf)

Kamila Shamsie ha condannato la decisione in una dichiarazione inviata a MEE via e-mail e ha dichiarato di essere rattristata dal fatto che la giuria si sia piegata alle pressioni.

"Nelle elezioni israeliane appena concluse, Benjamin Netanyahu ha annunciato piani per annettere fino a un terzo della Cisgiordania, in violazione del diritto internazionale, e l'obiezione del suo oppositore politico Benny Gantz è stata affermare che Netanyahu aveva rubato la sua idea; questo subito dopo l'uccisione di due adolescenti palestinesi da parte delle forze israeliane - condannata come 'fatto spaventoso' dal coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente", dice Shamsie. "In questo contesto politico, la giuria del premio Nelly Sachs ha scelto di privarmi del premio sulla base del mio sostegno a una campagna non violenta per esercitare pressioni sul governo israeliano. Mi causa grande tristezza vedere una giuria che si piega alle pressioni e ritira un premio da una scrittrice che sta esercitando la sua libertà di coscienza e libertà di espressione; ed è uno scandalo che il movimento BDS, che, ispirandosi al boicottaggio sudafricano, promuove campagne contro il governo israeliano per i suoi atti di discriminazione e brutalità nei confronti dei palestinesi, venga considerato come qualcosa di vergognoso e ingiusto".

Shamsie ha detto a MEE di aver chiesto al consiglio comunale di Dortmund di includere la sua dichiarazione nel loro comunicato stampa ufficiale, ma la richiesta è stata rifiutata.

Il premio Nelly Sachs è un premio biennale assegnato a uno scrittore il cui lavoro celebra "tolleranza, rispetto e riconciliazione", i cui vincitori ricevono un premio in denaro per 15.000 euro.

A maggio, il parlamento tedesco ha approvato una mozione che condanna il movimento BDS come antisemita. Ha accusato il BDS di utilizzare "modelli e metodi" usati dal movimento nazista durante l'Olocausto.

Il movimento BDS, fondato nel 2005 da attivisti palestinesi, ha risposto accusando la Germania di "complicità nei crimini israeliani di occupazione militare, pulizia etnica, assedio e apartheid".

Aamer Hussein, narratore e romanziere pakistano e britannico e membro della Royal Society of Literature, ha dichiarato a MEE di essere totalmente d'accordo con la posizione di Shamsie: "È sempre stata una scrittrice e un'intellettuale di esemplare integrità, onestà e coraggio morale. Sono francamente stupito che qualsiasi premio venga ritirato a uno scrittore per la sua difesa dei diritti umani. Comunque, in fondo a rimetterci sono loro, non lei".

La scorsa settimana, il consiglio comunale di Dortmund ha annunciato che i giurati stavano ripensando la loro decisione, a seguito di un post sul blog politico di destra Ruhrbarone a proposito del sostegno di Shamsie al BDS.

Ruhrbarone è stato in precedenza accusato da attivisti pro-BDS di avere invocato un "genocidio contro i palestinesi" dopo aver twittato, lo scorso novembre, un'immagine che chiedeva che Gaza fosse trasformata in una miniera a cielo aperto con l'hashtag #IsraelUnderFire. Il tweet è stato successivamente cancellato.

Traduzione a cura dell'Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus, Firenze

Il bullismo di Netanyahu fa uscire il voto arabo



La legge presentata da Netanyahu, come altri sforzi per scoraggiare gli elettori arabi, è stata un boomerang che li ha spinti al voto per sfidare le sue intimidazioni.
di Shlomi EldarAl Monitor, 18.09.2019
Sintesi a cura di "Israele - Palestina : testimonianze in attesa - frammenti vocali in MO"
La Lista Araba Unita, guidata dal membro della Knesset Ayman Odeh ,sarà probabilmente la terza fazione più grande della Knesset, con almeno 13 seggi, dopo il Likud di Netanyahu e il "Blu e Bianco" di Gantz. Secondo i voti conteggiati, l'affluenza alle urne tra gli elettori arabi è aumentata del 10% rispetto alle elezioni di aprile .
La Lista Unita ha ricevuto circa 430.000 voti rispetto ai 337.000 di aprile .
Il membro della Knesset ,Ahmad Tibi, è presidente del Partito Ta'al, una delle fazioni che formano la Lista comune, ha riassunto il giorno delle elezioni con "Gli arabi si sono precipitati alle urne", parafrasando il famigerato avvertimento del 2015 di Netanyahu sull'alta affluenza araba ed esortando i suoi seguaci ad uscire e votare.
Ora gli elettori arabi hanno reso quasi impossibile il compito di Netanyahu di formare il prossimo governo israeliano. "Questo è un giorno storico" ha dichiarato Tibi. La portata dello sviluppo "storico" è stata resa ancora più chiara poco dopo che il leader di "blu e bianco" Benny Gantz ha pronunciato un discorso di vittoria e ha nominato i potenziali partner per un possibile futuro governo. Tra i primi c'era Odeh.
Sebbene i partiti arabi non abbiano mai aderito ai governi della coalizione israeliana, prima delle elezioni Odeh aveva espresso il desiderio di unirsi a un governo " democratico e liberale " dove la minoranza araba ( 21% del paese) sarebbe stata accettata come partner a pieno titolo. Tuttavia il partito di Ganz si è mostrato freddo prima delle elezioni di questa settimana, temendo che qualsiasi associazione con gli arabi avrebbe allontanato gli elettori ebrei. Durante i loro molti anni al potere la destra israeliana e Netanyahu in particolare sono riusciti a rappresentare i legislatori arabi come una quinta colonna, rappresentanti illegittimi che agiscono all'interno per
minare lo stato ebraico. Ora, con un numero impressionante di seggi alla Knesset la fazione araba sembra essere una forza decisiva senza la quale Blu e Bianco non potrà formare il prossimo governo del paese. Gantz dovrà fare affidamento sul suo sostegno per bloccare Netanyahu e costituire una maggioranza di 61 seggi . Questo è lo scenario che Netanyahu temeva di più.
"Netanyahu con i suoi slogan contro gli arabi ha svegliato la nostra campagna", ha detto Tibi in un'intervista prima del 17 settembre. Attivisti della Lista Unita hanno condiviso il suo sentimento.
L'affermazione di Netanyahu secondo cui gli arabi stavano rubando le elezioni e il suo tentativo sventato di collocare telecamere nei seggi elettorali arabi ,una chiara mossa di intimidazione, ha portato gli elettori arabi alle urne.
"C'è una differenza tra l'affermazione 'Gli arabi stanno arrivando in massa' e 'Gli arabi stanno rubando le elezioni', ha spiegato Isam Mahoul. , ex membro di Hadash.
In effetti, fino a due settimane prima del giorno delle elezioni, la campagna della Lista Unita era alquanto letargica. I suoi leader sembravano ritenere che l'affluenza alle urne sarebbe stata una ripetizione di quanto successo in aprile , ma chiamare i cittadini arabi criminali e ladri è stato troppo.
Odeh potrebbe essere stato il primo a capire il dono che Netanyahu ha consegnato agli arabi . Durante il tentativo dell'11 settembre di far passare un progetto di legge che consentiva telecamere nascoste nei seggi elettorali, Odeh si è avvicinato a Netanyahu nella plenaria della Knesset e con una mossa chiaramente provocatoria, ha iniziato a filmarlo con il suo telefono. Ha mostrato a Netanyahu che non poteva continuare a incitare contro i cittadini arabi e non aspettarsi una risposta adeguata.
Dopo le elezioni Odeh ha dichiarato: "L' era di Netanyahu è finita " e "Con i nostri voti, abbiamo impedito a Netanyahu di formare un governo. Questo è qualcosa di storico. "
Non vi è alcuna certezza che l'era di Netanyahu sia veramente finita, ma la Lista unitaria che diventa una forza elettorale significativa è certamente un ostacolo pesante per Netanyahu.
Il membro della Knesset Yousef Jabarin di Hadash, residente a Umm al-Fahm, ha dichiarato ad Al-Monitor: "La gente ha creduto che gli incitatori potessero essere sconfitti , che un voto poteva essere usato per rovesciare il governo di destra e influenzare la loro vita. Questo è stato il senso delle ultime settimane, culminato nella vicenda delle telecamere e nelle accuse infondate di furto elettorale ".
Anche un altro tentativo di Likud è fallito. Il partito ha presentato una petizione al Comitato elettorale centrale contro i piani dell'organizzazione non governativa israeliana Zazim di portare gli elettori beduini dai loro villaggi nel sud verso i seggi elettorali. Il presidente del comitato, il giudice Hanan Melcer, ha concordato e bandito i bus organizzati. In risposta volontari ebrei e beduini hanno gestito un servizio di trasporto alternativo.
Un chiaramente eccitato Sami Amarna, un attivista sociale della città beduina di Negev di Segev Shalom, ha dichiarato ad Al-Monitor il giorno delle elezioni, “I beduini stanno arrivando in tanti . Sono qui al seggio elettorale di Segev Shalom e dico a Netanyahu e al Likud: ciò che hai cercato di farci ti costerà posti alla Knesset. Gli anziani, i malati e le persone con bisogni particolari sono venuti a votare nonostante tutto perché vogliono far parte della società israeliana e non essere ostracizzati ”.
Netanyahu avrà difficoltà a formare un nuovo governo per molte ragioni, una delle quali è la sua campagna elettorale . Gli elettori arabi hanno risposto ai suoi sforzi per assalirli uscendo in massa per dire: "Non più".

Lieberman, il falco razzista stanco di essere un servo



L’ex alleato di Netanyahu e ora acerrimo nemico, dopo il raddoppio dei seggi è ancora di più il vero ago della bilancia. Nazionalista, anti-religioso e anti-arabo, ora attira il centrosinistra che dimentica le sue posizioni in politica estera e verso i palestinesi di cui sogna il trasferimento forzato

di Michele Giorgio - Nena News, 20.09.2019

Gerusalemme, 20 settembre 2019, Nena News – Avigdor Lieberman è solo un ultranazionalista, con posizioni nei confronti dei religiosi ebrei e dei palestinesi che sfociano nel razzismo, o è anche dotato di grande intelligenza politica? L’interrogativo non è nuovo e si ripropone in queste ore in cui Lieberman ha tra le mani le sorti politiche di Israele.

«C’è una cosa che lo rende non classificabile: l’imprevedibilità. Talvolta è capace di spiazzarti», ci dice Aldo Baquis, giornalista israeliano di origine italiana che si è spesso occupato di Lieberman.

«Non è facile catalogarlo – aggiunge – Lieberman è certamente un nazionalista, senza dubbio è un antagonista della minoranza araba (in Israele). E ha aspetti inquietanti. Come se avesse uno strano alone dietro di lui che non ti mette a tuo agio».

Adesso piace anche al centrosinistra che lo vede come l’artefice della possibile uscita di scena di Netanyahu dimenticando le sue posizioni insostenibili in politica estera e verso i palestinesi.

Visceralmente antireligioso, brutalmente antiarabo, Lieberman, 61 anni, nasce come Evik Lieberman in una famiglia ebraica nella Moldavia ex sovietica. Lì studia e lavora prima di immigrare in Israele nel 1978. Laureatosi in relazioni internazionali all’Università ebraica di Gerusalemme, abbraccia l’estrema destra e va a vivere nella colonia ebraica di Nokdim, nella Cisgiordania palestinese sotto occupazione.

Fa vari lavori, tra cui il buttafuori nei locali notturni, fino all’incontro alla fine degli anni ’80 con Benyamin Netanyahu che condiziona ancora oggi la sua esistenza, non solo politica. All’epoca l’attuale primo ministro era all’inizio della sua carriera politica, al termine dell’incarico di ambasciatore israeliano all’Onu. Fu colpito dalle doti di organizzatore di questo immigrato moldavo pronto a mettere al suo servizio astuzia politica ed umana.

Nel 1993 Netanyahu prende il controllo del Likud sostituendosi alla vecchia guardia rappresentata da Yitzhak Shamir e nomina Lieberman suo stretto collaboratore. Poi nel 1996 lo fa direttore generale dell’ufficio del primo ministro quando a sorpresa riesce a battere Shimon Peres alle elezioni. Troppo potere in poco tempo.

Lieberman finisce nel mirino di tanti alti dirigenti del Likud. Nentanyahu non lo difende ed è costretto a dimettersi. «Si fece l’idea che il premier non credeva più in lui, che il lavoro sporco era fatto e il servo non era più necessario», ricorda Beny Bitton, sindaco di Dimona e amico di Lieberman.

Dopo un periodo dai molti lati oscuri nel mondo degli affari, il moldavo decide di investire in politica fondando nel 1999 un suo partito, Yisrael Beiteinu, punto di riferimento degli ebrei originari dei paesi dell’ex Urss e di chi chiede che i religiosi ultraortodossi e i loro partiti siano tenuti alla larga dal potere. A ciò Lieberman unisce la proposta di «trasferimenti etnici», ossia del «passaggio» dei cittadini arabo-israeliani all’Anp di Abu Mazen per rendere Israele ancora più ebraico.

Negli anni i rapporti tra Lieberman e Netanyahu sono peggiorati sebbene il premier abbia affidato al suo ex assistente incarichi di prestigio come esteri e difesa. Il moldavo rimprovera al premier di non avere le doti di leader per invadere Gaza e spazzare via Hamas.

Infine la scorsa primavera si è aggravata la controversia sulla leva obbligatoria anche per i religiosi ultraortodossi - Lieberman non vuole eccezioni – a cui si oppongono gli altri partiti della possibile maggioranza di destra emersa dal voto del 9 aprile. Lieberman ha respinto ogni compromesso e Netanyahu è stato costretto ad accettare il voto che rischia di condannarlo. Nena News

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