La VOCE   COREA   CUBA   JUGOSLAVIA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA 

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE 1704

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  


GIÙ

SU


La VOCE ANNO XIX N°8

aprile 2017

PAGINA 6

Chi ha creato il "democratico" Navalny? Quale padrone serve? (Vincenzo Brandi)

Navalny democratico made in USA

di Manlio Dinucci
il manifesto, 28 marzo 2017

Un poliziotto sfonda la porta di casa con un ariete portatile, l’altro entra con la pistola spianata e crivella di colpi l’uomo che, svegliato di soprassalto, ha afferrato una mazza da baseball, mentre altri poliziotti puntano le pistole contro un bambino con le mani alzate: scene di ordinaria violenza «legale» negli Stati uniti, documentate una settimana fa con immagini video dal New York Times, che parla di «scia di sangue» provocata da queste «perquisizioni» effettuate da ex militari reclutati nella polizia, con le stesse tecniche dei rastrellamenti in Afghanistan o Iraq.

Tutto questo non ce lo fanno vedere i nostri grandi media, gli stessi che mettono in prima pagina la polizia russa che arresta Alexey Navalni a Mosca per manifestazione non autorizzata. Un «affronto ai valori democratici fondamentali», lo definisce il Dipartimento di stato Usa che richiede fermamente il suo immediato rilascio e quello di altri fermati. Anche Federica Mogherini, alto rappresentante della politica estera della Ue, condanna il governo russo perché «impedisce l’esercizio delle libertà fondamentali di espressione, associazione e assemblea pacifica».

Tutti uniti, dunque, nella nuova campagna lanciata contro la Russia con i toni tipici della guerra fredda, a sostegno del nuovo paladino dei «valori democratici».

Chi è Alexey Navalny? Come si legge nel suo profilo ufficiale, è stato formato all’università statunitense di Yale quale «fellow» (membro selezionato) del «Greenberg World Fellows Program», un programma creato nel 2002 per il quale vengono selezionati ogni anno su scala mondiale appena 16 persone con carattertstiche tali da farne dei «leader globali». Essi fanno parte di una rete di «leader impegnati globalmente per rendere il mondo un posto migliore», composta attualmente da 291 fellows di 87 paesi, l’uno in contatto con l’altro e tutti collegati al centro statunitense di Yale.

Navalny è allo stesso tempo co-fondatore del movimento «Alternativa democratica», uno dei beneficiari della National Endowment for Democracy (Ned), potente «fondazione privata non-profit» statunitense che con fondi forniti anche dal Congresso finanzia, apertamente o sottobanco, migliaia di organizzazioni non-governative in oltre 90 paesi per «far avanzare la democrazia».

La Ned, una delle succursali della Cia per le operazioni coperte, è stata ed è particolarmente attiva in Ucraina. Qui ha sostenuto (secondo quanto scrive) «la Rivoluzione di Maidan che ha abbattutto un governo corrotto che impediva la democrazia». Col risultato che, con il putsch di Piazza Maidan, è stato insediato a Kiev un governo ancora più corrotto, il cui carattere democratico è rappresentato dai neonazisti che vi occupano posizioni chiave.

In Russia, dove sono state proibite le attività delle «organizzazioni non-governative indesiderabili», la Ned non ha per questo cessato la sua campagna contro il governo di Mosca, accusato di condurre una politica estera aggressiva per sottopporre alla sua sfera d’influenza tutti gli stati un tempo facenti parte dell’Urss. Accusa che serve da base alla strategia Usa/Nato contro la Russia.

La tecnica, ormai consolidata, è quella delle «rivoluzioni arancioni»: far leva su casi veri o inventati di corruzione e su altre cause di malcontento per fomentare una ribellione anti-governativa, così da indebolire lo Stato dall’interno mentre dall’esterno cresce su di esso la pressione militare, politica ed economica.

In tale quadro si inserisce l’attività di Alexey Navalny, specializzatosi a Yale quale avvocato difensore dei deboli di fronte ai soprusi dei potenti.

No a UE, euro e NATO! Sabato 25 marzo manifestazione naz.le a Roma, h. 14.30 Piazza della Repubblica.

"Lor signori" celebrano i 60 anni dell’Unione Europea capitalista e imperialista. Noi saremo in piazza per esprimere la protesta operaia e popolare!

Sabato 25 marzo, Roma h. 14.30, Piazza della Repubblica,
manifestazione nazionale per dire NO a UE, euro e NATO.

Di seguito l’appello della Piattaforma Sociale Eurostop. Invitiamo all’adesione e alla partecipazione unitaria!

APPELLO
per manifestare il 25 marzo contro il vertice romano per i 60 anni della UE.
Il prossimo 25 Marzo verranno "festeggiati" al Campidoglio i 6o anni dalla firma del "Patto di Roma" del ’57, con la partecipazione di 28 capi di Stato, che ha dato vita al processo che ha condotto nel tempo alla nascita della Unione Europea. In realtà questa non è affatto una ricorrenza da festeggiare in quanto la nascita della UE e l’introduzione dell’euro come moneta continentale hanno prodotto:

Un peggioramento netto e diffuso delle condizioni di reddito e di vita dei lavoratori, dei settori popolari e dei ceti medi spesso portati a livelli di povertà, soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale.
Una restrizione degli spazi di democrazia con l’applicazione di trattati che centralizzano le decisioni economiche e politiche più rilevanti riducendo la sovranità dei popoli europei. La riforma costituzionale proposta da Renzi, sottoposta a referendum e bocciata dagli italiani andava esattamente in questa direzione.
Un interventismo militare che ha moltiplicato i conflitti dall’Ucraina fino alla sponda sud del Mediterraneo, in particolare in Siria e Libia, ed amplificato le drammatiche migrazioni dei popoli coinvolti dalle guerre.

Questi sono gli effetti di una costruzione istituzionale che oggi si sta dimostrando per di più incapace di fare i conti con una profonda crisi economica e sociale dimostrando l’inadeguatezza delle classi dirigenti del continente.

Tutto ciò avviene in un clima di crescente competizione economica e militare internazionale che oggi viene sostenuta dalla presidenza Trump negli USA, che si impegna nel riarmo nucleare, alla quale l’UE risponde da un rinnovato protagonismo anche militare, come è stato rivendicato nella 53ma edizione della Conferenza sulla Sicurezza tenutasi in Germania dall’Alto Rappresentante per la sicurezza Federica Mogherini.

Per questo pensiamo che il 25 Marzo non sia una giornata di festa ma deve divenire una giornata di lotta e mobilitazione contro il vertice che si terrà nella città di Roma.
Per questo il 25 marzo manifesteremo a Roma per ribadire il nostro NO sociale a Euro, UE e NATO, per la democrazia e i diritti sociali.

Primi firmatari:
Piattaforma Sociale Eurostop, USB, UNICOBAS, Movimento No TAV Val di Susa, Forum Diritti Lavoro, Contropiano, Carovana delle periferie Roma, Noi Restiamo, Militant Roma, Centro Sociale 28 Maggio Brescia, Rossa, Rete dei Comunisti, Partito Comunista Italiano, FGCI, Circolo Agorà Pisa, Fronte Popolare, P101, Economia Per I Cittadini, Collettivo Genova City Strike, Piattaforma Comunista, Scintilla Onlus


Nicoletta Dosio, Dino Greco, Franco Russo, Giorgio Cremaschi, Aboubakar Soumahoro, Fabrizio Tomaselli, Luciano Vasapollo, Carlo Formenti, Ernesto Screpanti, Ugo Boghetta, Sergio Cararo, Manuela Palermi, Mauro Casadio, Paolo Leonardi, Emiddia Papi, Paola Palmieri, Guido Lutrario, Carlo Guglielmi, Moreno Pasquinelli, Stefano d’Errico, Bruno Steri, Walter Tucci, Francesco della Croce, Stefano Zai, Francesco Piccioni, Ferdinando Imposimato, Mimmo Porcaro, Luigi di Giacomo, Ezio Gallori, Claudia Candeloro, Sergio Cesaratto

"Per il bando delle armi nucleari - il 27 marzo 2017 si apre a New York la Conferenza ONU"

di ALFONSO NAVARRA

Comunicato stampa 28 marzo 2017 - Laura Tussi
Comunicato stampa dopo la Conferenza stampa e dopo l’incontro dei Disarmisti Esigenti* - che si è tenuta c/o CESVI del Lazio, via Liberiana 17 – Roma (inizio ore 11.00)
Per il bando delle armi nucleari - il 27 marzo 2017 si apre a New York la Conferenza ONU con l’Italia assente: il governo ci ripensi!

Oggi, lunedì 27 marzo iniziano al Palazzo di Vetro dell’Onu di New York i negoziati per arrivare ad “uno strumento giuridico internazionale inteso a vietare ed eliminare le armi nucleari”. E’ la prima sessione di una Conferenza istituita con voto a maggioranza dall’Assemblea Generale dell’ONU del 23 dicembre 2016 (113 voti favorevoli, 35 contrari e 13 astensioni, prima delle successive tre defezioni, tra le quali l’Italia).

La seconda sessione si terrà sempre al Palazzo di Vetro dal 15 luglio al 27 luglio. L’iniziativa rappresenta la “storica” rivolta degli Stati non nucleari che fuoriescono dal percorso del Trattato di non proliferazione (pur dichiarando di rispettarne lo “spirito”).

Hanno votato contro le principali potenze nucleari: USA e Russia. Ma anche Francia e Regno Unito. In generale hanno votato contro i Paesi NATO con la significativa astensione dell’Olanda. Altri importanti NO vengono da Australia, Israele, Giappone e Corea del Sud.

Il fronte dei Paesi nucleari è rotto dalle astensioni di Cina, India e Pakistan.

Un caso a sé è l’Italia che, come si è accennato, il 23 dicembre ha votato SI dichiarando poi di essersi sbagliata, come confermato dal sottosegretario Mario Giro in risposta ad una interrogazione del M5S (seduta della commissione esteri del Senato del 2 febbraio 2017).

I disarmisti esigenti, videoregistrati da Radio Radicale, con la presentazione dei portavoce Alfonso Navarra ed Antonia Sani, hanno stamattina illustrato i motivi della sollecitazione al governo Gentiloni di una presenza positiva e propositiva dell’Italia alla Conferenza di New York, così come richiesto alla Camera dalle due mozioni con primi firmatari Donatella Duranti e Manlio Di Stefano; ed al Senato con primo firmatario Roberto Cotti.

Sono intervenute, sottolineando l’importanza del ruolo delle donne e dei giovani all’interno della società civile per premere sui governi e per costruire una autentica e fattiva cultura di pace: Giovanna Pagani (Wilpf Italia) ed Heidi Meinzholt (Wilpf Europa), riportando le conclusioni del Summit europeo delle sezioni WILPF : “Unite per cambiare l’Europa”. Hanno preso la parola anche Manlio Giacanelli (IPPNW Italia) e Patrick Boylan (Peacelink).

Sono state lette le dichiarazioni del Senatore Roberto Cotti, del M5S e dell’on. Paolo Bolognesi del PD, sotto riportate.

Alle 15.00, sempre al CESV in via Liberiana, si è poi tenuto un incontro con comitati, sindacati di base e movimenti pacifisti che ha deciso di rilanciare la mobilitazione contro il nucleare militare in Italia collegandola con l’obiettivo del bando internazionale degli ordigni nucleari, ed in rapporto a scadenze del movimento come quella del prossimo vertice del G7 a Taormina, per denunciare le manovre delle potenze che che determinano, concretamente, per tutti i popoli del pianeta guerre, oppressione, diseguaglianze sociali, devastazione ambientale, razzismo.

Il disarmo nucleare – è l’impegno dei convenuti – dovrà giocare un ruolo nello sviluppo della mobilitazione di donne e uomini che rifiutano un ordine mondiale stabilito da pochi (lélite dell’1%) che causa morte ed oppressione per i popoli e accresce povertà e miseria anziché debellarle.

La proposta unificante è quella di presidi con striscione unico davanti a TUTTI i siti del nucleare militare in Italia (non solo Ghedi ed Aviano, ma ad es. anche i porti dove transitano le centrali nucleari galleggianti della VI Flotta USA), recanti una scritta identica che metta insieme sia la lotta internazionale per la proibizione giuridica delle armi nucleari, passo indispensabile per la loro eliminazione effettiva, sia la lotta locale per rimuovere le atomiche dall’Italia e recedere dalla condivisione nucleare NATO.

*I Disarmisti Esigenti sono una coalizione sociale di organizzazioni, nonché di attiviste e attivisti e personalità nonviolente, stimolate dall’appello di Stéphane Hessel ed Albert Jacquard ad “esigere un disarmo nucleare totale”; un accordo operativo che si costituisce come strumento culturale e politico per radicare anche in Italia la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari.

www.disarmistiesigenti.it

info: Alfonso Navarra cell. 340-0736871 - Antonia Sani cell. 349-7865685

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE 1704

 La VOCE  COREA  CUBA  JUGOSLAVIA  PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA 

Visite complessive:
Copyright - Tutti gli articoli possono essere liberamente riprodotti con obbligo di citazione della fonte.