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La VOCE 1704 |
P R E C E D E N T E | S U C C E S S I V A |
La VOCE ANNO XIX N°8 | aprile 2017 | PAGINA 10 |
by Fulvio
Inoltro un articolo su Sergio Manes, morto ieri. |
della lotta per la trasformazione vengono preferiti strumenti "leggeri" - cangianti e variegati - di autorganizzazione "partecipata" e "democratica". Non si tratta affatto, dunque – come si favoleggia con irresponsabile leggerezza codina o con opportunistico feticismo per un "nuovo" sgrammaticato – di differenze meramente formali o lessicali. I comunisti hanno avuto e hanno grandi difficoltà a contrastare questa deriva che ormai connota una parte maggioritaria delle esperienze di lotta di questo tempo e suggestiona anche organismi che continuano a schierarsi in campo comunista. Sfilacciata la dimestichezza con il metodo e le categorie interpretative, sacralizzata per superficialità o per opportunismo lesperienza novecentesca, trascurate linsorgenza e la crescita di queste diverse concezioni e metodi di lotta, assediati o minati al loro stesso interno da pulsioni democraticiste, compresi soltanto di sé e occupati piuttosto a dividersi settariamente e a riprodursi replicando allinfinito esperienze già dimostratesi inadeguate, hanno essi stessi dismesso o appannato i propri riferimenti teorici e smarrito qualsiasi legame con la classe di riferimento - di cui però pretendono astrattamente di continuare a rappresentare gli interessi - e arrancano ai margini dei cosiddetti "movimenti". Tuttavia, in una situazione così difficile e di così lungo periodo ci sono ancora una speranza e una ragionevole possibilità di ripresa. Già il testardo e pur sterile arroccamento di questi anni testimonia nelle diverse realtà residuali - anche e non solo di provenienza Pci-Prc - se non altro una tenacia che deve però scrollarsi di dosso i vecchi e i nuovi schemi settari e autoreferenziali per liberare le potenzialità tuttavia esistenti. In questa prospettiva il dato positivo che bisogna cogliere e valorizzare è che intanto cominciano a far breccia gli sforzi dei pochi che ostinatamente continuano a indicare e percorrere concretamente - nei limiti del possibile - lunica strada praticabile: riappropriarsi dei propri strumenti teorici; farne un uso ad un tempo rigoroso e dialettico nel nostro tempo, formando una nuova generazione di quadri e di militanti; affrontare finalmente, con coraggio e sistematicità, una rilettura autocritica di tutta la propria esperienza novecentesca; provare ad articolare un "programma minimo" per questa fase dello scontro di classe con proposte, obiettivi e percorsi ragionevoli e praticabili. Tutto questo, però, rischia di restare puro e inutile esercizio intellettuale se non viene coniugato e verificato nella realtà viva dello scontro di classe che si sviluppa - pur se percepita in modo distorto e realizzata in maniera frammentata, dispersa e spesso incoerente - sulle condizioni materiali delle masse sfruttate e oppresse, sulle drammatiche contraddizioni reali derivanti dalle scelte imposte dal capitalismo transnazionale, sui retroterra ideologici di chi - comunque meritoriamente -suscita e orienta queste lotte a cui occorre portare il massimo contributo e il sostegno. Ma esserci non basta. Questo vuol dire che formazione, ricerca, analisi e proposizioni non possono essere studio avulso dal contesto reale, ma debbono essere impostati e sviluppati in funzione di esso. E allora formazione, ricerca, analisi e proposizioni debbono essere centrate e finalizzate a riportare il terreno principale di scontro nei luoghi e sui modi della produzione; a riguadagnare la fiducia della classe lavoratrice nella prospettiva comunista e in chi opera a partire dai loro bisogni collettivi piuttosto che dai loro presunti diritti individuali; a ricostruire nelle nuove condizioni e con la lotta lunità degli sfruttati e degli oppressi a livello nazionale e internazionale; a individuare e realizzare forme di lotta capaci di unificare questo esercito sterminato, in mille modi frazionato ma unito dalla comune condizione; a costruire forme stabili di organizzazione, al passo con la realtà materiale di oggi. A questo scopo è anche utile e necessario aggredire criticamente analisi, posizioni e iniziative che vengono agitate sulla scena politica, che captano il consenso e indirizzano la conflittualità dei militanti: polemiche non demonizzanti ma intese, fornendo gli opportuni spunti critici, a problematizzare, a far discutere, a fare chiarezza, a formare maieuticamente i militanti. È giunto il tempo di scatenare tra gli stessi comunisti, ma anche tra coloro che si ispirano ancora ad orizzonti anticapitalisti, una seria lotta ideologica attiva e dedicare ad essa energie e risorse. A MARTIN Sè ROTTO IL CUORE, ALLIRLANDA LA SPERANZA. In morte di Martin McGuinness, già comandante dellIRA"grazie, caro fulvio, bello e commovente" (Enzo Apicella) Mi associo al commento di Enzo Apicella sul bellarticolo di Fulvio che giro anche a mia figlia Monica che vive presso Londra e che è sposata con un irlandese di Belfast e la cui madre era originaria di Derry (Vincenzo Brandi) una poesia di Gualtiero Via, indovinate per chi?![]() Piuttosto che il curriculum, calcetto? Vergognati, Poletti. Mi fai pena. Ma del lavoro vero che ne sai? Sei un uomo d’apparato, il referente d’un’economia protetta. E’ risaputo. Tu, che parli di curriculum: la volpe e l’uva. Da solo, senza rete, nel privato, saresti un modestissimo impiegato. NELL’IMMAGINE CHARLOT NEL FILM “TEMPI MODERNI” |
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