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La VOCE  ANNO  XIV N° 2

OTTOBRE   2011

PAGINA  IV

Il 16 febbraio, i due consoli vanno a Visso per incontrare Pertini e ottengono il riconoscimento del loro primato su altre formazioni viciniori e concorrenti. L'epopea ha inizio. Finisce 4 mesi dopo con l'entrata a Terni, in armi, e non disarmati come pretendevano gli alleati.

"Alle ore 16 del 13 giugno 1944 contemporaneamente alle forze alleate i partigiani della Gramsci investono la città a nordovest e cioè dalla parte del Colle dell'Oro, da Pentima, Marmore e voc. Fiore, mentre l'esercito alleato entra a Porta Romana investendo Città Giardino e la zona del Cimitero. Terni è liberata. E i partigiani armati entrano in una città deserta e distrutta."
Bene. È finita. Non proprio.
Filipponi entra giulivo a Terni, armato, e presiede la prima riunione della giunta del CLN.
Gli accordi Tito-Churchill garantiscono l'intangibilità dei partigiani jugoslavi, che continuano a combattere fino al 28, per poi essere avviati verso Roma e la Jugoslavia.

Alfredo Filipponi, invece, il 28 giugno viene arrestato dagli inglesi e portato nel campo di concentramento di Cesi. Come un ladro di polli.

Il 29 insieme a 60 gerarchi fascisti umbri e toscani viene trasferito al campo di Civitacastellana, poi ad Afragola poi a Padula vicino Salerno dove rimane per tre mesi, insieme a 2000 gerarchi fascisti.

Dovevano fargliela pagare a uno che aveva proclamato la prima Repubblica partigiana. Dal luglio al novembre 1944 ne sorsero una quindicina, elencate nel sito dell'Anpi. Ma la prima non c'è. È ignorata.

Alfredo Filipponi, la Brigata Gramsci e la prima Zona libera sono uno scandalo, sono impresentabili.

I partigiani jugoslavi rappresentano un valore aggiunto, un complemento di organizzazione militare che si affianca e si integra con quella politica e di classe, e permette l'autonomizzarsi politico militare dell'intera formazione partigiana.

Se questo è vero, allora la Brigata Gramsci... non è stata un bell'esempio.

Claudio Del Bello
Edizioni Odradek


[1] Commissario politico, poi Comandante della Brigata Gramsci dell'Umbria.
[2] La storia rovesciata: la guerra partigiana della brigata garibaldina "Antonio Gramsci" nella primavera del 1944, di Angelo Bitti, Renato Covino, Marco Venanzi. ed. CRACE,

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