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messa, ma questo non esprime automaticamente la razionalità sociale; cioè a dire che il socialismo non si attua secondo premesse immaginarie e non è mai un ideale che deve sottomettere la realtà. Non si tratta qui della quantità e qualità di beni prodotti e servizi prestati, ma del modo di produrli e delle relazioni sociali che si stabiliscono a lungo termine con questo modo di produzione.
 
La sfida riguarda tutti i comunisti , anche quelli che operano al centro del sistema imperialista; si tratta di abbandonare definitivamente l'approccio eurocentrico e la deriva trasformista che vuole la tattica come strategia, sapendo anche accettare il terreno delle conquiste immediate come attuazione del programma minimo di classe, ma sempre e tutto interno alla strategia rivoluzionaria della trasformazione radicale e superamento del modo di produzione capitalista.

 Riacquisire il senso della storia sapendo che il socialismo è una politica e un modello di organizzazione economica e sociale che non può e non deve prescindere dal corso degli eventi storici.

Sempre davanti a noi dobbiamo avere la lezione storica che Marx e Engels ci hanno lasciato nell'"Ideologia tedesca" quando sottolineano che "Per noi il comunismo non è uno stato di cose che si deve attuare secondo delle premesse immaginarie, o un ideale al quale la realtà deve sottomettersi.

Noi chiamiamo comunismo il movimento reale che annulla e supera lo stato attuale delle cose". Il vero problema è l'orizzonte strategico e l'orizzonte tattico; lo stesso Che Guevara non si meravigliava che durante il socialismo ci potesse essere in alcune forme vigente la legge del valore o ci potesse essere la moneta.

 Ecco perchè l'analisi teorica e il nostro operare e agire politico si relaziona e ha a che fare direttamente, ora e anche qui in Italia e in Europa, con la dimensione dell'internazionalismo di classe, con la collocazione politica internazionale di ogni organizzazione e partito comunista nella consapevolezza che la nostra sfida "qui e ora" è mantenere viva nella realtà europea della crisi sistemica l'idea e la pratica comunista.
 

Ciò avviene in termini di prospettiva reale di programma per andare oltre la solidarietà politica, praticando esperienze politiche di classe, come parte di una dimensione internazionalista dell'anticapitalismo e delle ipotesi socialiste già in campo in varie parti del mondo.
 
Fasi storiche con contesti internazionali diversi e quindi con condizioni socio-economico-produttive tipiche del momento, determinano percorsi mutevoli della transizione che non possono essere interpretati se non dentro le dinamiche di contesto e sicuramente non come validi sempre e comunque non associabili in differenti contesti spazio-temporali.
 Questa del VI Congresso del PCC sul piano di perfezionamento e di attualizzazione della pianificazione della transizione socialista è una sfida per l'attualità del socialismo nel mondo, perché Cuba potrebbe dimostrare, che il socialismo anche là dove è pressato dal blocco o da una crisi internazionale o da errori e contraddizioni, riesce a rettificarsi senza scegliere la strada del capitalismo come è avvenuto ad esempio alla fine dell'Unione Sovietica e dei paesi dell'est; quindi una modernizzazione, un aggiornamento, in chiave tutta socialista.
 
Quindi potrebbe essere una sfida che va al di la di Cuba, una sfida per la prospettiva socialista, una sfida sul come attuare concretamente la transizione.
E' per questo che il marxismo è una scienza vera e completa al servizio dell'umanità, perché vuole leggere ed interpretare i fenomeni sociali, politici ed economici, le loro tendenze per trasformarle in movimento capace di superare radicalmente lo stato presente delle cose, nella costruzione del Socialismo del e per il XXI secolo.
 Insomma possiamo a ragione sostenere che con difficoltà, ma continuano
a battere decise le ali della farfalla socialista nel catastrofico uragano della crisi del capitalismo!!
 

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