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Il grande fisico tedesco Karl Ernest Ludwig Marx Planck, nato a Kiel nel 1858, e poi divenuto Max Planck dopo aver perso la "R" di Marx (forse il nome era troppo imbarazzante!), è stato uno dei fisici più rivoluzionari della storia. La sua principale scoperta, quella relativa al "quanto" di energia, peraltro completata e perfezionata da Einstein, ha avuto conseguenze sia fisiche che filosofiche di grande importanza, che hanno dato inizio alla cosiddetta "fisica quantistica".   
   
Studiando il cosiddetto "corpo nero", cioè un corpo capace di assorbire interamente le radiazioni ricevute, Planck, per spiegare una serie di incongruenze teoriche, ipotizzò che l'energia trasmessa dalle radiazioni fosse divisa in quantità finite, benché piccolissime.

A queste quantità minime, ma perfettamente definite, fu dato il nome di
"quanto d'azione". Planck dimostrò che questo quanto era diverso per ogni tipo di radiazione, ma che il suo valore energetico era sempre proporzionale alla frequenza caratteristica della radiazione secondo un numero costante universale (cioè valido sempre e dovunque) detto "costante di Planck".

Ne consegue che il quanto di energia cresce progressivamente dalle radiazioni di frequenza minore e meno penetranti come quelle trasmesse dalle radio ed i raggi infrarossi, alle radiazioni visibili, a quelle ultraviolette, fino ai raggi "X" e ai raggi ".gamma", cioè i più energetici e pericolosi.

La teoria fu poi perfezionata da Einstein con il suo studio sull'effetto fotoelettrico.

La scoperta di Planck è alla base dei modelli atomici successivi, come quello celeberrimo di Bohr, in cui l'emissione o l'assorbimento di energia da parte di un atomo avviene secondo valori energetici ben definiti a causa del salto di un elettrone da un'orbita ad un'altra e ha aperto la strada alla fisica quantistica in cui gli scambi energetici avvengono in maniera non continua ma per salti.

La teoria quantistica conferma inoltre un principio filosofico materialista già evidenziato nell'antichità da Democrito e Leucippo: e cioè che in fisica, a differenza di quanto avviene in matematica e geometria, la natura procede per salti. Gli antichi atomisti avevano già affermato che la materia è caratterizzata da nuclei indivisibili, o "atomi". Dopo Planck ed Einstein si può dire che anche l'energia è  atomizzata. L'atomo di luce, cioè la quantità minima che una radiazione può dare,  prende il nome di "
fotone" .

Il fotone ha un'esistenza reale intuita già da Newton con la sua teoria "corpuscolare" della luce, e già intuita 2000 anni prima dallo stesso Democrito che parlava di atomi "più leggeri" che colpivano gli occhi. Al principio del '900 si è scoperto che anche la corrente elettrica è atomizzata, essendo costituita da "elettroni", particelle cariche elettricamente 2000 volte più leggere dell'atomo più leggero (quello di idrogeno).

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