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momento formativo centrale aperto a tutti, indistintamente, non è mai appartenuta al modello della scuola immaginato dalla destra. Una scuola di pochi, fortunati eletti, che si istruiscono nei migliori istituti privati, e fuori i tanti che, con molte parole in meno nel vocabolario, possono essere più facilmente manipolabili.

I regolamenti governativi sono «finalizzati esclusivamente a ridurre di diversi miliardi le risorse della scuola secondaria superiore», prosegue il documento tematico del Pdci.

Migliaia di classi in meno, 5mila sono state già soppresse; meno scuole, circa 40mila insegnanti in meno nel solo ciclo secondario oltre ai 47mila già tagliati quest'anno, meno ore di lezione, costi crescenti per le famiglie.

 Questo è il quadro.

Se si aggiunge «l'impianto culturale di stampo gentiliano concepito e riferito a una scuola che non esiste più da decenni». Se è possibile si tende a una politica della separazione e dell'esclusione. «Non è difficile prevedere che l'attuazione di detti regolamenti - continua la lettera - ancorché non riportare nella scuola i 400mila giovani che ogni anno ne sono esclusi produrrà, al contrario, forme di esclusione sempre più estese e massicce dal diritto all'istruzione, precludendo l'accesso al diploma della secondaria superiore a percentuali ben più elevate dell'attuale 20-25% di giovani che già oggi non lo conseguono».

Chi non studia non lavora!

E «la destra - spiega Bergonzi - con le sue scelte priva le giovani generazioni del futuro».

Per impedire la svolta autoritaria e ammazza sapere basterebbero, secondo Bergonzi, le sole risorse stanziate per la realizzazione dello Stretto di Messina.

Quei soldi spesi male potrebbero invece cambiare la vita a tutti i ragazzi allontanati precocemente dalla scuola per esempio, che vivono in contesti disagiati.

E invece, con l'idea razzista "che tanto comunque non avranno futuro", allora meglio che non perdano tempo sui libri.

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